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martedì, novembre 07, 2023

Vittorio Emanuele II a Napoli

Re Vittorio Emanuele II entra a Napoli accompagnato da Garibaldi

7 novembre 1860

Dopo il plebiscito del 21 settembre  e il famoso incontro di Teano, durante il quale Garibaldi, togliendosi il cappello, disse a Vittorio Emanuele II : “Saluto il primo Re d’Italia!”, era giunto per il Re il momento di arrivare a Napoli.

Il 7 novembre 1860, Re Vittorio Emanuele II, accompagnato da Garibaldi, fa il suo ingresso ufficiale a Napoli, come fu annunciato dal ministro dell’Interno al ministro di Grazia e Giustizia.

Garibaldi accompagna il Re Vittorio Emanuele II nel suo itinerario alla reggia ed al duomo, nella appena ribattezzata piazza del Plebiscito.

Il giorno successivo, l’8 novembre, nella sala del trono di Palazzo Reale presentando i risultati del plebiscito (1.302.064 favorevoli, 10.312 contro) Garibaldi proclama Vittorio Emanuele II Re d’Italia.



domenica, giugno 11, 2023

Monarchici uccisi in via Medina di Napoli

La strage di via Medina a Napoli : la polizia ausiliaria uccide giovani monarchici, oltre 150 feriti.

11 giugno 1946

Per chi non lo sapesse, ricordo quello che avvenne l'11 giugno del 1946 in via medina di Napoli : un maledetto giorno di sangue in cui diversi giovani, alcuni tra i 12 e 14 anni, furono uccisi dal fuoco della polizia, ed altre 150 persone rimasero ferite. 

Ovviamente la repubblica ha sempre cancellato questo eccidio, un giorno mai raccontano nei libri di storia ed in televisione.. . 

Gli autori di questa brutale repressione anti monarchica furono gli ausiliari di pubblica sicurezza, voluti dal Ministro dell'Interno Romita, che riuscì a falsificare i risultati del referendum tra Monarchia e repubblica ...

Il 10 giugno la Corte di Cassazione ufficializza il risultato del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 ma non proclama la repubblica in attesa di esaminare le numerose contestazioni.

La repubblica non è MAI stata proclamata !

Il governo De Gasperi cerca un accordo con il Re Umberto II per avviare il trapasso dei poteri, ma la Corona rifiuta, in attesa che sia fatto chiarezza sui risultati del referendum. 

Non solo le contestazioni non furono esaminate, ma le schede furono cancellate ...

A questo punto i monarchici protestano, ed a Napoli davanti alla sede del PCI, in via Medina, accanto alla bandiera rossa con falce e martello, è esposta una strana bandiera tricolore, con l’effigie di una testa di donna turrita nel campo bianco al posto dello stemma sabaudo.

Per Napoli, che ha votato per l’80% la Monarchia, è una provocazione.

In via Medina scoppia una violenta battaglia, risolta dalle mitragliatrici della polizia ausiliaria (repubblicani) che spara sui dimostranti: sul terreno restano diversi morti e decine di feriti, tutti monarchici.

Due giorni dopo Umberto II lascia l'Italia per evitare una guerra civile...

La storiografia repubblicana non ricorda questo eccidio che, in questo modo, continua ad uccidere quei giovani italiani, colpevoli solo di manifestare apertamente e pacificamente i loro ideali e la contrarietà all'esito falsificato del referendum istituzionale.

I giovani morti in via Medina, uccisi solo per essere rimasti fedeli al Re ed alla Patria : Ida Cavalieri (19 anni), Vincenzo Di Guida (20 anni), Gaetano D'Alessandro (16 anni), Mario Fioretti (21 anni), Michele Pappalardo (22 anni), Francesco D'Azzo (21 anni), Guido Beninato, Felice Chirico, Carlo Russo (14 anni).


giovedì, marzo 16, 2023

Ritorno in Italia dei Savoia, 20 anni fa

20 anni fa il ritorno in Italia dei Savoia, il principe Vittorio Emanuele, la principessa Marina Doria ed il principe Emanuele Filiberto a Napoli

15 marzo 2023

Esattamente 20 anni fa (15 marzo 2003) la famiglia reale d'Italia, il principe Vittorio Emanuele di Savoia, la moglie Marina Doria ed il figlio, il principe Emanuele Filiberto, tornarono in Italia dopo 57 anni d’esilio.

Un anno prima il governo di Berlusconi aveva espresso il suo parere favorevole al rientro dei Savoia ed il parlamento italiano nel 2002 aveva approvato in via definitiva il cambiamento dell’articolo della Costituzione che proibiva agli eredi maschi di Casa Savoia di rientrare in Italia. 

L’esilio ebbe inizio subito dopo il referendum Monarchia repubblica del 2 giugno 1946 ed il 14 giugno Re Umberto II lasciò l'Italia per vivere in esilio in Portogallo.

Il 15 luglio 2002 la Gazzetta Ufficiale aveva pubblicato la legge costituzionale che annullava gli effetti del primo e del secondo comma della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione, mentre è rimasto valido, ed è tuttora nella Costituzione, il 3° comma che riguarda i beni dei Savoia.

Il testo della norma : "I membri e i discendenti di Casa Savoia non sono elettori e non possono ricoprire uffici pubblici né cariche elettive.

Agli ex re di Casa Savoia, alle loro consorti e ai loro discendenti maschi sono vietati l'ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale.

I beni, esistenti nel territorio nazionale, degli ex re di Casa Savoia, delle loro consorti e dei loro discendenti maschi, sono avocati allo Stato. I trasferimenti e le costituzioni di diritti reali sui beni stessi, che siano avvenuti dopo il 2 giugno 1946, sono nulli."

Le legge costituzionale fu approvata con due votazioni a maggioranza assoluta da entrambe le camere, (contro Rifondazione Comunista, il Partito dei Comunisti Italiani, parte dei Verdi ed alcuni deputati e senatori della Margherita e dei Democratici di Sinistra. La Lega si astenne, perché sosteneva il federalismo e criticava l’unificazione nazionale).

Il 15 marzo 2003, alle 14:45, da un aereo Falcon 900 proveniente da Ginevra il principe Vittorio Emanuele di Savoia, la moglie Marina Doria ed il figlio, il principe Emanuele Filiberto, atterrarono all’aeroporto napoletano di Capodichino. 

Scelsero Napoli perché Re Umberto II, era molto amato dalla città e lo stesso Vittorio Emanuele nacque a Napoli, nel 1937, da dove con la nave lasciò l'Italia, insieme alla regina Maria Josè ed alle sue sorelle, le principesse Gabriella, Maria Pia e Beatrice. Quando ci fu il referendum istituzionale il 2 giugno 1946, a Napoli la monarchia ottenne il 79% dei voti , senza dimenticare che a febbraio del 1944, il governo italiano e la monarchia si trasferirono a Salerno, che divenne di fatto capitale del Regno. 


sabato, giugno 11, 2022

Strage di via Medina a Napoli

La strage di via Medina a Napoli : la polizia ausiliaria uccide monarchici, oltre 150 feriti.

11 giugno 1946

76 anni anni fa la brutale repressione anti monarchica avvenuta in via medina di Napoli, quando 9 giovani monarchici furono uccidi dagli ausiliari di pubblica sicurezza, voluti dal Ministro dell'Interno Romita. 

Il 10 giugno la Corte di Cassazione ufficializza il risultato del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 ma non proclama la repubblica in attesa di esaminare le numerose contestazioni.

La repubblica non è MAI stata proclamata !

Il governo De Gasperi cerca un accordo con il Re Umberto II per avviare il trapasso dei poteri, ma la Corona rifiuta, in attesa che sia fatto chiarezza sui risultati del referendum. 

Non solo le contestazioni non furono esaminate ma le schede furono cancellate ...

A questo punto i monarchici protestano, ed a Napoli davanti alla sede del PCI, in via Medina, accanto alla bandiera rossa con falce e martello, è esposta una strana bandiera tricolore, con l’effigie di una testa di donna turrita nel campo bianco al posto dello stemma sabaudo.

Per Napoli, che ha votato per l’80% la Monarchia, è una provocazione.

In via Medina scoppia una violenta battaglia, risolta dalle mitragliatrici della polizia ausiliaria (repubblicani) che spara sui dimostranti: sul terreno restano diversi morti e decine di feriti, tutti monarchici.

Due giorni dopo Umberto II lascia l'Italia per evitare una guerra civile...

La storiografia repubblicana non ricorda questo eccidio che, in questo modo, continua ad uccidere quei giovani italiani, colpevoli solo di manifestare apertamente e pacificamente i loro ideali e la contrarietà all'esito falsificato del referendum istituzionale.

Ricordiamo i giovani morti in via Medina, uccisi per essere rimasti fedeli al Re ed alla Patria.

Non dimentichiamo questi valorosi monarchici : Ida Cavalieri (19 anni), Vincenzo Di Guida (20 anni), Gaetano D'Alessandro (16 anni), Mario Fioretti (21 anni), Michele Pappalardo (22 anni), Francesco D'Azzo (21 anni), Guido Beninato, Felice Chirico, Carlo Russo (14 anni).



venerdì, giugno 11, 2021

Strage di via Medina a Napoli

La strage di via Medina a Napoli : uccisi 9 monarchici ed oltre 150 feriti.

11 giugno 1946

Dopo 75 anni anni, ricordiamo la brutale repressione anti monarchica, avvenuta in via medina di Napoli, nella quale 9 giovani monarchici furono uccidi dagli ausiliari di pubblica sicurezza, voluti dal Ministro dell'Interno Romita. 

Il 10 giugno la Corte di Cassazione ufficializza il risultato del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 ma non proclama la repubblica in attesa di esaminare le numerose contestazioni.

La repubblica non è MAI stata proclamata!

Il governo De Gasperi cerca un accordo con il Re Umberto II per avviare il trapasso dei poteri, ma la Corona rifiuta, in attesa che sia fatto chiarezza sui risultati del referendum. 

Non solo le contestazioni non furono esaminate ma le schede furono cancellate ...

A questo punto i monarchici protestano, ed a Napoli davanti alla sede del PCI, in via Medina, accanto alla bandiera rossa con falce e martello, è esposta una strana bandiera tricolore, con l’effigie di una testa di donna turrita nel campo bianco al posto dello stemma sabaudo.

Per Napoli, che ha votato per l’80% la Monarchia, è una provocazione.

In via Medina scoppia una violenta battaglia, risolta dalle mitragliatrici della polizia ausiliaria (repubblicani) che spara sui dimostranti: sul terreno restano diversi morti e decine di feriti, tutti monarchici.

Due giorni dopo Umberto II lascia l'Italia per evitare una guerra civile...

La storiografia repubblicana non ricorda questo eccidio che, in questo modo, continua ad uccidere quei giovani italiani, colpevoli solo di manifestare apertamente e pacificamente i loro ideali e la contrarietà all'esito falsificato del referendum istituzionale.

Ricordiamo i giovani morti in via Medina, uccisi per essere rimasti fedeli al Re ed alla Patria : Ida Cavalieri (19 anni), Vincenzo Di Guida (20 anni), Gaetano D'Alessandro (16 anni), Mario Fioretti (21 anni), Michele Pappalardo (22 anni), Francesco D'Azzo (21 anni), Guido Beninato, Felice Chirico, Carlo Russo (14 anni).


sabato, novembre 07, 2020

Vittorio Emanuele II entra a Napoli

Re Vittorio Emanuele II entra a Napoli accompagnato da Garibaldi

7 novembre 1860

160° anniversario dell'entrata trionfale di Re Vittorio Emanuele II a Napoli. 

Dopo il plebiscito del 21 settembre , e il famoso incontro di Teano, durante il quale Garibaldi, togliendosi il cappello, disse a Vittorio Emanuele II : “Saluto il primo Re d’Italia!”, era giunto per il Re il momento di arrivare a Napoli.

Il 7 novembre 1860, Re Vittorio Emanuele II, accompagnato da Garibaldi, fa il suo ingresso ufficiale a Napoli, come fu annunciato dal ministro dell’Interno al ministro di Grazia e Giustizia.

Garibaldi accompagna il Re Vittorio Emanuele II nel suo itinerario alla reggia ed al duomo, nella appena ribattezzata piazza del Plebiscito.

Il giorno successivo, l’8 novembre, nella sala del trono di Palazzo Reale presentando i risultati del plebiscito (1.302.064 favorevoli, 10.312 contro) Garibaldi proclama Vittorio Emanuele II Re d’Italia.





giovedì, giugno 11, 2020

Strage di via Medina a Napoli

La strage di via Medina a Napoli : la polizia ausiliaria uccide monarchici, oltre 150 feriti.

11 giugno 1946

74 anni anni fa la brutale repressione anti monarchica avvenuta in via medina di Napoli, quando 9 giovani monarchici furono uccidi dagli ausiliari di pubblica sicurezza, voluti dal Ministro dell'Interno Romita. 

Il 10 giugno la Corte di Cassazione ufficializza il risultato del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 ma non proclama la repubblica in attesa di esaminare le numerose contestazioni.
La repubblica non è MAI stata proclamata!

Il governo De Gasperi cerca un accordo con il Re Umberto II per avviare il trapasso dei poteri, ma la Corona rifiuta, in attesa che sia fatto chiarezza sui risultati del referendum. 
Non solo le contestazioni non furono esaminate ma le schede furono cancellate ...

A questo punto i monarchici protestano, ed a Napoli davanti alla sede del PCI, in via Medina, accanto alla bandiera rossa con falce e martello, è esposta una strana bandiera tricolore, con l’effigie di una testa di donna turrita nel campo bianco al posto dello stemma sabaudo.
Per Napoli, che ha votato per l’80% la Monarchia, è una provocazione.

In via Medina scoppia una violenta battaglia, risolta dalle mitragliatrici della polizia ausiliaria (repubblicani) che spara sui dimostranti: sul terreno restano diversi morti e decine di feriti, tutti monarchici.
Due giorni dopo Umberto II lascia l'Italia per evitare una guerra civile...

La storiografia repubblicana non ricorda questo eccidio che, in questo modo, continua ad uccidere quei giovani italiani, colpevoli solo di manifestare apertamente e pacificamente i loro ideali e la contrarietà all'esito falsificato del referendum istituzionale.

Ricordiamo i giovani morti in via Medina, uccisi per essere rimasti fedeli al Re ed alla Patria.

Non dimentichiamo questi valorosi monarchici : Ida Cavalieri (19 anni), Vincenzo Di Guida (20 anni), Gaetano D'Alessandro (16 anni), Mario Fioretti (21 anni), Michele Pappalardo (22 anni), Francesco D'Azzo (21 anni), Guido Beninato, Felice Chirico, Carlo Russo (14 anni).

martedì, giugno 11, 2019

Strage di via Medina a Napoli

La strage di via Medina a Napoli : la polizia ausiliaria apre il fuoco contro i monarchici, numerosi morti e oltre 150 feriti.

11 giugno 1946

73 anni anni fa la brutale repressione anti monarchica avvenuta in via medina di Napoli, quando sotto il fuoco dei mitra degli ausiliari di pubblica sicurezza (Ministro dell'Interno era Romita) morirono 9 giovani monarchici e causò un centinaio di feriti : Ida Cavalieri (19 anni), Vincenzo Di Guida (20 anni), Gaetano D'Alessandro (16 anni), Mario Fioretti (21 anni), Michele Pappalardo (22 anni), Francesco D'Azzo (21 anni), Guido Beninato, Felice Chirico, Carlo Russo (14 anni).

Il 10 giugno la Corte di Cassazione ufficializza il risultato del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 ma non proclama la repubblica in attesa di esaminare le numerose contestazioni.
La repubblica non è MAI stata proclamata!

Il governo De Gasperi cerca un accordo con il Re Umberto II per avviare il trapasso dei poteri, ma la Corona rifiuta, in attesa che sia fatto chiarezza sui risultati del referendum. Non solo le contestazioni non furono esaminate, le schede furono cancellate ...

A questo punto nel Sud i monarchici protestano, ed a Napoli davanti alla sede del PCI, in via Medina, accanto alla bandiera rossa con falce e martello, è esposta una strana bandiera tricolore, con l’effigie di una testa di donna turrita nel campo bianco al posto dello stemma sabaudo.
Per Napoli, che ha votato per l’80% la Monarchia, è una vera e propria provocazione.

In via Medina scoppia una violenta battaglia, risolta dalle mitragliatrici della polizia ausiliaria (repubblicani) che spara sui dimostranti: sul terreno restano diversi morti e decine di feriti, tutti monarchici.
Due giorni dopo Umberto II lascia l'Italia per evitare una guerra civile...

La storiografia repubblicana non ricorda questo eccidio che, in questo modo, continua ad uccidere quei giovani italiani, colpevoli solo di manifestare apertamente e pacificamente i loro ideali e la contrarietà all'esito falsificato del referendum istituzionale.

Ricordiamo i giovani morti in via Medina, uccisi per essere rimasti fedeli al Re ed alla Patria.
Non dimentichiamo questi valorosi monarchici !









lunedì, giugno 11, 2018

La strage di via Medina a Napoli

Ricordiamo la strage di via Medina a Napoli, causata dalla polizia ausiliaria, che aprì il fuoco contro i monarchici, numerosi morti e oltre 150 feriti.

11 giugno 1946

Il 10 giugno la Corte di Cassazione ufficializza il risultato del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 ma non proclama la repubblica in attesa di esaminare le numerose contestazioni.
La repubblica non è MAI stata proclamata!

Il governo De Gasperi cerca un accordo con il Re Umberto II per avviare il trapasso dei poteri, ma la Corona rifiuta, in attesa che sia fatto chiarezza sui risultati del referendum. Non solo le contestazioni non furono esaminate, le schede furono cancellate ...

A questo punto nel Sud si scatena la protesta dei monarchici, ed a Napoli davanti alla sede del PCI, in via Medina, accanto alla bandiera rossa con falce e martello, è esposta una strana bandiera tricolore, con l’effigie di una testa di donna turrita nel campo bianco al posto dello stemma sabaudo. Per Napoli, che ha votato per l’80% la Monarchia, è una vera e propria provocazione.

In via Medina scoppia una violenta battaglia, risolta dalle mitragliatrici della polizia ausiliaria (repubblicani) che spara sui dimostranti: sul terreno restano diversi morti e decine di feriti, tutti monarchici. Due giorni dopo Umberto II lascia l'Italia per evitare una guerra civile...

La storiografia repubblicana non ricorda questo eccidio che, in questo modo, continua ad uccidere quei giovani italiani, colpevoli solo di manifestare apertamente e pacificamente i loro ideali e la contrarietà all'esito falsificato del referendum istituzionale.


  • Ricordiamo i giovani morti in via Medina, uccisi per essere rimasti fedeli al Re ed alla Patria. 
  • Non dimentichiamo questi valorosi monarchici !




giovedì, aprile 06, 2017

Carlo e Camilla in Italia

Il principe Carlo e la duchessa Camilla in Italia

29 marzo 2017

Dopo essere stato, da solo, in Romania, il Principe di Galles era in Italia, questa volta con sua moglie, la duchessa di Cornovaglia, che lo ha raggiunto a Firenze.

Il Principe ha visitato il cimitero militare britannico di Montecchio Precalcino, dove ha deposto una corona di papaveri in ricordo dei soldati del Commonwealth che avevano combattuto sul fronte italiano alla fine della Prima Guerra Mondiale.

A Firenze la coppia reale è stata accolta dal Sottosegretario di Cultura, Illaria Borletti Buitoni, e dal sindaco Dario Nardella, che ha consegnato all'erede al trono britannico le chiavi della città e il premio "uomo del Rinascimento 2016".

La coppia reale è stata fotografata di fronte al famoso Ponte Vecchio, ed ha partecipato a un ricevimento per celebrare il centenario della British Institute di Firenze.

In Italia il principe Carlo ha anche visitato Amatrice, colpita dal terremoto della scorsa estate, mentre la duchessa è stata a Napoli, per eventi legati ad enti di beneficenza e organizzazioni contro la camorra, ed ha visitato Ercolano.

Il Principe Carlo e la Duchessa Camilla hanno proseguito la visita in Italia a Roma, dove hanno incontrato Papa Francesco al Vaticano, e il presidente Mattarella al Quirinale.


sabato, novembre 08, 2014

Vittorio Emanuele II a Napoli

Re Vittorio Emanuele II entra a Napoli accompagnato da Garibaldi

7 novembre 1860

Dopo il plebiscito del 21 settembre , e il famoso incontro di Teano, durante il quale Garibaldi, togliendosi il cappello, disse a Vittorio Emanuele II : “Saluto il primo Re d’Italia!”, era giunto per il Re il momento di arrivare a Napoli.

Il 7 novembre 1860, Re Vittorio Emanuele II, accompagnato da Garibaldi, fa il suo ingresso ufficiale a Napoli, come fu annunciato dal ministro dell’Interno al ministro di Grazia e Giustizia.


Garibaldi accompagna il Re Vittorio Emanuele II nel suo itinerario alla reggia ed al duomo, nella appena ribattezzata piazza del Plebiscito.

Il giorno successivo, l’8 novembre, nella sala del trono di Palazzo Reale presentando i risultati del plebiscito (1.302.064 favorevoli, 10.312 contro) Garibaldi proclama Vittorio Emanuele II Re d’Italia.



giovedì, giugno 12, 2014

Referendum e strage repubblicana

Ricordiamo la strage di via Medina a Napoli, causata dalla polizia ausiliaria, che aprì il fuoco contro i manifestanti, numerosi morti e oltre 150 feriti, tutti monarchici.

11 giugno 1946

Il 10 giugno la Corte di Cassazione ufficializza il risultato del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 ma non proclama la repubblica in attesa di esaminare le numerose contestazioni.
La repubblica non è MAI stata proclamata!

Il governo De Gasperi cerca un accordo con il Re Umberto II per avviare il trapasso dei poteri, ma la Corona rifiuta, in attesa che sia fatto chiarezza sui risultati del referendum.
Non solo le contestazioni non furono esaminate, le schede furono cancellate ...


A questo punto nel Sud si scatena la protesta dei monarchici, ed a Napoli davanti alla sede del PCI, in via Medina, accanto alla bandiera rossa con falce e martello, è esposta una strana bandiera tricolore, con l’effigie di una testa di donna turrita nel campo bianco al posto dello stemma sabaudo.
Per Napoli, che ha votato per l’80% la Monarchia, è una vera e propria provocazione.

In via Medina scoppia una violenta battaglia, risolta dalle mitragliatrici della polizia ausiliaria (repubblicani) che spara sui dimostranti: sul terreno restano diversi morti e decine di feriti, tutti monarchici.
Due giorni dopo Umberto II lascia l'Italia per evitare una guerra civile...

La storiografia repubblicana non ricorda questo eccidio,  che così continua ad uccidere quei giovani italiani, colpevoli solo di manifestare apertamente e pacificamente i loro ideali e la contrarietà all'esito falsificato del Referendum istituzionale.

La strage di via Medina, proprio perché continuamente negata, risulta essere una enorme vergogna per la repubblica.

Ricordiamo i giovani morti in via Medina, uccisi per essere rimasti fedeli al Re ed alla Patria. 
Non dimentichiamo questi valorosi monarchici!


venerdì, novembre 03, 2006

Napoli: il trionfo della repubblica ?



Per tanti motivi Napoli è sempre stata una città particolare, una città che tempo fa si amava per la vivacità e per il sole, ma adesso forse fa solo paura.

Adesso la vivacità è quasi sparita ed i napoletani, sempre fatalisti, continuano solo ad aspettare aiuti dagli "altri", poco cambia se dallo stato o dalla camorra.

D'altronde nel passato napoli era anche la capitale del sud d'Italia, era famosa per la sua cultura, l'arte e l'intelligenza della media-alta borghesia.

Da diversi decenni a napoli la situazione è molto peggiorata, e bisogna chiederci perchè adesso esiste un tessuto urbano talmente degradato.
I "nuovi camorristi" hanno perso il codice d'onore dei loro predecessori, che mai avrebbero ucciso donne o ragazzi, e sono banditi senza scrupoli.

Evidentemente ci sono gravissime responsabilità politiche ed istituzionali perchè una città non può diventare così degradata se lo stato non ha favorito od addirittura aiutato la camorra.
Infatti è visibile uno stretto rapporto tra la politica e la camorra, la camorra usa le strutture pubbliche e dialoga con il potere politico.
Insomma ci sono troppe forme di complicità tra la politica e la camorra.

Ciò significa che lo stato ha fallito e che, ancor più grave, molto probabilmente la politica non è in grado di risvegliare le coscienze dei cittadini e di recuperare la legalità.

Molto probabilmente Napoli è la città dove la degradazione del sistema repubblicano ha raggiunto l'apice, cioè il laboratorio dove gli aspetti più negativi della repubblica (corruzione, incapacità, statalismo, assistenzialismo, fregare il prossimo ..) hanno raggiunto il massimo.

Napoli: il trionfo della repubblica ?


Consiglio di leggere questo articolo di Bocca su larepubblica che si conclude con la frase :
"a Napoli la Camorra viene chiamata il sistema".

Io aggiungo che il sistema è quello repubblicano.

Spero che un giorno napoli possa ritornare ad essere una città rispettabile, ma purtroppo sono pessimista perchè abbiamo uno stato troppo debole ed incapace.