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sabato, agosto 03, 2019

Re Felipe in Tunusia

Il re Felipe di Spagna ai funerali del presidente tunisino

27 luglio 2019

Sua Maestà il re Felipe VI di Spagna ha partecipato al funerale del presidente tunisino, Béji Caïd Essebsi, che si è svolto presso il palazzo presidenziale di Cartagine in Tunisia.

Il re Felipe era accompagnato dal ministro degli affari esteri, dell'Unione europea e della cooperazione, José Borrell, e si è recato al palazzo presidenziale di Cartagine, dove insieme ad altri Capi di Stato è andato nella Sala dell'Indipendenza per assistere alla cerimonia funebre.

Al termine del funerale, re Felipe, insieme al resto dei capi delegazione presenti, ha lasciato la Sala dell'Indipendenza per trasferisti nel padiglione presidenziale dell'aeroporto internazionale di Tunisi-Cartagine, per iniziare il viaggio di ritorno.

sabato, maggio 31, 2014

Re del Marocco in Tunisia

Il re del Marocco in visita in Tunisia

30 maggio 2014

Sua Maestà il Re Mohammed VI del Marocco, accompagnato dal SAR il principe ereditario Moulay Hassan e da SAR il principe Rachid Moulat, è arrivato a Tunisi per una visita ufficiale di 3 giorni in Tunisia, su invito del presidente Mohamed Moncef Marzouki.

Il re del Marocco è accompagnato anche da 11 ministri, da 4 consiglieri reali, oltre che da una delegazione di una novantina di imprenditori.

Sua Maestà il Re Mohammed VI e il presidente tunisino Mohamed Moncef Marzouki hanno presieduto al palazzo presidenziale di Cartagine a Tunisi, la cerimonia della firma dagli accordi bilaterali di cooperazione tra i due Paesi.

Il Marocco è stato il primo paese ad esprimere solidarietà al popolo tunisino, affermando che la stabilità della Tunisia “costituisce un fattore essenziale e primario per la stabilità e la pace regionale, sopratutto nel Maghreb arabo”.

Lo scopo di questo viaggio è migliorare la cooperazione economica e commerciale, che finora è rimasta al di sotto delle aspettative e delle potenzialità dei due paesi.

LINK
S.M. le Roi et le Président tunisien président la cérémonie de signature de 23 conventions bilatérales


sabato, febbraio 08, 2014

Principe Felipe a Tunisi

Il Principe delle Asturie Felipe è andato a Tunisi

7 febbraio 2014

Il 7 febbraio la Tunisia celebra  l'adozione della nuova Costituzione e molti dignitari stranieri si sono recati per partecipare all'evento.
Tra gli illustri ospiti c'era anche Sua Altezza Reale il Principe delle Asturie Felipe.

Accompagnato dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Gonzalo de Benito, e dall'amministratore delegato per il Maghreb, Africa, Mediterraneo e Medio Oriente, Manuel Gómez-Acebo Rodriguez-Spiteri, Felipe ha tenuto una breve incontro con il presidente della Tunisia e quindi si è trasferito alla Assemblea Costituente Nazionale.
© Casa di SM il Re
In questa occasione Felipe ha detto che "la Spagna vuole condividere la gioia e la speranza del popolo tunisino" e che la "Tunisia è sempre stato un pioniere nella costruzione di uno Stato moderno rispettoso dei diritti sociali" .
"I popoli spagnoli e tunisini sono eredi di una storia comune, come il mare Mediterraneo che ci unisce".
Sua Altezza Reale il Principe delle Asturie ha ricordato che "quasi quattro decenni fa, in un periodo di tre anni la Spagna ha avviato un processo di profondi cambiamenti, culminati nel 1978 con l'adozione da parte di una larga maggioranza di una nuova costituzione che ha stabilito un quadro di convivenza per tutti gli spagnoli ".

Sua Altezza Reale il Principe delle Asturie ha concluso il suo discorso con un ringraziamento in arabo.

Anche il principe Moulay Rachid era presente a Tunisi, che rappresentava suo fratello, il re Mohammed VI del Marocco.

LINK Asistencia a la ceremonia de celebración de la adopción de la nueva Constitución en Túnez


sabato, gennaio 29, 2011

Le repubbliche dittatoriali arabe

Il Popolo si ribella alla repubblica e al presidente della repubblica


Dopo un mese di manifestazioni, la repubblica dittatoriale tunisina si è arresa alla rivolta popolare.

Dopo l'annuncio in televisione della propria capitolazione, che ha scatenato l’entusiasmo popolare nelle strade nonostante il coprifuoco, il presidente tunisino Ben Alì è fuggito all'estero.

A scatenare il furore popolare, spontaneo e incontrollabile, il suicidio nel 17 dicembre di un ambulante, Mohammed Bouazizi, che si è dato fuoco per protestare contro la polizia che, non ricevendo l’attesa “tangente”, gli aveva distrutto la merce esposta sul banco di vendita.

Da quel momento, la Tunisia è esplosa, e la rivolta popolare e spontanea è riuscita a far crollare la repubblica autoritaria e corrotta della Tunisia.

Il vento della rivolta tunisina è arrivata in molti paesi nord africani.
Adesso la rivolta più forte si è spostata in un’altra repubblica, la Repubblica Araba d'Egitto, dove il presidente Mubarak rischia di perdere il potere.
Secondo notizie non confermate i familiari del presidente Mubarak avrebbero lasciato il Paese e ora si troverebbero a Londra. (?)

L’aspetto che stupisce - e che fa tremare chi è al Potere – è che le forti ribellioni in Tunisia e Egitto sono davvero nate dal basso, non sono state provocate da partiti e da motivi religiosi.

La ribellione genuina e spontanea del popolo contro il Potere, certifica il fatto che lo stato, contro il quale si combatte, è davvero una dittatura.

Visto che la Tunisia e l’Egitto sono due repubbliche, assistiamo alla solita mistificazione della realtà da parte dei mass media.

Quando una repubblica crolla, il suo presidente viene subito dipinto come se fosse un Re, in pratica si cerca di giustificare la ribellione del popolo contro la repubblica - considerata una eresia da parte dei fondamentalisti repubblicani - e si sostiene che lo stato non era una repubblica, ma una specie di monarchia.
Finchè il popolo non si ribella, l'Egitto e la Tunisia è una repubblica sostenuta dal "repubblicanesimo mondiale", poi quando la situazione non è più sostenibile assistiamo alla tattica di ripiego messa in moto dalla propaganda repubblicana...

Comunque la situazione in Tunisia e in Egitto dovrebbero ricordarci che un sistema ingiusto e corrotto, prima o poi, è destinato a crollare sotto il peso dei suoi peccati.

Diamo sostegno alla voglia di libertà degli arabi e auguriamoci che l'appello popolare sia ascoltato e che a breve ci sia un sistema decente.

Infine una considerazione per il nostro Paese.
Per tanti motivi l’Italia è molto diversa dai paesi nordafricani, ma anche la repubblica italiana, cancrena della corruzione, è una oligarchia e quindi un regime destinato al collasso…