In uno stato serio e capace un ministro dovrebbe avere competenze specifiche nell’ambito del dicastero od almeno dovrebbe essere un leader di una corrente oppure vantare un peso elettorale.
Invece in questa repubblica dove i partiti sono comitati d'affari, con una legge elettorale senza preferenza dove i candidati sono scelti dalla nomenklatura dei partiti, le cose sono cambiate in peggio.
Ad esempio nei ministeri della giustizia, istruzione e pari opportunità possiamo parlare di competenza?
Ed inoltre non viene il dubbio che molti parlamentari sono semplici esecutori del governo e senza nessuna autonomia decisionale?
Ormai in questa repubblica l’etica e il buon senso sono diventate virtù sconosciute, piuttosto registriamo scarsa competenza e capacità dei politici, la Politica invece che basarsi su alti principi ed ideali è diventato un lavoro per arricchirsi.
Dov'è andato a finire lo spirito di abnegazione e servizio al Paese?
Quante persone in questo governo sono competenti nella materia e hanno un’ etica politica immacolata ?
C'è modo di uscire da questo circuito nel quale si diventa complici di questo declino repubblicano?
sabato, dicembre 20, 2008
Tangentopoli della repubblica
Destano sconcerto gli avvenimenti politici - giudiziari in Campania, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Toscana, dalle quali si evince che Tangentopoli non è finita.
Io però non mi meraviglio che questi fatti accadano, anzi mi stupisce chi lo si scopra solo adesso, la novità è che finalmente anche la sinistra è coinvolta, la quale finora era riuscita arrogantemente a considerarsi la parte politica migliore.
La politica a tutti i livelli è malata, come la pubblica amministrazione, la magistratura, l’imprenditoria, i sindacati .... tutte le istituzioni.
D’altronde si vive sulla propria pelle la corruzione, il clientelismo, l’inefficienza di uno stato completamente da abbandonare e da rifare.
Ad esempio te ne accorgi quando vedi i lavori pubblici realizzati, fatti male e già disastrati appena finiti, te ne accorgi come vengono sprecati i soldi pubblici. Tangentopoli è anche il dover fare i conti con una burocrazia che soffoca i cittadini, Tangentopoli è l’ignoranza e l’incapacità degli amministratori e dei politici oppure quando capisci che le forze dell’ordine fanno finta di non vedere ciò che invece tutti vedono.
La corruzione è talmente radicata che regola il funzionamento della repubblica, ed in questa situazione tutti devono pagare il pizzo allo stato per ottenere i propri giusti diritti od interessi.
La bufera giudiziaria che ruota attorno alla figura di Alfredo Romeo non si ferma a Napoli e travolge molti politici. Infatti Romeo, si è avvalso di amicizie politiche bipartisan. Arrestato all’epoca di Mani Pulite, uscì dal carcere dopo pochi giorni accusando i politici dell’epoca di avergli estorto del denaro, venne condannato in appello con l’accusa di corruzione a 2 anni e sei mesi. La sentenza però non è mai stata definitiva e nel 2000 è stata prescritta in Cassazione.
La Romeo Immobiliare era diventato snodo fondamentale degli appalti non solo a Napoli ma in molte città come Milano, Venezia, Roma.
Come hanno accertato gli inquirenti, il gruppo Romeo ha una rete di relazioni molto capillare, arrivando anche alla manutenzione del Quirinale, del Senato e del ministero dell’Economia.
lastampa
Ora se addirittura la manutenzione del Quirinale – tra l'altro i costi della gestione del palazzo presidenziale sono top secret - è affidata ad imprenditori accusati di corruzione, mi fa pensare ad una battuta sgradevole ma che rappresenta l'oligarchia di questa repubblica : il più pulito ha la rogna.
Fino a quando gli italiani sopporteranno tutto questo?
Io però non mi meraviglio che questi fatti accadano, anzi mi stupisce chi lo si scopra solo adesso, la novità è che finalmente anche la sinistra è coinvolta, la quale finora era riuscita arrogantemente a considerarsi la parte politica migliore.
La politica a tutti i livelli è malata, come la pubblica amministrazione, la magistratura, l’imprenditoria, i sindacati .... tutte le istituzioni.
D’altronde si vive sulla propria pelle la corruzione, il clientelismo, l’inefficienza di uno stato completamente da abbandonare e da rifare.
Ad esempio te ne accorgi quando vedi i lavori pubblici realizzati, fatti male e già disastrati appena finiti, te ne accorgi come vengono sprecati i soldi pubblici. Tangentopoli è anche il dover fare i conti con una burocrazia che soffoca i cittadini, Tangentopoli è l’ignoranza e l’incapacità degli amministratori e dei politici oppure quando capisci che le forze dell’ordine fanno finta di non vedere ciò che invece tutti vedono.
La corruzione è talmente radicata che regola il funzionamento della repubblica, ed in questa situazione tutti devono pagare il pizzo allo stato per ottenere i propri giusti diritti od interessi.
La bufera giudiziaria che ruota attorno alla figura di Alfredo Romeo non si ferma a Napoli e travolge molti politici. Infatti Romeo, si è avvalso di amicizie politiche bipartisan. Arrestato all’epoca di Mani Pulite, uscì dal carcere dopo pochi giorni accusando i politici dell’epoca di avergli estorto del denaro, venne condannato in appello con l’accusa di corruzione a 2 anni e sei mesi. La sentenza però non è mai stata definitiva e nel 2000 è stata prescritta in Cassazione.
La Romeo Immobiliare era diventato snodo fondamentale degli appalti non solo a Napoli ma in molte città come Milano, Venezia, Roma.
Come hanno accertato gli inquirenti, il gruppo Romeo ha una rete di relazioni molto capillare, arrivando anche alla manutenzione del Quirinale, del Senato e del ministero dell’Economia.
lastampa
Ora se addirittura la manutenzione del Quirinale – tra l'altro i costi della gestione del palazzo presidenziale sono top secret - è affidata ad imprenditori accusati di corruzione, mi fa pensare ad una battuta sgradevole ma che rappresenta l'oligarchia di questa repubblica : il più pulito ha la rogna.
Fino a quando gli italiani sopporteranno tutto questo?
venerdì, dicembre 05, 2008
Magistratura CSM Forleo De Magistris
Stiamo assistendo in questi giorni ad un altro episodio non certo esaltante della repubblica italiana, adesso è il momento della Giustizia dare prova dello scompaginamento delle istituzioni.
Da tempo si sa che la Magistratura non funziona come dovrebbe, concorsi farsa per reclutare i nuovi magistrati, inchieste ad orologeria per eliminare personaggi scomodi, cortocircuito tra la Politica e Magistratura, adesso il caso "Why not" certifica quanto la Giustizia sia arrivata allo sbando.
Dopo aver assitito alla lotta tra Politica e Magistratura giungiamo alla lotta tra magistrature (Salerno e Catanzaro) e addirittura all'interno del CSM.
La guerra tra magistrati è talmente andata fuori dai canali istituzionali che, con un'iniziativa senza precedenti, il presidente della repubblica ha chiesto gli atti dell'inchiesta e si appresta a un intervento censorio fortissimo in qualità di presidente del Csm.
Lo stesso Csm è nella bufera, perché avvallò l'operato della procura di Catanzaro, trasferendo De Magistris, ed è quindi moralmente corresponsabile della chiusura della sua inchiesta che oggi la Procura di salerno considera fraudolenta (tanto che Nicola Mancino, vicepresidente del Csm oggi ha minacciato le dimissioni).
Come se non bastasse cossiga non approva l'azione di napolitano, e non è la prima volta che ci siano polemiche tra presidenti della repubblica .
Cossiga ha affermato :
Ho grande rispetto e nutro un'antica amicizia nei confronti di Giorgio Napolitano, come politico e capo dello Stato, e, cosa che conta molto di più, come persona. Ho molto meno rispetto e stima per una parte della magistratura ordinaria e per il Consiglio superiore della magistratura, strana istituzione che dobbiamo alla poca esperienza istituzionale democratica dei cattolici dell'Assemblea Costituente contro la volontà del Pci; e non ne ho nessuno, salvo qualche eccezione, per l'Associazione nazionale magistrati. Percio' forse diro' cose che non sembreranno coerenti con la mia linea''.
Lo scrive in una nota il senatore a vita Francesco Cossiga, parlando della guerra delle Procure tra Catanzaro e Salerno, alla luce della preoccupazione espressa dal capo dello Stato sul caso De Magistris.
Il presidente emerito della Repubblica sottolinea che nè il Colle, nè il Csm 'sono competenti a occuparsi di queste vicende.
Continua Cossiga: ''Comprendo tutta la gravità di quanto sta avvenendo negli uffici giudiziari, o per essere più esatti, negli uffici delle Procure della Calabria e di Salerno: una guerra che da un certo punto di vista è una garanzia per gli spazi di libertà dei cittadini!
Certo -avverte- ciò puo' avvenire solo in Italia a causa della Repubblica dei procuratori: non in Francia, negli Stati Uniti, nel Bund e nei Lander germanici, poichè in quei Paesi le procure sono gerarchizzate e vi è un Procuratore Generale che mantiene l'ordine! Ma in Italia non è cosi'! E i magistrati inquirenti hanno lo stesso status dei magistrati giudicanti''.
ilsole24ore
Inoltre ricordo l'intervista dell'ex GIP di Milano Clementina Forleo, che come De Magistris stava indagando su politici (il caso Unipol), la quale sul corriere della sera ha dichiarato:
Fino a Tangentopoli, e fino a qualche anno fa, il problema era dell’indipendenza della magistratura dal potere politico, adesso è dell’indipendenza del magistrato rispetto alla magistratura.
Il singolo magistrato che non si vuole allineare, non si vuole schierare, vuole essere libero, finisce per pagare i suoi errori. E li paga cari [...] Si sono toccati i fili che fanno morire. Perché fino a quando s’era attaccato il nemico della magistratura, il nemico di destra, era andato tutto bene. Avevo avuto la solidarietà. La magistratura era stata compatta nel proteggere il giudice Forleo. Poi, quando spunteranno caimani d’altro colore, tutti si dilegueranno
ilcorrieredellasera
A questo punto si giunge alla convinzione che anche la magistratura è delegittimata, altro che indipendenza della magistratura, altro che mani pulite.
In questa repubblica non si salva nulla.
Tutti le istituzioni repubblicane sono delegittimate o lottano tra di loro, fattori che mettono in pericolo addirittura la democrazia e la libertà del nostro Paese.
Di fronte a tutto ciò sono sempre più convito che l'Italia potrà, forse, risorgere solo dopo la fine di questo regime oligarchico repubblicano.
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