martedì, settembre 30, 2008
Capitalismo, banche, USA, globalismo
Dopo il crollo delle due torri gemelle, avvenuto l’11 settembre, un’altra data fatale per l’USA, il 29 settembre la crisi di Wall Street e della Politica Americana.
Il piano di salvataggio finanziario predisposto dalla Casa Bianca e dal Tesoro è stato bocciato dal Congresso.
Il piano è stato un regalo agli istituti finanziari o una decisione per evitare un crack mondiale?
Ha prevalso il no in quanto l'ala conservatrice del congresso più vicino al capitalismo ha considerato il piano troppo simile al socialismo che altera radicalmente le regole del mercato.
Visto che ambedue i candidati alla Casa Bianca,McCain e Obama, avevano visto positivamente il piano di Bush, e che il rifiuto del Congresso è stato bipartisan, si deve concludere che la notizia rappresenta la sconfitta degli Stati Uniti e non solo di Bush.
Ci troviamo di fronte al fatto che la credibilità politica degli Stati Uniti è in profonda crisi e questo per diversi motivi.
Intanto si rileva una divisione trasversale all’interno del Congresso, questa volta i repubblicani e democratici non lottano tra loro per due modi diversi per risolvere la crisi, ma la politica nel suo complesso non sa come procedere per stabilizzare e tranquillizzare il Mercato.
Inoltre questa divisione e mancanza di strategia politica indebolirà ulteriormente la società americana.
Stiamo assistendo un momento storico, per la prima volta gli Stati Uniti non riescono più a controllare o a gestire i flussi finanziari delle borse.
La crisi stravolge non solo l’economia e le Borse mondiali ma, ancor di più, la politica americana, per gli USA si apre un periodo nero, tra i peggiori della storia americana.
Dopo l’attacco terrorista islamico che ha terrorizzato gli USA, colpita per la prima volta a casa loro, adesso gli americani perdono anche la certezza che il mercato possa sempre crescere e comunque migliorare la società , sta crollando la filosofia – se non addirittura la fede – sulla quale si base la società americana.
Anche se la situazione non è certamente paragonabile, colpisce, e non è un caso, che dopo la caduta dell’Urss, anche l’USA stia vivendo un periodo di decadenza.
D’altronde molti imperi sono crollati durante la Storia e quindi era un errore di presunzione pensare che quello americano non potesse finire mai.
Quello che rende inquietante la situazione è il profondo legame tra il Mercato e gli Stati Uniti d’America, infatti lo stato dove ha trionfato il capitalismo adesso si trova in difficoltà finanziarie, gli americani si stanno impoverendo, banche importanti sono fallite....una disfatta.
Riflettendo bene, la simbiosi tra Usa e Mercato - ciò che caratterizza gli USA dal resto del mondo - fa capire perchè la politica americana sia divisa trasversalmente in un momento delicato ed importante come le elezioni presidenziali : per gli Stati Uniti una vera crisi finanziaria a maggior ragione colpisce la politica.
E’ la prima volta che si elegge un presidente in un periodo di recessione e di crisi politica così evidenti.
La Storia stupisce o meglio gli uomini non sanno prevedere il futuro, ed in questo caso gli americani si illudevano che dopo la caduta del comunismo e l’avvento del Mondialismo avrebbero dominato il mondo.
Non sarà cosi, la Nuova Era cambierà tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti che invece pensavano di essere immuni dal terremoto causato dal Globalismo.
Come uno scherzo del destino, lo stato del capitalismo sta spegnendosi. Adesso gli USA dovranno rivedere molti suoi piani, probabilmente dovranno limitare gli interventi militari per aver più soldi per difendere i risparmi degli americani e per evitare che nascano gravi problemi sociali.
Dobbiamo riflettere seriamente, il mondo sta cambiando velocemente e già si intravedono nuovi e inediti orizzonti.
Forse, dopo esserci finalmente liberati del comunismo, dobbiamo fare altrettanto del capitalismo ?
Vedremo. Sarebbe opportuno diminuire la pressione dei grandi gruppi finanziari sulla politica, eliminare il mercato fittizio da quello reale, ma sarà molto difficile visto che il globalismo è stato ideato proprio dall'Alta Finanzia e che l'America è dominata da una forma di dirigismo bancario.
La politica economica e finanziaria dovrebbe essere in funzione dello sviluppo comune del paese, dei corpi sociali e delle persone.
Per raggiungere questo obiettivo bisogna respingere sia il capitalismo - fonte di sfruttamento economico ed espressione di una concezione anticristiana della vita - sia il comunismo - strumento di tirannide, di povertà economica, di miseria spirituale - mera sostituzione del capitalista-Stato al capitalista-privato.
Non si deve dimenticare la comune matrice culturale (materialista) nel capitalismo e nel comunismo che entrambi riducano l'uomo a lavoratore o consumatore.
Inoltre dobbiamo liberarci della visione illusoria che la cosiddetta democrazia inserita in un mercato globale fosse portatrice di benessere.
Prima di tutto bisogna riconosce che la crisi è sistemica e per trovare la strada giusta si deve ritornare alla Tradizione, intesa come la società in accordo con l’Uomo e la Natura.
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