162° anni fa Vittorio Emanuele apriva il primo Parlamento italiano
18 febbraio 2023
Il 18 febbraio 1861 a Torino, splendidamente addobbata, i parlamentari entrano a Palazzo Carignano alle ore 9. Poco prima delle 11 la banda della Guardia Nazionale intona l’inno di Mameli in piazza Castello. Si apre la porta della Reggia e annunciato da salve di cannone, compare Re Vittorio Emanuele II, preceduto dai famigliari e seguito dai suoi generali. Sfila fra una folla osannante, appena trattenuta dai cordoni della Guardia Nazionale.A Palazzo Carignano lo ricevono le deputazioni del Senato e della Camera. I figli Umberto e Amedeo lo precedono nel Parlamento, accolti da applausi. Quando arriva il sovrano, i parlamentari si alzano in piedi e gridano: Viva il Re d’Italia!.
Vittorio Emanuele sale al trono con passo solenne, accompagnano dai principi, i figli del sovrano Umberto Principe di Piemonte ed Amedeo duca d’Aosta.
Il primo compito dell'assemblea fu di approvare la legge istitutiva del Regno d'Italia, promulgata il successivo 17 marzo e con la quale venne attribuito a Vittorio Emanuele II ed ai suoi successori il titolo di "Re d'Italia".
A Vittorio Emanuele II spetta l'onore del discorso inaugurale, che finalmente prende parola, leggendo un discorso che Cavour e Ricasoli hanno esaminato il giorno prima : "Signori Senatori, Signori Deputati, libera ed unita quasi tutta, per mirabile aiuto della Divina Provvidenza, per la concorde volontà dei popoli, e per lo splendido valore degli eserciti, l’Italia confida nella virtù e nella sapienza vostra. A voi si appartiene di darle istituti comuni e stabile assetto" .
A ogni passaggio il discorso è salutato da grida di «Bravo!». Finché Re Vittorio Emanuele conclude: Mi compiaccio di manifestare al primo Parlamento d’Italia la gioia che sente il mio animo di Re e di Soldato. Pronunciata l’ultima parola, «Parlamento e popolo giubilanti - scrive la cronaca - prorompono unanimi in schietti applausi che il Re, commosso, contraccambia col nobile gesto e col chinare della marziale sua testa».
Minghetti chiede allora nuovo silenzio e dichiara aperta la sessione legislativa. Il Re Vittorio Emanuele II lascia l’aula alle 11,30.