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domenica, maggio 04, 2014

La repubblica è morta

Una partita di calcio si è trasformata in guerra tra bande, le istituzioni hanno trattato con gli ultras, l'Inno d'Italia è stato fischiato dagli spettatori, i vertici dello Stato hanno assistito indifferenti allo spettacolo indecoroso ... La repubblica è morta.

Prima della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina ci sono stati dei violenti scontri tra tifoseria, con tre feriti per colpi di pistola (uno è gravissimo), ed un ultrà della Roma, anche lui ferito e ricoverato in ospedale con una gamba rotta, è stato arrestato dalla polizia con l'accusa di tentato omicidio.


All'interno dello stadio si è visto le Forze dell'Ordine con il capitano del Napoli,Marek Hamsik, parlare con "Genny ‘a Carogna", capo degli ultras partenopei, per chiedere il permesso di far giocare la partita.
Per chi non lo sappia, "a Carogna" è già stato destinatario di Daspo, ed ha alle spalle vari precedenti giudiziari (fu arrestato per droga). Come se non bastasse "a Carogna" indossava una maglietta con la scritta “Speziale libero”, in solidarietà con la persona che sta scontando una condanna definitiva a 8 anni di reclusione per l'omicidio preterintenzionale dell'ispettore di polizia Filippo Raciti, avvenuta nel derby fra il Catania ed il Palermo del 2 febbraio del 2007.

La povera Alessandra Amoroso è riuscita a cantare l'inno d'Italia nonostante sommersa dai fischi in uno stadio comandato dagli ultrà e con la Polizia impotente. La cantante sembrava recitare un Requiem.

Tutto ciò è avvenuto alla presenza in tribuna di numerosi vertici dello stato, tra i quali il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, del presidente del Senato, Pietro Grasso, del presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, che hanno assistito alla partita dimostrandosi quasi indifferenti dinanzi allo sgretolarsi del Paese.

La partita è poi iniziata con 45 minuti di ritardo in un clima surreale, e tutto è stato trasmesso nel mondo. Un'altra vergogna internazionale della repubblica italiana ...

La repubblica è morta, perché lo Stato presente allo stadio nelle massime espressioni si è dimostrato impotente.  E' come se si assiste al funerale di un persona che non si vedeva l'ora che morisse perché indegno di vivere.

Intanto uno stato non tratta mai con gli ultras, e non compie nemmeno l'errore di far ipotizzare l'esistenza di una mediazione del genere. In questa repubblica delle banane invece i vertici della Questura di Roma e i rappresentanti del Prefetto sembra abbiano autorizzato la disputa della finale in accordo con gli ultras.
Questa vicenda fa pensare alla trattativa con la mafia, che i vertici dello Stato con ostinazione negano e per sicurezza hanno anche cancellato certe registrazioni telefoniche ...

Marisa Grasso, la vedova dell'ispettore Raciti ha detto :  "Non ho ricevuto nessuna telefonata di solidarietà, se fosse scappato il morto sarebbero corsi ai funerali"
"È una vergogna": lo stadio in mano a dei violenti e lo Stato che non reagisce, impotente e quindi ha perso".

Non sono un sociologo e non voglio assolutamente difendere gli ultrà, ma il calcio è il riflesso di una stato malato e marcio.
Come il calcio è appannaggio di ultras delinquenti, di calciatori strapagati e operatori che lo fanno solo per conto del proprio portafogli, così lo stato è formato da mafiosi, da politici strapagati e da funzionari che pensano solo ad arricchirsi.

La repubblica ha trasformato l'Italia in un paese in macerie, e non si arriva ad una società così incivile ed assurda per caso o per colpa solo di alcuni violenti che sfogano le loro frustrazioni nella tifoseria.
L'accaduto conferma la profonda decadenza nella quale viviamo.
Fischiare l'inno nazionale significa che manca il collante di amore verso la Patria da parte degli italiani, e le colpe sono delle istituzioni che non hanno certo operato bene in questi decenni. 

La frustrazione dei tifosi è anche quella degli italiani che non hanno più rispetto delle istituzioni in quanto lo stato non è più visto come un amico ma come un nemico, che li ostacola con tasse e che non li tutela.

E' più grave e pericoloso un tifoso violento oppure uno Stato che si dimostra incapace a tutelare gli interessi dei cittadini?

La repubblica è morta perché uccisa proprio da chi dovrebbe difenderla, dal Quirinale fino al più basso livello. E’ stata uccisa dalla sete di potere, dalla disonestà intellettuale e politica, da una incapace e meschina classe politica, adesso comandata "a bacchetta" dai “poteri forti”e banche, per promuovere un sistema degenerato di capitalismo sfrenato, senza regole e privo di umanità, che genera una società malata.

VIDEO
Requiem della repubblica



venerdì, maggio 02, 2014

Re Juan Carlos a Bahrein

Re Juan Carlos di Spagna è andato a Bahrein

1 -2 maggio 2014

from Casareal
Dopo la visita di 3 giorni in Oman, dove aveva avuto colloqui con il sultano Qaboos Bin Said, Sua Maestà il Re Juan Carlos ha iniziato un viaggio ufficiale in Bahrain, l'ultima tappa nel suo secondo tour nel Golfo in meno di un mese.

Al suo arrivo il Sovrano spagnolo è stato ricevuto dall'Ambasciatore di Spagna nel Regno del Bahrain e dal re del Bahrein, Sua Maestà Sheikh Hamad Bin Isa Al-Khalifa.

All'inizio di aprile, Re Juan Carlos era stato per 2 giorni in Kuwait, dove aveva  avuto colloqui con l'Emiro Sheikh Sabah Al-Ahmad Al-Jaber Al-Sabah, e quindi negli Emirati Arabi Uniti.

Lo scopo del viaggio è quello di migliorare le relazioni bilaterali, nonché di attirare investimenti degli arabi in Spagna per sostenere l'economia del suo paese.

Insieme il re di Spagna del Bahrain si sono recati al Palazzo di Gudaibiya, dove il re Hamad Bin Isa Al-Khalifa ha offerto un pranzo in onore di Juan Carlos.

Nel pomeriggio, Re Juan Carlos ha partecipato col principe ereditario Salman Bin Hamad Al-Khalifa ad un Forum tra imprese spagnole e del Bahrain.
Sua Maestà Re Juan Carlos ha sottolineato l'eredità storica e culturale che lega la Spagna con il mondo arabo fin dall'VIII secolo e le continue opportunità per migliorare il commercio e lo scambio culturale. Quindi ha elogiato il forum per rafforzare il ruolo cruciale del settore privato settore per massimizzare le opportunità di cooperazione tra i due Paesi.

Ricordo la visita a Roma, con la Regina Sofia, alla solenne canonizzazione di Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II, e l'incontro con Papa Francesco I in udienza privata,

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giovedì, maggio 01, 2014

Carlo d'Asburgo a San Francisco

Carlo d'Asburgo - Lorena, capo della ex casa regnante d'Austria, è andato a San Francisco, California.

30 aprile 2014

L'Arciduca Carlo d'Asburgo è andato a San Francisco, California, USA, per partecipare ad un convegno che si è svolto al Commonwealth Club di San Francisco.

L'Arciduca Carlo d'Asburgo, presidente dell'Associazione "Blue Shield" ed ex membro del Parlamento europeo dell'Austria, si è specializzato in diritto internazionale umanitario e nella protezione del patrimonio culturale.

L'obiettivo dell'organizzazione "The Blue Shield" è quello di proteggere il patrimonio culturale mondiale minacciato da guerre e calamità naturali.

L'Arciduca Carlo d'Asburgo si è impegnato nel salvare manufatti culturali e siti storici in molti stati devastati dalla crisi in tutto il mondo.

L'Arciduca ha parlato dei danni causati da disastri provocati dall'uomo, come la perdita di documenti di inestimabile valore e documenti subite dalla Biblioteca di Colonia, Germania, quando un tunnel in costruzione causò il crollo, e la distruzione del patrimonio culturale in Mali, Libia, Siria, Iraq, Cambogia e Afghanistan, oltre ai danni subiti da Mostar e Dubrovnik.

Carlo, Arciduca d'Austria, Principe Imperiale di Austria, Principe Reale di Ungheria, Croazia e Boemia, è figlio di Otto von Habsburg, e nipote dell'ultimo imperatore austro-ungarico Carlo I.

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Commonwealthclub