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giovedì, novembre 09, 2006

la repubblica blocca lo sviluppo



Ieri a Roma la Roland Berger Strategy Consultant Italia (una delle principali società di consulenza strategica del mondo) presentando il suo studio sul mercato italiano ha bocciato il nostro paese, perchè in Italia c'è ancora molto da fare per realizzare la liberalizzazione dei mercati.

Secondo questa analisi, la capacità di competere del sistema Italia è in calo soprattuto perchè l'Italia risulta essere il quinto mercato più regolamentato al mondo dopo Ungheria, Messico, Turchia e Polonia.
Al contrario le nazioni dove i mercati sono più liberi sono Australia, Regno Unito, Islanda e Stati Uniti.

La bassa competitività è il risultato degli ostacoli alla concorrenza causati dall'eccessivo ruolo pubblico nell'economia ed in misura minore dalle barriere all'imprenditorialità.

Inoltre emerge un quadro quanto mai incerto, infatti i benefici delle poche liberalizzazione fatte in italia sono state raggiunti dai grandi clienti, ma non c'è stato un aumento dell'efficienza di sistema o di soddisfazione degli utenti.

Lo studio conclude che il futuro dell'economia italiana richiede risposte urgenti, e che la definizione delle soluzioni investe tutti i livelli del sistema Italia: governo, Camere, imprenditori, sindacati ed investitori istituzionali.

Insomma la repubblica ingessa il sistema italia e blocca le energie presenti nel paese.

Liberiamoci!!




CONCORRENZA IL BELPAESE NELLA LISTA NERA DEI MERCATI PIÙ REGOLAMENTATI.
LIBERANDO IL SISTEMA DA LACCI E LACCIUOLI IL PRODOTTO INTERNO LORDO POTREBBE SALIRE DEL 3,5%
Italia quinta tra i Paesi più «ingessati»
Roland Berger: «Deregulation ancora troppo scarsa, bisogna rimediare entro due anni»

lastampa

lunedì, novembre 06, 2006

Indulto repubblicano



Il Consiglio superiore della magistratura consegnerà un documento al ministro della Giustizia, Clemente Mastella, per bocciare l'indulto.

Il Csm considera la legge sull'indulto una decisione scellerata per la giustizia e per il sistema delle carceri perchè il 90% dei processi dei prossimi cinque anni rischiano di finire nel nulla.
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Ma le conseguenze negative non riguardono solo l'ordine pubblico, con gli scarcerati che delinquono appena fuori dalla cella, ma il provvedimento cancella le pene pecuniarie sotto i diecimila euro comminate ai condannati.
Con l’indulto lo Stato ci rimetterà 500 milioni di euro!
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Inoltre l’indulto non ha neppure risolto il problema delle carceri, perchè ad esempio la popolazione carceraria di Regina Coeli è passata da 900 detenuti pre-indulto, a 746 post-indulto, per raggiungere i 980 attuali.

Da tempo in Italia viviamo in un clima di dissoluzione del senso civico e morale , adesso l’indulto ha generato nelle organizzazioni criminali un senso di impunità senza precedenti.

Visto che l’indulto è stato votato da una maggioranza bipartisan ,chi dobbiamo ringraziare?

sabato, novembre 04, 2006

4 NOVEMBRE 1918

Vittorio Emanuele III, il Re Soldato, portava alla vittoria l’Italia.
La prima pagina de “La Domenica del Corriere” dopo la Vittoria.

La Vittoria della Prima Guerra Mondiale è la più importante impresa della nostra storia, per la prima volta gli italiani furono un esercito solo, per restituire alla Patria i suoi naturali confini.

In quest’ora solenne ricordiamo i Caduti il cui esempio deve guidare gli italiani.
In realtà i Caduti non muoiono sui campi di battaglia e non spariscono nei sacrari, ma soltanto quando sono dimenticati !
Se così succede allora vuol dire che il popolo vivente non è più degno del grande popolo dei morti!


Una volta il 4 novembre era la ‘Festa delle Forze armate’ durante la quale le caserme erano aperte al pubblico.
In seguito la repubblica cambiò nome alla festa che, invece della ‘Festa delle Forze armate’, divenne ‘Festa dell’Unità nazionale e delle Forze armate’.
E' un messaggio fuorviante, perchè l’unità nazionale fu proclamata il 17 marzo 1861 con la proclamazione del regno d’Italia e non il 4 novembre 1918.

Evidentemente la "vulgata repubblicana" vuole normalizzare tutto, anche questa festa, cioè cancellare che la Vittoria fu del Regno d'Italia (e non della repubblica) e che la festa dell'Unità nazionale è il 17 marzo 1861 (proclamazione del Regno d’Italia)