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mercoledì, novembre 19, 2008

Ricordo della Regina Margherita



1851 - 20 novembre - 2008

Nasce a Torino
MARGHERITA DI SAVOIA-GENOVA
PRINCIPESSA REALE DI SAVOIA
Torino, 20 novembre 1851 - Bordighera (IM), 4 gennaio 1926

REGINA D’ITALIA DAL 9 GENNAIO 1878

REGINA MADRE DAL 29 LUGLIO 1900

martedì, novembre 18, 2008

Ricordo di Mafalda di Savoia


1902 - 19 novembre - 2008
Principessa Reale Di Savoia, Langravia D’Assia

Mafalda di Savoia (Roma, 19 novembre 1902 - campo di concentramento di Buchenwald, 27 agosto 1944) , secondogenita di Re Vittorio Emanuele III e della Regina Elena di Savoia.

Si sposò a Racconigi il 23 settembre 1925 con il nobile prussiano, Landgrave Philipp von Hesse.
Con un tranello Hitler riuscì ad arrestarla, e fu deportata al lager di Buchenwald, dove venne rinchiusa nella baracca n. 15 sotto falso nome (frau von Weber).
Durante la permanenza nel lager ebbe parole di conforto per tutti e spesso regalava il suo misero pasto ad altri internati più bisognosi di lei.
Spirò il 27 agosto 1944, dopo inaudite sofferenze. Il suo corpo, grazie al prete boemo del campo, padre Tyl, non venne cremato, ma messo in una bara di legno e seppellito in una fossa senza nome. Solo un numero: 262 eine enberkannte fraue (donna sconosciuta).
In seguito alcuni italiani come lei rinchiusi in campi di concentramento nazisti, non appena liberi seppero trovare fra mille la sua tomba anonima e si tassarono fra loro per apporvi la lapide che l’identificava.
Le ultime parole della Principessa, prima di andare in coma, furono:
Italiani io muoio, ricordatemi non come una principessa ma come una sorella italiana


La principessa Mafalda riposa ora nel piccolo cimitero degli Assia nel castello di Kronberg in Taunus (Francoforte sul Meno).

domenica, novembre 16, 2008

RAI della partitocrazia


La RAI è controllata dai partiti, e questo da sempre, basta ricordare RAI1=DC, RAI2=PSI RAI3=PCI…..
ed il caso della Presidenza della Commissione di Vigilanza della Rai dimostra che la partitocrazia continua a farla da padrone.

Dopo 44 votazioni inutili, innumerevoli azioni ostruzionistiche di ogni tipo, perdite di tempo e di costi Villari è il nuovo presidenza della Commissione di Vigilanza sulla Rai.
Ma anche questo non serve a nulla, anzi …

I politici non si preoccupano degli scarsi servizi offerti dalla RAI, non si vergognano di occupare la RAI, ma si lamentano che la maggioranza ha votato Villari invece di Orlando.
In realtà il nome Orlando serviva alla sinistra per mettere d’accordo le varie anime della sinistra, è un gioco di incastro, se questa pedina la prende tu allora quest’altra la prendo io …
D’altra parte la destra ha approfittato degli errori compiuti da Veltroni, il quale doveva offrire una rosa di candidati invece che puntare solo su Orlando (per accontentare Di Pietro ?)

Il punto fondamentale è che la commissione di vigilanza Rai non vigila un bel niente ma serve solo ai partiti per occupare la RAI

Agli Italiani non interessa come sarà composta la commissione della RAI, il problema è che la RAI non dovrebbe essere occupata dai partiti e che la RAI deve offrire un servizio pubblico decente.
Siamo stufi di vedere questa sceneggiata, anche perché l’organismo di vigilanza sulla Rai non serve per garantire il pluralismo, a meno che per pluralismo si intende la partitocrazia.

Fa sorridere coloro che urlano alla dittatura perché è stato eletto Villari invece di Orlando, diciamo che in Italia c'è una democrazia demagogica che è il frutto della occupazione dei partiti.
(anche il quirinale è occupato dai partiti..)

Formalmente Villari è stato eletto correttamente alla Vigilanza Rai ma il PD lo vuole far dimettere subito dall'incarico.
Se è comprensibile che l’opposizione sia infuriata questo peggiora la situazione : primo perché conferma che la RAI è completamente nelle mani della partitocrazia ed inoltre indebolisce le già deboli istituzioni.
Infatti questo significa che le votazioni non bastano più ma i voti devono essere pilotati dai partiti.
Questa sarebbe democrazia?
Adesso la nomina del Presidente della Commissione di Vigilanza Rai è diventato un conflitto istituzionale.
Giustamente pannella ha detto :se Villari dovesse dimettersi verrebbe preso in giro anche il Capo della Stato".

Spesso i principi sono secondari agli interessi.
Alle volte si sostiene la assoluta superiorità delle decisione parlamentari rispetto a quelle dei partiti adesso per il caso Villari il Pd pretende di imporre una scelta di partito ad una scelta del Parlamento.

In Italia tutto è controllato dalle caste dei partiti, compreso la RAI che è lo strumento principale utilizzato dai partiti per fare propaganda.

Se il controllore dell'operato della RAI deve essere una persona serena e non troppo di parte, come si può sperare di trovare nel parlamento una persona di garanzia?

Intanto il clima politico peggiora : Italia dei Valori abbandona la Commissione di Vigilanza, il Pd prepara il processo a Riccardo Villari e Di Pietro scaglia accuse pesanti nei confronti del presidente del Consiglio.

RAI, di tutto di più


Pannella: se Villari dovesse dimettersi verrebbe preso in giro anche il Capo della Stato

Le pressioni che il Pd sta facendo su Riccardo Villari per farlo dimettere dalla presidenza della Commissione di Vigilanza sulla Rai sono “un comportamento eversivo” che mette in grave difficoltà anche il Presidente della Repubblica. A sostenerlo è il leader radicale Marco Pannella che convoca una lunga conferenza stampa per annunciare che a breve comincerà un’azione nonviolenta proprio per “aiutare” il Capo dello Stato.

“Giorgio Napolitano, infatti - racconta Pannella - il 3 ottobre mi scrisse una lettera nella quale spiegava di condividere la necessità che le regole democratiche venissero rispettate arrivando al più presto all’elezione del giudice costituzionale e del presidente della Commissione di Vigilanza. In particolare, Napolitano scrisse come fosse indispensabile che su ogni pur comprensibile diversità di valutazioni politiche prevalga la consapevolezza dell’inderogabile dovere costituzionale da adempiere”.
Se Villari dovesse dimettersi, aggiunge Pannella, per le pressioni ricevute dal Pd verrebbe “preso in giro anche il Capo dello Stato”. E così lui, per scongiurarlo, comincerà appena tornato da Bruxelles un’azione nonviolenta “che comprenderà tra le varie cose anche lo sciopero della fame e della sete”.

Villari comunque c’è, conclude, “è stato eletto regolarmente” ed è in condizione di “svolgere perfettamente le sue funzioni”, quindi perché costringerlo a dimettersi? La ragione politica, sottolinea, “non può prendere il sopravvento sul rispetto delle regole e della Costituzione.”

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