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domenica, febbraio 27, 2022

80 anni battaglia del Mar di Giava

La principessa Beatrice commemora l'80° anniversario della battaglia del Mar di Giava

26 febbraio 2022

La principessa Beatrice dei Paesi Bassi, ex regina olandese, ha partecipato a un evento commemorativo delle battaglie del Mar di Giava, una delle più importanti battaglie navali della Guerra del Pacifico, che si svolsero 80 anni fa.

A Kloosterkerk, una chiesa dell'Aia, la principessa Beatrice ha partecipato alla cerimonia commemorativa in memoria di queste battaglie, alla quale hanno partecipato sopravvissuti e parenti di veterani. 

In occasione di questo 80° anniversario è stato appositamente realizzato un dipinto che rappresenta un momento decisivo della battaglia, che sarà esposto al Museo Navale.

Questa commemorazione della battaglia del Mar di Giava è organizzata dalla Marina reale olandese e dal Karel Doorman Fund, fondo istituito nel 1944 e la principessa Beatrice è la patrona.

La battaglia del Mare di Giava venne combattuta tra le forze navali alleate nell'area del sud-est asiatico, sotto il comando olandese e la sigla ABDA (American-British-Dutch-Australian Command), e le forze imperiali giapponesi. Le operazioni navali terminarono disastrosamente per gli alleati e tutti i possedimenti delle Indie orientali olandesi caddero sotto il controllo giapponese.


martedì, febbraio 01, 2022

Regicidio in Portogallo

Il Re Carlo I del Portogallo e il principe ereditario Luigi Filippo uccisi dai repubblicani.

1 febbraio 1908

Il Giorno dell'infamia della storia del Portogallo. Il Re e suo figlio, il  principe ereditario, furono barbaramente uccisi, e l
a macchia di sangue ha battezzato la repubblica portoghese ....

A Lisbona (Portogallo) un gruppo di repubblicani con un agguato, uccisero a fucilate il Re Carlo I e il principe Luigi Filippo, duca di Braganza, erede al trono. 

La morte del re Carlo (figlio di Maria Pia di Savoia) e del principe causarono indignazione in tutta Europa.

La Monarchia riuscì a resistere per altri 33 mesi (Re Manuele II), poi la repubblica si impose, causando una ulteriore escalation della violenza e corruzione nella vita pubblica del paese.

Dopo la prima repubblica, violenta e sanguinaria, è arrivata la 2° repubblica (la dittatura Salazar), e quindi l'attuale 3° repubblica fallita e corrotta ...

I portoghesi, consapevoli del fallimento della repubblica, continuano ad avere amore e rispetto per la Monarchia.


giovedì, gennaio 20, 2022

Maria Adelaide Regina di Sardegna

Ricordiamo Maria Adelaide Regina di Sardegna, moglie di Vittorio Emanuele II

20 gennaio 1855

167° anniversario della scomparsa di Maria Adelaide Regina di Sardegna, sposa di Vittorio Emanuele II di Savoia.

Adelaide Francesca Maria Raniera Elisabetta Clotilde d'Asburgo-Lorena nacque a Milano, il 3 giugno 1822, figlia dell'arciduca Ranieri, viceré del Lombardo-Veneto, e di Maria Elisabetta, sorella del re di Sardegna Carlo Alberto.

Adelaide è stata arciduchessa d'Austria, principessa d'Ungheria e regina di Sardegna in quanto consorte di Vittorio Emanuele II, ma non riuscì a diventare regina d'Italia, in quanto prima dell'Unità d'Italia. 

Nell'agosto del 1840 Maria Adelaide incontrò al castello di Racconigi il suo futuro sposo, Vittorio Emanuele di Savoia.  Le nozze di Vittorio Emanuele II e Maria Adelaide d'Austria si svolsero a Stupinigi (Torino), il 12 aprile 1842, e dopo l'abdicazione del suocero Carlo Alberto, nel 1849 divenne Regina di Sardegna.

I festeggiamenti del matrimonio durarono quasi un mese, con balli in costume a Palazzo Reale, tornei cavallereschi nelle piazze cittadine, l’ostensione della Sindone a Palazzo Madama ed una regata lungo il Po, illuminata da fuochi d'artificio, cui prese parte il Bucintoro reale.

Bella, colta, caritatevole e molto religiosa, la giovane principessa viveva nel lusso, contraddistinta però dalla modestia, ed aveva attenzioni sincere per gli indigenti.

Le continue gravidanze ne minarono il fisico, e negli ultimi tempi, prima della morte precoce, cominciò a perdere capelli e denti, ed era costantemente febbricitante, quasi incapace di reggersi sulle gambe. 

Maria Adelaide morì a seguito di un'improvvisa e violenta gastroenterite, manifestatasi (16 gennaio 1855) mentre si trovava in carrozza dopo aver assistito al funerale della suocera Maria Teresa d'Asburgo-Toscana.

L'agonia fu atroce ed il marito le tenne sino all'ultimo la mano e morì, da tutti compianta, il 20 gennaio 1855, quand'era appena chiusa la tomba della regina Maria Teresa da lei sempre, quasi madre, riverita e amata, e pochi giorni dopo la nascita di Vittorio Emanuele, duca del Genevese, ch'ebbe pochi mesi di vita. Il funerale fu celebrato nella chiesa di San Lorenzo, adiacente al palazzo reale di Torino, ed è sepolta nella Basilica di Superga.

Dal matrimonio di Maria Adelaide con Vittorio Emanuele II di Savoia nacquero 8 figli : 

  • Ludovica Teresa Maria Clotilde (Torino, 2 marzo 1843 - Moncalieri, 25 giugno 1911), principessa Bonaparte;
  • Umberto Rainerio Carlo Emanuele Giovanni Maria Ferdinando Eugenio (Torino, 14 marzo 1844 - Monza, 29 luglio 1900), principe di Piemonte (1849-1878) e re d'Italia Umberto I (1878-1900);
  • Amedeo Ferdinando Maria (Torino, 30 maggio 1845 - 18 gennaio 1890), re di Spagna (1871 - 1873) e duca d'Aosta;
  • Oddone Eugenio Maria (Torino, 11 luglio 1846 - Genova, 22 gennaio 1866), duca di Monferrato;
  • Maria Pia (Torino, 16 ottobre 1847 - Stupinigi, 17 luglio 1911), regina consorte del Portogallo;
  • Carlo Alberto (Torino, 2 giugno 1851 - Stupinigi, 28 giugno 1854), duca del Chiablese (antica provincia del ducato di Savoia, ora divisa tra Alta Savoia, Vallese e Vaud);
  • Vittorio Emanuele (Torino, 7 luglio 1852 - 7 luglio 1852);
  • Vittorio Emanuele Leopoldo (Torino, 8 gennaio 1855 - 16 maggio 1855), conte del Genevese (altra antica provincia della Savoia, che prendeva nome da Ginevra-Genève).


venerdì, gennaio 07, 2022

Festa del Tricolore del Regno d'Italia

Il vero primo Tricolore è la bandiera del Regno d'Italia

7 gennaio 2022

La repubblica italiana invece di ricordare il Tricolore Sabaudo, (che per Lei ha la colpa di essere una bandiera monarchica) il 7 gennaio festeggia il vessillo della "repubblica cispadana" del 1797.

Il significato di una bandiera è legato al periodo storico nel quale è vissuto, e quindi non si può, a posteriore, applicare al vessillo del 1797 un significato diverso da quello che aveva, che non aveva il significato dell'Unità d'Italia. 

Durante il triennio (1796-1799) i giacobini volevano imporre nella nostra penisola la rivoluzione francese, la bandiera della repubblica cispadana era imposta dagli stranieri (Napoleone), lo stato cispadano era un piccolissimo stato fantoccio dell’esercito napoleonico che non simboleggiava l'Unità d'Italia e la sua Indipendenza, anzi era esattamente l'opposto.

E poi come si spiega che fino a pochi anni fa questo vessillo era sconosciuto dagli italiani e mai insegnato nelle scuole ?

Inoltre la bandiera della repubblica cispadana è graficamente molto diversa da quella attuale, le bande sono orizzontali invece che verticali, al centro è dipinto la faretra con 4 frecce e la sigla “R C” .

Ironia della sorte : sotto la faretra c’è anche un simbolo (fascio) che ricorda il fascismo, e quindi la repubblica italiana, che si considera essere antifascista, onora una bandiera con un simbolo fascista…

Come se non bastasse non esiste l’originale della bandiera del 1797, esiste solo la ricostruzione storica fatta da un certo Ugo Bellocchi, un giornalista di Reggio Emilia che nel 1945 fondò il quotidiano “Reggio Democratica”, organo del Comitato Provinciale di Liberazione Nazionale.

La presunta ricostruzione del vessillo avvenne solo nel 1963 quando lui riuscì a identificare le  caratteristiche della bandiera cispadana...

Insomma è impossibile festeggiare il Tricolore senza la Bandiera Sabauda !

Il primo vero Tricolore dell'Italia è quello scelto da Re Carlo Alberto e usato dai patrioti nel glorioso Risorgimento.

W il Tricolore!

W la Bandiera di Re Carlo Alberto!

W il Risorgimento!

W la Monarchia!

W il Regno d'Italia!

martedì, novembre 16, 2021

Amedeo I Re di Spagna

151 anni fa Amedeo d'Aosta diventava  Re di Spagna

16 novembre 2021

Ferdinando VII di Borbone, Re di Spagna, era morto nel 1833 senza eredi maschi e, in previsione di ciò, aveva abolito nel 1830 la legge salica a favore della figlia Isabella II, appena nata.

La successione venne contestata da Carlo di Borbone, fratello del defunto monarca, e dai conservatori carlisti, sostenitori della legge salica.

Tra gli altri pretendenti al trono spiccava Casa Savoia, visto che dal 1718,Vittorio Amedeo II di Savoia aveva ottenuto, a fronte della perdita della Sicilia, la Sardegna e il diritto a succedere al trono di Spagna, in caso di estinzione della locale Casa di Borbone.

Nel 1869 Vittorio Emanuele II nominò ambasciatore in senatore Enrico Cialdini, che conosceva bene la Spagna, dove aveva prestato servizio da militare dal 1835 al 1848.

Il tentativo ebbe successo il 16 novembre 1870, la Cortes di Spagna (Parlamento) decise di designare Amedeo d'Aosta (fratello cadetto del futuro Umberto I e capostipite dell'attuale famiglia dinastica dei Savoia-Aosta) nuovo Re di Spagna.

Amedeo Ferdinando Maria di Savoia nacque a Torino, il 30 maggio 1845 e morì a Torino, il 18 gennaio 1890.

Amedeo era figlio del fondatore del Regno d’Italia Re Vittorio Emanuele II e fratello del Principe di Piemonte che succederà al padre dal 9 gennaio 1878 con nome di Umberto I.

Amedeo fu il primo duca d'Aosta, capostipite del ramo Savoia-Aosta, e fu Re di Spagna fino all'11 febbraio 1873, quando firmò l'atto di abdicazione.

La situazione era tutt'altro che stabile e, nei due anni di regno, Amedeo ebbe sei diversi governi, e quando i Progressisti si divisero fra monarchici e costituzionalisti, l'instabilità divenne ancor maggiore, sino a sfociare, nel 1872, in violenti scontri. 

Il 19 luglio del 1872 Amedeo subì un tentativo di assassinio e du così che, dopo appena due anni, Amedeo proclamò che, senza il supporto popolare, gli era impossibile regnare. L'11 febbraio 1873 firmò l'atto di abdicazione e pronunciò alle Cortes il discorso di rinuncia al trono, definendo ingovernabili gli Spagnoli, e alle dieci di sera della stessa giornata in Spagna venne proclamata la repubblica.

La prima Repubblica spagnola durò meno di due anni, cessando nel 29 dicembre 1874, quando Alfonso XII, figlio di Isabella II, venne proclamato re sotto la reggenza di Antonio Cánovas del Castillo, primo ministro spagnolo parecchie volte dal 1875 al 1897, data del suo assassinio.

Completamente disgustato, Amedeo tornò a Torino dove assunse il titolo di duca d'Aosta. Dopo 12 anni di vedovanza, l'11 settembre 1888 sposò a Torino la giovane nipote Maria Letizia Bonaparte, figlia della sorella Maria Clotilde, da cui ebbe un unico figlio Umberto, conte di Salemi.

Due anni dopo, solo quarantacinquenne, Amedeo I morì in seguito a una polmonite, ed il suo corpo riposa nella cripta reale della Basilica di Superga.


giovedì, novembre 04, 2021

4 novembre 1918

4 novembre 1918
103 anni fa la più grande Vittoria Italiana

La Prima Guerra Mondiale è un punto di riferimento indispensabile per costituire l’identità italiana, con questa guerra tutti gli Italiani, senza distinzione, si trovarono concordi nell’affrontare i pericoli ed i disagi della guerra, e così gli italiani diventarono un Popolo.

E' doveroso sottolineare che per la Vittoria fu essenziale la guida del Re Vittorio Emanuele III, che era il simbolo vivente della Patria, il quale si recava al fronte per capire la situazione militare e per sollevare il morale dei soldati.

Le doti del Sovrano emersero l’8 novembre 1917 al Convegno di Peschiera, allorché seppe esporre la situazione militare con assoluta padronanza e con una assoluta fiducia nel nostro Esercito. Da quel momento la direzione della guerra ritornò nelle mani del Re e tutti gli Italiani si strinsero attorno a Casa Savoia.

Purtroppo anche il "4 novembre" ha subito la deformazione propagandata dalla repubblica, che invece di ricordare con orgoglio la vittoria della prima guerra mondiale, tende a considerarla una "vittoria militare", il primo passo verso il fascismo ...

Questa assurda logica è grave perché non solo sminuisce la Monarchia ma indebolisce l'Identità Nazionale, che è essenziale per l'Italia in quanto il 4 Novembre permise il compimento del Risorgimento Nazionale e dell’Unità d’Italia.

La debolezza e la miseria della repubblica italiana hanno dato eco e forza alle voci anti risorgimentali, ben lontane dalla realtà dei fatti storici.

E' dal 1946 che in Italia si discute sulla mancanza di valori, di una cultura condivisa, di fiducia nel futuro, mancanza di Identità.

La risposta è rivalutare la nostra Storia, rifiutare la propaganda della repubblica che ha indebolito l'Identità Nazionale, e riscoprire i valori che furono essenziali per realizzare l'Italia ...

W il Regno d'Italia !!!
W il Re !!!
W le Forze Armate !!!
W il 4 Novembre !!!


martedì, ottobre 26, 2021

Teano Vittorio Emanuele II e Garibaldi

161 anni fa lo storico incontro tra Vittorio Emanuele II e Garibaldi a Teano

26 ottobre 1860

Lo storico incontro di Teano tra Re Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi fu l'episodio del Risorgimento con il quale si concluse la spedizione dei Mille, un importante evento per la realizzazione dell'Unità d'Italia.

Garibaldi assisteva al passaggio delle truppe piemontesi, quando ad un certo momento si sentì suonare la Marcia reale d'ordinanza e gridare le parole "Il re! Viene il re!".

"Salute al Re d’Italia” furono le parole che Garibaldi disse a Vittorio Emanuele II.

Due settimane dopo l'incontro di Teano, il 7 novembre, Vittorio Emanuele II e Garibaldi entrano trionfalmente in Napoli.

Di fronte alla decadenza portata da una repubblica oligarchica e incapace, l'Italia potrà risorgere solo onorando il glorioso passato del Risorgimento e del Regno d'Italia !!!

W il Risorgimento ! 
W la Monarchia !
W' l'Italia !


lunedì, ottobre 18, 2021

Eugenio di Savoia

358° anniversario della nascita del Principe Eugenio di Savoia.

18 ottobre 1663

Il Principe Eugenio di Savoia nacque a Parigi, il 18 ottobre 1663, e morì a Vienna, il 21 aprile 1736

Eugenio, principe di Savoia-Carignano e conte di Soissons, è stato un generale italiano naturalizzato austriaco al servizio degli Asburgo (Sacro Romano Impero), divenendo presto comandante dell'esercito imperiale. All'ultima battaglia aveva 72 anni.

Ebbe numerosi soprannomi : Principe Sole, Marte senza Venere, Gran Capitano, il nobile cavaliere, re degli onesti.

Fu uno dei migliori strateghi del suo tempo e con le sue vittorie e la sua opera di politico assicurò agli Asburgo e all'Austria la possibilità di imporsi in Italia e nell'Europa centrale e orientale.

Nel 1706 guidò le truppe che liberarono Torino dall'assedio francese ed in seguito al successo fu nominato dall'Imperatore governatore del ducato di Milano. Fu anche governatore dei Paesi Bassi. Eugenio era un amante delle arti e della lettura e la sua collezione di 15.000 volumi è tuttora conservata all'Hofburg.

La sua residenza ufficiale e il famoso Palazzo del Belvedere, una magnifica costruzione, connubio tra barocco italiano e mitteleuropeo, dove lui riceveva visite diplomatiche e manteneva rapporti epistolari con generali e regnanti di molti stati europei.

Il suo corpo fu tumulato nella cattedrale viennese di Santo Stefano, ed il cuore, per volere dei Savoia, nella cripta della Basilica di Superga.


giovedì, ottobre 07, 2021

450° anniversario battaglia di Lepanto

La battaglia di Lepanto che salvò l'Europa,  grazie anche ai Savoia

7 ottobre 1571

450 anni fa la storica vittoria della flotta cristiana sull’Impero ottomano, che riunì l’Europa a difesa della Cristianità.

La battaglia di Lepanto fu uno scontro navale avvenuto il 7 ottobre 1571, nel corso della guerra di Cipro, tra le flotte musulmane dell'Impero ottomano e quelle cristiane della Lega Santa .

La coalizione cristiana era stata promossa da Papa Pio V per soccorrere la veneziana città di Famagosta, sull'isola di Cipro, assediata dai turchi.

La coalizione cristiana riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, del Regno di Spagna, del Regno di Napoli, del Regno di Sicilia, dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana, del Ducato di Urbino, della Repubblica di Lucca, del Ducato di Ferrara e del Ducato di Mantova.

Lo Stato sabaudo partecipò con tre galee (la "Capitana", la "Margherita" e la "Piemontesa"), al comando di Andrea Provana di Leynì. Papa Pio V aveva addirittura proposto quale comandante supremo di tutta la flotta cristiana il Duca Emanuele Filiberto di Savoia, ma il Duca sabaudo respinse l'offerta perchè, pur essendo stato un grande condottiero sulla terraferma, non era esperto di battaglie navali.

Durante la battaglia i piemontesi si batterono eroicamente come sempre, che si concluse con una schiacciante vittoria della Lega Santa che salvò la Cristianità da uno dei più massicci tentativi di invasione islamica.



martedì, luglio 27, 2021

Monumento dedicato allo Zar Nicola II

Un monumento dedicato allo zar Nicola II

9 luglio 2021

Il secondo monumento equestre all'imperatore di Russia Nicola II è stato ufficialmente inaugurato e consacrato sul terreno della chiesa del santo martire Mikhail (Gusev) a Kulebaki nella regione di Nizhny Novgorod.

Il 17 luglio è stato il 103° anniversario della morte e del martirio di Nicola II e di tutta la Famiglia Imperiale Russa.

Il rettore della Chiesa del Santo Martire Mikhail (Gusev), padre Nikolai Boldyrev, ha detto che il popolo russo è colpevole della morte dello zar e che considera questo monumento un passo di pentimento per i peccati dei padri ed ha affermato che lo Zar è morto per il popolo russo, che lo ha tradito ma che Lui ha perdonato tutti coloro che lo avevano calunniato.

Il progetto del monumento è stato ispirato dal famoso Nikolai Guryanov, un ortodossa al quale gli vengono attribuiti numerosi miracoli e guarigioni, che disse : "La ragione della malattia spirituale in Russia è il peccato di tradimento contro lo Zar e nel permettere il massacro della Sacra Famiglia Reale … Abbiamo perso la grazia pura e fortificante che si è riversata sul sacro capo dell'Unto, e per suo tramite su tutta la Russia. Senza un vero pentimento, non c'è una vera glorificazione dello Zar. Ci deve essere consapevolezza spirituale."



sabato, luglio 17, 2021

Eccidio della famiglia imperiale russa

103° anniversario dell'eccidio della famiglia Imperiale Russa

17 luglio 1918 

Ricordiamo l’orribile sterminio della Famiglia Imperiale Russa, martire della rivoluzione comunista.

Nella notte del 17 luglio 1918 a Ekaterinburg i rivoluzionari bolscevichi trucidarono barbaramente e con inaudita ferocia lo Zar Nicola II, la Zarina Alessandra, lo Zarevic Alessio, le Granduchesse Olga, Tatiana, Maria, Anastasia e tre membri della servitù, Anna Demidova, Trupp, Kharitonov ed il medico militare, Dott. Botkin.

Ricordiamo le parole dello Zar Nicola II: “Sono fermamente, assolutamente convinto che il destino della Russia - il Mio e quello della mia Famiglia - sono nelle mani di Dio, che mi ha voluto qui. Qualsiasi cosa accada mi inchinerò alla Sua volontà, cosciente di non aver altro pensiero che di servire il paese che Egli mi ha affidato”.

Il 20 luglio viene pubblicato a Ekaterinburg il decreto dell’eseguita esecuzione:

“Decreto del Comitato esecutivo del Soviet degli Urali dei deputati operai, contadini e dell’Armata Rossa. Avendo notizia che bande cecoslovacche minacciano Ekaterinburg, capitale rossa degli Urali, e considerando che il boia coronato, qualora si desse alla latitanza, potrebbe sottrarsi al giudizio del popolo, il Comitato esecutivo, dando corso alla volontà del popolo, ha decretato di procedere all’esecuzione dell’ex zar Nikolaj Romanov, colpevole di innumerevoli crimini sanguinosi.”

La differenza tra le due dichiarazione è abissale. In quella dello Zar Nicola, amore per la Patria e per Dio. In quella dei comunisti russi, odio e sangue.

All’una e trenta del mattino Jurovskij, l’uomo che avrebbe orchestrato lo sterminio, informò i Romanov che il conflitto tra le armate rossa e bianca stava minacciando la città e che, per la loro stessa sicurezza, dovevano essere trasferiti nel seminterrato. Dopo aver letto la dichiarazione di morte, le guardie cominciarono a sparare, e dopo venti minuti di puro orrore, l’intera famiglia e il seguito, colpiti da proiettili, armi da taglio o a mani nude, erano tutti morti.

Gli 11 corpi furono trascinati fuori di casa e caricati su una camionetta e gli studiosi ritengono che i corpi siano stati dapprima scaricati in una miniera poco profonda chiamata Ganina Jama, ma in seguito i corpi furono portati via in tutta fretta e lungo il tragitto due corpi, che ora si crede essere quelli di Aleksej e Marija, furono scaricati e gettati nella foresta. Gli altri 9 furono cosparsi di acido, bruciati e sepolti in una fossa separata non molto lontano da lì.

Nel 1990 i corpi furono ritrovati, ed identificati con l'esame del DNA. Non furono però ritrovati i resti dello zarevič Aleksej e della Granduchessa Anastasia, probabilmente bruciati dopo l'esecuzione.

Bisogna attendere il 1998 perché le ossa vengano identificate ufficialmente ed il 16 luglio 1998 la famiglia imperiale fu inumata con esequie di Stato nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo, di fianco alle tombe degli altri Romanov.

Nel 2000 la Chiesa Ortodossa Russa ha canonizzato i sette membri della famiglia imperiale russa e dichiarati Martiri. 

A Ganina Jama – il primo luogo in cui i bolscevichi tentarono di disfarsi dei corpi – la Chiesa ortodossa russa ha costruito un monastero e nel 2003 fu consacrata la magnifica chiesa sul Sangue, divenuta da allora luogo di pellegrinaggio.



venerdì, giugno 11, 2021

Strage di via Medina a Napoli

La strage di via Medina a Napoli : uccisi 9 monarchici ed oltre 150 feriti.

11 giugno 1946

Dopo 75 anni anni, ricordiamo la brutale repressione anti monarchica, avvenuta in via medina di Napoli, nella quale 9 giovani monarchici furono uccidi dagli ausiliari di pubblica sicurezza, voluti dal Ministro dell'Interno Romita. 

Il 10 giugno la Corte di Cassazione ufficializza il risultato del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 ma non proclama la repubblica in attesa di esaminare le numerose contestazioni.

La repubblica non è MAI stata proclamata!

Il governo De Gasperi cerca un accordo con il Re Umberto II per avviare il trapasso dei poteri, ma la Corona rifiuta, in attesa che sia fatto chiarezza sui risultati del referendum. 

Non solo le contestazioni non furono esaminate ma le schede furono cancellate ...

A questo punto i monarchici protestano, ed a Napoli davanti alla sede del PCI, in via Medina, accanto alla bandiera rossa con falce e martello, è esposta una strana bandiera tricolore, con l’effigie di una testa di donna turrita nel campo bianco al posto dello stemma sabaudo.

Per Napoli, che ha votato per l’80% la Monarchia, è una provocazione.

In via Medina scoppia una violenta battaglia, risolta dalle mitragliatrici della polizia ausiliaria (repubblicani) che spara sui dimostranti: sul terreno restano diversi morti e decine di feriti, tutti monarchici.

Due giorni dopo Umberto II lascia l'Italia per evitare una guerra civile...

La storiografia repubblicana non ricorda questo eccidio che, in questo modo, continua ad uccidere quei giovani italiani, colpevoli solo di manifestare apertamente e pacificamente i loro ideali e la contrarietà all'esito falsificato del referendum istituzionale.

Ricordiamo i giovani morti in via Medina, uccisi per essere rimasti fedeli al Re ed alla Patria : Ida Cavalieri (19 anni), Vincenzo Di Guida (20 anni), Gaetano D'Alessandro (16 anni), Mario Fioretti (21 anni), Michele Pappalardo (22 anni), Francesco D'Azzo (21 anni), Guido Beninato, Felice Chirico, Carlo Russo (14 anni).


martedì, maggio 04, 2021

Anniversario dell'Esercito Italiano

160° Anniversario dell'Esercito Italiano

4 maggio 1861 - 2021

In occasione del 160° Anniversario della fondazione dell’Esercito Italiano, rendiamo omaggio alle Forze Armate e ricordiamo commossi tutti i soldati caduti nell'adempimento del dovere.

L'Esercito Italiano (EI) è la componente principale e più antica delle tre Forze Armate italiane, assieme alla Marina Militare, all'Aeronautica Militare ed all'Arma dei Carabinieri elevata a rango di Forza Armata, tutte dipendenti dal Capo di Stato Maggiore della Difesa ed inserite nel Ministero della Difesa.

Le importanti riforme attuate dallo Stato Maggiore di Vittorio Emanuele II per riconvertire la vecchia Armata Sarda nel primo Esercito Italiano, iniziarono appena conclusa la seconda guerra di indipendenza, alla fine del 1859.

Il piccolo esercito del Re di Sardegna non era più sufficiente ad assolvere i complessi compiti che invece avrebbe dovuto affrontare il nuovo esercito a base nazionale.

Nel 1861, anno dell'Unità d'Italia, nacque il Regio Esercito Italiano, il nome che assunse per decreto l'Armata Sarda unificata con molti altri eserciti operativi prima dell'Unità d'Italia; questo avvenne il 4 maggio 1861, con decreto (nota n. 76 del 4 maggio 1861) firmato dal ministro Manfredo Fanti.

Il 4 maggio 1861 un provvedimento del Ministro della Guerra Manfredo Fanti decretava la fine dell'Armata Sarda e la nascita dell'Esercito Italiano.

Vista la legge in data 17 marzo 1861, colla quale S.M. ha assunto il titolo di Re d'Italia, il sottoscritto rende noto a tutte le Autorità, Corpi ed Uffici militari che d'ora in poi il Regio Esercito dovrà prendere il nome di Esercito Italiano, rimanendo abolita l'antica denominazione di Armata Sarda.

Firmato Manfredo FANTI, Ministro della Guerra.

La gloriosa storia del nostro Esercito ha radici molto più lontane.

Nel 1659, il duca Carlo Emanuele II di Savoia, volendo disporre di militari addestrati e pronti all'impiego, creò cinque nuovi reggimenti interamente piemontesi: il reggimento "Piemonte", il "Savoia", il "Monferrato", il "Saluzzo" e quello delle "Guardie".

Viva l’Esercito Italiano, viva le Forze Armate, viva la Monarchia !

lunedì, febbraio 01, 2021

Regicidio in Portogallo

Il Re Carlo I del Portogallo e il principe ereditario Luigi Filippo, uccisi dai repubblicani.

1 febbraio 1908

A Lisbona (Portogallo) un gruppo di repubblicani con un agguato, uccisero a fucilate il Re Carlo I e il principe Luigi Filippo, duca di Braganza, erede al trono.

L'attentato era voluto da un vasto gruppo di rivoluzionari professionisti e ben organizzati che aveva lo scopo di uccidere tutta la famiglia reale. Gli assassini furono assunti per eseguire il crimine ed il numero di criminali coinvolti era molto più alto del numero di coloro che uccisero il Re e il principe erditario.

La morte del re Carlo (figlio di Maria Pia di Savoia) e del principe causarono indignazione in tutta Europa.

La Monarchia riuscì a resistere per altri 33 mesi (Re Manuele II), poi la repubblica si impose, causando una ulteriore escalation della violenza e corruzione nella vita pubblica del paese.

Dopo la prima repubblica, violenta e sanguinaria, è arrivata la 2° repubblica (la dittatura Salazar), e quindi l'attuale 3° repubblica fallita e corrotta... ed i portoghesi, consapevoli del fallimento della repubblica, continuano ad avere amore e rispetto per la Monarchia.


domenica, gennaio 31, 2021

Beata Maria Cristina di Savoia

185° anniversario della scomparsa della Beata Maria Cristina di Savoia

31 gennaio 

Maria Cristina nasce a Cagliari il 14 novembre 1812, durante il periodo napoleonico, quando il Piemonte, ove si trovava la capitale del regno, Torino, era stato annesso all'Impero francese.
Maria Cristina è la figlia minore di Vittorio Emanuele I di Sardegna e dell'arciduchessa Maria Teresa d'Asburgo-Este.

Rimasta orfana di padre e madre, il 30 marzo 1832 Carlo Alberto ordina il suo trasferimento a Torino e il 21 novembre è data in sposa a Re Ferdinando II di Borbone, sovrano delle Due Sicilie. Nella corte di Napoli è consigliera saggia e prudente del Re, nonché vera madre dei poveri e degli ultimi, per i quali prodiga la sua immensa carità.

Maria Cristina, di fortissimi sentimenti religiosi, vive in una corte il cui stile di vita lontano dalla sua sensibilità, e nei pochi anni in cui è regina riesce a impedire l'esecuzione di tutte le condanne capitali.

Non potendo avventurarsi in ingerenze politiche si dedica prevalentemente ad azioni di bontà verso i poveri e i malati, tanto che è chiamata dai napoletani  la "Reginella Santa", ed ancora oggi Maria Cristina è considerato un modello di impegno femminile : la grazia, l'alta spiritualità, lo spirito umanitario.

Il 31 gennaio 1836 Maria Cristina muore non ancora ventiquattrenne per i postumi del parto, nel dare alla luce l'unico figlio Francesco, che alla morte del padre sarebbe salito al trono, divenendo in tal modo l'ultimo re del Regno delle Due Sicilie. 

Re Ferdinando II avvia il processo di beatificazione della defunta regina consorte Maria Cristina, e Pio XI il 6 maggio 1937 conferma l’eroicità delle virtù della Serva di Dio e da quel momento le è attribuito il titolo di Venerabile. 
Il 2 maggio 2013 papa Francesco, ricevendo in udienza privata il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, autorizza la promulgazione del decreto riguardante il miracolo attribuito all'intercessione di Maria Cristina.



mercoledì, gennaio 27, 2021

Regina Maria José

Ricordiamo Maria José Regina d'Italia

27 gennaio 2001

Esattamente 20 anni fa, il 27 gennaio 2001, la Regina Maria José morì a Ginevra (Svizzera).

Il funerale della Regina d'Italia si svolse nell'abbazia di Altacomba (Francia) il 2 febbraio 2001, e, per suo espresso volere fu sepolta nell'Abbazia Reale di Altacomba , al fianco di Sua Maestà Umberto II.

Maria José di Savoia è nata ad Ostenda, il 4 agosto 1906 come principessa del Belgio e divenne Regina d'Italia come consorte di Umberto II di Savoia.

Umberto e Maria Josè si fidanzarono privatamente il 7 settembre 1929 presso il Chateau de Losange, vicino a Bastogne (Belgio) mentre il fidanzamento ufficiale avvenne a Bruxelles il 23 ottobre 1929, che fu poi annunciato il giorno successivo.

Le nozze tra il Principe Umberto e la Principessa Maria Josè furono celebrate a Roma l' 8 gennaio del 1930 nella Cappella Paolina del palazzo del Quirinale.


Attendiamo sempre che tutti i Sovrani d'Italia potranno finalmente riposare nel Pantheon di Roma !!!



Giorno della Memoria - Mafalda

Nel Giorno della Memoria ricordiamo la Principessa Mafalda di Savoia, morta nel campo di Buchenwald

27 gennaio

Oggi nella "Giornata della Memoria" ricordiamo che tra i deportati c'era anche la Principessa Mafalda di Savoia che morì nel campo di sterminio di Buchenwald.

Mafalda, secondogenita del Re d'Italia Vittorio Emanuele III e della regina Elena, si sposò a Racconigi (23 settembre 1925) con il langravio Filippo d'Assia.

Su ordine di Hitler, con un tranello i tedeschi arrestarono Mafalda, e la deportarono nel lager di Buchenwald.

Nell'agosto del 1944 la baracca in cui era prigioniera la principessa Mafalda, sotto il falso nome di Frau von Weber, fu distrutta da un bombardamento degli anglo-americani. La principessa riportò gravi ustioni e contusioni varie su tutto il corpo, ricoverata nell'infermeria del lager ma senza cure le sue condizioni peggiorarono.

Dopo 4 giorni di tormenti, a causa delle piaghe insorse la cancrena e le fu amputato un braccio. Mafalda abbandonata e privata di ulteriori cure, muore dissanguata nella notte del 28 agosto 1944.

La principessa Mafalda riposa nel cimitero degli Assia, nel castello di Kronberg im Taunus vicino a Francoforte sul Meno.


giovedì, gennaio 21, 2021

Luigi XVI ucciso dalla repubblica del terrore

228 anni fa la repubblica francese uccideva Luigi XVI

21 gennaio 1793

Luigi XVI Re di Francia fu ucciso dai repubblicani, il 21 gennaio 1793 in Piazza della Rivoluzione, a Parigi.

Per questi violenti rivoluzionari la figura del Re era imbarazzante e decisero di eliminarlo, basta ricordare una frase espressa da Saint Just durante l'iniquo processo al Re Luigi XVI : "Non vogliamo giudicare il Re, vogliamo ammazzarlo".

Prima di essere ucciso il Re disse ai francesi : "Muoio innocente di tutti i crimini che mi sono imputati. Perdono i responsabili della mia morte e prego Dio che il sangue che state per versare non ricada mai sulla Francia".

In seguito Papa Pio VI elevò il Re Luigi XVI a martire (Enciclica Quare lacrymae), poiché la sua morte fu una conseguenza del furore satanico e anti-cattolico della Rivoluzione.

La rivoluzione francese ci ha portato verso la decadenza nella quale viviamo, che ha forte analogie col comunismo, che ambedue hanno partorito stati totalitari che controllano il popolo con il terrore, uccidono le famiglie regnanti, attacchi contro la religione, ... la ghigliottina e il Gulag i loro strumenti.

La storia ci insegna che la repubblica francese ha inventato i tribunali rivoluzionari con i quali i vandeani sono stati massacrati e ci spiega che il comunismo ed il nazismo si riferiscono alla Rivoluzione francese del Terrore.

Lenin considerava il bolscevico come il perfetto giacobino : «La ghigliottina non era che uno spauracchio che spezzava la resistenza attiva. Questo non basta. Noi non dobbiamo solo spaventare i capitalisti, cioè far loro dimenticare l’idea di una resistenza attiva contro di esso. Noi dobbiamo spezzare anche la loro resistenza passiva».

Ecco cose disse l'intellettuale Balzac : "il giorno in cui abbiamo tagliato la testa del re è come se avessimo tagliato la testa di tutti i padri di famiglia".

Raymond Poincaré :"la morte di Luigi XVI è stato un suicidio collettivo".


mercoledì, gennaio 20, 2021

Maria Adelaide Regina di Sardegna

Muore Maria Adelaide Regina di Sardegna

20 gennaio 1855

166° anniversario della scomparsa di Maria Adelaide Regina di Sardegna, sposa di Vittorio Emanuele II di Savoia.

Adelaide Francesca Maria Raniera Elisabetta Clotilde d'Asburgo-Lorena nacque a Milano, il 3 giugno 1822, figlia dell'arciduca Ranieri, viceré del Lombardo-Veneto, e di Maria Elisabetta, sorella del re di Sardegna Carlo Alberto.

Adelaide è stata arciduchessa d'Austria, principessa d'Ungheria e regina di Sardegna in quanto consorte di Vittorio Emanuele II, ma non riuscì a diventare regina d'Italia, in quanto prima dell'Unità d'Italia. 

Nell'agosto del 1840 Maria Adelaide incontrò al castello di Racconigi il suo futuro sposo, Vittorio Emanuele di Savoia.  Le nozze di Vittorio Emanuele II e Maria Adelaide d'Austria si svolsero a Stupinigi (Torino), il 12 aprile 1842, e dopo l'abdicazione del suocero Carlo Alberto, nel 1849 divenne Regina di Sardegna.

Le continue gravidanze ne minarono il fisico, e negli ultimi tempi, prima della morte precoce, cominciò a perdere capelli e denti, ed era costantemente febbricitante, quasi incapace di reggersi sulle gambe. 

Maria Adelaide morì a seguito di un'improvvisa e violenta gastroenterite, manifestatasi (16 gennaio 1855) mentre si trovava in carrozza dopo aver assistito al funerale della suocera Maria Teresa d'Asburgo-Toscana.

L'agonia fu atroce ed il marito le tenne sino all'ultimo la mano. Il funerale fu celebrato nella chiesa di San Lorenzo, adiacente al palazzo reale di Torino, ed è sepolta nella Basilica di Superga.

Dal matrimonio di Maria Adelaide con Vittorio Emanuele II di Savoia nacquero 8 figli:

  • Ludovica Teresa Maria Clotilde (Torino, 2 marzo 1843 - Moncalieri, 25 giugno 1911), principessa Bonaparte;
  • Umberto Rainerio Carlo Emanuele Giovanni Maria Ferdinando Eugenio (Torino, 14 marzo 1844 - Monza, 29 luglio 1900), principe di Piemonte (1849-1878) e re d'Italia (1878-1900);
  • Amedeo Ferdinando Maria (Torino, 30 maggio 1845 - 18 gennaio 1890), re di Spagna (1871 - 1873) e duca d'Aosta;
  • Oddone Eugenio Maria (Torino, 11 luglio 1846 - Genova, 22 gennaio 1866), duca di Monferrato;
  • Maria Pia (Torino, 16 ottobre 1847 - Stupinigi, 17 luglio 1911), regina consorte del Portogallo;
  • Carlo Alberto (Torino, 2 giugno 1851 - Stupinigi, 28 giugno 1854)[4], duca del Chiablese (antica provincia del ducato di Savoia, ora divisa tra Alta Savoia, Vallese e Vaud);
  • Vittorio Emanuele (Torino, 7 luglio 1852 - 7 luglio 1852);
  • Vittorio Emanuele Leopoldo (Torino, 8 gennaio 1855 - 16 maggio 1855), conte del Genevese (altra antica provincia della Savoia, che prendeva nome da Ginevra-Genève).




domenica, gennaio 17, 2021

Funerali di Re Vittorio Emanuele II

143° Annivesario dei funerali di Re Vittorio Emanuele II al Pantheon

Il 17 Gennaio 1878  al Pantheon di Roma si svolsero i Funerali del Re d’Italia Vittorio Emanuele II di Savoia.

Vittorio Emanuele II di Savoia morì di polmonite il 9 gennaio 1878 al Palazzo del Quirinale, il lutto fu forte in tutto il Paese, e subito si doveva stabilire dove seppellire il Primo Re d'Italia.

Francesco Crispi, il Ministro degli Interni, propose il Pantheon, in quanto per ragioni politiche Vittorio Emanuele II doveva rimanere a Roma, la Capitale del Regno d'Italia, ed anche Re Umberto I accettò la scelta, visto che era d'accordo che il padre rimanesse a Roma, a condizione che fosse sepolto in una chiesa, che non fosse una Basilica Papale.
Il Pantheon era perfetto come mausoleo Imperiale per la sua origine Romana e per la perfetta integrità, che poneva la Dinastia dei Savoia direttamente in continuità con l'Antica Roma. 

Il 10 gennaio 1878 la camera ardente fu allestita  nel Salone degli Svizzeri, poi il 17 gennaio alle ore 10.00 cominciò il corteo funebre, dopo lo sparo di tre colpi di cannone. 
Il Re Vittorio Emanuele II era posto sulla carrozza funebre usata da Carlo Alberto, tirato da otto cavalli, seguito dalle persone (rappresentanti Istituzionali, Ordine dell'Annunziata, Generali, Principi, Ufficiali dello Stato, Corpo Diplomatico, Governi stranieri, e soldati e mutilati).
Dopo tre ore il feretro raggiunse il Pantheon, portato dai Corazzieri sul catafalco a gradoni dentro la chiesa, vegliato da otto leoni imperiali. Il feretro era sormontato dalla Corona di Ferro, la spada e l'elmo, mentre ai piedi erano posti il manto un'altra corona e lo scettro. 

Il funerale terminò con la tumulazione del feretro nella cappella posta dietro l'altare di San Rasio. e nel fregio esterno si leggeva la scritta "A VITTORIO EMANUELE II PADRE DELLA PATRIA".