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martedì, giugno 01, 2010

2 Giugno repubblica brogli oligarchia

Anche se la Costituzione repubblicana entrò in vigore il 1º gennaio 1948, si celebra la festa della repubblica il 2 giugno, il giorno in cui fu indetto, nel 1946, il referendum tra monarchia e repubblica.

Nonostante da allora sono passati 64 anni e la massiccia propaganda organizzata dallo Stato, agli italiani non interessa più di tanto la festa della repubblica se non che è un giorno di vacanza. Perchè?

I motivi sono sostanzialmente due: il modo in cui avvenne il passaggio dalla monarchia alla repubblica (brogli, dopo una guerra persa, italiani divisi), ed il livello molto basso di soddisfazione che i cittadini hanno della repubblica.

La repubblica è una oligarchia e quindi gli italiani non possono amare uno stato che li sfrutta.
La repubblica, dominata da partiti e ideologie, è il trionfo della partitocrazia dove la ragion di partito ha sempre prevalso sulla ragion d’Italia, l’ideologia sul patriottismo, la fazione sulla nazione.
L’Italia è un paese alla deriva dove ogni parvenza di legalità, serietà e sicurezza svanisce progressivamente per lasciare posto all'anarchia e all'incertezza.

Anche all’estero la repubblica italiana è vista come uno stato corrotto.
I fattori negativi sono il clientelismo, la lottizzazioni partitiche, la giustizia allo sfascio, caos istituzionale e lo sfascio dei conti pubblici.
I vari organi di controllo comunitari (Commissione Europea e BCE) e le varie agenzie internazionali di rating (Moody's ...) ogni anno ripetutamente stigmatizzano l'operato del Governo italiano e richiamano i nostri conti all'ordine.

Ricordo cosa successe nei giorni seguenti al referendum istituzionale del 1946.
Il 4 giugno il vantaggio della monarchia appariva inattaccabile, in tale data il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi scriveva ai Ministro della Real Casa, Falcone Lucifero: il ministro Romita ritiene ancora possibile la vittoria repubblicana. Io, personalmente, non credo che si possa - rebus sic stantibus - giungere a tale conclusione.
Nelle sue memorie Romita parla, per uno come lui che aveva “promesso di portare l’Italia alla Repubblica”, di “ore spaventose”.
Improvvisamente, nella notte tra il 4 e il 5 giugno la situazione si capovolse a favore della repubblica, con l'immissione di una valanga di voti di dubbia provenienza.
Accurati studi statistici hanno dimostrato che in quell'epoca non potevano esserci tanti votanti quanti ne sono stati conteggiati nei dati ufficiali del Ministero dell'Interno, dunque i voti che avevano dato la vittoria alla repubblica erano scaturiti dal nulla.

Dopo una riunione interlocutoria della Corte di Cassazione, alla quale spettava il compito di verificare la regolarità del voto e di proclamare ufficialmente i risultati nella notte tra il 12 e 13 giugno il Governo "in spregio alle leggi ed al potere indipendente e sovrano della Magistratura" (come si legge nell'ultimo proclama di Re Umberto II) si impadronò del potere, nominando Alcide De Gasperi capo provvisorio dello stato.

Di fronte al rischio di scatenare una guerra civile il Re decise di sacrificarsi, partendo per l'esilio in Portogallo in quello stesso giorno.

Il successivo 16 giugno la Corte di Cassazione si riunì per leggere i risultati del referendum trasmessi dal Ministro degli Interni Romita senza dire qual'era il numero dei votanti.
Inoltre le schede scrutinate furono prontamente distrutte, per cui non si poté dar seguito agli accertamenti sui ricorsi per brogli e alterazioni dei verbali di seggio.

Quindi noi dovremmo festeggiare una repubblica che non è mai stata proclamata, che si impadronì del potere in spregio alle leggi ed al potere indipendente della Magistratura e che è una oligarchia.

Basta alla casta della repubblica!
Basta all'Oligarchia repubblicana!

venerdì, maggio 28, 2010

Regina Elisabetta II apre il Parlamento

La Regina Elisabetta II, accompagnata dal Duca di Edimburgo, ha presieduto l'apertura del Parlamento a Westminster.
25 maggio 2010

The Queen Attends The State Opening Of Parliament


Quello di oggi è stato il 56° discorso pronunciato da Elisabetta II, una tradizione interrotta solo due volte, in occasione di due gravidanze della sovrana.
Nel tradizionale «Queen's speech» di fronte al Parlamento riunito, la regina Elisabetta II ha annunciato il programma del nuovo governo di coalizione Tory/liberal-democratico.

Davanti a Lords e deputati la Regina ha illustrato i 22 progetti di legge che il governo di Cameron intende presentare nei prossimi 18 mesi.

Fra questi, l'eliminazione delle carte di identità, il progetto di assegnare alle famiglie la capacità di istituire scuole, di indire un referendum sulla legge elettorale, avviare la ridefinizione dei collegi elettorali, trasferire più poteri al Parlamento scozzese, promuovere la riforma del Parlamento,introdurre una tassa sui profitti delle banche, trasformare 500 scuole secondarie e 1.700 primarie in accademie entro l'estate.

La priorità è la riduzione del deficit di bilancio e ripresa della crescita economica, ma anche riforma delle scuole, del Welfare e del sistema politico britannico.

Elisabetta II ha anche annunciato la creazione di un nuovo ufficio per la responsabilità del Bilancio «che ripristinerà la fiducia nella gestione delle finanze pubbliche».

Nel discorso Elisabetta II ha confermato che i britannici avranno "diritto di parola" su ulteriori trasferimenti di poteri all'Unione europea.

La regina si limita a leggere quanto è stato concordato fra esponenti del Parlamento e del governo e infine varato dal premier. La regina riceve il testo scritto dal premier su una busta di seta inviata dal Lord Cancelliere di fronte al Parlamento Unito (Lords e deputati).

Ricordo che un sovrano non mette piede nella Camera dei comuni dal 1642.

Link
Gb, il discorso della regina al Parlamento