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venerdì, febbraio 10, 2023

10 Febbraio ricordo delle Foibe

10 febbraio : ricordiamo le foibe e l'esodo degli italiani che vivevano in Istria e in Dalmazia

QUESTI  ITALIANI SONO STATI ABBANDONATI 
DALLA  REPUBBLICA ITALIANA  !!!

Solo dopo quasi 60 anni da quei drammatici eventi, (Legge n. 92 del 30 marzo 2004) la repubblica italiana ha istituito questa ricorrenza.

Il comportamento della repubblica nei confronti degli italiani che vivevano in Istria e Dalmazia è vergognoso, che invece di difenderli li ha abbandonato preferendo tenersi buoni i rapporti con i comunisti.

Per il PCI il comunismo era un valore superiore a quello di Patria e di Nazione, e collaborarono con il governo jugoslavo fino ad appoggiare le pretese di Tito sulla Venezia Giulia.

Invece di chiedere scusa agli italiani e di aprire una discussione, il regime repubblicano ha dato ordine di nascondere questa tragedia, tanto che nei libri scolastici non compare la drammatica tragedia degli istriani.

Molti italiani furono costretti a lasciare le loro case, altri addirittura furono uccisi dai partigiani comunisti di Tito, o gettati (molti ancora vivi) nelle foibe dove trovarono la morte dopo una lunga agonia tra atroci sofferenze.

A Trieste la "Liberazione" coincise con l'arrivo delle truppe partigiane e comuniste del maresciallo Tito, che per 40 giorni imperversarono a Trieste torturando, uccidendo e deportando migliaia di cittadini, colpevoli solo di essere italiani o anticomunisti.


sabato, luglio 17, 2021

Eccidio della famiglia imperiale russa

103° anniversario dell'eccidio della famiglia Imperiale Russa

17 luglio 1918 

Ricordiamo l’orribile sterminio della Famiglia Imperiale Russa, martire della rivoluzione comunista.

Nella notte del 17 luglio 1918 a Ekaterinburg i rivoluzionari bolscevichi trucidarono barbaramente e con inaudita ferocia lo Zar Nicola II, la Zarina Alessandra, lo Zarevic Alessio, le Granduchesse Olga, Tatiana, Maria, Anastasia e tre membri della servitù, Anna Demidova, Trupp, Kharitonov ed il medico militare, Dott. Botkin.

Ricordiamo le parole dello Zar Nicola II: “Sono fermamente, assolutamente convinto che il destino della Russia - il Mio e quello della mia Famiglia - sono nelle mani di Dio, che mi ha voluto qui. Qualsiasi cosa accada mi inchinerò alla Sua volontà, cosciente di non aver altro pensiero che di servire il paese che Egli mi ha affidato”.

Il 20 luglio viene pubblicato a Ekaterinburg il decreto dell’eseguita esecuzione:

“Decreto del Comitato esecutivo del Soviet degli Urali dei deputati operai, contadini e dell’Armata Rossa. Avendo notizia che bande cecoslovacche minacciano Ekaterinburg, capitale rossa degli Urali, e considerando che il boia coronato, qualora si desse alla latitanza, potrebbe sottrarsi al giudizio del popolo, il Comitato esecutivo, dando corso alla volontà del popolo, ha decretato di procedere all’esecuzione dell’ex zar Nikolaj Romanov, colpevole di innumerevoli crimini sanguinosi.”

La differenza tra le due dichiarazione è abissale. In quella dello Zar Nicola, amore per la Patria e per Dio. In quella dei comunisti russi, odio e sangue.

All’una e trenta del mattino Jurovskij, l’uomo che avrebbe orchestrato lo sterminio, informò i Romanov che il conflitto tra le armate rossa e bianca stava minacciando la città e che, per la loro stessa sicurezza, dovevano essere trasferiti nel seminterrato. Dopo aver letto la dichiarazione di morte, le guardie cominciarono a sparare, e dopo venti minuti di puro orrore, l’intera famiglia e il seguito, colpiti da proiettili, armi da taglio o a mani nude, erano tutti morti.

Gli 11 corpi furono trascinati fuori di casa e caricati su una camionetta e gli studiosi ritengono che i corpi siano stati dapprima scaricati in una miniera poco profonda chiamata Ganina Jama, ma in seguito i corpi furono portati via in tutta fretta e lungo il tragitto due corpi, che ora si crede essere quelli di Aleksej e Marija, furono scaricati e gettati nella foresta. Gli altri 9 furono cosparsi di acido, bruciati e sepolti in una fossa separata non molto lontano da lì.

Nel 1990 i corpi furono ritrovati, ed identificati con l'esame del DNA. Non furono però ritrovati i resti dello zarevič Aleksej e della Granduchessa Anastasia, probabilmente bruciati dopo l'esecuzione.

Bisogna attendere il 1998 perché le ossa vengano identificate ufficialmente ed il 16 luglio 1998 la famiglia imperiale fu inumata con esequie di Stato nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo, di fianco alle tombe degli altri Romanov.

Nel 2000 la Chiesa Ortodossa Russa ha canonizzato i sette membri della famiglia imperiale russa e dichiarati Martiri. 

A Ganina Jama – il primo luogo in cui i bolscevichi tentarono di disfarsi dei corpi – la Chiesa ortodossa russa ha costruito un monastero e nel 2003 fu consacrata la magnifica chiesa sul Sangue, divenuta da allora luogo di pellegrinaggio.



lunedì, maggio 18, 2020

152 anni fa nasceva Nicola II Romanov

152° anniversario della nascita dello zar Nicola II Romanov

18 maggio 2020

Nicola II Romanov è nato a Carskoe Selo, il 18 maggio 1868, figlio dello zar di Russia Alessandro III e di Marija Fëdorovna, che è stato assassinato, unitamente alla Sua Famiglia dai comunisti bolscevichi, il 17 luglio 1918 a Ekaterinburg.

Il suo titolo ufficiale era "Per Grazia di Dio, Imperatore e Autocrate di tutte le Russie", zar di Polonia, di Mosca, di Kiev, di Vladimir, di Novgorod, di Kazan', di Astrachan' e della Siberia; granduca di Finlandia e di Lituania; erede di Norvegia; signore e sovrano di Iberia, dell'Armenia e del Turkestan; duca dello Schleswig-Holstein, dello Stormarn, di Dithmarschen e dell'Oldenburg.

Il 14 novembre Nicola sposa la principessa Alice d'Assia, figlia del granduca Luigi IV d'Assia e del Reno e della principessa Alice del Regno Unito, a sua volta figlia della regina Vittoria. Pochi giorni prima, la futura Zarina ha abbandonato la fede protestante per essere battezzata nell'ortodossia, assumendo il nome russo di Aleksandra Fëdorovna

La coppia ebbe 5 figli:  Olga , Tatiana , Maria , Anastasia , Aleksej.

Il 26 maggio 1896 è incoronato con una fastosa cerimonia col nome di Nicola II, zar di tutte le Russie e basileus della Chiesa Ortodossa russa.

Il 30 ottobre 1905 lo zar Nicola concede la Duma, un parlamento a suffragio universale, la Duma.
Il 27 aprile 1906 lo zar Nicola emana la legge fondamentale dello Stato che trasforma la Russia in una monarchia costituzionale, confermando la concessione della Duma eletta a suffragio universale e l'istituzione del Primo Ministro.

Il Patriarca di Mosca Aleksei II e la Chiesa Ortodossa Russa nel 2000, lo ha canonizzato come San Nicola II, imperatore martire e grande portatore della Passione, ed ha dichiarato santi martiri anche la Famiglia Imperiale , per il loro contegno tenuto durante la deportazione e la prigionia, ed di aver, in nome della fede, perdonato i loro carcerieri e carnefici e di aver auspicato la fine della guerra civile.

Anche la Corte Suprema russa ha formalmente riabilitato l'ultimo zar, Nicola II (e la famiglia imperiale), come vittima della repressione politica sovietica.

lunedì, febbraio 10, 2020

10 Febbraio ricordo delle Foibe

10 febbraio : ricordiamo le foibe e l'esodo degli italiani che vivevano in Istria e in Dalmazia

PURTROPPO  QUESTI  ITALIANI
FURONO  ABBANDONATI 
DALLA  REPUBBLICA  ITALIANA  !!!


Solo dopo quasi 60 anni da quei drammatici eventi, (Legge n. 92 del 30 marzo 2004) la repubblica italiana ha istituito questa ricorrenza.

Il comportamento della repubblica nei confronti degli italiani che vivevano in Istria e Dalmazia è stato vergognoso, che invece di difendere le migliaia di italiani istriani e dalmati li abbandonò preferendo tenersi buoni i rapporti con i comunisti.

Per il PCI il comunismo era un valore superiore a quello di Patria e di Nazione, e collaborarono con il governo jugoslavo fino ad appoggiare le pretese di Tito sulla Venezia Giulia.
Invece di chiedere scusa agli italiani e di aprire una discussione il regime repubblicano ha dato ordine alla "scuola" di nascondere questa tragedia, tanto che nei libri scolastici non compare la drammatica tragedia degli istriani.

Molti italiani furono costretti a lasciare le loro case, altri addirittura furono uccisi dai partigiani comunisti di Tito, o gettati (molti ancora vivi) nelle foibe dove trovarono la morte dopo una lunga agonia tra atroci sofferenze.

A Trieste la "Liberazione" coincise con l'arrivo delle truppe partigiane e comuniste del maresciallo Tito, che per 40 giorni imperversarono a Trieste torturando, uccidendo e deportando migliaia di cittadini, colpevoli solo di essere italiani o anticomunisti.


mercoledì, luglio 17, 2019

Eccidio della Famiglia Imperiale Russa

101° anniversario dell'eccidio della famiglia Imperiale Russa

17 luglio 1919

Ricordiamo l’orribile sterminio della Famiglia Imperiale Russa, martire della rivoluzione comunista.

Nella notte del 17 luglio 1918 a Ekaterinburg i rivoluzionari bolscevichi trucidarono barbaramente e con inaudita ferocia lo Zar Nicola II, la Zarina Alessandra, lo Zarevic Alessio, le Granduchesse Olga, Tatiana, Maria, Anastasia e tre membri della servitù, Anna Demidova, Trupp, Kharitonov ed il medico militare, Dott. Botkin.


Ricordiamo le parole dello Zar Nicola II: “Sono fermamente, assolutamente convinto che il destino della Russia - il Mio e quello della mia Famiglia - sono nelle mani di Dio, che mi ha voluto qui. Qualsiasi cosa accada mi inchinerò alla Sua volontà, cosciente di non aver altro pensiero che di servire il paese che Egli mi ha affidato”.

Il 20 luglio viene pubblicato a Ekaterinburg il decreto dell’eseguita esecuzione:
“Decreto del Comitato esecutivo del Soviet degli Urali dei deputati operai, contadini e dell’Armata Rossa. Avendo notizia che bande cecoslovacche minacciano Ekaterinburg, capitale rossa degli Urali, e considerando che il boia coronato, qualora si desse alla latitanza, potrebbe sottrarsi al giudizio del popolo, il Comitato esecutivo, dando corso alla volontà del popolo, ha decretato di procedere all’esecuzione dell’ex zar Nikolaj Romanov, colpevole di innumerevoli crimini sanguinosi.”

La differenza tra le due dichiarazione è abissale. In quella dello Zar Nicola, amore per la Patria e per Dio. In quella dei comunisti russi, odio e sangue.


Nel 1990 i corpi furono ritrovati, ed identificati con l'esame del DNA. Non furono però ritrovati i resti dello zarevič Aleksej e della Granduchessa Anastasia, probabilmente bruciati dopo l'esecuzione.

Il 16 luglio 1998 la famiglia imperiale fu inumata con esequie di Stato nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo, di fianco alle tombe degli altri Romanov.

Nel 2000 la Chiesa Ortodossa Russa ha canonizzato i sette membri della famiglia imperiale russa e dichiarati Martiri.

domenica, febbraio 10, 2019

10 Febbraio ricordo delle Foibe

Il 10 febbraio per ricordare le foibe e l'esodo degli italiani, che vivevano in Istria e in Dalmazia

MA  RICORDIAMO ANCHE 
CHE QUEGLI  ITALIANI  FURONO
ABBANDONATI DALLA REPUBBLICA ITALIANA


Solo dopo quasi 60 anni da quei drammatici eventi, (Legge n. 92 del 30 marzo 2004) la repubblica italiana ha istituito questa ricorrenza.

Il comportamento della repubblica nei confronti degli italiani che vivevano in Istria e Dalmazia è stato vergognoso, che invece di difendere le migliaia di italiani istriani e dalmati li abbandonò preferendo tenersi buoni i rapporti con i comunisti.
Per il PCI il comunismo era un valore superiore a quello di Patria e di Nazione, e collaborarono con il governo jugoslavo fino ad appoggiare le pretese di Tito sulla Venezia Giulia.

Invece di chiedere scusa agli italiani e di aprire una discussione il regime repubblicano ha dato ordine alla "scuola" di nascondere questa tragedia, tanto che nei libri scolastici non compare la drammatica tragedia degli istriani.

Molti italiani furono costretti a lasciare le loro case, altri addirittura furono uccisi dai partigiani comunisti di Tito, o gettati (molti ancora vivi) nelle foibe dove trovarono la morte dopo una lunga agonia tra atroci sofferenze.

A Trieste la "Liberazione" coincise con l'arrivo delle truppe partigiane e comuniste del maresciallo Tito, che per 40 giorni imperversarono a Trieste torturando, uccidendo e deportando migliaia di cittadini, colpevoli solo di essere italiani o anticomunisti.



domenica, febbraio 09, 2014

10 FEBBRAIO FOIBE ESODO

Il 10 febbraio si commemora gli istriani, fiumani e dalmati vittime delle foibe e dell'esodo nel secondo dopoguerra.

La repubblica italiana prima li ha abbandonati e poi dimenticati ...

10 febbraio (Legge n. 92 del 30 marzo 2004)

E' scandaloso che la repubblica italiana abbia istituito questa ricorrenza solo nel 2004, quasi 60 anni dopo quei drammatici eventi.
La "scuola repubblicana" ha nascosto questa tragedia, la disinformazione dell'esodo nei libri scolastici è sconfortante, tanto che molti italiani non conoscono la tragedia degli istriani.
E' difficile rimanere indifferenti davanti a una repubblica profondamente ideologica e partigiana che non insegna alle nuove generazioni la tragedia che subirono gli italiani in Istria e Dalmazia.

Questo insopportabile silenzio non è una dimenticanza, il regime repubblicano ha occultato il suo vergognoso comportamento di aver abbandonato migliaia di italiani !!!

Molti italiani furono costretti a lasciare le loro case, altri addirittura furono uccisi dai partigiani comunisti di Tito, o gettati (molti ancora vivi) nelle foibe dove trovarono la morte dopo una lunga agonia tra atroci sofferenze.

A Trieste la "Liberazione" coincise con l'arrivo delle truppe partigiane e comuniste del maresciallo Tito, che per 40 giorni imperversarono a Trieste torturando, uccidendo e deportando migliaia di cittadini, colpevoli solo di essere italiani o anticomunisti.


I comunisti italiani, coerenti al loro internazionalismo, secondo il quale il comunismo è un valore superiore a quello di Patria e di Nazione, collaborarono con il governo jugoslavo e molti ebbero un ruolo attivo nelle repressioni. Il PCI esaltava Tito fino ad appoggiare le sue pretese sulla Venezia Giulia.

La repubblica italiana che ha subito la cultura marxista-leninista ha contribuito a demolire l'identità nazionale, l'Amor di Patria, e l'orgoglio di essere italiani.

RICORDIAMO IL SACRIFICIO DEGLI ITALIANI CHE FURONO ABBANDONATI DALLA REPUBBLICA ITALIANA 

venerdì, febbraio 08, 2013

Il “Giorno del ricordo” delle foibe

Il Giorno del Ricordo del 10 febbraio, commemora le vittime delle foibe e dell'esodo degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra

10 febbraio

Il “Giorno del ricordo” fa fastidio e paura alla repubblica italiana.

Migliaia di italiani furono costretti a lasciare le loro case, altri furono addirittura uccisi dai partigiani comunisti di Tito, e gettati (ancora vivi) nelle foibe dove trovarono la morte dopo una lunga agonia.

Napolitano gettato nelle foibe

A Trieste la "Liberazione" coincise con l'arrivo delle truppe partigiane e comuniste del maresciallo Tito, che per 40 giorni imperversarono a Trieste uccidendo e deportando migliaia di cittadini, colpevoli solo di essere italiani o anticomunisti.
Per i comunisti italiani, coerenti al loro internazionalismo, il comunismo è un valore superiore alla Patria, e collaborarono con il governo jugoslavo. Il PCI esaltava Tito fino ad appoggiare le sue pretese sulla Venezia Giulia.

Solo nel 2004, (Legge n. 92 del 30 marzo 2004), la repubblica italiana ha istituito questa ricorrenza.
Anche la "scuola repubblicana" ha nascosto questa tragedia, la disinformazione dell'esodo nei libri scolastici è sconfortante e molti italiani ancora oggi non conoscono la tragedia degli istriani.

Perché in Italia c'è stato questo silenzio sulle foibe?
Semplice, la repubblica nasconde gli orrori compiuti dai comunisti italiani (non solo le foibe...) per il semplice motivo che la costituzione repubblicana è stata scritta anche dai comunisti.

Dopo decenni del silenzio opportunistico e ipocrita perpetuato dal regime repubblicano, si è passato ad un tiepido ricordo che si limita ad essere un rituale istituzionale.

In occasione del “Giorno del ricordo” si deve rievocare con coraggio le "miriadi di tragedie e di orrori" che avevano i contorni di una pulizia etnica e si deve denunciare la «congiura del silenzio» della repubblica che ha infoibato anche la memoria di quelle agghiaccianti vicende.

RICORDIAMO IL SACRIFICIO DI TANTI ITALIANI 
ABBANDONATI DALLA REPUBBLICA ITALIANA


venerdì, novembre 09, 2012

Muro di Berlino e la repubblica italiana

Muro di Berlino e la repubblica italiana


Il 9 novembre è l'anniversario della caduta del Muro di Berlino, evento epocale che anticipò il crollo del comunismo sovietico e la fine della divisione dell'Europa.

Per celebrare la caduta del muro di Berlino, il Parlamento italiano, con la legge 61 del 15 aprile 2005, aveva istituito il "Giorno della Libertà", ma in Italia questa celebrazione continua a creare fastidio ed imbarazzo.
Perché questa reticenza?

Il motivo è che la costituzione repubblicana è stata scritta anche dai comunisti italiani e quindi la repubblica si sente in imbarazzo quando si parla degli orrori compiuti dai comunisti.

Inoltre l'attuale presidente della repubblica (napolitano) proviene dal partito comunista, e non l'ho mai visto celebrare il "Giorno della libertà" o criticare davvero gli orrori del comunismo.

Anche nel sito ufficiale del Quirinale non compare nemmeno una nota legata alla celebrazione del "Giorno della Libertà", che è stata istituita da una legge.

Speriamo che presto anche in Italia si possa festeggiare davvero la caduta dei Berlino, ma perché questo possa avvenire è necessario che ci sia una nuova Costituzione e un capo di stato non legato alla politica.
Un Re!!

mercoledì, aprile 18, 2012

Napolitano, finanziamento ai partiti

Sul tema del finanziamento ai partiti è intervenuto il presidente della repubblica, Napolitano.


Dopo il fronte comune dei 3 partiti che appoggiano il governo Monti sul tema del finanziamento ai partiti, Napolitano ha detto "è necessario estirpare il marcio ma non bisogna demonizzare i partiti che non sono il regno del male".

"Cancellare del tutto i finanziamenti pubblici, destinati ai partiti, già drasticamente tagliati dalle manovre finanziarie del 2010-2011, sarebbe un errore drammatico".

Inoltre ha aggiunto : "Il marcio ha sempre potuto manifestarsi, e sempre si deve estirpare: ma anche quando sembra diffondersi e farsi soffocante, non dimentichiamo tutti gli esempi passati e presenti di onestà e serietà politica, di personale disinteresse, di applicazione appassionata ai problemi della comunità. Guai a fare di tutte le erbe un fascio, a demonizzare i partiti, a rifiutare la politica".

Come al solito i discorsi di napolitano da un lato sono banali, e dall'altro servono per difendere la casta alla quale Napolitano ha sempre appartenuto fino ad occupare il Quirinale.

Forse, come ha detto Napolitano, cancellare del tutto i finanziamenti pubblici sarebbe un errore (non certo drammatico come lui ha detto..), ma è necessario che ci sia trasparenza.

Perché ci sia onestà e serietà nella politica però è essenziale che i politici ammettino gli errori compiuti e che non continuino a nascondere la verità.

In questo senso il capo di stato dovrebbe essere il primo a compiere questa passo, e napolitano dovrebbe raccontare - anche nei dettagli visto che era in contatto diretto con Mosca - come il PCI riceveva i soldi dall'Unione Sovietica.

Ricordo che Craxi aveva accusato Napolitano di aver taciuto sul finanziamento illegale del PCI

Durante il processo Cusani, Bettino Craxi accusa l'allora Presidente della Camera Giorgio Napolitano di aver taciuto sul finanziamento illegale dell'Unione Sovietica verso il PCI.

Negli anni '90, il dossier Mitrokhin ha confermato che solo negli anni 1971-1977 il PCI ricevette dall'Unione Sovietica 22 milioni di dollari.

Non mi risulta che Napolitano abbia mai fatto ammenda per il suo silenzio.
Quest'uomo silenzioso oggi è presidente della repubblica, rispettato da molti e da alcuni addirittura osannato.

Non sono mai stato socialista, ma quello raccontato da  Craxi in questo breve filmato è la verità.

Quindi una domanda : Napolitano è credibile?




martedì, febbraio 14, 2012

Napolitano, comunismo e foibe

In occasione della "Giornata del Ricordo" istituita il 10 Febbraio, il presidente della repubblica Napolitano ricordando le foibe, se l’è presa con «le derive nazionalistiche europee», attribuendo a esse l’eccidio di migliaia di istriani, dalmati e dei partigiani bianchi.

Le cose però non sono state come le racconta napolitano.

L’orrore delle foibe fu perpetrato dai partigiani comunisti di Tito con l’appoggio del comunismo mondiale e dei comunisti italiani. 

È come se nella "giornata della Memoria", non citassero mai il nazismo ma se la prendessero con il nazionalismo.

Certo, il nazismo fu il principale colpevole dello sterminio degli ebrei così come è noto che l’Unione Sovietica aiutò Hitler nella caccia e nello sterminio degli ebrei.

Quindi se il nazismo fu il principale colpevole per la shoah è altrettanto vero che le foibe o i gulag furono volute dal comunismo.

Lo sterminio e l'esodo degli italiani furono la tragica conseguenza della guerra etnica voluta dai "titini" contro gli italiani, e dalla guerra civile voluta dai comunisti contro i fascisti o i borghesi.

Si deve avere il coraggio di ricordare che i sicari delle foibe furono i comunisti.
Il nazionalismo per le foibe non c’entra, e basta ricordare la forte collaborazione dei comunisti italiani con Tito.

Ha fatto bene Napolitano ad affermare che : "Sì, serve ricordare anche per ripensare a tutti i fatali errori al fine di non ripeterli mai più". 
"Impegnarsi a coltivare la memoria e a ristabilire la verità storica è stato giusto e importante".

E' grave però che Napolitano non abbia citato il comunismo a proposito delle foibe, si tratta di un ingiusto tentativo di rimozione storica e politica.

D'altronde napolitano evita sempre di parlare del comunismo (che lui conosce molto bene), molto probabilmente si vergogna oppure il ricordo del suo passato da comunista lo mette in imbarazzo.


Le foibe furono volute dai comunisti 
e napolitano, da comunista, ha dimenticato di ricordarlo...


giovedì, febbraio 09, 2012

10 FEBBRAIO GIORNATA DEL RICORDO

Il Giorno del Ricordo si celebra il 10 febbraio, in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra

(Legge n. 92 del 30 marzo 2004)
10 febbraio

Molti italiani furono costretti a lasciare le loro case, altri addirittura furono uccisi dai partigiani comunisti di Tito, o gettati (molti ancora vivi) nelle foibe dove trovarono la morte dopo una lunga agonia tra atroci sofferenze.

A Trieste la "Liberazione" coincise con l'arrivo delle truppe partigiane e comuniste del maresciallo Tito, che per 40 giorni imperversatono a Trieste torturando, uccidendo e deportando migliaia di cittadini, colpevoli solo di essere italiani o anticomunisti.

I comunisti italiani, coerenti al loro internazionalismo, secondo il quale il comunismo è un valore superiore a quello di Patria e di Nazione, collaborarono con il governo jugoslavo e molti ebbero un ruolo attivo nelle repressioni.
Il PCI esaltava Tito fino ad appoggiare le sue pretese sulla Venezia Giulia.
Il 7 novembre 1946 Togliatti andò a Belgrado e sull'Unità scrisse: Desideravo da tempo recarmi dal Maresciallo Tito per esprimergli la nostra schietta e profonda ammirazione.

La cultura marxista-leninista che ha invaso la società e la cultura di questo paese, ha contribuito a demolire l'identità nazionale, che la Monarchia era riuscita a darci.

E' scandaloso che la repubblica italiana abbia istituito questa ricorrenza solo nel 2004, quasi 60 anni dopo quei drammatici eventi.

Inoltre è una vergogna che la "scuola repubblicana" abbia nascosto questa tragedia, la disinformazione dell'esodo nei libri scolastici è sconfortante, tanto che molti italiani non conoscono la tragedia degli istriani.
E' difficile rimanere indifferenti davanti a una repubblica profondamente ideologica e partigiana che non insegna alle nuove generazioni la tragedia che subirono gli italiani in Istria e Dalmazia.

Questo insopportabile silenzio non è una dimenticanza, il regime repubblicano occulta il suo vergognoso comportamento di aver abbandonato migliaia di italiani!!!

RICORDIAMO IL SACRIFICIO DI TANTI ITALIANI CHE FURONO ABBANDONATI DALLA REPUBBLICA ITALIANA


lunedì, novembre 08, 2010

Muro di Berlino e Costituzione

Il 9 novembre è l'anniversario della caduta del Muro di Berlino, che anticipò il crollo del regime comunista sovietico e la fine della divisione delle genti europee.

Il Parlamento italiano, con la legge 61 del 15 aprile 2005, ha istituito il "Giorno della Libertà", quale evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo.

La celebrazione della caduto del muro di Berlino non serve solo per ricordare gli orrori compiuti dal comunismo ma è un valore proiettato verso il futuro e ci insegna che tutti i totalitarismi sono nemici dell’umanità.

Purtroppo però in Italia questo evento causa fastidio ed imbarazzo. Perché?

Il motivo è che il crollo del comunismo è una ricorrenza molto scomoda per la repubblica italiana.
Infatti la costituzione repubblicana è stata scritta anche dai comunisti e quindi la vulgata repubblicana si trova in difficoltà e imbarazzo quando si parla degli orrori compiuti dai comunisti.

Inoltre l'attuale presidente della repubblica proviene dal partito comunista ed io non l'ho mai visto celebrare il "Giorno della libertà" o criticare davvero gli orrori del comunismo.
Anche nel sito ufficiale del Quirinale non c'è nessun appuntamento o nota relativa alla ricorrenza "Giorno della Libertà", istituita da una legge.

La repubblica italiana è profondamente legata al comunismo e quindi, per eliminare questa reticenza e timidezza che accompagnano questa ricorrenza, è necessario che ci sia una nuova Costituzione finalmente non più legata a ideologie.

PS
e ci dovrebbe essere anche un capo di stato non più legato alla politica.
Un Re!!

domenica, gennaio 24, 2010

Craxi, oligarchia, finanziamento ai partiti

La lettera che il presidente della repubblica napolitano ha inviato alla figlia di Craxi, ha attratto l’attenzione di politici e giornalisti, e come introduzione al mio blog riporto alcune frasi:
“si è trattato (…) di aspetti tragici della storia politica e istituzionale della nostra Repubblica, che impongono ricostruzioni non sommarie e unilaterali”.
“Il nostro Stato democratico non può consentirsi distorsioni e rimozioni del genere”
“Contro Craxi durezza senza eguali"



Anche se non scritto esplicitamente, si capisce che le informazioni fin qui fornite sono autentici inquinamenti della verità ed è significativo che napolitano abbia usato il termine “tragici” agli aspetti della storia istituzionale e politica della repubblica.
Che uno stato democratico non debba consentire distorsioni e rimozioni del genere è ovvio, piuttosto si insinua il dubbio che lo stato repubblicano sia davvero democratico, visto che la Storia continua a subire la distorsione storica dalla propaganda.

In pratica Napolitano ha riabilitato Craxi, a 10 anni dalla morte in esilio. Perchè? Perchè adesso e non prima?
Si può pensare che anni fa non era sincero oppure che non lo è adesso. Certo una persona può cambiare opinione, ma in questo caso dovrebbe almeno spiegarlo e scusarsi per gli errori compiuti prima. Nulla di tutto ciò.
A dire il vero nella lettera si intravedono altri sentimenti, ipocrisia – sconcerno - opportunità - falsità – vergogna - senso di colpevolezza....

Molto probabilmente Craxi e Napolitano si ricorderanno come tra i protagonisti dei due partiti, rispettivamente del partito socialista e comunista, che hanno distrutto la “sinistra”.
E’ invevitabile che la celebrazione di Craxi divida la politica ma temo che possa distorcere ulteriormente la realtà invece che avvininarsi alla verità.

Due sono i punti fermi da considerare.
1) Bettino Craxi fu fatto fuori politicamente da una parte dell’oligarchia alla quale lui apparteneva.
2) Il funzionamento dei partiti e della democrazia è un problema mai risolto ed affrontato, coperto con ipocrisia da tutti, compreso le istituzioni.

C’è una cultura tutta italiana nel definire regole e leggi che si sa non potranno essere rispettate, ed i finanziamenti ai partiti sono forse l’esempio più eclatante. A questa mentalità si deve poi aggiungere che il nostro Paese è consegnato ad un sistema che ha perso l’ideale e l’onore...

Se "su Craxi c’è stata durezza senza uguali", è normale chiederci: perchè solo Craxi doveva sapere degli finanziamenti pubblici ai partiti mentre altri politici, come Napolitano, no? Perchè la tempesta giudiziaria si abbatté su Craxi, tanto che da rifugiato politico si negò alla giustizia italiana?
Tutti avevano violato la legge sul finanziamento dei partiti e tutti dovevano quindi assumersene la responsabilità. Nulla di tutto ciò.
Il discorso di craxi al parlamento fu senza dubbio coraggioso, fu l’unico a farlo, però chi ammette di aver compiuto un reato dovrebbe dimettettersi dalle cariche che ricopre e mettersi a disposizione dell'autorità giudiziaria. Non lo fece nessuno, a cominciare da Craxi.
Naturalmente l’Italia non è un paese normale, e la trasparante ed onestà sono valori sconosciuti senza i quali non c'è democrazia.

Craxi è stato il capro espiatorio di Tangentopoli e della corruzione politica, la valvola di sicurezza per salvare il sistema che lui stesso aveva denunciato.
Invece di riabilitare la figura di Craxi si dovrebbe rileggere la storia dell’oscuro periodo del passaggio dalla prima repubblica alla seconda ma per avere una visione lucida di Tangentopoli dovrà passare ancora molto tempo.

La storia insegna che quando una oligarchia si sente in difficoltà e teme di scomparire, per salvarsi sacrifica alcune persone appartenente al gruppo, per scaricare su di loro tutte le colpe. Craxi è stato l’animale sacrificale dell’oligarchia repubblicana con il quale ha cercato di evitare il crollo.

Il PCI, terrorizzato dal nefasto futuro che il crollo del comunismo gli prospettava, grazie al supporto della magistratura a lui legata, decise di approfittare della caduta del Pentapartito per presentarsi come il nuovo.
Questa onda fu cavalcata anche dallo status quo repubblicano che si alleò con gli eredi del PCI per contrastare le forze che allora erano esterni al sistema (Lega, MSI e berlusconi).
Craxi cadde dunque vittima di un colpo di Stato della classe politica che voleva sostituire il precedente establishment (il CAF). Le elezioni del '94 avrebbero dovuto consegnare l'Italia ai comunisti e ai democristiani di sinistra ma non accadde per la discesa in campo di Berlusconi con Forza Italia.

Craxi fu l'unica persona che ebbe il coraggio di denunciare il problema del finanziamento dei partiti ma questo non basta per cambiare la mia opinone su craxi che continua ad essere negativa.
La questione non è stabilire se Craxi sia stato un furfante da galera o un grande statista misconosciuto.
La questione è perchè è stato il simbolo del malaffare quando invece lo era ed è del Sistema, visto che ancora adesso il problema degli finanziamenti ai partiti è irrisolto.

Nella storia repubblicana nonstante l'egemonia del comunismo sulla Sinistra, Craxi riuscì a creare una Sinistra non-comunista e proprio questo è stato l’inizio dei suoi guai. Infatti le forze marxiste-leniniste, ivi comprese quelle neopostmarxiste, non digeriscono la rottura dell’egemonia comunista sulla Sinistra mondiale ed anche in Italia la sinistra deve subire l’abbraccio letale del marxismo-leninsmo del PCI.
Il comunismo era la ideologia vincitrice della seconda guerra mondiale che ha dominato la cultura e la politica, conseguenza atavica dal fatto che la costituzione repubblicana è stata scritta dal predominio ideologico del comunismo.

Il nostro Paese ha bisogno di revisioni storiche, speriamo che non si limiti a farlo solo su craxi.

domenica, novembre 08, 2009

Il Muro di Berlino in Italia


Il muro di Berlino fu eretto dal regime comunista della Germania Est per separare Berlino Ovest da Berlino Est. La costruzione iniziò il 13 agosto 1961 e cadde il 9 novembre 1989, e durante quest'anni centinaia di persone furono uccise dalle guardie comunisti.
La caduta del muro di Berlino permise la riunificazione tedesca che fu formalmente conclusa il 3 ottobre 1990.

In occasione di questa giornata, la Legge 15 Aprile 2005 n° 61, ha istituito il Giorno della Libertà, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo.

In Italia però la caduta del muro di Berlino, e quindi la fine dell'oppressione comunista, è una ricorrenza molto scomoda per la repubblica italiana.
Il motivo è che la costituzione repubblicana è stata scritta anche dai comunisti e perciò la commemorazione della caduta del comunismo urta la suscettibilità della sinistra, la quale è formata per la maggior parte dagli eredi del PCI o post comunisti..

Nononostante l'importanza epocale dell'evento - che portò alla fine della ideologia comunista - sembra che si sia perso, in Italia, il vero significato della caduta del muro di Berlino, nel senso che si commemora la caduta del muro dimenticando chi lo volle costruire, insomma l'ideologia comunista è diventata un fantasma.
Caduto il muro di Berlino la sinistra italiana non ha più identità, un animale senza scheletro, un contenitore vuoto lontano dalla realtà.

In Italia il muro di berlino crollerà completamente quando finalmente ci sarà un'altra Costituzione non più influenzata da ideologie.

sabato, novembre 08, 2008

Muro di Berlino


Il muro di Berlino è esistito dal 13 agosto 1961 fino al 9 novembre 1989, quando finalmente cadde.

La legge prevede, in occasione di questa giornata, di organizzare cerimonie ufficiali ed approfondimenti nelle scuole per illustrare il valore della democrazia e della libertà e per evidenziare gli effetti nefasti dei totalitarismi passati e presenti.
Legge 15 Aprile 2005 n° 61, ha istituito il Giorno della Libertà, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo.

Perché questo silenzio da parte delle istituzioni repubblicane?
Secondo me, la fine dell'oppressione comunista è una ricorrenza molto scomoda per la repubblica italiana.
Infatti la costituzione repubblicana è stata scritta anche dai comunisti e quindi la vulgata repubblicana cancella gli orrori compiuti dai comunisti.

A queso punto mi assilla una domanda.
Non è che si dimentica questa importante anniversario (Giorno della libertà) per togliere dall'imbarazzo la repubbica, ed in particolare napolitano che a questo punto dovrebbe parlare sul comunismo?

link
gli-ungheresi-non-vogliono-napolitano

domenica, ottobre 26, 2008

Napolitano, Al Alamein, comunismo, nazismo


Napolitano ha fatto bene ad andare in Egitto per commemorare il 66° anniversario della famosa battaglia di Al Alamein.

Condivido il discorso di napolitano quando dice : Furono combattimenti tra i più duri e tormentati della seconda guerra mondiale, in un continuo alternarsi delle sorti tra gli opposti schieramenti. E il nostro rispetto, la nostra riconoscenza sono tanto più grandi quanto più ricordiamo, sforzandoci di ripercorrerle, le condizioni in cui i combattenti furono chiamati a operare, le sofferenze e i sacrifici che essi doverono affrontare, fino al rischio estremo e quotidiano della vita.

Nel rendere omaggio alle virtù morali e alle straordinarie doti di coraggio dei soldati, tutti guidati dal sentimento nazionale e dall’amor di patria, napolitano si è però dimenticato che tutti quei soldati erano fedeli a Re Vittorio Emanuele III.
Purtroppo nella storia male narrata dalla propaganda repubblicana c'è sempre un silenzio insopportabile sulla Monarchia e sui Sovrani, e le uniche volte che si degna di ricordarle lo fa solo per screditarle. Questo non gli fa certo onore.

Nel discorso il presidente della repubblica si è rallegrato che nel disastro della seconda guerra mondiale crollarono i nazionalismi tra gli Stati europei e soprattutto il nazismo ma, per correttezza, avrebbe dovuto aggiungere che la causa della guerra fu la contrapposizione tra due ideologie - nazismo e comunismo - ambedie aberranti ed espressione di aggressione e di dominio.
Inoltre secondo me è un errore considerare il nazionalismo un fattore solamente negativo e quasi simile al nazismo.

E' davvero difficile, se non impossibile, vedere un alto esponente del partito comunista italiano abbandonare definitivamente la sua fede politica ma, secondo me è insopportabile se questa persona, diventata capo di stato, non si pente degli errori compiuti e non chiede scusa.

D'altronde l'appoggio del PCI ( ed i brogli di Togliatti/Romiti) fu decisivo per la nascita della repubblica, ma questo fatto adesso ci impedisce di guardare verso il futuro e di migliorare il nostro Paese.

mercoledì, ottobre 01, 2008

La Russia riabilita lo zar Nicola II


La Corte Suprema russa ha formalmente riabilitato l'ultimo zar, Nicola II (e la famiglia reale), come vittima della repressione politica sovietica.
Questo gesto simbolico era stato sollecitato da tempo dai parenti che fanno parte della Famiglia Reale Russa.

La decisione è stata salutata con favore dalla Chiesa Ortodossa e dalla gran duchessa Maria Vladimirovna, una delle ultime discendenti dei Romanov, che esultano per il ristabilimento di quella che considerano una verità storica.

Il presidente Dmitry Medvedev non ha mai nascosto di essere un ammiratore dell'ultimo zar, ucciso dai bolscevichi insieme alla moglie Alexandra e ai cinque figli il 17 luglio del 1918, otto mesi dopo la rivoluzione.
Nel 1998 i resti di Nicola e della sua famiglia furono ritrovati nella foresta di Ekaterinburg, città degli Urali dove gli ultimi Romanov furono giustiziati, e vennero sepolti con tutti gli onori a San Pietroburgo, nella Chiesa dei santi Pietro e Paolo.

Non possiamo che essere soddisfatti di questa importante decisione, evidentemente i russi, cercando di liberarsi dell'orrore del comunismo, si stanno avvicinando alla Monarchia.

W lo Zar!

La Russia riabilita lo zar Nicola II
"Fu una vittima del bolscevismo"
Sentenza della Corte Suprema

La Corte Suprema russa ha riabilitato oggi lo zar Nicola II e i suoi familiari uccisi nel 1918, accogliendo la richiesta dei discendenti dei Romanov.
La riabilitazione ha un preciso significato legale in Russia in quanto riconosce che una persona è stata vittima della repressione politica durante il comunismo.

In passato tali richieste erano state respinte sulla base del fatto che non era stata presa nessuna decisione giuridica per l’esecuzione dello zar, la cui uccisione veniva così considerata un atto criminale e non politico. Nicola II, che aveva abdicato nel 1917, fu ucciso da rivoluzionari bolscevichi il 17 luglio 1918 nella cantina della casa dove era detenuto assieme alla famiglia nella cittadina di Yekaterinburg, negli Urali. Assieme allo zar vennero uccisi la moglie Alexandra, il figlio e quattro figlie.

Le salme di Nicola, la moglie e tre figlie vennero riesumate nel 1991 per essere tumulate nella tomba imperiale a San Pietroburgo. I resti dell’erede Alessio e di suo sorella la granduchessa Maria vennero trovati e identificati nel 2007 in un bosco viicno al lugo dell’esecuzione. Nel 2000 la chiesa ortodossa russa li ha tutti proclamati santi.

lastampa

martedì, settembre 30, 2008

Capitalismo, banche, USA, globalismo


Dopo il crollo delle due torri gemelle, avvenuto l’11 settembre, un’altra data fatale per l’USA, il 29 settembre la crisi di Wall Street e della Politica Americana.

Il piano di salvataggio finanziario predisposto dalla Casa Bianca e dal Tesoro è stato bocciato dal Congresso.
Il piano è stato un regalo agli istituti finanziari o una decisione per evitare un crack mondiale?
Ha prevalso il no in quanto l'ala conservatrice del congresso più vicino al capitalismo ha considerato il piano troppo simile al socialismo che altera radicalmente le regole del mercato.
Visto che ambedue i candidati alla Casa Bianca,McCain e Obama, avevano visto positivamente il piano di Bush, e che il rifiuto del Congresso è stato bipartisan, si deve concludere che la notizia rappresenta la sconfitta degli Stati Uniti e non solo di Bush.
Ci troviamo di fronte al fatto che la credibilità politica degli Stati Uniti è in profonda crisi e questo per diversi motivi.
Intanto si rileva una divisione trasversale all’interno del Congresso, questa volta i repubblicani e democratici non lottano tra loro per due modi diversi per risolvere la crisi, ma la politica nel suo complesso non sa come procedere per stabilizzare e tranquillizzare il Mercato.
Inoltre questa divisione e mancanza di strategia politica indebolirà ulteriormente la società americana.

Stiamo assistendo un momento storico, per la prima volta gli Stati Uniti non riescono più a controllare o a gestire i flussi finanziari delle borse.
La crisi stravolge non solo l’economia e le Borse mondiali ma, ancor di più, la politica americana, per gli USA si apre un periodo nero, tra i peggiori della storia americana.

Dopo l’attacco terrorista islamico che ha terrorizzato gli USA, colpita per la prima volta a casa loro, adesso gli americani perdono anche la certezza che il mercato possa sempre crescere e comunque migliorare la società , sta crollando la filosofia – se non addirittura la fede – sulla quale si base la società americana.

Anche se la situazione non è certamente paragonabile, colpisce, e non è un caso, che dopo la caduta dell’Urss, anche l’USA stia vivendo un periodo di decadenza.
D’altronde molti imperi sono crollati durante la Storia e quindi era un errore di presunzione pensare che quello americano non potesse finire mai.

Quello che rende inquietante la situazione è il profondo legame tra il Mercato e gli Stati Uniti d’America, infatti lo stato dove ha trionfato il capitalismo adesso si trova in difficoltà finanziarie, gli americani si stanno impoverendo, banche importanti sono fallite....una disfatta.

Riflettendo bene, la simbiosi tra Usa e Mercato - ciò che caratterizza gli USA dal resto del mondo - fa capire perchè la politica americana sia divisa trasversalmente in un momento delicato ed importante come le elezioni presidenziali : per gli Stati Uniti una vera crisi finanziaria a maggior ragione colpisce la politica.
E’ la prima volta che si elegge un presidente in un periodo di recessione e di crisi politica così evidenti.

La Storia stupisce o meglio gli uomini non sanno prevedere il futuro, ed in questo caso gli americani si illudevano che dopo la caduta del comunismo e l’avvento del Mondialismo avrebbero dominato il mondo.
Non sarà cosi, la Nuova Era cambierà tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti che invece pensavano di essere immuni dal terremoto causato dal Globalismo.

Come uno scherzo del destino, lo stato del capitalismo sta spegnendosi. Adesso gli USA dovranno rivedere molti suoi piani, probabilmente dovranno limitare gli interventi militari per aver più soldi per difendere i risparmi degli americani e per evitare che nascano gravi problemi sociali.

Dobbiamo riflettere seriamente, il mondo sta cambiando velocemente e già si intravedono nuovi e inediti orizzonti.
Forse, dopo esserci finalmente liberati del comunismo, dobbiamo fare altrettanto del capitalismo ?
Vedremo. Sarebbe opportuno diminuire la pressione dei grandi gruppi finanziari sulla politica, eliminare il mercato fittizio da quello reale, ma sarà molto difficile visto che il globalismo è stato ideato proprio dall'Alta Finanzia e che l'America è dominata da una forma di dirigismo bancario.

La politica economica e finanziaria dovrebbe essere in funzione dello sviluppo comune del paese, dei corpi sociali e delle persone.
Per raggiungere questo obiettivo bisogna respingere sia il capitalismo - fonte di sfruttamento economico ed espressione di una concezione anticristiana della vita - sia il comunismo - strumento di tirannide, di povertà economica, di miseria spirituale - mera sostituzione del capitalista-Stato al capitalista-privato.
Non si deve dimenticare la comune matrice culturale (materialista) nel capitalismo e nel comunismo che entrambi riducano l'uomo a lavoratore o consumatore.

Inoltre dobbiamo liberarci della visione illusoria che la cosiddetta democrazia inserita in un mercato globale fosse portatrice di benessere.
Prima di tutto bisogna riconosce che la crisi è sistemica e per trovare la strada giusta si deve ritornare alla Tradizione, intesa come la società in accordo con l’Uomo e la Natura.

domenica, febbraio 10, 2008

Le vittime delle Foibe abbandonate dalla repubblica


Dopo anni di silenzio, finalmente un presidente della repubblica ricorda la tragedia dell'Istria.

Il ricordo è sacrosanto, ma non basta !
Non ha senso e non basta ricordare il passato, evocare i duri sacrifici patiti dagli italiani che vivevano in Istria e Dalmazia.
Dopo anni di ignavia e viltà, questa era l'occasione opportuna per fare un pò di autocritica, segnalare la mancanza di una storiografia più vicina alla realtà ed indipendente dalla politica.
Infatti nei libri scolastici è quasi impossibile trovare testi ed informazioni sui tremendi eventi avvenuti nell'Istria, molti italiani non sanno neanche cosa sono le foibe!

Purtroppo il silenzio del regime repubblicano continua, napolitano si limita a dire che ci sono stati tardivi riconoscimenti della tragedia istriana ma non c'è nemmeno un accenno di autocritica storica e politica, e non parliamo poi della vergogna del trattato di osimo

Con questo silenzio la repubblica continua ad uccidere gli istriani !

Come mai si è voluto dimenticare questi fatti?
La risposta è semplice : la vulgata repubblicana ha cancellato gli orrori compiuti dai comunisti perchè la costituzione repubblicana è stata scritta anche dai comunisti.

In italia esistono ancora storici ed intellettuali liberi ed indipendenti dal Potere?

Questo 'Giorno del ricordo' non ci ricorda solo gli esuli e gli infoibati, ma ci insegna che in italia c'è un profondo bisogno di revisionismo storico e culturale.