Articoli in evidenza:
Visualizzazione post con etichetta polizia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta polizia. Mostra tutti i post

lunedì, marzo 01, 2021

Re di Svezia parla col presidente del Riksdag

Il re di Svezia parla col presidente del parlamento.

24 febbraio 2021

Sua Maestà il re Carlo Gustavo XVI di Svezia  ha tenuto una videoconferenza con il presidente del parlamento, Andreas Norlén.

Durante la videoconferenza il presidente del Riksdag ha illustrato al sovrano le attuali questioni in Parlamento.







giovedì, febbraio 18, 2021

160 anni fa 1° Parlamento Italiano

160° anni fa Vittorio Emanuele apriva il primo Parlamento italiano

18 febbraio 2021

Il 18 febbraio 1861 a Torino, splendidamente addobbata, i parlamentari entrano a Palazzo Carignano alle ore 9. Poco prima delle 11 la banda della Guardia Nazionale intona l’inno di Mameli in piazza Castello. Si apre la porta della Reggia e annunciato da salve di cannone, compare Re Vittorio Emanuele II, preceduto dai famigliari e seguito dai suoi generali. Sfila fra una folla osannante, appena trattenuta dai cordoni della Guardia Nazionale.

A Palazzo Carignano lo ricevono le deputazioni del Senato e della Camera. I figli Umberto e Amedeo lo precedono nel Parlamento, accolti da applausi. Quando arriva il sovrano, i parlamentari si alzano in piedi e gridano: Viva il Re d’Italia!.

Vittorio Emanuele sale al trono con passo solenne. Alla sua destra s’accomodano i principi. A sinistra siedono i diplomatici di Prussia, Gran Bretagna, Francia, Turchia, Svezia e Belgio. Intorno si schierano i ministri e Cavour.

Infine il Re Vittorio Emanuele II prende parola, leggendo un discorso che Cavour e Ricasoli hanno esaminato il giorno prima: Signori Senatori, Signori Deputati, libera ed unita quasi tutta, per mirabile aiuto della Divina Provvidenza, per la concorde volontà dei popoli, e per lo splendido valore degli eserciti, l’Italia confida nella virtù e nella sapienza vostra. A voi si appartiene di darle istituti comuni e stabile assetto .

A ogni passaggio il discorso è salutato da grida di «Bravo!». Finché Vittorio Emanuele conclude: Mi compiaccio di manifestare al primo Parlamento d’Italia la gioia che sente il mio animo di Re e di Soldato. Pronunciata l’ultima parola, «Parlamento e popolo giubilanti - scrive la cronaca - prorompono unanimi in schietti applausi che il Re, commosso, contraccambia col nobile gesto e col chinare della marziale sua testa».

Minghetti chiede allora nuovo silenzio e dichiara aperta la sessione legislativa. Il sovrano lascia l’aula alle 11,30.

Una giornata radiosa ed indimenticabile che anticipa la nascita del Regno d'Italia !
W il Re !

venerdì, luglio 02, 2010

Belgio, inestimabile lavoro della monarchia

Dopo le recenti elezioni che hanno dato il maggior numero di seggi al partito fiammingo "Nuova Alleanza" apertamente indipendentista, Sua Maestà il Re Alberto II del Belgio dimostra quanto sia inestimabile il lavoro svolta dalla monarchia, anche con un potere limitato.

Sebbene la maggior parte dei Belgi ha votato per partiti che sostengono l'unità nazionale, è inquietante che, per la prima volta, il maggior numero di seggi sono state vinte dai nazionalisti fiamminghi che sostengono la secessione delle Fiandre, e quindi la distruzione del Regno del Belgio.

Da allora il Re ha tenuto incontri con molti leader politici, nel tentativo di formare rapidamente un governo di coalizione prima che la caduta del governo possa far peggiorare la situazione economica.

E' importante per i monarchici ricordare il ruolo cruciale svolto dal re in questa situazione, l’unica persona che abbia il prestigio e (anche se simbolico) il potere per spingere le varie parti politiche a lavorare insieme nell'interesse nazionale.

In questo senso in Belgio il re è l'unico uomo che può stare al di sopra delle differenze regionali del paese.
Come si dice da tempo, tutti gli altri possono essere fiamminghi o valloni ma il re è belga.

Speriamo, per il bene del paese, che i suoi sforzi abbiano successo e che il Belgio abbia un governo, dedicato all'unità nazionale, e che rapidamente sia in grado di occuparsi degli interessi del paese.

martedì, settembre 02, 2008

Calcio, treni, tifosi, polizia, stato



Ecco cosa è successo alla prima domenica del campionato di calcio.

Nella Stazione Centrale di Napoli una frotta di tifosi inferociti, con il volto coperto e senza aver pagato il biglietto, pretendono ed ottengono il posto di chi aveva il biglietto del treno, il tutto è permesso dalla polizia che ha fatto scendere i detentori del biglietto per far posto agli ultrà dietro promessa di un altro treno...

Una scena assurda : i passeggeri vengono minacciati brutalmente e costretti a scendere dai vagoni perché alcuni tifosi volevano raggiungere gratuitamente Roma per assistere alla partita di calcio.

Un'ordinanza urgente della Prefettura di Napoli ha prescritto a Ferrovie dello Stato, per motivi di ordine pubblico, la partenza alle 12.29 da Napoli Centrale del treno Intercity Plus 520 (Napoli - Torino) con a bordo un migliaio di sostenitori del Napoli Calcio diretti a Roma.

Ora immaginate la scena. Siete tranquillamente seduti sul treno in attesa che parta. Per caso avete un figlio malato, dovete recarvi all’Ospedale, oppure dovete andare a lavorare o tornare a casa dopo le vacanze, bene lo stato vi obbliga a perdere il treno per facilitare coloro che non hanno il biglietto.

E non basta, perché coloro che sono rimasti sul Napoli-Torino hanno assistito alla sistematica devastazione operata dai violenti, che hanno provocato danni gravi a tutte le vetture, nel breve tragitto tra Roma e Napoli l’ira funesta degli invasati si è abbattuta sulle carrozze provocando danni da centinaia di migliaia di euro.

E non basta. Arrivato a Roma, gli ultrà scendono e l’Intercity Plus 520 viene giudicato troppo malconcio per proseguire e quindi ai poveri passeggeri regolari non resta che scendere e attendere una coincidenza per Torino. I “tifosi” ripeteranno la scena al ritorno dallo stadio, pretendendo ovviamente di tornare a casa, e sempre gratis.

Il delirio allo stato puro, dei violenti hanno sequestrato un treno, hanno viaggiato gratuitamente, hanno devastato un convoglio dei cittadini e lo stato repubblicano ha permesso tutto questo scempio prendendo in giro chi aveva pagare il biglietto

Quello che è accaduto è una giornata di ordinaria follia che spesso dobbiamo subire di assistere in Italia.

Il fenomeno degli ultrà è un’anomalia tutta italiana perché negli altri paesi dell’Europa non si vede nulla di simile.
L’unico paese che ha avuto un problema simile a quello italiano è stata il Regno Unito degli hooligan, che però con una legge sono riuscito a stroncare il fenomeno.

Evidentemente la repubblica italiana non riesce neanche a copiare una legge valida, come quella appena ricordata, perché sarebbe troppo efficace, noi purtroppo viviamo in una paese non normale (repubblichetta ..)

Il calcio c’entra ben poco, c’entra invece, e molto, lo stato repubblicano. Un paese impotente di fronte alla criminalità, assoggettato alle mafie, ai prepotenti impuniti.


E’ il senso di impotenza che lascia amareggiati. E’ quella sensazione di impunità diffusa che sembra impossibile da estirpare, in cui sguazzano tutti i furbetti, dai livelli più infimi (tifosi) ai livelli più alti (vedi il Parlamento).

I fatti e le scene assurdi che succedono, ad esempio nel calcio, sono i segnali della degenerazione dello stato repubblicano che non ci permette di pensare ad un futuro migliore

Lo stato protegge i violenti ed i furbi
Un’altra vergogna della repubblica.

LA RABBIA DEI 250 DIRETTI A TORINO. TRENITALIA: la prefettura ci ha detto DI FAR PARTIRE L'ic

Napoli, tifosi padroni del treno
Petardi e fumogeni anche a Termini

I supporter azzurri diretti nella Capitale «sfrattano» i passeggeri. Quattro dipendenti delle Fs contusi, 500 mila euro di danni alle carrozze

NAPOLI - E' stato un vero e proprio assalto al treno, in mattinata, alla stazione di Napoli. Spintoni, tensioni, urla: così per oltre tre ore l'Intercity Plus 520, diretto a Torino, è rimasto sotto assedio di oltre mille tifosi azzurri che volevano raggiungere la capitale per la partita con la Roma, anche senza biglietto. I tafferugli hanno raggiunto il culmine quando un folto gruppo di ultras, privo del biglietto di viaggio, ha forzato i cordoni di controllo predisposti dalle Ferrovie dello Stato in collaborazione con le Forze dell'ordine ed è salito con la forza sul treno, azione che ha provocato la contusione di quattro dipendenti delle FS. Il tutto davanti ai passeggeri allibiti. I passeggeri dell'Intercity, quando si sono resi conto della situazione, non hanno avuto altra scelta che scendere dal treno. Nella stazione erano presenti centinaia di agenti, anche in assetto antisommossa. Una settantina di supporters, con regolare biglietto, sono partiti con l'ICP 586 delle 10.24. Ma la maggioranza dei tifosi insisteva per partire con lo stesso ICP 520: inutili gli sforzi del personale Fs. Alla fine, un’ordinanza urgente della Prefettura di Napoli ha prescritto alle Fs, per motivi di ordine pubblico, la partenza dell'ICP 520 alle 12.29, con un migliaio di tifosi a bordo.

250 PASSEGGERI «SFRATTATI» - Sono stati circa 250 i passeggeri che, a causa delle intemperanze dei tifosi del Napoli, hanno dovuto lasciare l'Intercity plus 520 e viaggiare a bordo di altri treni. Solo in cinquanta, infatti, secondo una stima di Trenitalia, hanno potuto continuare il viaggio. Anche per loro, comunque, disagi con una partenza che ha accumulato oltre tre ore di ritardo. Sovraffollato anche il treno dei tifosi che ha viaggiato con circa 150 passeggeri in più rispetto alla normale capienza, nonostante fossero state aggiunte anche altre quattro carrozze in previsione del forte afflusso di passeggeri. Trenitalia, anche ieri, aveva ribadito ai tifosi l'appello a non utilizzare il treno per recarsi a Roma, in virtù del fatto che domenica è una giornata da «bollino rosso» anche per il trasporto ferroviario in considerazione dei rientri dalle vacanze.

CARROZZE VANDALIZZATE - Il treno ha subito gravi ritardi, ed è partito solo dopo le 12.30. Saliti sul treno, i tifosi hanno vandalizzato 11 carrozze, causando oltre 500 mila euro di danni. Nel corso del viaggio i tifosi hanno anche azionato inutilemente, per tre volte, il freno d'emergenza, bloccando il viaggio del convoglio. Il treno è stato fermato a Roma, in quanto non c'erano più le condizioni per il suo proseguimento verso Torino: i passeggeri che dovevano continuare il viaggio sono stati fatti salire su un altro convoglio.

PETARDI E FUMOGENI A ROMA - Alla stazione Termini, i tifosi azzurri, al loro arrivo, hanno lanciato petardi e fumogeni. Stessa scena durante la sosta in attesa del ritorno: i tifosi non volevano pagare il biglietto. Allo stadio Olimpico, incappucciati, hanno sfondato cancelli e fatto esplodere ancora petardi. Cinque, in tutto, gli arrestati, a vario titolo e di diverse tifoserie. Un tifoso del Napoli è stato arrestato perché notato a bordo di un bus diretto alla stazione con un coltello in mano. I tifosi sono stati fatti ripartire da Roma alle 21:36 con un Intercity a cui sono state aggiunte cinque vetture, come richiesto dalla Questura di Napoli per questo e altri convogli diretti a Napoli. In stazione i tifosi sono stati tenuti sotto controllo da forze dell'ordine in tenuta anti-sommossa.

QUESTORE: «CAPIENZA INSUFFICIENTE» - C'era anche il questore di Napoli, Antonio Puglisi, alla stazione di Napoli, che ha detto di aver parlato con i tifosi spiegando che tutti erano «regolarmente muniti di biglietto». «Era una giornata particolare per Trenitalia che ha dovuto fare i conti con una disponibilità non immediatamente sufficiente - ha detto Puglisi - i numeri non ci hanno aiutato, la capienza non sufficiente subito ci ha creato qualche problema di gestione della folla».

PASSEGGERI BEFFATI - «Una stazione sotto assedio per colpa di una partita di calcio». È la rabbia dei passeggeri dell'Intercity. Stanchi e provati dall'esperienza ma soprattutto inferociti per essere stati «cacciati» dal loro convoglio le persone che avrebbero dovuto partire da Napoli per Torino, commentano increduli l'assalto dei tifosi, che li ha convinti ad accogliere la richiesta di Trenitalia, ossia scendere dal convoglio per far posto ai supporter azzurri. «Una scena incredibile», racconta Cinzia Vettosi, in viaggio con due bambini: «Ho avuto finanche paura di scendere dal treno, di fronte a centinaia di tifosi che inveivano pretendendo di salire, in un'atmosfera che è facile immaginare». Daniela Terrazzano, impiegata, deve tornare a Torino per riprendere domani il lavoro dopo le ferie: «Dovevo partire alle 9.24, ho già perso oltre tre ore e non so quando potrò prendere il prossimo treno. Scendere? In pratica non c'erano alternative: prima i tifosi hanno cominciato a chiedercelo urlando, poi sono saliti sul treno gli addetti di Trenitalia ribadendo la richiesta. Cosa dovevamo fare?». Alcuni passeggeri hanno reagito urlando contro l'assedio. Tra loro la signora Anna R., in viaggio con il figlio che deve essere visitato all'ospedale Gaslini: ha pianto e gridato all'indirizzo dei tifosi. Anche lei, comunque, ha abbandonato l'Intercity in attesa di una successiva partenza.

ilcorrieredellasera

venerdì, maggio 30, 2008

Polizia, stato, repubblica, indulto

L’altro giorno il capo della Polizia è stata chiamato dalle commissioni Giustizia e Affari costituzionali del Senato a dare un parere in vista dei provvedimenti annunciati dal governo.
In genere i capi della Polizia, un po’ per vocazione e un po’ per convenienza, non rilasciano interviste se non in occasioni eccezionali, come brevi discorsi di circostanza nell’occasione di qualche ricorrenza.
Questa volta invece Manganelli ha messo il dito su una piaga endemica del nostro sistema : inefficienza delle leggi, incapacita dello stato, e mancanza della certezza della pena.
Il capo della polizia, Antonio Manganelli, ha lanciato un vero e proprio allarme al Senato e, parlando della questione sicurezza, ha sottolineato la difficoltà riscontrata dalle forze dell'ordine nel contrastare la criminalità clandestina.

In particolare Manganelli ha puntato il dito sulla situazione instabile da indulto quotidiano che si viene a creare ogni giorno tra le strade grazie all’incertezza e alla duttilità delle pene che vanno a danneggiare di conseguenza il lavoro della magistratura e della Polizia.
Manganelli ha ammesso che l'emergenza clandestini è più grave che mai e che gli strumenti in mano alle forze dell'ordine per contrastare i crimini, in aumento, compiuti da immigrati irregolari sono ancora poco efficaci.

Evidentemente in un Paese si giunge ad un’emergenza del genere solo se lo vuole lo stato.

La radiografia di Manganelli è insieme coraggiosa e impressionante.
L’allarme lanciato dal capo della Polizia, che ha addirittura parlato di indulto quotidiano, ha un profondo significato politico in quanto è una dura critica all’operato svolto finora dal regime repubblicano.
Se addirittura la Polizia si sente in obbligo di criticare lo stato vuol dire proprio che la repubblica ha fallito.

Manganelli ha detto che l'indulto quotidiano e' una situazione vergognosa.
Io aggiungo : repubblica vergognati !!

Visto che il capo della polizia non ha fatto certo giri di parole per raccontare le dimensioni di un disastro tutto italiano, riporto alcuni punti illustrati dal capo della Polizia e pubblicati in alcuni giornali.

  • Non gioco a fare il giurista – spiega – né voglio entrare nelle prerogative del Parlamento, ma quella che abbiamo oggi è una situazione vergognosa.

  • Le forze dell’ordine non sono in grado di contrastare l’immigrazione clandestina

  • «Viviamo una situazione di indulto quotidiano di cui tutti parlano. Ma su cui non si è fatto nulla negli ultimi anni».

  • In tutto il 2007 gli immigrati clandestini fermati e avviati ad espulsione sono stati 33.897, ma solo 6.366 di loro hanno trovato posto nei Cpt: di fatto, 27 mila sono stati destinatari di un ordine scritto (di allontanamento), naturalmente non accolto nella stragrande maggioranza, se non nella totalità, dei casi».

  • viviamo in «una situazione vergognosa di indulto quotidiano che rende assolutamente inutile la risposta dello Stato e vanifica gli sforzi di polizia e magistratura».

  • i problemi maggiori, spiega Manganelli, li provoca l’immigrazione irregolare

  • Il trenta per cento dei reati di criminalità diffusa vengono commessi da clandestini.

  • Un terzo della popolazione carceraria è composto da stranieri arrivati di straforo

  • non basta pattugliare meglio le coste, perché, racconta: «Gli sbarchi rappresentano solo il dieci per cento del fenomeno, il sessanta-settanta per cento della popolazione clandestina è rappresentato da chi entra regolarmente con visti turistici e poi rimane sul nostro territorio».

  • Il vero guaio, prosegue il capo della polizia, è che attualmente rimandarli a casa è un’impresa quasi impossibile

  • «Dal primo gennaio a oggi le forze dell’ordine hanno fermato oltre 10.500 clandestini per i quali hanno ritenuto di avviare le procedure di espulsione». Ebbene, «solo 2.400 di costoro hanno trovato posto nei centri di permanenza, gli altri ottomila hanno di fatto ottenuto un perdono sul campo, cioè gli è stato consegnato un foglio di via, che equivale a un niente»

  • Serve «qualsiasi norma che possa rendere certa la pena e rendere effettiva l’espulsione, attraverso l’adeguatezza dei centri e dei tempi di permanenza e attraverso qualsiasi altra cosa che vada incontro alla rapidità delle procedure».

  • «la madre di tutte le soluzioni è quella di stipulare accordi bilaterali con i Paesi dai quali provengono gli stranieri irregolari».

  • andrebbero abolite alcune norme, come quella che prevede che, per fargli scontare la pena nella sua terra d’origine, ci sia l’assenso pure del detenuto

  • spesso all’estero la situazione delle carceri è peggiore della nostra. «L’ultima volta che sono andato a Bucarest c’erano in una sola cella 23 letti per 43 detenuti».


  • Alcuni links
    ilgiornale
    ilmessagero
    corrieredellasera
    lastampa

    martedì, dicembre 05, 2006

    La Polizia contro il governo



    I Sindacati autonomi della polizia - il Sap (Sindacato autonomi di polizia), il Sappe (Sindacato autonomo della polizia penitenziaria), il Sapaf (Sindacato autonomo polizia forestale), il Conapo (il sindacato autonomo dei vigili del fuoco) - in piazza contro la finanziaria.

    La manifestazione è stata organizzata contro lo smantellamento degli uffici interregionali e delle scuole di polizia, la chiusura delle questure, ma soprattutto contro quella classe politica che ha candidato terroristi autori di omicidi di poliziotti, parlamentari e consulenti del ministero dell'Interno. Contro gli indulti, le amnistie e una politica penitenziaria permissiva.

    Tra gli striscioni :
    da forze armate e polizia al governo Prodi il foglio di via
    TERRORISTI TRA I POLITICI
    via i terroristi dal Viminale, questa scelta è criminale
    terroristi deputati, poliziotti disgustati.

    Lo slogan che più spicca: chi non salta terrorista è.

    La vedova del maresciallo D'Andrea ha preso la parole dicendo: Mi rifiuto di essere rappresentata da fetenti e assassini che siedono al governo.


    Il governo sta umiliando le forze di polizia, infatti alcuni terroristi sono stati eletti in Parlamento e cercano di promuovere una commissione di inchiesta sul G8 di Genova.

    Se protesta anche la Polizia, beh, allora la repubblica è alla frutta.

    ansa