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venerdì, luglio 06, 2007

Poveri italiani, sempre meno vacanze


Secondo i dati presentati dalla Federalberghi, il 51 per cento infatti non si muoverà da casa, tra giugno e settembre, insomma più della metà degli italiani non andrà in vacanza questa estate.
Se le previsione dovesse rivelarsi corretta, alla fine della stagione estiva il turismo rischierebbe di perdere una cifra tra i 12 ed i 15 milioni di pernottamenti.
Inoltre gli italiani quest'anno spenderanno in media 825 euro rispetto ai 935 euro del 2006 (flessione dell'11,8%) che determineranno un giro d'affari pari a 18,5 miliardi di euro rispetto ai 21,9 miliardi di Euro del 2006 (flessione del 15,5%). jugo

Il crollo delle vacanze degli italiani è figlio della manovra economica molto pesante del governo che, per consentire all'Italia di rientrare nei parametri europei, ha causato la mancanza di liquidità delle famiglie.

Comunque i fattori principali sono l'euro che ha causato l'aumento dei prezzi, e dello stato repubblicano, che non solo sperpera le tasse degli italiani ma in particolare non è capace di tutelare ed aiutare il turismo.

Poveri italiani: è sempre più difficile trovare lavoro, meno pensioni, ed adesso meno vacanze.
A chi dobbiamo dire grazie?


Un italiano su due non va in vacanza

Roma - Estate, voglia di vacanze. Ma non per tutti, anzi, per gli albergatori italiani non sarà un'estate facile. Quasi il 51% della popolazione italiana, infatti, non farà una vacanza nel quadrimestre estivo, oltre un milione in più rispetto all’estate 2006. È quanto sostiene il presidente della Federalberghi e di Confturismo, Bernabo Bocca, che oggi ha presentato i risultati di una indagine realizzata da Federalberghi-Confturismo con il supporto dell’Istituto Dinamiche.

Tra giugno e settembre gli italiani che andranno in vacanza sono 22,4 milioni rispetto ai 23,5 milioni del 2006, con un calo del 4,7%; il giro d’affari si attesterà sui 18,5 miliardi di euro rispetto ai 21,9 miliardi del 2006 per un -15,5%; 23,9 milioni non andranno in vacanza, rispetto 22,4 milioni del 2006 per un quasi +7%. "Poiché la causa del crollo - ha spiegato Bocca - è dovuta alla mancanza di liquidità delle famiglie, drenata da una manovra economica molto pesante per consentire all’Italia di rientrare nei parametri europei, il governo Prodi, per tentare un recupero della stagione turistica dovrebbe concedere un bonus alle famiglie per le spese sostenute e documentate per le vacanze fatte in Italia nel 2007, ovvero rendere deducibili queste spese".

Niente vacanze per uno studente su tre E nelle mete di chi partirà il Salento batte le più care Sardegna e Sicilia. È quanto rivela un’indagine condotta da "Studenti Magazine" fra gli studenti universitari. Se dunque il 34,5% non farà le vacanze, il 57,6% non spenderà più di mille euro e solo l’8,8% potrà permettersi una vacanza più costosa.

ilgiornale

mercoledì, luglio 04, 2007

Dpef bocciato



L’Unione Europea boccia il Dpef della repubblica italiana.

Nuovo allarme lanciato dalla Commissione Ue ai Paesi che non stanno riducendo il deficit strutturale di almeno lo 0,5% del Pil l’anno: a essere chiamati in causa sono Francia, Grecia, Slovenia, Austria, Germania e anche l’Italia.

Per l'Italia il Fondo Monetario Internazionale ritiene che il DPEF non è in linea con le raccomandazioni del Board e non risponde a quello di cui l'Italia ha bisogno.
In particolare il Board sostiene che il tesoretto debba essere utilizzato per risanare il deficit di bilancio.
Inoltre il Fondo ha poi posto l'accento sul mancato accordo sulle pensioni.

Non mi è mai piaciuta la Banca Centrale Europea e il FMI che le considerano le armi principali della casta europea che purtroppo domina in europa, ma il governo di prodi è grottesco.
Infatti il governo Prodi, che si era presentato come europeista e aveva addirittura scelto un ministro del prestigio (?!) di Padoa Schioppa per ricordare questo suo vanto, è proprio clamorosamente bocciato dal FMI.

Ma in fondo, cosa ci potevamo aspettare da uno stato che ha creato il deficit pubblico, da una classe politica incapace, da una repubblica dove i presidenti di camera e senato provengono dal sindacato, da un governo che segue le indicazioni della sinistra radicale e comunista?

Gli italiani già preoccupati per l'oggi e non possono essere fiduciosi per il futuro.


DPEF: FMI, NON E' CIO' DI CUI HA BISOGNO L'ITALIA
Roma, 3 lug. - (Adnkronos) -
Il Fondo monetario internazionale boccia il Dpef.

"Non e' cio' di cui l'Italia ha bisogno sia per mettere i conti pubblici su uno stabile sentiero di risanamento sia anche solo per raggiungere gli obiettivi di crescita ed equita' fissati dal Governo", fa sapere una portavoce dell'istituto di Washington.
La stessa fonte sottolinea come ''piu' volte'' l'Fmi abbia raccomandato al nostro Paese di destinare il 'tesoretto' al ''risanamento del deficit'' con l'obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio ''entro il 2010''.

adnkronos

martedì, luglio 03, 2007

Ciampi uomo di sinistra

Alla scuola di politica organizzata da Roberto Formigoni, Silvio Berlusconi ha detto che Ciampi ha favorito la sinistra perché era uomo della sinistra, e per la legge elettorale volle che il premio di maggioranza fosse su scala regionale e non nazionale, favorendo così la sinistra.

Che ciampi sia di parte non è una novità, anche in altre occasione si dimostrò di parte ed inoltre non si deve dimenticare che da giovane si iscrisse al partito d'azione e che è stato Ministro del Tesoro (dall'aprile 1996 al maggio 1999) nei governi Prodi I e D'Alema I.

Comunque il problema principale è più serio e cioè che tutti i presidente della repubblica sono politici imposti dai partiti e quindi le loro azioni inevitabilmente sono sempre viste come aiuti o favori di parte.

Ma a questo punto, se si lamenta di ciampi perchè considerato di sinistra, cosa si dovrebbe dire di napolitano che è un comunista e per di più votato solo da una risicata maggioranza?

La verità è che tutti i presidente della repubblica sono politici di parte e che devono ringraziare i partiti che lo portano al quirinale .

Solo un Re può essere al di fuori delle parti e garante di tutti proprio perchè non è votato dai partiti !

W la Monarchia
W il Re!

Berlusconi: Ciampi ha aiutato la sinistra,
5 milioni di persone in piazza per il voto

Belusconi ha accusato l'ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi di aver favorito la sinistra.

Ma Berlusconi si è tolto altri sassolini dalle scarpe, in primo luogo nei confronti dell'ex capo di Stato.
Ciampi ha favorito la sinistra perché era uomo della sinistra, ha attaccato Berlusconi spiegando che intervenendo sulla riforma della legge elettorale, "ha voluto un maggioranza su scala regionale e non nazionale, favorendo così la sinistra.

ilgiornale

domenica, luglio 01, 2007

Repubblica Speciale


L'ex-Generale della Guardia di Finanza Roberto Speciale ha fatto sapere, tramite il Presidente della Commissione Difesa del Senato Sergio De Gregorio, di aver deciso di querelare per diffamazione e calunnie il Ministro dell'Economia Padoa-Schioppa e il Presidente del Consiglio Prodi.

Tutto ciò avviene dopo il caso Visco-GdF, e lo squallido e vile discorso al Senato del Ministro dell'Economia, durante il quale sostenne l’urgenza della sostituzione del vertice della Gdf a causa di una sua presunta slealtà e inadeguatezza.

La lotta tra il governo e la GdF evidenzia ulteriormente il degrado repubblicano, continuano ad aumentare i conflitti tra le varie importanti funzioni dello stato che destabilizzano non solo il Governo Prodi ma tutto il sistema repubblicano.

Inoltre il caso Speciale mette in luce da parte del governo un disegno di creare uno Stato di Polizia, con le sempre più numerose sostituzioni di funzionari prefettizi con uomini provenienti dalla Polizia di Stato e dell'Esercito.

Non era ancora successo che un generale querelasse un governo.

Un'altra vergogna e figuraccia della repubblica ... speciale


SIRCANA: LA QUERELA? LA AFFRONTEREMO SENZA PATEMI

ROMA - "Affronteremo la querela senza patemi. Non c'é preoccupazione da parte del governo". Ha risposto così Silvio Sircana, portavoce del governo, ai microfoni di Sky Tg24 a proposito dell'annunciata querela per diffamazione da parte del generale Roberto Speciale. "Al di là della singolarità dell'atto, sulla sua liceità valuterà la magistratura della quale come sempre noi ci fidiamo e ne apprezziamo la neutralità del lavoro", ha aggiunto Sircana. "Sicuramente - ha sottolineato - sembra che questa vicenda stia salendo sopra le righe. La mossa di Speciale come singolo individuo è una mossa legittima, che ogni cittadino può intraprendere. "Stupisce - ha semmai aggiunto Sircana - che Speciale abbia bisogno di un portavoce, nella persona del senatore De Gregorio, che ha agito in questo caso con lo stesso zelo con cui ha agito nel saltare da una parte all'altra degli schieramenti politici all'inizio di questa legislatura".

CASELLATI (FI), SPECIALE NON CI STA E DENUNCIA PRODI
"Lo scandalo Visco si arricchisce di una nuova puntata: il generale Speciale, infatti, non ci sta a farsi calunniare e porta in tribunale Prodi e Padoa-Schioppa. E la dimostrazione che il generale ha agito sempre nel rispetto delle regole e non si è piegato alle pressioni del viceministro, che, poi, per destituirlo, lo ha accusato ingiustamente, spalleggiato dal premier e dal ministro dell'Economia". Lo afferma Maria Elisabetta Casellati, vicepresidente dei senatori di Forza Italia. "La banda-dracula, che sta dissanguando gli italiani con le tasse, è con le spalle al muro, ma ancora una volta non si dimetterà. Questi signori proprio non conoscono il significato della parola dignità".

GASPARRI, SI DIMETTA SUBITO, RIPORTARE CASO A CAMERE
"Ma fino a quando bisognerà sopportare lo scandalo Visco? Ha minacciato la guardia di finanza, rapinato i contribuenti e aggredito L'economia produttiva con gli studi di settore. Fa bene Speciale a chiedere soddisfazione in sede giudiziaria". Lo afferma l'esponente di An, Maurizio Gasparri. "E non bisogna dimenticare che lo scandalo investe Prodi e Padoa-Schioppa che per difendere Visco hanno mentito in Parlamento. Visco si dimetta subito. Noi intanto dobbiamo riportare il caso in Parlamento", dice ancora.

CALDEROLI, A DOVERSENE ANDARE SONO PRODI E TPS
"Il problema non è Visco che è stato un semplice 'sicario' nel caso Gdf: è evidente che i mandanti di tutta questa vicenda sono Romano Prodi e Tommaso Padoa-Schioppa che, tra l'altro, hanno accusato Speciale e difeso Visco: sono loro due a doversene andare".Lo afferma il leghista Roberto Calderoli.

STORACE (AN): E' UNO SCANDALO CHE RESTI
"La permanenza di Visco al governo è un vero scandalo. Il presidente del Consiglio non deve minimizzare, il Presidente della Repubblica non deve tacere. La politica dei due pesi e delle due misure deve finire". Lo afferma in una nota il senatore di Alleanza Nazionale, Francesco Storace.
ansa

giovedì, giugno 28, 2007

Rifiuti in Campania: Ue sanziona la repubblica italiana


La cronica crisi dei rifiuti che colpisce Napoli e la Campania ha spinto la Commissione europea ha avviato una procedura d'infrazione contro la repubblica italiana per il rischio di diffusione di malattie e di inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo.

Nella nota di bruxelles, la Commissione ritiene che gli impianti regionali per lo smaltimento dei rifiuti siano inadeguati e presentino grossi rischi per la salute e per l'ambiente, una situazione che costituisce una patente violazione della normativa Ue sui rifiuti.

Inoltre la Commissione procede anche alla valutazione dei progetti del governo italiano che intende aprire quattro nuove discariche di rifiuti in Campania.

Le immagini scioccanti di immondizie che marciscono nelle strade della Campania e cittadini esasperati che incendiano i rifiuti hanno scioccato anche gli europei, e l'UE chiede alla repubblica italiana di agire prontamente per rimettere in efficienza gli impianti di gestione dei rifiuti in Campania e fare in modo che i rifiuti siano raccolti senza pericolo per la salute umana e per l'ambiente come prescrive la normativa europea.

Un'altra vergogna repubblicana ...

La Ue avvia una procedura d'infrazione

BRUXELLES - La Commissione europea ha avviato una procedura d'infrazione contro l'Italia per la "cronica crisi" dei rifiuti che colpisce Napoli e il resto della regione Campania. Lo ha reso noto oggi lo stesso esecutivo europeo sottolineando che "il rischio di diffusione di malattie e di inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo desta gravi preoccupazioni per la salute umana e per l'ambiente".

La Commissione, si legge in una nota, ritiene che "gli impianti regionali per lo smaltimento dei rifiuti siano inadeguati e presentino grossi rischi per la salute e per l'ambiente, una situazione che costituisce una patente violazione della normativa Ue sui rifiuti". Per questo la Commissione ha inviato all'Italia una "lettera di costituzione in mora" - la prima fase della procedura d'infrazione - chiedendo anche informazioni sui provvedimenti eventualmente presi per proteggere la salute umana e l'ambiente nella regione. Contemporaneamente, la Commissione procede anche alla valutazione dei progetti del governo italiano "che intende aprire quattro nuove discariche di rifiuti in Campania".

L'esecutivo Ue intende infatti accertare, spiega ancora la nota di Bruxelles, "se siano compatibili con la normativa Ue e assicurarsi che risolvano, nel lungo periodo il drammatico problema dei rifiuti nella regione". Secondo la Commissione l'Italia è venuta meno agli obblighi della direttiva quadro sui rifiuti che impone agli stati membri di "prendere tutte le misure necessarie per impedire che i rifiuti vengano abbandonati, riversati o smaltiti in modo incontrollato".


ansa

mercoledì, giugno 27, 2007

Storia repubblicana


La storia è sempre imposta dai vincitori o presunti tali.

In Italia il 10 giugno la Corte di cassazione ufficializzò il risultato del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 ma non proclamò la repubblica in attesa di esaminare le contestazioni.
La repubblica non fu MAI proclamata.

Il governo, guidato da De Gasperi, cerca un accordo con il re Umberto II per avviare il trapasso dei poteri, ma la corona rifiuta.
L'indomani nel Sud si scatena la piazza monarchica. A Napoli, già teatro in precedenza di scontri sanguinosi, la folla assale la sede del Pci, in via Medina, dov'è stato esposto un tricolore senza lo stemma sabaudo.
Quel giorno a via Medina scoppia infatti una violenta battaglia, risolta dalle mitragliatrici della polizia ausiliaria (composta perlopiù di ex partigiani), che falciano i dimostranti: sul terreno restano diversi morti, tutti monarchici.
Due giorni dopo Umberto II lascia l'Italia.

Visto che l'eccidio avvenuto a napoli non è mai stato ricordato da nessun testo scolastico, la storia repubblicana ha ucciso una seconda volta quei giovani italiani, colpevoli solo di manifestare apertamente e pacificamente i loro ideali e la contrarietà all'esito del Referendum istituzionale.

Ricordiamo i giovani Caduti in via Medina nel giugno 1946 morti per essere rimasti fedeli al Re e alla Patria.
I loro nomi: Guido Beninati, Ida Cavalieri, Felice Chirico, Gaetano d’Alessandro, Francesco d’Azzo, Vincenzo Di Guida, Mario Fioretti, Michele Pappalardo, Carlo Russo.

Quei monarchici di Napoli uccisi anche dalla storia

Leggendo il bel saggio (fresco di giornata) di Marco Demarco sugli interessati ritocchi apportati dalla storiografia comunista (ex, post e neo) agli eventi napoletani degli ultimi cinquant’anni (L’altra metà della storia. Spunti e riflessioni su Napoli da Lauro a Bassolino, Guida editore) a un certo punto ci si imbatte, non senza un moto di stupore, in una notizia che pur essendo vecchia di ben sessantun anni, può considerarsi tuttavia assolutamente inedita.

Accadde a Napoli l’11 giugno 1946, in via Medina, davanti alla sede della federazione del Pci, dove ci fu una strage durante la quale, sotto il fuoco dei mitra della polizia, rimasero uccisi sette poveri cristi e feriti una cinquantina di disgraziati.

Come si arrivò a quell’eccidio? Dalla ricostruzione di Demarco (la prima, per quanto ne so, che sia sta finora tentata) risulta che la strage fu il momento culminante della tensione esplosiva manifestatasi a Napoli tra repubblicani e monarchici all’indomani del referendum istituzionale del 2 giugno.
Oltre l’80 per cento dei napoletani, avendo votato per la corona, aveva infatti trovato quei risultati inaccettabili.
Il ministro dell’Interno, il socialista Romita, prevedendo dei tumulti, aveva quindi mandato in città dei reparti di polizia ausiliaria composti da ex partigiani.
Il 7 giugno, durante una manifestazione monarchica, un giovane popolano di 14 anni (Carlo Russo) era caduto falciato dai mitra di quei singolari poliziotti.
Stessa sorte era toccata l’8 giugno a uno studente monarchico mentre rientrava da un’altra manifestazione.
Due giorni dopo la Corte di cassazione ufficializzò il risultato del referendum ma non proclamò la repubblica in attesa di esaminare le contestazioni.
Si arrivò così all’11 giugno. Quella mattina per Napoli si sparse la notizia che dai balconi della sede del Pci, accanto alla bandiera rossa con falce e martello, sventolava un tricolore privo dello stemma sabaudo. Migliaia di monarchici si diressero allora verso via Medina per rimuovere quel vessillo. Pochi minuti dopo il centro di Napoli si trasformò in un inferno. La polizia ausiliaria aprì il fuoco contro i manifestanti che stavano scalando il palazzo. I monarchici incominciarono a innalzare delle barricate contro le camionette della Celere. Soltanto con l’arrivo dei carabinieri e della polizia militare americana venne riportata la calma.

Sulla vicenda la storiografia ufficiale aveva fatto calare un silenzio che si è rotto solo oggi grazie al libro di Demarco. Silenzio motivato naturalmente dalla circostanza che quel giorno a perdere la vita furono solo dei poveracci di destra.
E questo spiega perché, quando si discorre delle stragi del secondo dopoguerra, tutti ricordano i dodici morti di Portella della Ginestra (1° maggio 1947), ma quasi nessuno i nove poveri ingenui «lazzaroni» monarchici caduti a Napoli soltanto un anno prima.

ilgiornale

lunedì, giugno 25, 2007

Le famiglie italiane sempre piu' indebitate



Purtroppo le famiglie italiane sono sempre più indebitate.

L'aumento dei tassi di interesse sta mettendo in ginocchio molte famiglie e con gli alti tassi di interesse - dice la Banca dei Regolamenti Internazionali - sono aumentati i casi di morosità.

Ora la previsione è quella di un ulteriore aumento dei tassi e le vendite forzate potrebbero accrescere lo stock di abitazioni offerte sul mercato, esercitando ulteriori pressioni al ribasso sui prezzi.

In pratica pagare i mutui sarà più difficile, questo avrà un impatto sui conti delle famiglie ed è facile che immaginare che molti appartamenti finiranno a ingrossare l'elenco delle aste giudiziarie.

Quindi al debito pubblico dello stato repubblicano (ormai incalcolabile, tanto che ogni bimbo italiano che viene al mondo si ritrova già indebitato a vita) si aggiunge che molti italiani sono sempre più indebitati anche nei confronti della banche, in quanto non riescono più a pagare gli alti tassi d'interessi per l'acquisto della casa.

Di male in peggio ....

I debiti delle famiglie sfiorano i 300 miliardi
Secondo i conti ufficiali di Bankitalia ad aprile 2007

(ANSA) - ROMA, 24 GIU - Famiglie italiane sempre piu' indebitate. Tra prestiti e mutui il ricorso a banche e finanziarie sfiora ora la soglia dei 300 miliardi.

Il dato - secondo i conti ufficiali della Banca d'Italia - sono cresciuti di 24,4 miliardi in soli 12 mesi. Secondo la fotografia della situazione a fine aprile 2007, l'indebitamento dei cittadini residenti ha raggiunto la vetta di 299,2 miliardi di euro, una media di 13mila euro a famiglia.
ansa

venerdì, giugno 22, 2007

Rifiuti a napoli


A quanto pare a napoli i rifiuti continuano ad essere abbandonati lungo le strade e bruciano ancora i cassonetti.

Non avevano detto alcuni politici che in pochi giorni sarebbe migliorata la situazione?
Non era intervenuto anche napolitano ?

Gli italiani sono abbandonati dalle istituzioni!

Napoli: 2500 t di rifiuti in strada

Bruciano ancora i cassonetti, 70 gli interventi nella notte

(ANSA) - NAPOLI, 22 GIU - Sono oltre 2500 le tonnellate di spazzatura accumulate lungo le strade di Napoli a causa degli stop registrati negli impianti di Cdr. Al lavoro i compattatori dell'Asia nei quartieri dove la situazione e' maggiormente a rischio. Disagi in diversi comuni della provincia, aggravati dal caldo. Preoccupati gli operatori della fascia costiera domiziana: la presenza dei rifiuti potrebbe infatti mettere a serio rischio la stagione turistica. E bruciano ancora i cassonetti: 70 gli interventi.

ansa

Napolitano si preoccupa della repubblica

Gli italiani da tempo non hanno fiducia delle istituzioni (come potrebbe essere il contrario ..), ed adesso sono molti preoccupati perchè hanno paura del futuro.

Infatti la colpa più grave dell'istituzione repubblicana è che il suo totale fallimento ha tolto agli italiani la speranza di avere un futuro migliore.

Il recente libro “La Casta” ed il fenomeno tangentopoli dimostrano che la corruzione della repubblica non è un caso isolato.
Inoltre la classe politica è lontana dagli italiani, la repubblica è diventata una oligarchia, assistiamo ad aspre lotte tra le funzioni delle istituzioni....

Inoltre lo stato, prima di tutto, dovrebbe preoccuparsi degli italiani !

Napolitano: Mi preoccupa lo stato delle istituzioni.

Giorgio Napolitano è preoccupato per lo stato delle istituzioni. E chiede a maggioranza e opposizione di creare in Parlamento un clima costruttivo, per sbloccare la situazione e consolidare il processo di ripresa economica e di nuova competitività.
...
Quello di Napolitano è un grido d’allarme per le Camere quasi paralizzate, che per le troppe difficoltà «non producono quanto dovrebbero». Per il Capo dello Stato ci sono, invece, provvedimenti essenziali per il nostro Paese, che richiedono un forte impegno in Parlamento.
...
Insomma, per Napolitano, per funzionare meglio e costare meno le istituzioni devono subire «un processo di snellimento.
ilgiornale


Napolitano: Sono preoccupato per lo stato delle istituzioni

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è «preoccupato per lo stato delle istituzioni». Lo ha detto intervenendo, oggi a L’Aquila, ad un incontro con i sindaci d’Abruzzo e raccontando l’incontro avuto ieri con la Cdl al Quirinale. «Sono preoccupato - ha esordito il capo dello Stato - per lo stato delle nostre istituzioni. Ieri ho incontrato le forze di opposizione, un incontro normale, per quanto abbia fatto scalpore sulla stampa, perché sento di dover avere rispetto per le forze di opposizione come per quelle di maggioranza. Sono preoccupato - ha proseguito Napolitano - per lo stato delle istituzioni. Ci sono provvedimenti essenziali che richiedono impegno in Parlamento e anche un certo clima costruttivo».
lastampa

martedì, giugno 19, 2007

Aria repubblicana


Prodi : C'e' un'aria irrespirabile nel Paese
D'alema : Qui c'e' un'aria irrespirabile e un clima piuttosto preoccupante
Calderoli: Ha ragione Prodi: l'aria e' diventata irrespirabile e lo e' per la puzza di cadavere in decomposizione

I sintomi di malessere degli italiani nei confronti del sistema repubblicano sono evidenti, gli sprechi del denaro pubblico hanno raggiunto livelli incredibili mentre la classe politica pensa ai suoi interessi.

La repubblica è una oligarchia che ha inquinato anche l'aria ....



Prodi: "C'e' un'aria irrespirabile nel Paese"
C'e' "aria irrespirabile nel paese", secondo Romano Prodi, che ha fatto un chiaro riferimento all'atteggiamento ostile dell'opposizione.

Dagli argini del fiume Po, il grande fiume italiano che ha bisogno di aiuto per tornare ad essere il grande fiume del passato, il presidente del Consiglio, Romano Prodi - intervenendo a Boretto al convegno dei parlamentari dell'Ulivo per il rilancio del fiume - ha detto che occorre imparare "una lezione di responsabilita'".

"Tutto quello che ho cercato di fare in questi anni, governo, Partito democratico - ha spiegato Prodi, ricordando che sono qui sul fiume le sue origini - e' cercare di dare al Paese una governabilita' di lungo periodo: per questo - ha spiegato - ho speso tante energie ad oppormi invano ad una legge elettorale che impediva al Paese di fare un salto in avanti. L'ho sentita in modo addolorato - ha detto ancora Prodi - come una legge che ci riportava indietro, che ci impediva di sedere con altri Paesi a pari condizioni. Questo - ha concluso - e' il dramma dell'Italia di oggi. Le nostre industrie si vanno rafforzando - ha detto ancora Prodi - ma non c'e' il senso del futuro, tutto e' accorciato. Di fronte a un fiume il senso del futuro - ha voluto ribadire Prodi - e' indispensabile per rimetterlo a posto".
rai

D'Alema: c'e' aria irrespirabile
"E un clima piuttosto preoccupante", aggiunge vicepremier

(ANSA)- ROMA,19 GIU- Il vicepremier Massimo D'Alema conferma le parole di Romano Prodi: "Qui c'e' un'aria irrespirabile e un clima piuttosto preoccupante".

Lo ha fatto aprendo la puntata di Ballaro' in risposta ad una domanda del conduttore Floris. "Rischiamo di pagare un prezzo molto alto come Paese e c'e' un clima di enorme confusione", ha aggiunto il ministro degli Esteri. "In tutto il mondo la classe politica e quella economica fanno squadra e difendono gli interessi del proprio paese", ha aggiunto D'Alema
ansa


GOVERNO: CALDEROLI, ARIA IRRESPIRABILE DI GOVERNO IN DECOMPOSIZIONE

PRODI NON VENGA CON I SUOI ZOMBIE A INQUINARE IL PO E LA PADANIA

Roma, 16 giu. (Adnkronos) - ''Ha ragione Prodi: l'aria e' diventata irrespirabile e lo e' per la puzza di cadavere in decomposizione, peccato che proprio Prodi e compagni non si siano ancora accorti di essere loro i morti che fanno puzzare l'aria con la loro decomposizione". Lo ha dichiarato il coordinatore delle segreterie della Lega,Roberto Calderoli.
adnkronos

giovedì, giugno 14, 2007

Vaglia da un euro alla repubblica


In maniera provocatoria, un pensionato ha spedito un vaglia da un euro ai presidenti delle Camere per contribuire al sostentamento di deputati e senatori.

Prendiamo tutti esempio da questo pensionato per svergognare la repubblica che sperpera denaro pubblico.


BASSANO DEL GRAPPA (VICENZA) - Un vaglia da un euro spedito ai presidenti delle Camere per contribuire al "sostentamento" di deputati e senatori, una piccola offerta sottratta alla sua magra pensione per "i poveri rappresentanti del popolo italiano". L'iniziativa provocatoria è di un pensionato di 66 anni di Bassano del Grappa, Domenico Grego, che al vaglia inviato a Bertinotti e Marini, come rappresentanti di tutti i parlamentari italiani, ha allegato anche una breve letterina.

"Chi scrive è un pensionato che, come molti, fatica ad arrivare alla fine del mese dopo 40 anni di lavoro - sottolinea la lettera riportata sulle pagine locali del Gazzettino - Ora, vedendo i privilegi dei politici italiani, con il loro record mondiale che detengono in quanto a stipendio, mi vergogno per loro per questa situazione".
Il pensionato continua puntando l'indice contro il "dissanguamento che recano all'economia italiana a causa della loro bramosia di sperpero de denaro pubblico" e chiede come i politici possano non rendersene conto.
"Mio padre sicuramente si starà rivoltando nella tomba vedendo questa povera Repubblica", conclude Grego, figlio di un uomo che combatté nella Resistenza e che 50 anni fa "invitava a pranzo i poveri che chiedevano l'elemosina".

ansa

mercoledì, giugno 13, 2007

Re Umberto II lascia l'Italia



Il 13 giugno 1946, Re Umberto II lasciava il Quirinale e partì da Roma per un definitivo esilio.
I Granatieri di Sardegna e Reali Corazzieri rendono per l'ultima volta gli onori al Sovrano.

Il confronto tra Re Umberto II e tutti i presidenti della repubblica non da scampo alla repubblica .
I trentaquattro giorni che lo hanno visto Re onorano l'Italia più dei 60 anni successivi.

W il Re !

lunedì, giugno 11, 2007

Demagogia di napolitano


Non capisco come napolitano possa non rispettare la scelta di altri popoli europei che con un referendum popolare hanno rifiutato la costituzione europea.
A questo punto il presidente napolitano da l'impressione di ignorare il più banale principio democratico, quel trattato è stato bocciato da milioni di cittadini europei, ed è molto grave la sua dichiarazione.

C'è il grosso problema politico se sia preferibile giungere all'Unione Europea via referendum popolare o via parlamentare, se sia meglio procedere dall’alto verso il basso o viceversa.
Il metodo parlamentare mi sembra una scorciatoia che avvalora la tesi del deficit di legittimità del sistema istituzionale europeo.
Forse solo un referendum popolare può garantire la democrazia in europa e secondo me il trattato europeo dovrebbe comunque sempre passare al vaglio del corpo elettorale.
Purtroppo in Italia succede esattamente l'opposto.
La repubblica italiana non solo non ha chiesto agli italiani se sono favorevoli oppure no al trattato europeo, ma non rispetta neanche i popoli che hanno rifiutato il trattato..

Napolitano (come ciampi) spinge i politici a ed essere europeisti ad ogni costo e quindi svolge un ruolo politico di primo piano che è in contrasto con la costituzione.
La solita falsità della costituzione repubblicana.
Il presidente della repubblica è considerato il capo di stato apolitico e superpartes, mentre in realtà è un politico, per mestiere e passato, imposto dai partiti (anzi solo dalla maggioranza) al quirinale.

No a questa UE
W l'Europa delle Patrie


Napolitano: salvare il Trattato Ue

'Superare il 'punto morto' dopo i no di Francia e Olanda'

(ANSA)- SIENA, 11 GIU - Di fronte agli studenti di Siena, a fianco al presidente tedesco Koehler, il capo dello Stato Napolitano chiede di salvare il Trattato Ue. Secondo il presidente della Repubblica occorre superare il 'punto morto' nato dai 'no' dei referendum francese e olandese, e non arrendersi di fronte 'alla reticenza di altri paesi che pur avendo firmato il Trattato non lo hanno ratificato'.
Sul Trattato 'si fa spesso molta demagogia' ha aggiunto il capo dello Stato.
ansa

venerdì, giugno 08, 2007

Gelato repubblicano


I senatori, guidati da Albertina Soliani (Margherita) e Rocco Buttiglione (UDC), hanno chiesto ai questori del Senato di adeguare i servizi del Senato alle esigenze della normale vita quotidiana delle persone, e per ottenere questo adeguamento vogliono i gelati al bar del Senato!.

Non dico che i politici non possano mangiare un gelato, ma in tempi in cui si parla di ridurre gli sprechi della politica, pretendo che i politici paghino il gelato come tutti gli italiani.

Pazienza se la buvette non è provvista di gelati, ma è scandaloso quanto mangiano i politici !!!

Senato, la lettera firmata anche dalla senatrice Albertina Soliani esponente dell'Ulivo
I parlamentari scrivono: "Siamo certi di interpretare il desiderio di molti"
La protesta di Buttiglione: voglio il gelato alla buvette

SEMBRA uno scherzo, o una insidiosa provocazione dell'antipolitica. Ma è vero: al Senato, adesso, vogliono anche il gelato. Così ieri, a nome di un nutrito gruppo di parlamentari, il senatore Rocco Buttiglione, filosofo dell'Udc, e la senatrice Albertina Soliani, prodiana emiliana, hanno scritto ai questori di Palazzo Madama una lettera che merita di essere riportata nella sua concisa integrità documentale.

E dunque: "Ci rivolgiamo a voi con una richiesta di miglioramento della qualità della vita in Senato. La buvette non è provvista di gelati. Noi pensiamo che sarebbe utile che lo fosse e siamo certi di interpretare in questo il desiderio di molti. E' possibile provvedere? Si tratterebbe di adeguare i servizi del Senato alle esigenze della normale vita quotidiana delle persone. In attesa di riscontro, porgiamo cordiali saluti".

E' bene a questo punto che si conoscano anche i nomi dei senatori-questori che prima o poi dovranno respingere o accogliere l'istanza, magari regolamentandola nelle sue molteplici varietà: ghiacciolo, coppetta, cassata, cono, cornetto, granita, sorbetto, affogato e biscottone. Si tratta quindi del senatore Gianni Nieddu, Ulivo; del senatore Romano Comincioli, Forza Italia; e della senatrice Helga Thaler, autonomista sud-tirolese. Che la coscienza del loro ruolo li ispiri, per una volta, nel senso che riterranno più consono al bene comune. Amen.

Nel frattempo, varrà la pena di considerare come quella che in un celebre studio affidato alla buonanima di Giovanni Malagodi veniva cautamente definita "la condizione del parlamentare" sia oggi diventata, sic et simpliciter, "la qualità della vita dei senatori". Ma soprattutto colpisce, nella sollecitazione gelatiera e bipartisan, una parola che getta una piccola luce sulla faccenda: "il desiderio".

Ecco forse la bramosa chiave di volta per comprendere come, al di là di un facile e scontato moralismo, diversi rappresentanti della volontà popolare abbiano smarrito il senso stesso del loro operato, e ormai non si rendano più conto dell'effetto - per non dire la ricaduta simbolica - che suscitano certe loro pretese.

Molto semplicemente: desiderano, anzi desiderano troppo, non pongono tanti limiti alle loro voglie. Nel caso specifico alla loro gola. E' un fatto che richiama l'essenza corporea e primordiale del potere; un'impellenza biologica che non viene nascosta perché connessa al rango, allo status, al privilegio di ostentare il proprio appetito. Ai senatori piace il gelato: e lo vogliono. Slurp! Qui e ora. Slurp! slurp! Magari non immaginano che uscire dal Palazzo, farsi due passi a piazza Navona potrebbe anche fargli bene; magari non riescono nemmeno a capire come rispetto a un innocente gelatino si possano tirare in ballo questioni così alte. Pare di sentirli: eh, quante storie!

E' un'unica, drammatica storia, in realtà, quella dello snaturamento, della degenerazione, della deboscia delle assemblee elettive all'insegna di Bengodi. Tanto più irrilevanti le Camere sul piano politico, quanto più ornamentali, confortevoli, opulente, agognate.

Il Senato, in particolare. Perché prima del gelato i senatori hanno chiesto e ottenuto le settimane gastronomiche regionali, e poi quelle dedicate alle province. Il collezionista dispone di fantastici comunicati ufficiali emessi nei momenti più delicati sulle degustazioni dell'agro pontino, "la seconda giornata sarà abbinata alla carne di bufala bianca", oppure un dovizioso banchetto palermitano a conclusione del quale il presidente Musotto ha fatto presente uno slogan promozionale che a dire il vero lì dentro rischiava di suonare un po' così: "Mangio sicuro, mangio meglio".

A metà marzo il presidente Marini ha concesso la sala degli atti parlamentari al primo corso di sommelier per senatori. Montecitorio risponde con i prodotti agricoli di qualità certificata. Chi vuole il lardo, chi lo squacquerone, chi i fichi caramellati e chi i torcinelli. Buttiglione e la Soliani, dopo tutto, sono in buona compagnia. La deriva eno-gastronomica si fa anche dolciaria, ma non è dolce per niente il futuro delle istituzioni rappresentative.


larepubblica

lunedì, giugno 04, 2007

napolitano non parla


Napolitano dice : è improprio tirarmi in ballo per il caso visco.
Perchè?

Allora seguendo la stessa logica:
E' anche improprio chiedere a napolitano di diminuire i costi della gestione del quirinale?

E' improprio chiedere che tutte le spese del quirinale siano ufficialmente pubblicate?

domenica, giugno 03, 2007

Napolitano Visco GdF

Il capo di stato è il responsabile delle forze armate e quindi ha competenza anche sulla nomina dei vertici della Finanza, e perciò napolitano dovrebbe intervenire sul caso Gdf-Visco.
Napolitano cerca di non essere coinvolto ma in questa modo si dimostra o di non conoscere la costituzione oppure di essere di parte.

L'assurdo è che l'appello al dialogo tra i due poli è lanciato da un politico che è stato votato solo dalla maggioranza e che perciò preferisce le ragioni della parte politica che lo ha portato al quirinale.

Quando finirà la farsa di considerare il presidente della repubblica garante di tutti gli italiani ?

W la Monarchia!


FINI CONTRO IL QUIRINALE

Il leader di AN sul caso Gdf-Visco non condivide la decisione del capo dello Stato di chiamarsi fuori:
Non si tratta di chiamare in causa Napolitano. È sufficiente conoscere la Costituzione per avere le idee chiare. Il Capo dello Stato è il capo delle forze armate e quindi non c'è dubbio che la destituzione, da parte del governo, del comandante generale della Gdf non è questione davanti alla quale possa dire che non è di sua competenza.
Il capo dello Stato aveva fatto appello alla necessità del dialogo politico tra i due poli. Dunque oggi deve avvertire il dovere di ascoltare le ragioni dell'opposizione. Il capo dello Stato ha ben chiaro che quanto è accaduto rischia di far cadere nel vuoto il suo nobile appello.

venerdì, giugno 01, 2007

2 Giugno. W la Monarchia



Re Umberto II non ha mai abdicato e ha sempre affermato che nel giugno 1946 il governo italiano si rese responsabile di un vero e proprio atto rivoluzionario, che impedì di stabilire quale fosse stata veramente la volontà espressa dal popolo nel referendum istituzionale.

Il 2 giugno del 1946 la metà degli italiani (o di più?!) votarono per la monarchia.

Oggi, ancor più di ieri, la monarchia è meglio della repubblica !!

Basta alla casta della repubblica

giovedì, maggio 31, 2007

La Casta della repubblica


La crescente insofferenza e distacco dell'opinione pubblica nei confronti della classe politica, considerata pervasiva, invadente, privilegiata e totalmente inefficiente, obbligherebbe il sistema a compiere degli effettivi e radicali cambiamenti.

Purtroppo non sarà così.
Per tanti motivi il sistema repubblicano non è in grado di correggersi :
1. perchè chi ha il Potere non si è mai privato dei suoi privilegi
2. perchè la repubblica è un sistema contorto e rigido dove è quasi impossibile fare un cambiamento radicale.
3. perchè la corruzione repubblicana, talmente forte e radicata nel paese, è riuscita a corrompere buona parte della società italiana. (scambi di favori, clientelismo ...)

I politici utilizzeranno la solita tecnica di fingere di cambiare per far rimanere tutto come prima.
Ricordiamo infatti gli inutili cambiamenti voluti dalla stessa classe politica:
- legge elettorale maggioritario per diminuire il numero partiti,
- federalismo per diminuire le spese,
- abolizione di alcuni ministeri (agricoltura....),
eccetera ...
Ogni commento è inutile.

Per avere uno stato moderno ed efficiente e per far risorgere l'Italia, è necessario un totale ricambio della classe politica ed una nuova costituzione.

Intanto tutto peggiora, ed i politici si agitano per mantenere le poltrone non certo per il bene degli italiani.

giovedì, maggio 24, 2007

Re Juan Carlos è lo spagnolo più grande di tutti i tempi



Il re di Spagna Juan Carlos è stato votato dagli spagnoli il più grande spagnolo di tutti i tempi, lasciando al secondo posto il grande letterario Miguel Cervantes e terzo Cristoforo Columbo, ritenuto dalla maggior parte degli storici un italiano.
La Antena 3 della televisione ha intervistato più di 3.000 persone per trovare “lo Spagnolo più grande di tutto il tempo" ed ha annunciato il vincitore durante l'esposizione della TV martedì notte.

Il Re si dimostrò decisivo nel fronteggiare un tentato colpo di stato organizzato dagli ufficiali dell'esercito maggiore nel 1981.
La regina Sofia è stata votata al quarto posto mentre il principe Felipe al settimo. L'Ex-dittatore Francisco Franco solo ventitreesimo.
Ecca la classifica secondo lo scrutinio di Antena 3:
1. Re Juan Carlos
2. Miguel Cervantes
3. Christopher Columbus
4. Regina Sofia

W il Re!

spagna

mercoledì, maggio 23, 2007

Declino della repubblica

Oggi Franco Marini ha detto :
Se lo Stato appare come una macchina, un'oligarchia, apparati e funzioni senza senso e spesso senza ragione, allora comincia il declino.

Marini ha ragione.
Il sistema repubblicano è già da tempo una oligarchia.
Adesso stiamo assistendo il declino ...

ansa

Spazzatura della repubblica

Il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, in una intervista, afferma :
Per sbloccare la crisi dei rifiuti i provvedimenti del governo dovrebbero essere attuati. Con il maggior consenso possibile da parte dei comuni interessati, certo, ma sapendo che lo Stato ha il diritto e il dovere di far rispettare le sue decisioni. Nell'interesse di tutti i cittadini.

A questo punto è evidente che in questa repubblica non esiste una collaborazione tra le istituzioni locali e nazionali, anzi spesso c'è un'aspra lotta.
Inoltre i governi repubblicani si dimostrano incapaci di attuare provvedimenti.

L'intervista di bassolino continua:
Domanda. E voi li avete realizzati (impianti)?
Risposta. Noi ne abbiamo fatti sette, non uno. Sette impianti da Cdr, che significa combustibile da rifiuti. Ma questi fanno solo la prima trasformazione, sfornano le ecoballe che vanno bruciate nei termovalorizzatori.

Questa è bella! Invece di dimettersi o di chiedere scusa, quasi con orgoglio dice che ha realizzato 7 impianti, ma il problema è che servono solo per la prima trasformazione che non completano il ciclo.
E' come se la Fiat dicesse che ha costruito una nuova macchina solo progettando il motore.
Insomma una presa in giro!

Domanda. Ma i termovalorizzatori non sono mai stati completati.
Risposta. Già, perché non li voleva nessuno. Tanto che a un certo punto io ho detto al governo: mandate un commissario che sia un funzionario dello Stato, in modo da sottrarre questo tema a ogni contrapposizione politica.

La classe politica repubblicana, attaccata alla poltrone, non fa mai autocritica e spera di risolvere i problemi con i commissari.
In realtà la richiesta di commissari è già una implicita dimostrazione della incapacità dello stato.

L'intervista continua:
Le colpe non stanno da una sola parte. C'è stata una gara irresponsabile tra destra e sinistra, a chi diceva "più uno". Ma la spazzatura non è né di destra né di sinistra.
La spazzatura è spazzatura...


Appunto.
La repubblica è spazzatura ?

martedì, maggio 22, 2007

Rifiuti repubblicani


Secondo la stima dell'Azienda speciale igiene urbana a Napoli, nonostante l'intervento straordinario avviato nei giorni scorsi, ci sono ancora 2.700 tonnellate di rifiuti lungo le strade.
Tutto il napoletano sta soffocando sotto la puzza dei rifiuti, la gente esasperata accende fuochi dappertutto peggiorando però ancora di più la situazione in quanto sprigionano una sostanza molto tossica, la diossina.
In provincia, soprattutto lungo la fascia vesuviana, l'allarme igienico sanitario è alto, con segnalazione di topi e insetti; in molti comuni già da settimane i mercati all'aperto rionali erano stati sospesi.
Il caldo estivo in arrivo aggraverà ancora di più le condizioni igieniche.

Se non sbaglio anni fa, i magistrati raccolsero alcune dichiarazioni di pentiti appartenenti a clan napoletani, in cui si sosteneva che la munnezza era diventata oro per la camorra !
Come è finita l'indagine?

Pochi giorni fa, con un decreto c'è stato l'apertura di 4 nuove discariche in due parchi nazionali sottoposti a vincoli paesaggistici e dichiarate zone protette, cioè Serre e quella di Terzigno.
Incredibile !

Assurda affermazione di Bassolino : Solo facendoci carico del problema con responsabilità e civile solidarietà possiamo uscire dall'emergenza, dialogo aperto, dunque, confronto democratico, ma è giusto e doveroso andare avanti.
Ma cosa ha fatto finora, da sindaco e da presidente della regione ?
Pensa di risolvere il problema con delle banali frasi senza nulla di costruttivo?

Il sindaco jervolino dice che la situazione è tragica.
Cosa ha fatto finora?

Il ministro Pecoraro afferma che : Sono dell'opinione che vadano arrestati coloro che incendiano i rifiuti perché spesso sono personaggi legati alla camorra e a clan malavitosi che hanno tutto interesse ad aumentare la confusione ed il caos.

Ma come. Adesso i poveri cittadini, che non ce la fanno più a respirare un'aria insopportabile, sono legati alla camorra solo perchè incendiano le immondizie sotto casa ?
E cosa dire allora dei politici che non hanno fatto nulla per risolvere il problema.
Piuttosto non sono allora i politici dei mafiosi?

Naturalmente in questa repubblica delle banane non ci sono mai i responsabili.
Ma la colpa è dei politici, perchè togliere i rifiuti dalle strade è un compito che spetta alle istituzioni pubbliche.

Il problema dello smaltimento rifiuti in Campania è ormai simbolo della profonda crisi della repubblica.
L'emergenza rifiuti, in Campania, è un problema mai risolto di almeno 14 anni, e visto che destra, sinistra e centro sono tutte accomunate da una incapacità e inadeguatezza nel gestire il problema si può sostenere che il sistema repubblicano proprio non funziona.

Siamo di fronte allo sfracello organizzativo di natura politica, all’incapacità delle classi dirigenti. La repubblica non ha fatto il suo dovere, ha venduto illusioni per creare attorno a se clientelismo e distruggendo il nostro paese.

Cosa serve lo stato repubblicano se non risolve i problemi degli italiani?

giovedì, maggio 17, 2007

Auto blu : privilegi repubblicani


Analizzando il parco auto presso Stato, Regioni, Province, Comuni, Municipalità, Comunità montane, Enti pubblici, Enti pubblici non economici e Società misto pubblico-private l'associazione che tutela gli interessi dei contribuenti italiani ha scoperto che in Italia ci sono circa 574.215 “auto blu” mentre negli USA 73.000, Francia 65.000, Regno Unito 58.000, Germania 54.000, Turchia 51.000, Spagna 44.000, Giappone 35.000, Grecia 34.000 e Portogallo 23.000.

Già diverse volte la destra e sinistra hanno fatto accorati appelli per l’abbattimento delle spese delle auto blu, ma le buone intenzioni non sono approdate da nessuna parte.
Anzi… dal 2001 al 2006, la voce «noleggio di automezzi» nel bilancio delle spese che gravano sulle casse dello Stato ha visto un’impennata da 28 a 140 milioni di euro, pari a un aumento reale del 357%.
Sembra che il parco dell'auto blu è triplicato in due anni passando da 198.596 a 574.215 unità, attribuendo al nostro paese un primato mondiale.

Se si ipotizza un costo medio annuo di un autista di circa 20.000 euro ed un consumo giornaliero medio di benzina di 30 euro + 5 euro di pedaggi autostradali moltiplicando per 250 giorni l'anno (esclusi festivi) le 574.000 autovetture si ottiene circa 16,5 miliardi di euro, cioè una cifra simile a quella dell'ultima finanziaria, che si attestava a circa 40 mld di euro.
La smetti la classe politica repubblicana di parlare di rigore e di tesoretto.
E' uno scandalo.

Di fronte a questi dati si rimane sgomenti anzi si teme chissa cosa ci sia ancora di nascosto.
Ma ci rendiamo conto?
La classe politica (tutta) dovrebbe vergognarsi e porre rimedio ad un simile spreco.

Inoltre gli organi di informazione non servono, infatti ricordate qualche mese fa quando venne sollevato lo scandalo delle pensioni degli ex parlamentari?
E’ successo qualcosa? Nulla. Tutto continua come prima anzi peggio.

Pochi giorni fa bertinotti aveva detto che la politica costa ma che non si deve esagerare.
Bene. Cosa ne pensa il presidente della camera comunista delle auto blu?

Cambiano i governi, cambiano i ministri, i sottosegretari, i portaborse e chi più ne ha più ne metta, ma i privilegi rimangono sempre gli stessi.
La colpa è della repubblica!

Alla fine una domanda :
Ma c'è qualche politico che va a piedi ?


L'Italia ha il record mondiale di vetture di servizio

Mettendole in fila si arriverebbe da Roma a Mosca

Un conto è l’auto, che non è più blu ma sempre più spesso grigia, ed un altro conto sono gli optional. Che lo Stato (o gli enti locali) come i privati devono pagare a parte. Colori «speciali», sirene, lampeggianti, e per le auto «di servizio» delle forze dell’ordine anche scritte e bande adesive: per tutto c’è un prezzo.

Ad esempio, personalizzare una vettura con i cosiddetti «colori di istituto», dal blu «ministeriale» al rosso dei Vigili del fuoco, al verde «militare», in base ai listini della Consip (l’agenzia del Tesoro che si occupa di effettuare le gare tra i vari fornitori, e quindi di acquistare le auto di Stato) costa tra i 330 ed i 400 euro. Più o meno come la vernice metallizzata per l’auto di un normale cittadino privato. La personalizzazione della vettura, con scritte, scudetti grandi e piccoli, e bande adesive rifrangenti (sulle fiancate, il cofano, il lunotto, ecc.) fa invece aumentare di altri 630 euro la fattura finale. Dotare l’auto di sirene e lampeggianti occorrono invece cifre ben più alte, che si avvicinano a quelle di un impianto di aria condizionata: in questo caso i «pacchetti» offerti oscillano tra i 1.090 ed i 2.090 euro. Nel primo caso si può avere batteria «potenziata» (necessaria per far funzionare gran parte degli accessori), faro stroboscopico, sirena bitonale, tappetini in gomma ed estintore da 2 kg. Nel secondo caso invece la dotazione, che riguarda soprattutto le vetture delle forze dell’ordine, prevede l’aggiunta di fari esterni orientabili, la predisposizione per la ricetrasmittente compresa antenna e comandi vari.

Per le auto «di rappresentanza», le grandi berline destinate a ministri, sottosegretari, big del Parlamento, sindaci ed assessori vari, gli accessori non cambiano molto e prevedono anche qui la super-batteria, il faro flash stroboscopico «a profilo aerodinamico e supporto magnetico per installazione amovibile», sirena bitonale nascosta sotto il cofano, tappetini ed estintore «completo di staffe, solidamente installato nel portabagagli o eventualmente in altra posizione da concordare con l’amministrazione». Il tutto per 1400 euro in più. \ Fanno status e tutti le vogliono, dal ministro che magari la preferisce tedesca e superaccessoriata all’ultimo dei dirigenti, che la usa anche per fare la spesa con la moglie o per mandare una semplice lettera da un capo all’altro della città. Se le mettessimo tutte in fila, una davanti all’altra, la riga disegnata sulla carta geografica partirebbe da Roma e terminerebbe 400 chilometri più a Est di Mosca. Mentre in strada possono arrivare a formare un unico serpentone lungo 2.756 chilometri che da Roma arriva addirittura a Lisbona. I costi di gestione valgono una mezza Finanziaria, altrettanto il loro acquisto. Mentre per il loro lavaggio occorre requisire addirittura una diga.

Primato mondiale
Se queste cifre sembrano esagerate è solo perché è assolutamente esagerato il numero delle «auto blu» che circolano in Italia. Secondo le stime di Contribuenti.it, che negli ultimi due anni ha battuto a tappeto l’intero Paese, oggi le autovetture «blu» assegnate d’ufficio a politici, amministratori e dirigenti pubblici sono addirittura il triplo rispetto a due anni fa: ovvero 574.215 anziché 198.596. Numeri da record del mondo o solamente cifre un poco sovrastimate? «Se consideriamo che solo le auto dell’apparato statale sono all’incirca 200 mila e a queste aggiungiamo quelle di Comuni, Province, Comunità montane, consorzi, enti ed aziende pubbliche - risponde il direttore dell’associazione Vittorio Carlomagno - vediamo che si arriva esattamente a questa cifra. Il problema è che in Italia negli ultimi tempi gli amministratori pubblici, approfittando del federalismo e del decentramento dei poteri, hanno proprio superato ogni limite».

Una coda infinita
Le nostre 547 mila e passa autovetture pubbliche, se raffrontate alle 73 mila degli Usa, le 65 mila della Francia o le 54 mila della Germania, sono davvero tante. Ed a cascata producono altri numeri da paura. Calcolando una lunghezza media di 4 metri e 80 (misura a metà strada tra un’Alfa 159 ed un’Audi A8) se per assurdo le mettessimo tutte in fila in linea andremmo da Roma a Mosca ed anche oltre, oppure da Madrid ad Ankara. Impilate una sull’altra formerebbero invece una «torre» alta 862 chilometri, 97 volte l’Everest, 1.694 volte la quota del grattacielo più alto del mondo, il «Financial center» di Taipei. E poi non parliamo del parcheggio, dramma quotidiano di ogni italiano: messe in bell’ordine berline, station wagon e supercar occupano all’incirca 746 ettari, l’equivalente di 1065 campi da calcio, oppure dell’intera isola di Ponza. Per produrle una fabbrica come quella dell'Alfa Romeo di Pomigliano dovrebbe lavorare ininterrottamente per quasi 4 anni. Mentre per rifornirle di benzina (diciamo 30 euro di pieno al giorno?) se ne vanno all’incirca 3,2 miliardi di litri di benzina all’anno. Il che significa che oltre 2000 delle 24 mila pompe attive in Italia dovrebbero lavorare in esclusiva per loro.

Un esercito di autisti
Se la logica è quella di un autista per vettura per farle circolare tutte e 574 mila occorre aver a disposizione una «squadra» che corrisponde all’intera popolazione di una provincia grande come quella di Taranto, bambini ed anziani compresi. Se invece ci allarghiamo un poco e calcoliamo 1 autista e mezzo per vettura, arriviamo a quota 861 mila, che corrispondono agli abitanti di Torino o dell'intera provincia di Genova. Un vero esercito, più grande di quello turco che (tanto per fare un altro esempio) conta «appena» 680 mila effettivi. Anche la voce pulizia ha il suo peso: per lavare a mano, all’incirca 50 volte l'anno, tutte e 574.215 queste auto si consumano ben 11,4 milioni di metri cubi d'acqua. Un vero e proprio fiume. O se vogliamo la metà della capienza attuale di una grande diga come quella di Ridracoli, che assicura l'acqua ad un milione di romagnoli e a tutti i turisti della riviera. Non parliamo poi di schiume e detersivi e del loro potere inquinante.

La spesa? Una mezza Finanziaria
Costi funzionamento, noleggi o spese per l’acquisto, non sono meno mostruosi. Senza calcolare tassa di possesso e assicurazione, solo per gli autisti (che per cautela paghiamo come un impiegato, ovvero 25 mila euro l’anno), il pieno (30 euro al giorno) ed i pedaggi (5 euro di media al giorno) la spesa annua ammonta a 18,23 miliardi di euro. In pratica una mezza Finanziaria. Se queste autovetture fossero tutte prese a nolo (contratto tutto compreso per due anni, come prevedono le convenzioni della Consip, l’agenzia del Tesoro che cura gli acquisti collettivi per la pubblica amministrazione) partendo dai 1.125 euro al mese indicati per una Bmw 525D si arriverebbe a spendere 7,9 miliardi l'anno.

Mentre per comperarle, partendo dai 36.200 euro spuntati dalla Consip per una Lancia Thesis 2.4 Jtd con cambio automatico, si arriverebbe a quota 20,7 miliardi di euro. Numeri esagerati? Forse. Allora dimezziamoli: i conti restano comunque altissimi, sia quelli di acquisto che quelli di gestione, e suggeriscono una sola cosa: che bisogna tagliare. Con più decisione di quanto si sia fatto in passato, quando Luigi Cappugi, in qualità di consulente del governo Berlusconi, arrivò a suggerire di usare i taxi ed in contemporanea di dimezzare il parco pubblico per risparmiare almeno 4,8 miliardi di euro l’anno, e poi la sua proposta cadde nel vuoto; e di quanto si sta facendo oggi. Non è un mistero infatti che, nonostante il giro di vite impresso a tutte le spese dal nuovo governo, i risultati stentino ad arrivare.

Basta vedere cosa succede al ministero dell’Economia, in prima fila della battaglia del rigore, la cui spesa per auto blu (in base ad indiscrezioni sui calcoli fatti dalla Ragioneria) è scesa da quota 1,176 milioni del 2004 ai 535 mila euro previsti per il 2007, con un taglio di 416 euro nel 2006 e di appena 43 mila quest’anno.


lastampa

martedì, maggio 15, 2007

Napolitano contro Regno Unito e Francia

Non capisco come napolitano possa permettersi di muovere aspre critiche all’indirizzo dei paesi che non hanno ancora ratificato la Costituzione europea.
Come avevo già scritto in questo post, un capo di stato deve sempre essere molto prudente, in particolare in tema di politica estera, anche perchè non mi risulta che il presidente della repubblica abbia poteri di indirizzo in politica estera.

Il presidente della repubblica italiana - dicendo che "da parte del Regno Unito c'è un atteggiamento “scandaloso” e che la Francia non è sufficientemente coraggiosa - dimentica che con un referendum i francesi hanno rifiutato la Costituzione europea, e che nella società britannica c'è un'avversione largamente diffusa nei confronti dell'Europa.
Il presidente napolitano ignora il più banale principio democratico che quel trattato è stato bocciato da milioni di cittadini europei, ed è molto grave la mancanza di rispetto della scelta di altri popoli europei.

Inoltre in Italia l’entusiasmo europeo è imposto ed amplificato dalla classe politica e dalla grande imprenditoria, ma in realtà gli italiani non sono molto soddisfatti anche perchè con l'entrata in vigore dell'euro tutti sono diventati più poveri.

C'è il grosso problema politico se sia preferibile giungere all'Unione Europea via referendum popolare o via parlamentare, se sia meglio procedere dall’alto verso il basso o viceversa.
Il metodo parlamentare mi sembra una scorciatoia che avvalora la tesi del deficit di legittimità del sistema istituzionale europeo.
Forse solo un referendum popolare può garantire la democrazia in europa e secondo me il trattato europeo dovrebbe comunque sempre passare al vaglio del corpo elettorale.
Purtroppo in Italia succede esattamente l'opposto.

Inoltre diciamo la verità.
Il Trattato europeo è un farraginoso trattato inter-governativo, intricato di diritti e regole, espressione dell'establishment degli "europeisti corretti", in totale dispregio del costituzionalismo liberale.

No a questa UE.
W l'Europa delle Patrie.

giovedì, maggio 10, 2007

Sondaggio sulla repubblica francese

Secondo questo sondaggio, oltre la metà dei francesi, per l'esattezza il 54%, giudicano "cattivo" l'operato del presidente Chirac.
Ancor più clamoroso è che appena il 2% considera "molto buona" la sua presidenza.

Quest'ultimo sondaggio francese conferma che il sistema repubblicano non funziona bene, perlomeno perchè al termine dei mandati presidenziali i cittadini si dimostrano quasi sempre insoddisfatti.
Non è un pò da masochisti continuare a sperare che il prossimo presidente sia meglio dei precedenti?

Non è forse meglio la Monarchia?
Parigi
FRANCIA: PRESIDENZA CHIRAC BOCCIATA DAL 54% DEI FRANCESI

Piu' di meta' dei francesi bocciano i 12 anni di Jacques Chirac all'Eliseo. Da un sondaggio dell'istituto Bva, emerge che il 54% e' critico sull'operato del presidente uscente, con un 40% che lo giudica "negativo" e un 14% "molto negativo". Solo il 42% parla di una "buona" presidenza e appena il 2% di una presidenza "molto buona".
I momenti topici della permanenza di Chirac all'Eliseo sono considerati il ballottaggio vinto su Jean-Marie Le Pen alle presidenziali del 2002, l'opposizione alla guerra in Iraq e la vittoria del no nel referendum di due anni fa sul Trattato costituzionale europeo.

larepubblica

mercoledì, maggio 09, 2007

giornata della memoria delle vittime del terrorismo


L'istituzione della giornata della memoria delle vittime del terrorismo è giusta, ma come mai nel governo attuale ci sono ex terroristi pregiudicati che fanno i sottosegretari ?
Perchè lo stato repubblicano ha concesso la libertà vigilata ad alcuni terroristi, come la balzerani processata e condannata a sei ergastoli?
Come mai si permette ad alcuni ex terroristici di parlare alle università italiane?
Non c'è una profonda contraddizione tra questa legge, che istituisce la giornata della memoria delle vittime del terrorismo, con alcune azioni del governo?

E così che si rispettano le vittime ?

Per ricordare e difendere le vittime del terrorismo non basta istituire giornate del genere, ma piuttosto uno stato dovrebbe scoprire gli autori e soprattutto i mandanti degli atti terroristici per assicurarli alla magistratura.
Purtroppo non è così, ancora adesso non si conosce i colpevoli di molti stragi ed omicidi terroristici.

Ho l'impressione che questa legge più che ricordare serve per nascondere le incapacità ed inefficienza dello stato repubblicano.

Se nel nostro paese non si apre una seria e profonda discussione su perchè in Italia si sviluppò il terrorismo questa giornata della memoria è inutile.

Che senso ricordare le vittime del terrorismo senza condannare i colpevoli e capire perchè avvenne ciò ?

Moro: dall'anno prossimo il 9 maggio sara' 'giorno della memoria'

ROMA - A partire dal prossimo anno la data dell'assassinio di Aldo Moro, che cade il 9 maggio, diverra' 'giorno della memoria' dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice. L'istituzione di una giornata dedicata al ricordo di queste ultime e' sancita da una legge apposita, da pochi giorni approvata dal Parlamento con larghissimo consenso. Il Presidente della Repubblica, che ha richiamato gli impegni che scaturiscono da tale legge, in occasione del 29esimo anniversario della morte dello statista ha ricevuto al Quirinale i familiari della vittima. (Agr)

ilcorrieredella sera

martedì, maggio 08, 2007

La Regina d'America



















La visita della Regina Elisabetta II negli Stati Uniti evidenzia la superiorità della Monarchia sulla repubblica.
La Regina, visitando i primi insediamenti inglesi nel nuovo continente, unisce gli americani agli inglesi, tocca i cuori degli americani.
Infatti solo un Sovrano è la figura umana di un popolo, solo un Sovrano ha la forza di comprendere la memoria collettiva di un popolo, solo un Sovrano ha la capacità di unire più popoli.

In fondo dopo oltre due secoli dalla rivoluzione coloniale del 1776, negli Stati Uniti c'è una nostalgia della Monarchia.
Le speciali relazioni diplomatiche tra Gran Bretagna e Usa non è dovuta solo alle comuni radici della civiltà e del diritto, bensì anche al fascino discreto della monarchia.

I presidenti vanno e vengono ma Sua Maestà rimane.
Per me, sull'argomento del vasto regno anglofono, la visita della regina in America invoca la nostra più antica mitologia e ci fa sentire come un unico popolo nel mondo inglese; la regina stessa contiene le mistiche corde della nostra memoria collettiva, nel modo che nessun altro essere umano potrebbe fare.
Sono spariti i pregiudizi nazionali quando gli Americani sentivano uno speciale legame alla mia regina. In questi momenti siamo collegati uno all'altro, e a me piacerebbe che rimanga così.


tradotto da
The Monarchist: AMERICA'S QUEEN

venerdì, maggio 04, 2007

Anniversario dell'Esercito Italiano



146° Anniversario dell'Esercito Italiano

Il 4 maggio 1861 un provvedimento del Ministro della Guerra Manfredo Fanti decretava la fine dell'Armata Sarda e la nascita dell'Esercito Italiano.

Vista la legge in data 17 marzo 1861, colla quale S.M. ha assunto il titolo di Re d'Italia, il sottoscritto rende noto a tutte le Autorità, Corpi ed Uffici militari che d'ora in poi il Regio Esercito dovrà prendere il nome di Esercito Italiano, rimanendo abolita l'antica denominazione di Armata Sarda.

Firmato Manfredo FANTI, Ministro della Guerra.

Ma la storia del nostro Esercito ha radici molto più lontane, ricordiamo ad esempio la data del 18 aprile 1659, quando il duca Carlo Emanuele II di Savoia, volendo disporre di militari addestrati e pronti all'impiego, indisse un bando per il reclutamento di 1.200 uomini da inquadrare in un reggimento detto "delle Guardie".
Questo evento segnò il passaggio dalle milizie di ventura alle unità permanenti, organismi propri dello Stato. Il reggimento "delle Guardie" fu, dunque, il primo reparto permanente d'Europa, precursore dell'attuale Esercito di professionisti.

Ulteriori informazioni:
Nascita dell'Esercito Italiano

mercoledì, maggio 02, 2007

Quirinale repubblicano


Per mantenere il Quirinale gli italiani sborsano una somma quattro volte superiore al capitolo di spesa per Buckingham Palace. I dipendenti sono pagati il doppio rispetto a quelli della Regina d'Inghilterra, le spese sono cresciute in 10 anni del 61%. (senza tener conto della inflazione).

Il confronto con i costi degli altri stati è disarmante, gli sprechi della repubblica italiana non hanno limiti a partire dal quirinale.
Mentre nel Regno Unito si sa tutto sui costi della Famiglia Reale, in Italia quelli della repubblica sono top secret.
In tema di trasparenza, guardare gli inglesi c’è da impallidire. La Regina pubblica i bilanci su internet e non solo li fa certificare da KPMG.( royal.gov.uk )
Un atto di estrema onestà e trasparenza, che purtroppo non viene replicato nella nostra amata repubblica.

La disgustosa speculazione repubblicana ha fatto credere ai cittadini che la repubblica era giusta anche perchè "era tempo di finirla con i Re che sbafano sulle spalle dei lavoratori".
In realtà la repubblica costa molto di più della monarchia e che è la repubblica che succhia sul sudore del Popolo!
Altro che rigore e trasparenza.
La repubblica trasforma in spreco tutto ciò che tocca, ed anche il Quirinale è diventato un lusso eccessivo. c'è uno spreco sbalorditivo dei soldi degli italiani.

I costi del Quirinale sono sbalorditivi, e' impensabile che nella situazione economica in cui versa l'Italia, in cui la stessa sussistenza di milioni di persone e' minacciata dalla crisi economica, possano essere spese simili cifre per il mantenimento dell'apparato del presidente della repubblica.

Inoltre è opportuno ricordare che nel Regno d'Italia i costi della Monarchia, facendo i dovuti calcoli, erano di venti volte inferiori; lo stesso Re Vittorio Emanuele III non volle mai aumentare il suo appannaggio nei 46 anni in cui regno.

Trovo sgradevole che non ci sia una scusa o spiegazione dell'oblio che c'è stato finora da parte della repubblica sui costi del quirinale.
Perchè questo silenzio?

Il 2 maggio esce nelle librerie: ecco una sintesi
Dai dipendenti ai giardini. I costi del Colle
Libro-inchiesta dei giornalisti del Corriere: spese cresciute del 61% in 10 anni, fermo lo «stipendio» del Presidente

ROMA — Giorgio Napolitano non ha mai messo i cappellini della regina Elisabetta. Dio lo benedica. Non ha un marito gaffeur come il principe Filippo che a una donna cieca col cane guida che vedeva per lei disse: «Lo sa cara che ci sono cani che mangiano per le anoressiche?». E Dio lo benedica. Preferisce i babà del caffè Gambrinus alle cakes di patate, frutta secca e pancetta affumicata. E Dio lo benedica. Sulla trasparenza, però, Dio salvi la regina. La quale ha messo on line tutti i suoi conti: tutti. Precisando quanto spende per questo e quanto spende per quello fin nei dettagli. Fino all'ultimo centesimo. Da noi no: segreto. Il bilancio del Quirinale è vietato ai cittadini. (…) O meglio, alcuni dati generici il Colle li ha dati. Per la prima volta, come se volesse farsi britannicamente carico dei nomignoli di «Sir George» e di «Lord Carrington» che si trascina da una vita, il presidente ha deciso, nel gennaio del 2007, di render note le «fondamentali scelte contenute nel bilancio interno». (…) La fitta coltre di nebbia sui costi della Presidenza, però, è stata appena scalfita. (…) Tutto pubblico, in Gran Bretagna.

Su Internet: www.royal.gov.uk/output/page3954.asp. Con 33 pagine ricche di dettagli sulle tabelle entrate-uscite dedicate alla prima voce, 54 alle residenze, 33 ai viaggi. Sei un cittadino? Hai diritto di sapere che i dipendenti a tempo indeterminato a carico della Civil List alla fine del 2005 erano 310, cioè 3 in più rispetto all'anno prima. Che la regina ha avuto regali ufficiali per 152.000 euro. Che nelle cantine reali sono stoccati vini e liquori «in ordine di annata», per un valore stimato in 608.000 euro. Che le uniformi del personale sono costate 152.000 euro e «catering e ospitalità» 1.520.000. Che sul volo di Stato numero tale, il giorno tale, in viaggio da qui a lì c'erano i passeggeri Tizio, Caio e Sempronio. La convinzione democratica che chi sta ai vertici del potere abbia il dovere (non la facoltà: il dovere) di rendere conto del pubblico denaro è talmente radicata che una tabellina indica, con nome e cognome, lo stipendio dei massimi dirigenti. Sappiamo quindi che la busta paga di Lord Chamberlain (Richard Luce fino all'11 ottobre del 2006, poi William Peel) è stata di 97.000 euro, quella del segretario particolare della regina Robin Janvrin di 253.000, quella del responsabile del Portafoglio privato Alain Reid di 276.000, quella del Maestro di Casa David Walker 191.000 euro. E da noi? Boh... (…)

Certo è che i costi, stando all'unica fonte a disposizione (la comunicazione annuale con cui il Quirinale informa il governo di aver bisogno di «tot soldi» senza spiegare nulla su come vengano spesi) hanno continuato inesorabilmente a lievitare senza che mai sia stato segnalato un taglio e senza che mai sia stata fornita una risposta alle richieste di aggiornamento dei dati conosciuti e mai smentiti. Ci sono ancora 71 alloggi a disposizione dei massimi dirigenti e dei collaboratori più stretti? I cavalli della ex Guardia del re sono ancora 60? (…) Dall'altra parte, in Inghilterra, la regina ha deciso di fornire ai cittadini non solo tutti i particolari del bilancio ma di far certificare questo bilancio dalla Kpmg. (…) Altra cultura.
Un giorno di qualche anno fa, per dire, il governo inglese si accorse che la Civil List aveva calcolato un'inflazione (7,5%) più alta di quella poi effettivamente registrata, col risultato che la famiglia reale aveva ricevuto 45 milioni di euro in più. Bene: Tony Blair e il cancelliere dello Scacchiere Gordon Brown, come riportarono tutti i giornali, decisero il congelamento dell'appannaggio per andare al recupero dei soldi. Invitata a «dimagrire», Elisabetta II ha preso l'impegno molto sul serio. Taglia di qua e taglia di là, per fare un solo esempio, a Buckingham Palace ci sono oggi 6 centralinisti a tempo pieno. La metà di quelli assunti dalla Asl di Frosinone nella tornata del dicembre del 2002. (…) Gli operai (falegnami, tappezzieri, orologiai...) impegnati nelle manutenzioni di Buckingham Palace sono in tutto 15, compreso il supervisore. Va da sé che la situazione finanziaria è letteralmente rifiorita. (…) Nel 1991-1992 la spesa pubblica per la Corona era di 132 milioni di euro, oggi è sotto i 57 milioni. Un taglio radicale. E il Quirinale? Negli ultimi anni, una sola voce è rimasta uguale: la busta paga del capo dello Stato. Che a partire da Enrico De Nicola, che non toccava gli 11 milioni di lire l'anno di indennità, è ancora praticamente la stessa. (…)

Intorno a lui, però, il Palazzo si è gonfiato e gonfiato e gonfiato negli anni senza che neppure Ciampi, che del risanamento dei conti pubblici e della sobrietà aveva fatto una ragione di vita riuscisse a fare argine. Eppure il nostro amatissimo Carlo Azeglio, già nel febbraio del 2001, aveva sotto gli occhi una fotografia nitida della situazione. Il rapporto del comitato che lui stesso aveva voluto subito dopo l'insediamento e guidato da Sabino Cassese. Le 49 pagine, allegati compresi, non furono mai rese note. E si capisce: le conclusioni, fra le righe, non erano lusinghiere. Nonostante i paragoni non fossero fatti con la monarchia inglese ma con la presidenza francese e quella tedesca.
Al 31 agosto del 2000 il personale in servizio da noi era composto da 931 dipendenti diretti più 928 altrui avuti per «distacco», per un totale di 1.859 addetti. Tra i quali i soliti 274 corazzieri, 254 carabinieri (di cui 109 in servizio a Castelporziano!), 213 poliziotti, 77 finanzieri (64 della Tenenza di Torvajanica, che è davanti alla tenuta presidenziale sul mare sotto Ostia, e 14 della Legione Capo Posillipo), 21 vigili urbani e 16 guardie forestali, ancora a Castelporziano. Numeri sbalorditivi.
Il solo gabinetto di Gaetano Gifuni era composto da 63 persone.
Il servizio Tenute e Giardini da 115, fra cui 29 giardinieri (…) e 46 addetti a varie mansioni.
Quanto ai famosi 15 craftsmen di Elisabetta II, artigiani vari impegnati nella manutenzione dei palazzi reali, al Quirinale erano allora 59 tra i quali 6 restauratrici al laboratorio degli arazzi, 30 operai, 6 tappezzieri, 2 orologiai, 3 ebanisti e 2 doratori. (…) Nel rapporto si sottolineava che la presidenza tedesca, dai compiti istituzionali simili, aveva dimensioni molto più contenute: 50 addetti alle tre direzioni organizzative, 100 ai servizi logistici e di supporto e 10 agli uffici degli ex presidenti. Totale: 160. Cioè 29 in meno dei soli addetti alla sicurezza di Castelporziano.

Quanto all'Eliseo, il confronto era almeno altrettanto imbarazzante: nonostante il presidente francese abbia poteri infinitamente superiori a quello italiano, aveva allora (compresi 388 militari) 923 dipendenti. La metà del Quirinale. E infatti costava pure quasi la metà: 86 milioni e mezzo di euro in valuta attuale, contro 152 e mezzo.
Per non dire del confronto, umiliante, con la presidenza tedesca che sulle casse pubbliche pesava per 18 milioni e mezzo di euro: un ottavo della nostra. (…) Eppure, dopo quella denuncia interna sull'elefantiasi della struttura, non solo sono aumentati perfino i corazzieri ma il personale di ruolo è salito (…) a 1.072 persone. E ancora più marcato è stato l'aumento sul versante del «personale militare e delle forze di polizia distaccato per esigenze di sicurezza del presidente e dei compendi»: poliziotti, carabinieri e uomini di scorta vari sono 1.086. Cioè 382 in più rispetto a dieci anni fa. Con un balzo del 54%. Fatte le somme: nelle tre sedi rimaste in dotazione alla presidenza dopo la cessione alla Regione Toscana della tenuta di San Rossore, e cioè il Colle, Castelporziano e Villa Rosebery a Napoli, lavorano oggi 2.158 persone. Il doppio, come abbiamo visto, di quelle impiegate dalla corte inglese o dall'Eliseo. (…)
Col risultato che il solo personale costa oltre 160 milioni di euro. Pari, grossolanamente, a una busta paga pro capite di oltre 74.000 euro. Il doppio dello stipendio di uno statale medio. E il doppio di un dipendente della regina. I numeri più ustionanti, tuttavia, sono quelli assoluti.
La «macchina» del Quirinale costava nel 1997 «solo» 117 milioni di euro. Dieci anni dopo ne costa 224 (più altri 11 milioni che arrivano al Colle da «entrate proprie quali gli interessi attivi sui depositi e le ritenute previdenziali»). Un'impennata del 91%. Si dirà: c'è stata l'inflazione. Giusto. Fatta la tara, però, l'aumento netto resta del 61%. Per non dire del paragone con vent'anni fa. Sapete quanto costava la presidenza della Repubblica nel 1986? In valuta attuale meno di 73 milioni e mezzo di euro. Il che significa che in vent'anni la spesa reale, depurata dall'inflazione, è triplicata. Mentre lassù in Gran Bretagna veniva più che dimezzata. Col risultato che oggi Buckingham Palace costa un quarto del Quirinale.

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