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mercoledì, novembre 05, 2008

Obama, Usa, politica, Italia


E’ scoraggiante vedere questo assurdo affanno nel salire sul carro dell’ultimo vincente.
Addirittura c'è qualcuno che considera Obama come un nuovo mosè.
Incredibile.

Forse l'unica spiegazione è che ci si illude di avere un paese migliore votando un nuovo presidente.
Ma non ci si sente forse sempre insoddisfatti dell'operato svolto dai precedenti presidenti?

Quando si esagera a lodare un uomo, che tra parentesi fino a poca tempo fa non si sapeva neanche l’esistenza, significa che una forza irrazionale ci sta impedendo di ragionare con la nostra testa.

L'arte di saltare sul carro vincente è una specialità degli italiani ed infatti molti politici interpretano le elezioni americane per avere dei vantaggi.
La sinistra considera la vittoria di Obama come una rivincita della precedente sconfitta politica; la destra sembra soddisfatta della sconfitta di McCain, erede di Bush.
Ridicoli.
La destra e sinistra sono già in ginocchio davanti al nuovo Mosè?

Finora di Obama si sa solo che è un nuovo politico che per le elezioni ha speso più di tutti gli altri precedenti presidenti e che, come tutti gli altri, ha illuso gli amercani con tante belle promesse.

Bisognerà aspettare un pò per dare un giudizio ad Obama, vedremo nel concreto come si comporterà.

martedì, novembre 04, 2008

Bollettino della Vittoria 4 Novembre 1918



In questo splendido video si ascolta il Bollettino della Vittoria del 4 novembre 1918 dalla voce del Generale Armando Diaz.

Il Bollettino della Vittoria è il documento ufficiale emesso dal Comando Supremo del Regio Esercito Italiano che annunciava la disfatta nemica e la vittoria dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale.

Il testo, fuso nel bronzo delle artiglierie catturate al nemico, è esposto in tutte le Caserme e i Municipi d'Italia.

Si può anche leggere il testo del Bollettino sul sito dell'Esercito Italiano.

lunedì, novembre 03, 2008

4 novembre 1918

Vittorio Emanuele III portava alla vittoria l’Italia

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La prima pagina de “La Domenica del Corriere” dopo la Vittoria.

Il 4 novembre 1918, si concludeva vittoriosamente la Prima Guerra Mondiale, che segnava la sconfitta e la conseguente scomparsa degli Imperi Austro-Ungarico e Germanico.

Fu essenziale l’opera silenziosa e tenace di Vittorio Emanuele III, che instancabile percorreva il fronte al fine di rendersi esatto conto della situazione militare e di accertare quali fossero le reali condizioni di vita delle truppe ed il loro morale senza ricorrere ad intermediari.
“Il Re si assunse l’incarico quotidiano di accorrere personalmente ovunque lo credesse necessario” scrisse il Marchese Solaro del Borgo, che gli era stato compagno d’armi e ancora “nessuno con maggiore competenza potè suggerire rinunce e modifiche e deliberazioni di particolare importanza: e nessuno, in conseguenza avrebbe potuto, meglio di quel ch’Egli fece, servire in momenti eccezionalmente delicati gli interessi del Paese, con efficacia della quale la gran massa del Paese stesso ignora e non immagina la portata”.
Le visite del Re sollevavano il morale della truppa, per la quale Egli era diventato il simbolo vivente della Patria.

Ma dove veramente le doti del Sovrano emersero l’8 novembre 1917 al Convegno di Peschiera, allorché seppe esporre la situazione militare con assoluta padronanza e con una assoluta fiducia nel nostro Esercito.
Potè così imporre agli Alleati il proprio punto di vista: la difesa della linea del Piave senza ulteriori arretramenti.
Da quel momento la direzione della guerra ritornò nelle mani del Re e tutti gli Italiani si strinsero attorno a Casa Savoia.

Fermato il nemico, dopo una serie di furiose battaglie il nemico venne ricacciato al di là del Basso Piave nel luglio ’18.
A ottobre l’Italia scatenò l’offensiva finale, poi chiamata battaglia di Vittorio Veneto, che portò all’annientamento dell’esercito austriaco ed alla successiva caduta dell’Impero.

L’Italia grazie alla guida illuminata di Re Vittorio Emanuele III aveva vinto la guerra e conquistato gli ultimi territori ancora sotto la dominazione straniera.
Si compiva così l’Unità d’Italia, realizzata da Casa Savoia attraverso secoli di guerre e di conquiste, unità territoriale, ma soprattutto morale, poiché tutti gli Italiani, senza distinzione di parte o di origine, si erano trovati concordi nell’affrontare i pericoli ed i disagi della guerra.

La repubblica italiana, consapevole dell'importanza della guida di Re Vittorio Emanuele III per la vittoria, ha cercato di snobbare il 4 novembre 1918.
Ecco così la vulgata repubblicana considerare la prima guerra mondiale un massacro, una "vittoria militare" che portò al fascismo, ad altre guerre, ad altri morti ...
Tutto falso, solo propaganda.

In realtà questa festa ci appartiene, fa parte della memoria profonda del Paese.
Attraverso un evento traumatico eppure grandioso - appunto questa Nostra Guerra - gli italiani si sono finalmente sentiti uniti, la vittoria trasformò un paese appena unito in una vera e propria nazione.

Il 4 novembre 1918 ha permesso il compimento del Risorgimento nazionale

In quest’ora solenne ricordiamo i Caduti il cui esempio deve guidare gli italiani.
I Caduti non muoiono sui campi di battaglia e non spariscono nei sacrari, ma soltanto quando sono dimenticati !

Link
In questo splendido video si ascolta il Bollettino della Vittoria 4 Novembre 1918 dalla voce del Generale Armando Diaz.