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giovedì, gennaio 22, 2015

25 anni fa il ritorno della famiglia reale in Romania

La Principessa Margherita celebra i 25 anni dal suo ritorno in Romania

18 gennaio 2015

Per celebrare il 25° anniversario del ritorno della famiglia reale rumena in Romania si è svolto un concerto di gala presso l'Ateneo di Bucarest.

La Principessa Margherita e il Principe Radu erano accompagnati dalla principessa Marie e Sophie, e dal principe Nicola.
Anche il Principe Lorenzo d'Asburgo-Este era presente, insieme a numerosi autorità di Romania e ospiti provenienti da diversi Paesi del mondo.

Ecco il discorso di Sua Altezza Reale la Principessa Margherita all'Ateneo rumeno: (*)

Sua Maestà il Re Michele e sua madre, la regina Elena, hanno lasciato la Romania nella notte del 3 gennaio 1948. Da allora sono trascorsi 42 anni fino al beato giorno del 18 gennaio 1990, quando io ho messo piede sul suolo romeno, accompagnato da mia sorella, la principessa Sophie. 
E' stato un viaggio del ritorno, un viaggio personale e storico. Oggi, celebriamo insieme un quarto di secolo in cui siamo rimasti al fianco dei nostri connazionali, e al fianco dei Rumeni più deboli, soprattutto, per continuare il Patto dei nostri Padri. 



Nel 1990, la Romania non riconosce più la Corona, era come un bambino che non ha mai incontrato i suoi genitori. In quest'ultimo quarto di secolo la Corona è ritornata ad essere il ruolo educatore e modello da seguire, così come il re Carol ci ha insegnato nei momenti più importanti della vita rumena
Oggi, la Fondazione Margherita di Romania, che festeggia il suo 25° anniversario, gode di fiducia e prestigio. 
Sotto la guida di Re Michele, la famiglia reale ha costruito un edificio sociale, culturale ed educativo, così come una istituzione reale rispettata, in un tempo che ha bisogno di modelli, d'amore, d'ispirazione. In tutti questi anni con esempi
ha ripiantato le radici nella Romania; hanno ricreato il tessuto della sua identità e delle tradizioni che erano distrutte. 
Oggi, la maggior parte dei rumeni sentono affetto e rispetto per la Corona.

Un quarto di secolo fa, siamo stati fermati con mitragliatrici lungo l'autostrada Bucarest - Piteşti.  Venti anni più tardi, il re ha potuto parlare ad una solenne sessione del Parlamento della Romania. Questa sera, presso l'Ateneo Romeno, le centinaia di persone di spicco qui presenti rappresentano tutta la nazione, simbolicamente e istituzionalmente. Questo è il più bel regalo per festeggiare l'ultimo quarto di secolo rumena. 
Che Dio ci aiuti!

(*) traduzione approssimativa

LINK
Cuvântul Principesei Moștenitoare la Ateneul Român, 18 ianuarie 2015

Mette-Marit e Haakon all'Università di Oslo

La Principessa Mette-Marit e il principe ereditario Haakon visitano l'Università di Oslo

19 gennaio 2015

Le Loro Altezze Reali il Principe ereditario Haakon e la principessa Mette-Marit di Norvegia hanno visitato l'Università di Oslo dove hanno partecipato ad un seminario sulle risposte interdisciplinari dell'Università alle sfide globali.


La maggior priorità dell'Università di Oslo è il campo scientifico interdisciplinare, dove stanno attualmente lavorando più di 1.000 scienziati.

Il principe Haakon e Mette-Marit hanno parlato con gli scienziati e in particolare col team di ricercatori che partecipa al concorso internazionale "Genetically Engineered macchina 2014".
Infine la coppia reale si è cimentata in qualche esperimento scientifico.


mercoledì, gennaio 21, 2015

La morte di Luigi XVI di Francia

222 anni fa Luigi XVI di Francia fu ucciso dai repubblicani

21 gennaio 1793

Luigi XVI Re di Francia, Re Cattolico e Martire, fu decapitato dai terroristi rivoluzionari, il 21 gennaio 1793 in Piazza della Rivoluzione, l'attuale Place de la Concorde.

Ricordiamo quello che disse il Re ai francesi prima di essere ucciso:
"Muoio innocente di tutti i crimini che mi sono imputati. Perdono i responsabili della mia morte e prego Dio che il sangue che state per versare non ricada mai sulla Francia".

Una volta abolita la Monarchia, la figura del Re era imbarazzante per i rivoluzionari e quindi la Rivoluzione aveva necessità di liberarsi di lui.
Lo Stato d'animo dell'iniquo processo al Re Luigi XVI è ben espresso dalla frase di Saint Just: "Non vogliamo giudicare il Re, vogliamo ammazzarlo".

In seguito Papa Pio VI lo elevò a martire (Enciclica Quare lacrymae).
Il Papa Pio VI, nell'allocuzione al Concistoro, considerò la morte di Luigi XVI come un vero martirio, poiché la sua morte fu una conseguenza del furore satanico e anti-cattolico della Rivoluzione.

L'uccisione del Re di Francia ci ricorda le atrocità compiute dai rivoluzionari e ci insegna quanto siano violente e sanguinose le origine della repubblica francese. (Vandea)
La brutale morte di Re Luigi XVI è stato l'inizio del perverso percorso della Storia che ci ha portato verso la decadenza nella quale viviamo adesso, una società che spesso va contro la Natura e l'Uomo.

La Rivoluzione francese è il primo radicale tentativo di costruire una "nuova società" dove i capisaldi sono l'odio verso la religione cattolica e la Monarchia, l’annientamento del passato, e il culto della dea ragione, fino ad imporre uno Stato capace di totalizzare la società.
Il "mito della repubblica" ci spinge verso uno stato "totalitario" che pretende di essere l'unica forma di stato in grado di garantire "la felicità degli uomini sulla terra" (cfr. "Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e del cittadino")

La rivoluzione francese, è il primo esempio di repubblica totalizzante, che giustifica l'uccisione, che si autoproclama portatrice di felicità, dove la libertà degli uomini si risolve in mera applicazione della repubblica.

Ci sono forte analogie della rivoluzione francese con il comunismo di stampo sovietico. Ambedue hanno portato ad uno stato totalitario che controlla il popolo con il terrore, uccise le famiglie regnanti, attacchi contro la religione, utilizzo della violenza per purgare la società, ... dalla ghigliottina al Gulag.
D'altronde Lenin considerava il bolscevico come il perfetto giacobino : «La ghigliottina non era che uno spauracchio che spezzava la resistenza attiva. Questo non basta. Noi non dobbiamo solo spaventare i capitalisti, cioè far loro dimenticare l’idea di una resistenza attiva contro di esso. Noi dobbiamo spezzare anche la loro resistenza passiva».

Infine ricordo cose dissero alcuni intellettuali.
Per Balzac : "il giorno in cui abbiamo tagliato la testa del re è come se avessimo tagliato la testa di tutti i padri di famiglia".
Raymond Poincaré :"la morte di Luigi XVI è stato un suicidio collettivo".

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