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martedì, novembre 20, 2007

Re Juan Carlos zittisce il presidente Chavez

Al summit Ibero-Americano a Santiago del Cile, il re di Spagna, Juan Carlos, ha puntato il dito contro il presidente venezuelano Hugo Chávez e gli ha chiesto, perché non ti stai zitto?, dopo che Chávez aveva definito l'ex primo ministro spagnolo José María Aznar un fascista, e dopo che José Luis Rodríguez Zapatero, l'attuale primo ministro spagnolo, aveva cercato di difendere Aznar.

Con questo intervento - ormai presente in ogni mezzo di informazione - Juan Carlos ha voluto giustamente difendere la Spagna dimostrando di essere un grande Re.





Grande Re Juan Carlos hai dimostrato, ancora una volta, che la Monarchia è meglio della repubblica!


Juan Carlos, la rinascita «Nuovo eroe spagnolo»

Consensi bipartisan dopo la lite con Chávez

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MADRID - Troppo tardi. Per quanto, come in una celebre tavola di Novello, Hugo Chávez si sforzi di rendere sempre più sferzante la risposta che non ha dato, faccia a faccia con Juan Carlos, il focoso confronto al vertice Ibero-americano passerà alla storia come un secco kappaò.

Manca poco che quel «por qué no te callas?», perché non taci?, con cui il re ha interrotto le contumelie del presidente venezuelano all'indirizzo dell'ex premier José Maria Aznar, diventi il ritornello dell'inno nazionale spagnolo, ancora in attesa di un paroliere. Da sabato scorso, quando il sovrano ha prima pubblicamente zittito il presidente Chávez e poi ha abbandonato la seduta conclusiva del vertice, in polemica con gli attacchi agli imprenditori spagnoli del presidente nicaraguese, Daniel Ortega, il popolo iberico si è riscoperto unito e devoto a Sua Maestà.

Con l' 84 per cento di consensi raccolti dal re con il recente viaggio alle enclave spagnole di Ceuta e Melilla, contestato dal governo marocchino, una ola di patriottismo eleva la Corona a paladina dell' onore nazionale: «Se domani si celebrassero le elezioni alla presidenza della Terza Repubblica - ipotizza Enric Juliana, vice direttore de La Vanguardia - e don Juan Carlos di Borbone si presentasse candidato, come fece a suo tempo re Simone di Bulgaria, l' attuale monarca sarebbe eletto con amplissima maggioranza».

E proprio oggi esce in Spagna un libro che celebra il carisma internazionale di Juan Carlos all' estero, Sulle orme del re, della giornalista televisiva Carmen Enríquez, che lo ha seguito per 17 anni e che non poteva scegliere momento migliore per raccontarlo, attraverso le testimonianze dei capi di Stato che lo hanno incontrato, da Bill e Hillary Clinton a Fidel Castro, che si è proclamato «realista» al defunto Yasser Arafat che lo aveva definito il «re di Gerusalemme».

Eppure soltanto un paio di mesi fa, le sue foto venivano bruciate dagli indipendentisti nelle piazze catalane, si discuteva se i falò eccedessero o no il diritto di critica alla Casa Reale, il cui principe ereditario, Filippo, era stato sbeffeggiato con la moglie sulla copertina del settimanale satirico El Jueves (i giornalisti sono stati condannati ieri a una multa di 3.600 euro a testa).

L'annus horribilis, iniziato lo scorso autunno con le accuse di un giornale russo, secondo cui Juan Carlos avrebbe ucciso, in una partita di caccia truccata, un orso domestico, ubriacato per ordine di Putin, si conclude sull'onda di un inaspettato trionfo. Appena amareggiato nelle ultime ore dalla notizia ufficiale della temporanea separazione di una delle due figlie, l'

Infanta Elena dal marito Jaime de Marichalar. I due principali partiti politici, il Psoe di Zapatero, al governo, e il Pp di Mariano Rajoy, all' opposizione, si sono compattati nell' incondizionata approvazione al sovrano. Rimangono fredde, o critiche, soltanto l' Izquierda Unida, storica amica di Chávez, e l'Esquerra Repubblicana de Cataluña, che non vedeva nulla di tanto grave nei roghi di foto reali e aveva disapprovato l' intervento della magistratura.

Ancora poche settimane fa, all'inizio di ottobre Juan Carlos si era dovuto difendere da solo, in un discorso all'università di Oviedo, ricordando che la monarchia parlamentare aveva garantito alla Spagna il più lungo periodo di stabilità. La visita a Ceuta e Melilla, forse, era stata una mossa astuta, pianificata dal governo per rialzare le quotazioni reali. Ma l'incidente con Chávez è stato un regalo del destino e del leader venezuelano al re.
Dopo un anno difficile di gaffe e polemiche il sovrano riconquista i «sudditi» «Se si candidasse, lo eleggerebbero»

Rosaspina Elisabetta
corriere della sera

lunedì, novembre 19, 2007

Anniversario del Matrimonio della Regina Elisabetta II


Sua Maestà la Regina Elisabetta II è la prima sovrana inglese a festeggiare le nozze di diamante.

Il matrimonio reale avvenne 60 anni fa, il 20 Novembre 1947.

GOD SAVE THE QUEEN


Ecco un video del matrimonio reale
HM the Queen's Wedding Day



Dal sito ufficiale della Monarchia Britannica
Diamond Wedding Anniversary
of The Queen and The Duke of Edinburgh.

giovedì, novembre 15, 2007

In Austria abolire la repubblica per ristabilire un regno


Schwarz-Gelb
"Demokratische Monarchie ist die beste Staatsform"
La Monarchia Democratica è la migliore forma di governo.

Praga, Nov 14 (CTK) - Lunedì scorso a Vienna i monarchici cechi sono stati gli unici stranieri a partecipare ad una manifestazione organizzata dai monarchici austriaci che chiedeva, dopo 89 anni, di abolire la Repubblica austriaca per ristabilire un impero o regno.

I rappresentanti del Partito della Corona Ceca (KC) hanno chiarito che la collaborazione con i monarchici austriaci non significa che i cechi voglio essere nuovamente uniti all'Austria sotto un unico sovrano.

"Siamo venuti per sostenere i gli austriaci, che hanno esigenze simili a noi," ha detto il segretario di KC Petr Nohel.

I monarchici austriaci vogliono conservare tutte le istituzioni democratiche, compreso il parlamento, ma vorrebbero avere a capo dello Stato un imperatore o un re.

I Ceca condividono queste idee. "In una costituzione democratica, la monarchia è una garanzia di stabilità, come dimostrato da molti paesi occidentali, come la Gran Bretagna, i Paesi Bassi," ha detto Nohel.


Czech monarchists march in Vienna
By ČTK / Published 15 November 2007

Prague, Nov 14 (CTK) - Czech monarchists demonstrated in Vienna on Monday as the only foreigners to have attended a rally of the Austrian proponents of the monarchy asking the abolition of the Austrian Republic after 89 years and re-establishment of an empire or kingdom, the daily Lidove noviny (LN) writes today.

However, representatives of the Czech Crown Party (KC) say the cooperation of the Czech and Austrian monarchists does not mean that Czechs would like to be united again with Austria under a single ruler, LN writes.

"We have come to support our Austrian counterparts who have similar demands," KC secretary Petr Nohel told the paper.

The Austrian monarchists want to preserve all democratic institutions, including parliament, but they would like to see an emperor or a king at the head of the state, LN writes.

Their Czech counterparts share their ideas. "In a democratic constitution, monarchy is a guarantee of stability, as proved by many Western countries such as Britain or the Netherlands," Nohel said.

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