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sabato, novembre 25, 2023

Regina Maxima per l'educazione finanziaria

La regina Maxima partecipa a un incontro sull'educazione finanziaria all'Aia

23 novembre 2023

Sua Maestà la regina Maxima dei Paesi Bassi ha preso parte ad una sessione di domande e risposte in una riunione a porte chiuse sul Programma elettorale del Ministero delle Finanze, legato all'educazione ed alla salute finanziaria che si è tenuto presso il Johan de Witthuis all'Aia.

Questo evento mira ad esplorare l'educazione e la salute finanziaria ed offre l'opportunità preziosa per affrontare questioni cruciali in un contesto internazionale.

LEGGI ANCHE : La Regina Maxima dei Paesi Bassi lotta contro il debito, celebrando il 5° anniversario di SchuldenlabNL

l Ministero delle Finanze olandese offre supporto ai paesi candidati all'Unione Europea e a quelli con cui ha legami storici. Tra questi paesi figurano Armenia, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Georgia, Macedonia del Nord, Moldavia, Mongolia, Montenegro, Romania e Ucraina. L'obiettivo del programma elettorale è assistere i ministeri delle finanze e le organizzazioni correlate in questi paesi nella sensibilizzazione ed implementazione degli standard europei e internazionali riguardanti finanze pubbliche trasparenti e sane. 

L'Impegno della Regina Máxima

In qualità di presidente onorario della piattaforma Financial Wiser, la Regina Máxima si impegna a promuovere la gestione responsabile del denaro, prevenire i debiti e sostenere la resilienza finanziaria. 

Nel suo ruolo internazionale, come avvocato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la finanza inclusiva, da diversi anni la Regina Maxima si concentra sull'accesso e sicuro ai servizi finanziari, contribuendo allo sviluppo economico dei Paesi.

La salute finanziaria emerge come fondamentale per lo sviluppo sostenibile, e la Regina Maxima ne è un'instancabile sostenitrice.

LEGGI ANCHE : La Regina Maxima dei Paesi Bassi in Brasile per i servizi finanziari e la salute finanziaria

giovedì, ottobre 05, 2023

Conferenza Futuro della Finanza

La regina Maxima alla conferenza sul futuro della finanza della FMO

3 ottobre 2023

Sua Maestà la Regina Maxima dei Paesi Bassi ha partecipato alla conferenza della Banca olandese per lo sviluppo imprenditoriale della FMO, intitolata "Il Futuro della Finanza", che si è svolta al Muziekgebouw di Amsterdam. 

La Regina Maxima ha partecipato in qualità di sostenitrice speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la finanza inclusiva per lo sviluppo.

La Regina Maxima ha tenuto un discorso in cui ha affermato l'importanza dei servizi finanziari sicuri, accessibili e convenienti che proteggano le persone e promuovano lo sviluppo economico. 

Alla conferenza più di 500 rappresentanti di banche ed di altre istituzioni finanziarie provenienti da più di 60 paesi hanno discusso sui servizi finanziari che contribuiscono a proteggere le persone più vulnerabili e a ridurre la povertà. 

Quest'anno la conferenza si è concentrata anche sull'impatto del cambiamento climatico e sull'aumento del costo della vita a causa dell'inflazione.


sabato, aprile 15, 2023

Regina Maxima con FMI e Banca mondiale

La Regina Maxima dei Paesi Bassi partecipa agli incontri primaverili del FMI e Banca mondiale

13 - 14 aprile 2023

Sua Maestà la Regina Máxima dei Paesi Bassi, nella sua veste di sostenitrice speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per lo sviluppo della finanza inclusiva, è andata a Washington DC per partecipare alle riunioni primaverili del Fondo monetario internazionale e del Gruppo della Banca mondiale (FMI/BM).

La partecipazione della Regina Maxima a questi incontri è di grande importanza, poiché le sue osservazioni si concentreranno su due temi cruciali: le infrastrutture pubbliche digitali e la salute finanziaria, che sono i pilastri dell'inclusione finanziaria. 

Durante la sua partecipazione la Regina Maxima ha parlato su alcuni  temi cruciali, tra cui l'importanza delle infrastrutture pubbliche digitali per raggiungere l’obiettivo della inclusione finanziaria in tutto il mondo. Per affrontare queste sfide, la Regina Maxima ha proposto alcune soluzioni come lo sviluppo di reti di pagamento che utilizzano tecnologie come i telefoni cellulari anziché Internet, ed ha suggerito di fornire formazione e supporto per aiutare le persone ad adottare tecnologie digitali. La Regina Maxima ha anche sottolineato l'importanza di garantire la sicurezza delle DPI e che le transazioni finanziarie siano protette da frodi e attacchi informatici.

Le infrastrutture pubbliche digitali (DPI) includono le reti di telecomunicazioni, le piattaforme di pagamento elettronico, i servizi finanziari digitali e le tecnologie blockchain, che sono gli strumenti essenziali per garantire che le persone abbiano accesso a servizi finanziari. Inoltre, le DPI sono importanti per garantire che le persone possano accedere a servizi come l'assistenza sanitaria, l'istruzione e il lavoro. 

La salute finanziaria è essenziale per l'inclusione finanziaria, e si riferisce alla capacità di una persona di gestire il proprio denaro in modo responsabile e sostenibile. Ciò include la capacità di risparmiare, pianificare il budget e gestire i debiti. Inoltre, la salute finanziaria è importante per garantire che le persone possano raggiungere i propri obiettivi finanziari a lungo termine, come l'acquisto di una casa o il risparmio per la pensione.


venerdì, febbraio 03, 2023

Principe Guglielmo alla Borsa di Lussemburgo

Il Granduca Ereditario Guglielmo visita la Borsa del Lussemburgo

1° febbraio 2023

Sua Altezza Reale il Granduca Ereditario Guglielmo ha visitato la Borsa del Lussemburgo con Yuriko Backes, Ministro delle Finanze.

Alain Kinsch, Presidente della Borsa di Lussemburgo (LuxSE) e Julie Becker, CEO, hanno presentato a  principe Guglielmo alcuni progetti della borsa di studio per lo sviluppo sostenibile.

La visita si è conclusa nella sala di vigilanza del mercato dove gli operatori assicurano che le sessioni si svolgano senza problemi.

Fondata nel 1928, la Borsa del Lussemburgo si distingue per la sua apertura internazionale e la sua ambizione di innovazione nel campo della finanza sostenibile, che la rendono leader mondiale nella quotazione di titoli e obbligazioni internazionali.


sabato, giugno 18, 2022

Regina Matilde alla conferenza sulla microfinanza

La Regina Matilde del Belgio alla conferenza della Rete europea di microfinanza a Bruxelles. 

16 giugno 2022

Sua Maestà la Regina Matilde del Belgio ha partecipato alla diciannovesima conferenza annuale della Rete europea di microfinanza a Bruxelles durante la quale ha tenuto un discorso. 

L'obiettivo dell'organizzazione EMN è promuovere il ruolo della microfinanza nella lotta contro l'esclusione sociale e finanziaria.

Sotto il tema Inclusione finanziaria e futuro del lavoro, alla conferenza si è discusso su come i professionisti dell'inclusione finanziaria possono  sostenere e favorire il cambiamento sociale. Inoltre visto che ci sarà meno lavoro salariato e più lavoro autonomo c'è l'urgente necessità di aiutare le persone vulnerabili ed affrontare la sfide poste dal cambiamento climatico. 


mercoledì, febbraio 16, 2022

Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo

La Regina Maxima dei Paesi Bassi alla riunione del Consiglio di Amministrazione del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo

15 febbraio 2022

Sua Maestà la Regina Maxima dei Paesi Bassi,nel suo ruolo di avvocato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per lo sviluppo della finanza inclusiva (UNSGSA),  attraverso una conferenza digitale ha partecipato alla 45° riunione del Consiglio di Amministrazione del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo. (IFAD)

I piccoli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo sono stati duramente colpiti dalla crisi causata dal coronavirus, ed hanno grandi difficoltà ad ottenere un prestito e vendere i loro prodotti.

I questo senso le piattaforme digitali, rivolte alle loro specifiche esigenze, possono aiutarli, ad esempio, per chiedere un prestito o un'assicurazione, trovare mercati off-set e formazione. Tutto ciò può aiutare gli agricoltori ad aumentare la loro resilienza finanziaria e la loro possibilità di crescita .

In qualità di avvocato speciale, la regina Máxima è una voce globale leader nel promuovere l'accesso universale e l'uso responsabile di servizi finanziari convenienti, efficaci e sicuri.

Il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo è un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite per l'incremento delle attività agricole dei paesi membri ed ha sede a Roma.

mercoledì, maggio 16, 2018

Principe Alois e blockchain

Al principe ereditario del Liechtenstein piace la tecnologia blockchain

maggio 2018

Intervistato dalla CNBC, il principe ereditario del Liechtenstein, Alois, ha confessato il suo forte interesse alle criptovalute e di essere entusiasta della tecnologia blockchain.

Per il principe Alois la blockchain può essere utilizzata per migliorare l'efficienza degli investimenti, ed ha anche detto che le criptovalute possono essere un "asset class", insinuando che la sua famiglia potrebbe prendere in considerazione di investire con i bitcoin per migliorare ulteriormente il proprio patrimonio.

Sempre secondo il principe Alois, la tecnologia Blockchain ha la capacità di "cambiare molte cose", e non solo nella finanza, in quanto offre la possibilità di automatizzare molte attività, come l'elaborazione di documenti e la registrazione di dati.

Luigi del Liechtenstein è il reggente del Liechtenstein dal 15 agosto 2004, dopo che il padre Giovanni Adamo II, pur mantenendo formalmente il titolo, gli ha ceduto il potere di assumere le decisioni ordinarie di governo del principato.


Cryptocurrency is something to look into more: Prince Alois from CNBC.

martedì, dicembre 20, 2016

Regina Maxima a Berlino

La Regina Maxima dei Paesi Bassi era in Germania.

14 dicembre 2016

La Regina Maxima dei Paesi Bassi , nella sua qualità di rappresentante delle Nazioni Unite per la finanza, era andata in Germania.

A Berlino la Regina Maxima ha incontrato il ministro tedesco per lo Sviluppo, Gerd Müller, e il Ministro federale delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble.



mercoledì, agosto 01, 2012

Festa del trono in Marocco

Il popolo marocchino festeggia il 13° anniversario della incoronazione del Re Mohammed VI.

30 luglio 2012

In occasione della festa del trono, il Re Mohammed VI del Marocco ha tenuto un discorso nel Palazzo Reale di Rabat.

Il re del Marocco era accompagnato dal principe ereditario Moulay Hassan e da suo fratello il principe Moulay Rachid.

n questo periodo di globalizzazione, l’economia marocchina ha registrato una considerabile evoluzione grazie alla stabilità politica garantita dal consenso attorno alla monarchia ed all'impegno del Re che ha sempre cercato di migliorare il Marocco.



giovedì, ottobre 06, 2011

Maxima a Messico per la microfinanza

SAR la Principessa Maxima dei Paesi Bassi era a Riviera Maya, in Messico, per partecipare al Forum 2011 del G20 Global Partnership for Financial Inclusion (GPFI)

30 settembre 2011

Nel suo ruolo di ambasciatore delle Nazioni Unite per il microcredito, Principessa Maxima ha partecipato a questo importante appuntamento per discutere di micro-finanza.

Il messaggio chiave della Principessa Maxima al forum è stato che non ci sono trade-off tra inclusione e stabilità finanziaria, in quanto questi due elementi si rafforzano reciprocamente.

SAR la Principessa Maxima ha inoltre incoraggiato i membri a continuare ad accelerare gli sforzi nazionale, nonché a contribuire agli sforzi globali.

LINK
H.R.H. Princess Máxima highlights the complementarity of inclusion and stability at 2011 GPF


giovedì, maggio 26, 2011

Principe Guillaume e Social Business

Il Duca ereditario di Lussemburgo è in Germania per imparare il "Social Business".

25 maggio 2011


L'Università del Lussemburgo ha organizzato un viaggio di studio a Wiesbaden, al fine di esplorare le possibilità del "Social Business".

Presieduto dal Principe Guillaume, il Granduca ereditario di Lussemburgo, una delegazione di 20 persone, tra cui il Ministro per la Solidarietà dell'Economia, Romain Schneider, ed alcuni sindaci, si sono recati a Wiesbaden per imparare le attività di carattere sociale.

L'idea è di creare business economicamente autosufficiente per combattere la povertà, che fu lanciato dal premio Nobel per la Pace, Muhammad Yunus.
Lo scopo delle imprese sociali è quello di risolvere i problemi sociali, un pò come le organizzazioni di beneficenza, con la differenza che operano secondo i principi economici e che i loro profitti sono reinvestiti.

LINK
Voyage d’études sur le concept "Social Business" à Wiesbaden

giovedì, febbraio 03, 2011

Il sistema Euro è insostenibile?

Al Forum Economico Mondiale di Davos, dopo si discute su grandi questioni dell'economia globalizzata, a proposito della crisi che colpisce la moneta unica europea, il professor di Economia all'Università di Francoforte Wilhelm Hankel ha affermato che il piano di salvataggio previsto farà sprofondare l'Europa in una crisi ancora maggiore, in quanto - a suo dire - 2/3 degli stati di eurozona sono già in fallimento.

Secondo l'economista i tagli drastici al bilancio voluto dagli "eurocrati", dopo aver sacrificato la vecchia moneta nazionale in favore di quella artificiale dell'euro, rende i governi incapaci di creare tutta la prosperità possibile per le proprie nazioni e rimuove i pilastri – bilancio e moneta – su cui poggia qualunque stato sovrano.

Inoltre queste politiche sono un pericolo per la democrazia stessa e ha detto che, in considerazione della bancarotta di due terzi delle nazioni dell'euro, il sistema della moneta unica è destinato al fallimento.

Inoltre si sta compiendo un errore analogo a quello commesso un'ottantina di anni fa dal governo tedesco che, per risparmiare sulle spese pubbliche e contemporaneamente colmare il debito pubblico, portò al regime di Hitler.

Link
Il salvataggio bancario portò al regime di Hitler

venerdì, maggio 14, 2010

LA CRISI DELLA GRECIA E DELL’EURO

Con il fallimento della repubblica ellenica, ci troviamo di fronte alla più grande crisi dell’Unione Europea e dell’euro.

La situazione è drammatica. La Grecia è stata commissariata, in quanto è già in default, ossia insolvente, ha bisogno di prestiti per ripagare le scadenze del proprio debito.
La crisi greca è soprattutto una crisi di fiducia. Il governo ha bisogno di soldi per intervenire nell’economia “reale” e per farlo li chiede in prestito attraverso titoli di debito pubblico, ma ormai i compratori non si fidano dello stato greco di ripagare i titoli di Stato e per essere indotti all’acquisto dei titoli chiedono interessi sempre più alti.

Nonostante il mega-prestito, il fallimento della repubblica ellenica non è stato affatto scongiurato.
Il prestito Ue-Fmi servirà a tamponare le prime necessità finanziarie e già si prevedono la sollevazione popolare per le enormi difficoltà economiche che dovrà subire la popolazione greca.
Infatti per diminuire il debito pubblico e far ripartire l’economia servono provvedimenti impopolari, osteggiate anche dai politici che temono di perdere voti.

Assistiamo alla solita sceneggiata dei politicanti che questa volta trovano il capro espiatorio nella trama degli speculatori che, in nome dell'avidità, osano dissolvere l'euro. Si parla anche di "contagio" di altri paesi, Portogallo, Spagna, Irlanda.. Italia.

Alla fine i politicanti europei decidono di acquistare i titoli tossici greci attraverso le banche centrali : 750 miliardi di euro, come se fossero noccioline, invece sono una cambiale che dovrà essere pagata dai poveri europei.

I problemi economici e politici non sono un'invenzione, e questa speculazione spazza via finalmente le falsità e le mistificazioni dei politicanti sulla situazione economica reale.
Si scopre che la Grecia truccava e taroccava i propri conti da decenni e nessuno in Europa se ne era accorto...nessuno sapeva...

Quindi altro che colpa della speculazione... la speculazione è utile perché svela le vere colpe e responsabilità dei politicanti, incapaci di svolgere il loro compito e preoccupati solo di essere rieletti alle prossime elezioni.
Manca totalmente un'idea e una visione politica che vada oltre l’immediato.

Quindi la commissione europea, l'Ecofin, la Bce e i politicanti hanno lanciato l’ordine di “salvare l’Euro a tutti i costi” e hanno deciso di stanziare 750 miliardi per impedire che la crisi dopo la Grecia possa mettere in ginocchio altri Paesi.

Di fronte a questo ordine mondiale non si può che rimanere sospettosi e preoccupati.

- Siamo sicuri che la crisi finanziaria sia causata dalla speculazione e non dalla Globalizzazione?
- E perchè la Politica non fa nulla contro la speculazione?
- E perchè la Politica non contrasta l’enorme potere dell’economia?
- E perchè la Politica subisce gli ordini dei Grandi Gruppi Finanziari?
- Quali vantaggi hanno avuto i cittadini dalla moneta unica europea?


Invece di godersi dei vantaggi(?) dell'euro, cominciamo ad "assaggiare" tutte le sue negatività, si diceva che l’euro ci avrebbe portato stabilità e ricchezza, ed invece ha già perso metà del valore della lira e tutti siamo più poveri e insoddisfatti di prima.

La economia dovrebbe essere un mezzo per avere la prosperità degli uomini, invece è la religione della società globalizzata dominata dalle “agenzie di rating” che classificano le aziende e che, aggiungendo (o togliendo) una A, segnano il destino delle nazioni.
Queste agenzie rating (Moody's, Standard & Poor's, Fitch) sono i nuovo santuari dove inginocchiarsi e prostrarsi al Dio Denaro.

Non sono un economista ma non mi fido delle rassicurazioni di rito che arrivano da Bruxelles o dai Palazzi dei politici.
La maggior parte dei politici pontificano quanto sia bello e grandioso la “Globalizzazione”, ma io invece vedo uno scenario catastrofico.

Si sono compiuti troppi errori: credere che il Fmi e il Bce potessero agire da soli, che il Mondo debba essere guidato dal Mercato, che la Finanza comandi sulla Politica, alimentare il materialismo, distruggere le nazioni e le tradizioni...

Nel caso greco l’errore grave è stato ignorare volutamente le bugie e falsità raccontate dai responsabili della Grecia.
L’Europa avrebbe dovuto muoversi molto prima. Oggi l’ipotesi più probabile rimane quella di un default sul debito con tutto ciò che ne consegue.

La speculazione è sorta perchè il mercato (giustamente) ha ritenuto che la Grecia non sia in grado di pagare i suoi debiti. Quindi la colpa non è della speculazione ma la speculazione certifica il fallimento della repubblica greca e della Unione Europea.

Il debito è stato creato dalla repubblica Grecia e l’UE non si è mai accorta di nulla, e adesso i popoli dovranno pagare gli errori fatti da chi ha creato questo sfacelo.

Ebbene la Grecia chiede soldi agli altri stati, i quali, nel timore di trovarsi in una situazione analoga (a chi tocca la prossima volta..), lo aiutano per nascondere il fallimento del sistema globale. L’ordine è stato: “salviamo la Grecia per non far fallire l’UE”.

Domanda: la Grecia a rischio default è l’inizio della fine dell’euro?

E poi, se fosse davvero colpa della speculazione, come si potrebbe continuare a credere nel “progresso” provocato dall’euro e dalla globalizzazione (come appunto si propaganda) se è facilmente e banalmente messo in crisi dagli speculatori?
Ma allora gli speculatori sono più forti e importanti dei governi e degli Stati....

Vogliamo una civiltà controllata dal denaro?
E’ questo il futuro che ci attende?

venerdì, aprile 30, 2010

La bancarotta della repubblica greca

La repubblica greca è in bancarotta, i titoli di Stato sono diventati spazzatura, non può più rifinanziare sul mercato il suo debito pubblico e chiede aiuto all’UE e al FMI.

L'allarme è stato lanciato dal ministro delle Finanze, Papaconstantinou, che ha sottolineato che il deficit di bilancio del 2009, già corretto da Eurostat al 13,6%, potrebbe esser ancora rivisto in peggio, «al 14 per cento del Pil».
Il Primo ministro greco George Papandreou ha detto:"Siamo determinati a fare tutto il necessario per controllare l'enorme deficit, ripristinare la stabilità delle finanze pubbliche, promuovere lo sviluppo". "E' l'unico modo per assicurare che la Grecia non perdi i suoi diritti sovrani."

Nel frattempo il presidente della Banca centrale europea, Trichet, non ha voluto commentare l'andamento dei negoziati tra il governo di Atene e Bruxelles, ma ha spiegato che a suo parere un default della Grecia o dell'eurozona è fuori questione.
Per cercare di salvare la Grecia, nei prossimi tre anni la Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale hanno deciso di sostenere la Grecia con 135 miliardi di euro.
Atene ha varato un nuovo programma di austerità che, nelle previsioni del Governo, ridurrà il deficit di 10 punti percentuali in due anni.
L’oggettiva impossibilità di rifinanziare il debito pesa come un macigno.

Atene sembra pronta al piano di "austerity" ma la repubblica greca è già fallita.

Oltre che l’aspetto finanziario bisogna segnalare che questa crisi finanziaria minaccia la sovranità del paese.
In realtà già si sapeva di questo rischio – è il disegno della globalizzazione che vuole cancellare le nazioni - ma adesso si tocca con mano quello che appunto poteva succedere...

La Grecia si trova in una triplice crisi: di fiducia, di liquidità e d’insolvenza. Non può raccogliere sui mercati i soldi necessari a rifinanziare il proprio debito. Non può garantire i propri depositi bancari. Non può onorare le proprie obbligazioni.

Visto che la moderna repubblica greca è in bancarotta penso sia opportuno confrontare la situazione finanziaria della repubblica greca con quella del Regno di Grecia.
E questa volta non si puo incolpare né la monarchia né il Re per il disordine e il fallimento della repubblica ellenica, che anni fa mandò in esilio re Costantino.
Quando c’era la monarchia, la Grecia aveva registrato un miracolo economico dopo la seconda guerra mondiale: il 1953 fu il punto di partenza della situazione economica chiamata "miracolo greco". Per vent'anni, la Grecia ha avuto il più alto tasso di crescita a livello internazionale (dopo il Giappone). Nonostante i tanti problemi politici (una giunta militare 1967-1974, il problema di Cipro e la messa fuori legge il partito comunista greco 1948-1974), la Grecia riusci a trasformarsi da un piccolo paese sottosviluppato e distrutto (a causa di una lunga serie di guerre), in un paese degno di diventare un membro della (allora) Comunità europee.
La Grecia divenne il 10° Stato membro del CEC nel 1981. In quel momento, la maggior parte dei suoi indicatori economici erano più o uguale a quelli dell'Irlanda, Spagna e Portogallo. Il "miracolo greco" è stato sostanzialmente il risultato delle politiche svolta dal conservatore Konstantinos Karamanlis che governò la Grecia 1955-1963 e 1974-1980, con un mix di politiche keynesiane e di libero mercato.

Dopo la bancarotta in stile Argentina fallisce un’altra repubblica...
Purtroppo le oligarchie repubblicane (greche e italiane) dimenticano gli effetti stabilizzanti della Monarchia.

giovedì, gennaio 15, 2009

Libertà Economica in Italia

Ogni anno la Heritage Foundation pubblica l'Indice della libertà economica, che descrive la libertà con cui gli operatori economici possono muoversi in ciascun paese del mondo.
Il livello di libertà economica dell'Italia viene valutato al 61,4 per cento, ciè un paese "moderatamente libero" e molto vicino al limite dei paese "poco liberi".

L'Italia è bocciata in libertà economica ed è classificata al settantaseiesimo posto, in picchiata rispetto al sessantaquattresimo posto dell'anno scorso.
Nonostante un lieve miglioramento in quattro parametri - libertà d'impresa, libertà dal fisco, libertà dalla corruzione e libertà monetaria - si sono registrati decisi arretramenti.
La libertà dallo Stato viene stimata solo al 24,7 per cento, contro il 29,4 per cento dell'anno scorso, a causa dell'aumento della spesa pubblica, basti pensare al controverso processo di privatizzazione di Alitalia.
Inoltre è peggiorato anche la libertà del lavoro, passato dal 74,5% del 2008 al 61,3% del 2009.

Se si confronta l'italia con altri paesi la performance dell'Italia risulta più grave in quanto nel mondo e in Europa la libertà economica ha fatto molti progressi.
I paesi più liberi al mondo sono Hong Kong, Singapore e l'Australia. Tra i primi dieci paesi, ben quattro sono europei: Irlanda (quarto posto), Danimarca (ottavo), Svizzera (nono) e Regno Unito (decimo).

I dati mostrano che l'economia dell'Italia è molto debole e poco competitiva e, dunque, meno in grado di resistere alla crisi globale.
La libertà fiscale e la libertà dallo Stato (ossia, la dimensione del settore pubblico) continuano ad essere bassi, a causa dell’imponente welfare state.
La spesa pubblica ammonta grosso modo alla metà del PIL.
La riduzione del cronico deficit di bilancio e del debito pubblico è andata a rilento e il valore di quest’ultimo si aggira ancora intorno al 105 per cento del PIL.
L’attività economica informale (economia sommersa) è considerevole.

Italy's economic freedom

lunedì, gennaio 12, 2009

Debito pubblico


Un nuovo record (negativo) della repubblica italiana : il debito pubblico segnalato oggi dalla Banca d'Italia ha raggiunto la cifra stratosferica di 1.670 miliardi di euro.
Ogni cittadino italiano ha 28.000 euro, cioé 81.000 euro sulle spalle di ogni famiglia.

Le cifre ed i numeri non hanno colore o ideologia politica, e piuttosto devono essere letti ed interpretati con oggettività.
L’economia italiana è allo sfascio soprattutto per colpa dei governi. Infatti se lo Stato è molto indebitato, ed i cittadini lo sono poco, significa che le spese sono fatte più dalla politica e dall’amministrazione che dai produttori di reddito e dalle famiglie.

Ora la situazione economica del nostro paese continua a peggiorare, gli indici sono tutti negativi e la fiducia delle imprese e dei consumatori è ai minimi storici.

Un appello agli italiani.
Prima che sia troppo tardi è giunto il momento di liberarsi dalla classe politica che si assicura privilegi, stipendi e pensioni da nababbi senza fare nulla per il nostro Paese.


Adusbef: 'conto' di 81mila euro su ogni famiglia

ROMA - Il nuovo record del debito pubblico segnalato oggi dalla Banca d'Italia (1.670 miliardi) rappresenta un 'conto' per ogni cittadino italiano di 28.000 euro, cioé 81.000 euro "sulle spalle di ogni famiglia".

I calcoli sono forniti da Elio Lannutti (Adusbef) che accusa il governo di "farfugliare invece di adottare politiche economiche di contenimento". "Mentre governo e ministro dell'economia si trastullano nel regalare Alitalia ai capitani coraggiosi, ben ripulita di 4 miliardi di oneri addossati alla fiscalità generale che aumentano l'indebitamento statale e sterilizzata da normativa Antitrust per taglieggiare gli utenti che devono pagare 340 euro da Roma a Milano, oltre la media tariffaria per aggiungere New York, - argomenta Lannutti - si registra l'ennesimo record per il debito pubblico italiano, che ad ottobre si è attestato a 1.670,6 miliardi, dalla contrazione di settembre (1.648,6 miliardi) dopo il record raggiunto nell'agosto 2008 (a 1.666,6 miliardi). Il debito pubblico italiano che pesa per ben 81.000 euro sulle spalle di ogni famiglia, 28.000 euro che gravano su ognuno dei 60 milioni di abitanti, poteva essere ridotto utilizzando le dismissioni di oro e riserve della Banca d'Italia (circa 67 miliardi di euro) come hanno fatto tutti i Paesi dell'area euro ed attuando politiche economiche di dismissioni dell'enorme patrimonio del demanio, neppure ben censito".
Adusbef torna così a chiedere "azioni concrete di contenimento del debito pubblico, che nonostante i tassi in discesa da parte della Banca Centrale Europea, non verrà ridotto senza interventi realistici ed urgenti, dato lo spread di circa 1,70 punti base pagati dal Tesoro italiano ai sottoscrittori di titoli pubblici rispetto ai bund tedeschi e che resterebbero invenduti, qualora non si pagasse il premio del maggiore rischio paese proprio derivante dall'enorme mole del debito pubblico".

ansa

mercoledì, ottobre 22, 2008

OCSE, ricchi e poveri in Italia


Secondo il rapporto dell'Ocse Growing Unequal, che analizza la distribuzione della povertà e del reddito dei 30 Paesi appartenenti all'organizzazione, l'Italia si trova al sesto posto per il divario tra le classi sociali, dopo Messico, Portogallo, Polonia, Turchia e Stati Uniti.

In Italia da anni c'è una costante perdita di potere d’acquisto dei salari e la grave crisi finanziaria ovviamente peggiora situazione del nostro Paese, dove tra l'altro il sistema di welfare non è efficace ed equo come in altri paesi d’Europa.

Negli anni ‘90 la nostra situazione sociale era simile a quella dei paesi del Nord Europa. A fine anni ‘90 eravamo scivolati ai livelli di Grecia e Portogallo. Oggi solo 5 dei 30 paesi Ocse hanno una struttura sociale peggiore della nostra: Messico, Turchia, Portogallo, Usa e Polonia.
La disuguaglianza economica è cresciuta del 33 per cento dalla metà degli anni Ottanta a oggi, contro una media Ocse del 12 per cento.

Oltre all'aumento del gap tra ricchi e poveri, la società italiana risulta essere immobile e classista, nel senso che è sempre più difficile migliorare la propria siuazione sociale.
In tutto l’Occidente industrializzato si registra un brusco aggravamento delle distanze fra ricchi e poveri ma in Italia il fenomeno è assai più brusco e devastante.
Le classi medie sono risucchiate verso il basso ed il reddito medio italiano è più basso della media Ocse.

Infine una ultima considerazione.
Dai dati dell'OCSE risulta che gli stati dove il divario è minore sono Monarchie (Danimarca, Svezia, Lussemburgo) mentre quelle peggiori sono repubbliche (la repubblica Italiana è al sest’ultimo posto).

Se si ipotizza - come ha sempre propagandato la repubblica - che il divario tra ricchi e poveri è anche una conseguenza della forma istituzionale, bene allora dai dati si evince che il gap ricchi-poveri aumenta tra le repubbliche.

Insomma si scopre un altro triste primato della repubblica italiana, è al sest’ultimo posto ed è anche tra i più diseguali ed ingiusti.


Redditi, Ocse: cresce la disuguaglianza in Italia Borse, Europa positiva sulla scia di Wall Street

Roma - Ricchi sempre più ricchi, classe media che va assottigliandosi e disparità economiche e sociali sempre più marcate. L’Italia è tra i paesi dell’Ocse dove la differenza di reddito tra ricchi e poveri è più ampia. Tra i 30 stati membri dell’Organizzazione, la disuguaglianza è maggiore solo in cinque paesi (Messico, dove le differenze sono in assoluto maggiori, Turchia, Portogallo, Usa e Polonia). Tra i paesi del G7 l’Italia è seconda solo agli Stati Uniti. All’opposto Danimarca, Svezia e Lussemburgo, dove le distanze sono meno profonde. I dati emergono dal rapporto dell’Ocse Growing Unequal che sottolinea come la disparità di reddito sia aumentata più o meno in tutti i paesi anche se con ritmi molto.

La forbice si allarga "La disuguaglianza di reddito - si legge nel rapporto - è cresciuta significativamente dal 2000 in Canada, Germania, Norvegia, Stati Uniti, Italia e Finlandia, mentre è diminuita in Gran Bretagna, Messico, Grecia ed Australia". La disparità è aumentata in due terzi dei paesi che fanno parte dell’organizzazione, spiega l’Ocse, e questo è avvenuto "perché le famiglie ricche hanno raggiunto risultati particolarmente positivi rispetto alla classe media e alle famiglie che si trovano ai livelli più bassi della scala sociale". L’Ocse definisce l’Italia come un paese in cui le differenze di reddito sono particolarmente ampie: i salari di livello basso sono estremamente ridotti mentre i ricchi hanno standard di vita più elevati rispetto a paesi, come la Germania, dove invece le differenze di reddito sono più limitate e dove i salari minimi sono più alti. Come parametro di misurazione per la disuguaglianza, l’Ocse utilizza un coefficiente denominato "Gini", che indica proprio la disparità di reddito. Le differenze tra i paesi dell’organizzazione sono profonde, basti pensare che in Messico la forbice è due volte più larga rispetto alla Danimarca. I due paesi sono all’opposto nella classifica con un coefficiente di 0,23 per la Danimarca e di quasi 0,50 per il Messico contro una media Ocse di 0,30. Per l’Italia si calcola un coefficiente di 0,35 circa, mentre gli Stati Uniti sono a 0,38.

La risposta dei governi Il rapporto evidenzia quindi come la risposta dei governi alle disparità sia stata soprattutto di carattere fiscale e sociali, aumentando la spesa a favore di una popolazione che tende ad invecchiare velocemente. Si tratta però, secondo l’Ocse, di una risposta che può essere "solo temporanea". "L’unica via sostenibile per ridurre le disuguaglianze" è assicurarsi che le persone siano in grado di trovare e mantenere un’occupazione. Questo significa che "i paesi sviluppati devono sforzarsi molto di più per inserire i cittadini nel mercato del lavoro piuttosto che sostenerli con indennità di disoccupazione o pensioni anticipate".

ilgiornale

domenica, settembre 21, 2008

Fallimento Alitalia e della repubblica


Dopo l’assenso della Uil, Cisl e Ugl ed il mancato accordo con la Cgil ed i piloti, la Cai ha ritirato l’offerta e quindi l’Alitalia è sull’orlo del fallimento.
Il giocattolo Alitalia si è rotto a pezzi e forse non poteva che finire così, visto che era strattonato dalle caste che pullulano in questa repubblica, quella dei politici dei sindacali e degli imprenditori.
Ieri si è imposto il ricatto della casta dei piloti e la prepotenza Cgil, sindacato a servizio della sinistra, un partito piuttosto che rappresentate degli interessi dei lavoratori.
D’altronde i governi della repubblica italiana sono sempre stati condizionati dai sindacati, altra grave anomalia della repubblica italiana, e questa volta la CGIL ha colpito duramente il governo di berlusconi.
E' evidente la svolta politica della Cgil e lo strapotere di alcune categorie di lavoratori (i piloti) che sono i corresponsabili del carrozzone Alitalia che si trascina ormai da decenni, migliaia di miliardi di vecchie lire buttati via.

Le dichiarazioni a caldo di alcuni politici denotano incredulità, smarrimento e impotenza politica.
“Siamo di fronte al baratro, colpa di CGIL e piloti, ma anche colpa di una certa parte politica” (berlusconi)
"se siamo arrivati fin qui Berlusconi non cerchi colpevoli. Il colpevole è lui" (Bersani)
Ora c'è da tenere solo i nervi saldi" (Enrico Letta).
"È inimmaginabile che il piano di rilancio della compagnia possa avvenire contro la volontà della maggioranza dei piloti e degli assistenti di volo" (Epifani)

Quest'ultima affermazione è assurda perché il compito del sindacato non è di sobillare i lavoratori. Un'azienda si basa su equilibri di bilancio in grado di garantire il profitto, mentre il compito del sindacato è difendere il lavoro dei lavoratori e migliorare la remunerazione del lavoro che però sono in funzione del bilancio e della redditività dell'azienda.

E’ facile e comodo cavalcare l’onda dell’antiberlusconismo, o pensare che la colpa sia della parte politica opposta alla simpatia, in realtà la colpa è del sistema e che tutti hanno perso.
Il falso bipartitismo, che si sta facendo strada in Italia, serve solo a nascondere il fallimento del sistema repubblicano.
Bisogna abbandonarlo, non ha senso votare a sinistra o destra per poi rimanere sempre insoddisfatti e continuare a dare credito alle stessa classe politica che ha rovinato il nostro Paese.
Per uscire da questo tunnel, si deve ragionare senza farsi corrompere dalla propaganda del Potere e guardare la realtà da altre angolature.

Alcuni sostenevano che in Italia le risoluzioni governative del caso Alitalia, guidate da berlusconi o Prodi, andavano contro il liberismo.
Sembra proprio che in questa repubblica il liberalismo è sempre rievocato solo a parole, i governi non sono in grado di liberalizzare il mercato, i veti incrociati tra le varie caste che pullulano in questa repubblica impediscono la modernizzazione del Paese.
A questo punto bisogna pensare che si debba vendere la compagnia a pezzi al miglior acquirente perché possa nascere qualcosa di buono, cioè una compagnia di bandiera di cui non ci dobbiamo vergognare?

Siamo all’assurdo che la CGIL e i piloti, dicendo di no all'ultima offerta della CAI, si stanno dimostrando più vicini al liberismo del governo berlusconi.
Infatti questo probabile fallimento causerà la "distruzione creativa" che appartiene alla dottrina liberale, la quale sostiene che solo la caduta delle pessime compagnie fa avanzare le migliori per soddisfare il consumatore.
A questo punto, Epifani è diventato un emulo nascosto della Thatcher ?
Ragionando meglio, Epifani ha ceduto al veto imposto dalla sinistra e probabilmente ha prenotato un posto parlamentare per le prossime elezioni, ha preferito la politica dimenticando i lavoratori e gli interessi dei lavoratori.
Non si è reso conto però che la rottura finale delle trattative su Alitalia segna un punto di svolta nelle relazioni sindacali, il fallimento dell’Alitalia è anche il fallimento del sindacato confederale, la cosiddetta triplice, adesso la divisione tra i sindacati è irreversibile, l’unità sindacale è un ricordo.

L’aspetto positivo della vicenda è che forse adesso potrà nascere un nuovo sindacato che abbandoni le visioni legate ancora al comunismo, alla lotta di classe, allo statalismo, al sindacato come servizio di una parte della politica. Questo passaggio non è facile, la profonda crisi nella quale si trova la sinistra è ancor più accentuata all'interno dei sindacati che considerano ancora lo stato come la mucca da mungere, la risorsa dove trovare i denari per far sopravvivere aziende inutile e che non hanno mercato.

In questa repubblica ci sono solo tante caste - quella dei politici, dei sindacati, dei giornalisti, degli intellettuali, dei magistrati, ....- ed anche l’Alitalia è stata sbranata da queste caste che hanno distrutto la compagnia di bandiera dei voli.
Comincio a pensare che Berlusconi sia un falso liberista che per mantenere il potere fa gli interessi delle caste, degli imprenditori e dei burocrati di stato. (l'accordo con Colaninno è lampante)
Non ne parliamo poi di Prodi, che è il burocrate europeista che svenderebbe l’Italia all’Europa.

In questa repubblica non c'è più l'etica, il senso del bene comune, il valore essenziale della Patria, non esiste un vero Stato che fa gli interessi degli italiani.
Anche i sindacati non fanno gli interessi dei lavoratori ma fanno anche loro politica per proteggere i loro privilegi
Come al solito, non c’è nessuno che chiede scusa degli errori compiuti. L’Alitalia fallisce per colpa di tanti, i quali continuano ad alzare la voce e litigare tra loro, fregandosi dei poveri lavoratori.

La vicenda alitalia deve farci riflettere, la situazione è talmente grave che non dobbiamo preoccuparci dei lavoratori di Alitalia ma della intera Italia.
Il paese è stanco di questa classe politica, del teatrino in tv, dello scaricabarile. Si deve tornare a fare Politica, a misurarsi su proposte vere. Di leaderismo si può colpire ma si può anche morire.
Il fallimento di Alitalia è colpa del sistema repubblica, sia di chi l’ha gestita, sia dei sindacati che hanno permesso che venisse usata come parcheggio, sia dei vari governi che non hanno avuto la forza di sistemare la situazione.

Rimane solo l'inquietudine ed il terrore che da questo disastro annunciato non nasca chiarezza e modernizzazione del nostro Paese, insomma che il regime repubblicano riesca ancora una volta ad oscurare ed inghiottire tutto.

martedì, aprile 29, 2008

Economia e politica in Italia

Nel rapporto sulle previsioni economiche la Commissione Ue ha pubblicato che nel 2008 la crescita dell’Europa è in calo dove l’Italia guadagna, per l’ennesima volta, la maglia nera d’Europa.
L’inflazione record e crescita rallentata mette a rischio le famiglie a basso reddito e quindi in particolare in Italia dove gli stipendi sono piu’ leggeri rispetto alla media europea.
Le proiezioni sono all’insegna del pessimismo, che prevedono un aumento dei prezzi al 3,2% ed una diminuzione della crescita che si fermerà all’1,7%.
I dati provenienti da Bruxelles stimano che l’economia italiana crescerà appena dello 0,5% quest’anno e dello 0,8% nel 2009, ben al di sotto sia del potenziale, che è dell’1,6% circa, sia della crescita media dell’Eurozona.
Inoltre l’inflazione per il 2008 si situerà al 3% di media e il deficit, che nel 2007 era sceso per la prima volta sotto la soglia del 3% indicata dal Patto di Stabilità, dovrebbe risalire dall'1,9% al 2,3%.
Nonostante il debito pubblico sia previsto in diminuzione dal 104% del 2007 al 103,2% nel 2008, lo stato di salute dell’economia italiana è pessimo ed il nostro paese avrà, per il secondo anno consecutivo, la peggiore perfomance tra i 27 paesi dell’Ue

Per capire il persistente divario negativo di crescita dell’Italia rispetto alla media della zona euro ci sono due strade:
o gli italiani lavorano meno degli altri popoli (opzione non sostenibile)
oppure lo stato non è in grado di aiutare il lavoro degli italiani

Evidentemente la causa della debole e grave situazione economica e finanziaria del nostro paese è del Sistema Italia, e quindi del regime repubblicano.
L’economia italiana avrebbe bisogno di una cura, ma tutto è drammaticamente complicato dal fatto che il vero malato è lo stato.
L'Italia avrebbe bisogno di Finanze pubbliche sostenibili e usarle per favorire una crescita ma ho l’impressione che tutti i governi italiani non hanno il coraggio di fare quello che si dovrebbe fare.

Uno stato non dovrebbe aiutare una azienda non in grado di competere nel mercato. Oppure nel caso si rileva la necessità di aiutarla almeno si dovrebbe eliminare la maggior parte dei suoi tentacoli incancreniti.
Nulla di tutto ciò, e lo stato continua a compiere gli stessi errori.

Per il caso Alitalia lo Stato regala 300 milioni di Euro per dare ossigeno all’azienda, senza migliorare l’efficienza degli aeroporti e contemporaneamente coinvolgere anche il sistema ferroviario.
Infatti lo scopo non è salvare l’Alitalia ma migliorare la mobilità degli uomini e delle merci in Italia, e per realizzare questo ci dovrebbe essere una sinergia tra aeroporti e ferrovie.

A questo punto è spontaneo chiedere : Che differenza c’è tra l’assistenza di Prodi e quella di Berlusconi ?
La classe politica è in grado di fare vigorose politiche economiche?

Me lo auguro, ma rimango scettico.
Io vedo sempre le stesse persone, la stessa classe politica, temo che con le recenti elezioni ci sia solo un cambiamento di facciata, ma la nomenKlatura intesa come Pensiero politico-culturale rimane ancora saldamente al Potere.

Solo una virtuosa rivoluzione - in particolare culturale - potrebbe realizzare un reale e positivo cambiamento.

La scure di Bruxelles sui conti italiani

Crescita in stallo, irrilevante e comunque inferiore agli altri partner europei. Conti pubblici in peggioramento in un contesto di globale di frenata dell’economia e di allarme inflazione. È un quadro a tinte fosche per l’Italia quello indicato dalle previsioni economiche di primavera presentate dal commissario Ue per gli Affari economici e monetari Joaquin Almunia.

Crescita economica

I dati indicano che il motore dell’economia italiana continua a rallentare e nel corso dell’anno toccherà il fondo con una crescita dello 0,5 per cento, a febbraio si prevedeva lo 0,7 per cento, per risalire nel 2009 allo 0,8 per cento. «Complessivamente la crescita del Pil reale nel 2008 è prevista allo 0,5 per cento - si legge nel documento - chiaramente al di sotto del potenziale» e «il persistente gap negativo di crescita rispetto alla media dell’area euro si allargherà ulteriormente, nonostante l’esposizione relativamente modesta del sistema bancario italiano alle turbolenze finanziarie».

Secondo gli esperti del motore comunitario «il previsto rallentamento della crescita è causato da tutte le componenti della domanda». «Quando guardo alle previsioni per l’Italia la preoccupazione principale è la crescita molto molto ridotta - ha spiegato Almunia - è una crescita molto bassa e al di sotto del potenziale dell’Italia».

Inoltre, «questa crescita è accompagnata nelle nostre previsioni da un’evoluzione molto debole della produttività» e «tutto questo in un Paese che avrebbe bisogno di una maggiore crescita equilibrata per migliorare la sostenibilità e la qualità delle proprie finanze pubbliche e ridurre il peso del debito pubblico per poter utilizzare le risorse come uno strumento che favorisca la crescita». Queste, per il rappresentante dell’esecutivo Ue, «sono le questioni che devono essere affrontate dal Governo italiano, vecchio e nuovo».

PIL e Conti Pubblici

Sul fronte dei conti pubblici infatti da Bruxelles avvertono già i segnali di un peggioramento dei dati: quest’anno il rapporto deficit/Pil delle finanze pubbliche italiane dovrebbe risalire al 2,3 per cento contro l’1,9 del 2007 e, anche se il dato è inferiore al 2,4 per cento indicato dal Governo ed è al di sotto della soglia del 3 per cento indicata dal Patto di Stabilità, nel 2008 i dati dei conti pubblici italiani sono in peggioramento. Quest’anno, si legge nel documento, «l’avanzo primario dovrebbe ridursi di mezzo punto percentuale rispetto al Pil». Inoltre «al netto dei fattori ciclici ed escludendo le misure una tantum, sia per il deficit che per il bilancio primario è previsto un peggioramento di più di un quarto di punto percentuale rispetto al Pil» e «questo deterioramento è dovuto alla spesa addizionale e ai tagli di tasse».

Debito pubblico

Il debito pubblico è invece previsto in diminuzione dal 104 per cento del 2007 al 103,2 per cento nel 2008 e ad un livello ancora più basso, nell’ipotesi di politiche invariate, l’anno prossimo. Nel resto d’Europa in medio la situazione è migliore ma non di molto. la Commissione ha ritoccato al ribasso le stime di crescita per il 2008 all’1,7 per cento, contro l’1,8 indicato il 21 febbraio scorso, lasciando invariate le previsioni per l’Ue a 27, al 2 per cento. A suscitare allarme però è la corsa inarrestabile dei prezzi che fa schizzare le stime sull’inflazione per l’anno in corso al 3,2 per cento nella zona euro e al 3,6 per cento nell’Ue, contro una previsione di febbraio di rispettivamente 2,6 e 2,9 per cento. Per l’Italia la stima è 3 per cento nel 2008 e 2,2 per cento nel 2009.

abcfinanze

venerdì, novembre 09, 2007

Economia in Europa ed in Italia

La Commissione Ue ha presentato il suo rapporto annuale sulla Competitività nell’Unione.
La prestazione complessiva dell’economia europea è migliorata nel 2006, c'è stato il tasso di crescita più alto di questo secolo (3%), è ridotta la distanza nei confronti dell'USA, ma in questa situazione c’è chi corre - come Svezia, Germania, e Francia - e chi avanza troppo piano, come l’Italia.

Da questo studio si evince che In Italia un’ora di lavoro genera un decimo di PIL in meno rispetto alla media europea, mentre la Germania e la Francia ne sfornano rispettivamente l’8,5 e 15,9% in più e, al contrario degli altri stati, fra il 2000 e il 2005 in Italia la produttività media del lavoro è scesa.

Inoltre il rapporto tra il pil ed il numero delle persone occupate attribuisce all’Italia il dodicesimo posto nell’Ue, in Italia un’ora di lavoro mette in circolo l’88,2 per cento della ricchezza generata nella media Ue, un dato basso anche tenendo conto la correzione legata al sommerso.
Fra il 2000 ed il 2005 il prodotto italiano pro capite è aumentato di appena lo 0,1% nella media annua, un risultato davvero molto scadente che nemmeno l’economia in nero può compensare il divario con i grandi partner europei, Francia (0.8), Germania (0,6), Spagna (1,7) e Regno Unito (2).

Nel 2006 le cose sono andate meglio, siamo saliti all’1,4%, poco più della metà della media europea (2,3), comunque in ritardo.
Il calante tasso medio di produttività del lavoro per persona impiegata (-0,1% annuo nel 2000-2005), se coniugato con l’aumento della popolazione occupata (o emersa), vuol dire che sono state usate più braccia per fare di meno.

Altri dati :
- Incremento Pil procapite e spese ricerca sotto la media europea per l'italia.
- cresce la competitivita' in Europa ma l'Italia resta indietro.
- gli italiani sono agli ultimi posti tra i vecchi 15 paesi europei, con un incremento della ricchezza piu' basso della media Ue.
- Inferiore alla media europea anche la spesa in Ricerca e Sviluppo.
- Le bollette di luce e telefono sono salate e le infrazioni pendenti alla Corte Ue raggiungono livelli record.

L’analisi della Commissione è l'ennesima bocciatura dello stato repubblicano italiano.
Ma chi sta uccidendo un grande paese potenziale come l'Italia?

La grave situazione nella quale si trova l'italia è causata da una serie di fattori come la poca innovazione, la burocrazia, riforme in ritardo e finanza pubblica inefficiente, oppure per lo scarso numero di laureati tecnologici, per gli pochi soldi per la ricerca, oppure ancora per gli alti costi, i lunghi tempi per aiutare un’impresa....
L'elenco è molto lungo ma in fondo la colpa è della classe politica e dello stato repubblicano.
La scarsa crescita della produttività italiana riassume in sé gran parte dei mali dell’apparato produttivo del Paese.

Dietro un’apparente creatività e successi in nicchie - la moda ed alcune tradizioni artigianali convertite con successo in industrie fiorenti - si sta verificando uno scivolamento di un Paese.
Una volta l'Italia era leader in Europa in alcune settori - elettronica e chimica - ma con incredibile disinvoltura lo stato repubblicano ha costretto la loro chiusura, ad esempio si è sbarazzato di una grande industria farmaceutica come Farmitalia Carlo Erba, e così facendo siamo scesi dal treno in corsa del quale occupavamo alcuni dei vagoni di testa.

Diciamo la verità.
In Italia lo stato e la classe politica hanno enorme responsabilità del collasso della economia, hanno fermato la creatività italiana, lo stato repubblicano ha sempre capito ben poco di economia e produttività - anche perchè legato ai dogmi imposti dal comunismo - e quindi per porre rimedio a questo grave situazione c'è bisogno di un'altra classe politica.
In questo drammatico contesto - inesistenza di una vera Politica e Stato efficiente capaci di contrastare il globalismo e di difendere il lavoro e la creatività degli italiani - il globalismo mette in ginocchio l'Italia.

Per prima cosa per elaborare una corretta analisi della economia e società si deve liberarsi delle ideologie del passato, si deve intraprendere una nuova politica industriale fondata sull’innovazione, identificare su quale vagone dell’economia internazionale si deve saltare prima che sia troppo tardi.
Si deve lavorare su molti fronti e sulla innovazione, aumentare il reddito e produttività, concentrando la propria attenzione sull’industria finanziaria, su un nuovo tipo di turismo, sull’istruzione superiore e su alcuni settori industriali molto sofisticati come la genetica ed informatica .

E' ancora possibile sperare in un futuro migliore ?
Dov'è la nuova classe politica?
Quando nascerà un altro stato?