Articoli in evidenza:

giovedì, settembre 21, 2006

Telecom: il grande fratello repubblicano



In questi giorni per i giornali e telegiornali italiani forse l'argomento più gettonato è il caso Telecom.
Inizialmente sembrava che l'aspetto economico, migliaia d'euro persi per la caduta delle sue azioni in borsa, ed i posti di lavoro a rischio, fossero i più importanti, ma le ultime notizie fanno capire che non è così.

Infatti leggendo le ultime notizie (in realtà non nuove leggete blog monarchico ) si capisce che il vero motivo che ha scatenato questo terremoto è che all'interno di Telecom c'è un grande orecchio , che per anni ha spiato tutti, dall'operaio al vip della finanza, dal politico alla soubrette dello spettacolo.

Inoltre le intercettazioni telefoniche sono proprio le armi più importanti a disposizione della magistratura ed ecco che i politici, per difendere gli amici o per distruggere i nemici, hanno tutto gli interessi di controllare questo potere.

In Italia la magistratura ha trasformato la politica, molti magistrati sono diventati politici, e la guerra tra la Politica e la Giustizia è talmente aspra che ci chiediamo se in Italia esiste ancora una Giustizia indipendente e sana.

In ogni caso la nuova tecnologia applicata alla telefonia ha un potere enorme che mette a rischio la democrazia e la libertà degli italiani.

Purtroppo in questa repubblica i fondamentali principi come la democrazia, la privacy e la libertà sono secondari agli interessi del Potere repubblicano.


I verbali dei magistrati di Milano: da Geronzi a Benetton migliaia di ascolti illegali
Patto di ferro con i Servizi segreti: in 344 pagine spaccato di un Paese sotto controllo

Operai, politici e banchieri nella rete del grande spione

MILANO - Un grande orecchio, segreto, illegale potentissimo per anni ha spiato tutti, dall'operaio al vip della finanza, dal politico alla soubrette dello spettacolo.
Un ristretto gruppo di potere, una organizzazione piramidale al cui vertice ci sono l'ex responsabile della Security Telecom, Giuliano Tavaroli, il titolare dell'agenzia d'investigazioni Polis d'Istinto, Emanuele Cipriani, e l'attuale manager Pirelli Pierguido Iezzi.

.....


Il grande orecchio nato all'interno di Telecom e Pirelli poteva contare su "un piccolo esercito - scrive il gip- di investigatori, pubblici dipendenti infedeli, che per denaro vendevano informazioni" . Ma soprattutto sia Tavaroli che Cipriani avrebbero potuto contare su un canale privilegiato con i servizi segreti. Nell'allegato 17 all'ordinanza, ci sono (in fotocopia) organigrammi riservati all'Autorità nazionale per la sicurezza, del ministero della Difesa, dell'Interno, dell'Economia, della presidenza del Consiglio dei Ministri, della camera, Dei Ros, del Cesis, del Sismi, del Sisde, dei Carabinieri".


sito
larepubblica

domenica, settembre 17, 2006

Il Papa ed il silenzio dell'europa e dell'italia


L'Islam "lincia" il Papa, e l'UE ed il governo italiano stanno zitti.
Io sto con Benedetto XVI.

La cosa che sorprende ed indigna è il silenzio dell'Europa e dell'Italia in merito alle parole del Papa.
Evidentemente rinunciare a spendere una parola in difesa del Santo Padre è un segnale di debolezza ed a questo punto c'è da chiederci se all'interno della nostra civiltà ci sono settori molto influenti del fondamentalismo islamico.

La questione non è di chiederci se accettiamo o no le tesi del Papa, perchè a questo punto c'è qualcuno che vuole mettere in discussione il diritto di pensare, il diritto di dissentire e di esistere.

Cara Italia e cara europa, non bastano gli inviti al dialogo interreligioso, ed il rispetto per le culture diverse, per dialogare si deve anche e soprattutto difendere la nostra civiltà, religione, storia e tradizioni.

Messico: crisi repubblicana

Messico: una repubblica, due presidenti, ed un paese diviso in due

crisi politica e quindi della repubblica

I presunti brogli e il riconteggio parziale non sono serviti a cambiare le sorti delle elezioni presidenziali, e la sentenza del Tribunale elettorale messicano aveva stabilito che Calderon vinse per solo lo 0,56% dei voti.

Adesso Obrador, lo sconfitto alle presidenziali del 2 luglio, si e' autoproclamato "presidente".

Il caso messicano dimostra per l'ennesima volta i rischi del sistema repubblicano, e cioè che il presidente non è mai di tutti ma solo di chi lo vota.
Quando poi la differenza dei voti dei contendenti è minimo, il paese è veramente diviso in due e si rischia la guerra civile.

E' sconvolgente il disinteressamento dei media e dei governi mondiali alla vicenda, ma d'altronde la nomenKlatura vuole nascondere i limiti e le contraddizioni della repubblica.

Il Messico è spaccato in due, la lotta tra i partiti per raggiungere il potere dilania il paese, in una repubblica non esiste un capo di stato superpartes e di tutti.

A questo punto : cosa servono le elezioni presidenziali se i risultati possono essere falsati, se non si capisce chi ha vinto e perso, e se lo sconfitto si autoproclama presidente?
Le elezioni presidenziali, invece di unire, spaccano il paese in due e si rischia una guerra civile!

Messico: Obrador si autoproclama presidente

CITTA' DEL MESSICO - Come era nelle attese, il leader della sinistra messicana uscito sconfitto alle presidenziali del 2 luglio con appena lo 0,56% si e' autoproclamato "presidente legittimo".

Manuel Lopez Obrador ha portato nella piazza dello Zocalo, a citta' del Messico, centinaia di migliaia di sostenitori, che hanno dichiarato "illegittimo" il governo del conservatore Felipe Calderon. Il Paese e' spaccato a meta', dopo la recente vittoria sul filo del rasoio ottenuta dalla destra. (Agr)

sito
corriere della sera