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domenica, settembre 08, 2019

8 settembre 1943

Dopo l'armistizio dell'8 settembre 

il Re Vittorio Emanuele III trasferisce lo Stato 

da Roma a Brindisi e salva l'Italia!


Con il "trasferimento a Brindisi", una zona sempre italiana e libera dai tedeschi, il Re Vittorio Emanuele III e il Governo rimangono ad essere gli unici interlocutori legittimi per gli anglo-americani e impediscono che l’Italia sia smembrata, come accadde alla Germania.


La cosiddetta "fuga del Re" è una falsa interpretazione storiografica imposta da chi vuole screditare la Monarchia.
Furono proprio i nazisti e fascisti a sostenere l’accusa rivolta a Vittorio Emanuele III di aver lasciato l’esercito senza ordini alla data dell’armistizio.
Dopo l'armistizio gli ordini c'erano ed erano chiari, e fu la propaganda anti-monarchica ad affermare il contrario.

In una Monarchia Costituzionale il Re, pur essendo nominalmente capo delle forze armate, non interviene direttamente nella azione di comando, ma è il Governo che prende le decisioni finali, dopo aver ascoltato il comando delle forze armate.
Quindi il Re Vittorio Emanuele III non poteva avere alcuna responsabilità e se ci fossero state delle colpe queste erano di Badoglio e dei Generali.

Dopo la proclamazione dell’armistizio si sapeva bene che i tedeschi avrebbero aggredito l’Italia. Per il patto d’alleanza stipulato il 22 Maggio 1939, l’Italia non poteva attaccare i tedeschi per il solo fatto di aver chiesto un armistizio agli angloamericani, ma si poteva ordinare di attaccare i tedeschi solo se fossero stati i tedeschi ad attaccare per primi gli italiani. Ecco il significato della frase chiave di quel proclama: “le forze armate Italiane reagiranno ad attacchi di qualunque altra provenienza”. Un significato ben chiaro a chiunque, dal Generale al più piccolo soldato.

I partiti. quasi tutti per la repubblica, approfittarono del clima di confusione, peraltro inevitabile dopo l'8 settembre, per sbarazzarsi del Re e della Monarchia. Questa propaganda anti-monarchica (la fuga) serviva per convincere molti italiani a votare per la repubblica nel referendum istituzionale.
Se non ci fosse stata questa feroce propaganda contro il Re, colpevole di essere scappato da Roma, la monarchia avrebbe stravinto nel referendum istituzionale e l'Italia sarebbe rimasta un Regno.

Insomma Re Vittorio Emanuele III trasferendo lo Stato da Roma a Brindisi salvò l'Italia, ed ecco alcuni pareri insospettabili di favoritismo monarchico.


  • Sergio Romano (Corriere della Sera, 23-06-06): debbo chiedermi cosa sarebbe successo se il Re fosse rimasto nella capitale e fosse caduto, com'era probabile, nelle mani dei tedeschi. Vi sarebbero state nei mesi seguenti un'Italia fascista governata da Mussolini e un'Italia occupata dagli alleati, priva di qualsiasi governo nazionale. La fuga, fra tante sventure, ebbe almeno l'effetto di conservare allo Stato un territorio su cui sventolava la bandiera nazionale. Non è poco.
  • Carlo Azeglio Ciampi, allora Presidente della Repubblica: il Re ha salvato la continuità dello stato (il governo italiano colmò l'incombente vuoto istituzionale, imponendosi agli alleati quale unico interlocutore legittimo).
  • Lucio Villari (Corriere della Sera, 09-08-2001): Sono, in proposito, assolutamente convinto che fu la salvezza dell'Italia che il Re, il governo e parte dello stato maggiore abbiano evitato di essere afferrati dalla gendarmeria tedesca e che il trasferimento (il termine "fuga" è, com'è noto, di matrice fascista e riscosse e riscuote però grande successo a sinistra) a Brindisi gettò, con il Regno del Sud, il primo seme dello stato democratico e antifascista ed evitò la terra bruciata prevista, come avverrà in Germania, dagli alleati.


Inoltre non è vero che a Roma non rimase neanche un membro di Casa Savoia in quanto c'era Giorgio Carlo Calvi di Bergolo era il marito della principessa Iolanda di Savoia.
Ecco cosa disse in una delle sue memorie il colonnello delle SS Eugen Dollmann: La famiglia reale e Badoglio nel frattempo erano partiti, con somma delusione del cosiddetto gruppo estremista del quartier generale di Kesselring […] Ma non trovarono che il genero del Re, il generale Calvi di Bergolo, il cui sacrificio morale ha un valore che gli italiani non dovrebbero dimenticare. […]

Secondo il maresciallo ed i suoi più intimi collaboratori, trasferendosi a Brindisi la Monarchia aveva salvato l'unità d'Italia e Roma.

Viva Re Vittorio Emanuele III !!!!


Braemar Gathering 2019

La Regina Elisabetta, il Principe del Galles e la Duchessa di Cornovaglia al Braemar Gathering.

7 settembre 2019

Sua Maestà la Regina Elisabetta II,  e il Duca e la Duchessa di Rothesay (come il Principe di Galles e la Duchessa di Cornovaglia sono conosciuti in Scozia) hanno partecipato al raduno di Braemar.

I giochi annuale delle Highlands hanno avuto la presenza reale fin dall'epoca vittoriana.

La regina Elisabetta è molto affezionata al Raduno di Braemar, un evento organizzato tutti gli anni dalla Braemar Royal Highland Society, si svolge ogni anno il primo sabato di settembre e consiste in giochi come il tiro alla fune, esibizioni di danza, lancio del martello.

Le origini dei Giochi delle Highland risalgano all'XI secolo, quando il re Malcolm III istituì una gara di corsa sulle pendici del Craig Choinnich, vicino a Braemar, nella speranza di trovare il più veloce corridore che potesse diventare il suo portaordini personale.

I moderni Giochi delle Highland si celebrano in tutta la Scozia dal 1800, ed il raduno storicp più famose è quello di Braemar, riconosciuto come Patrimonio Reale dalla Regina Vittoria, ed ancora regolarmente presenziato dal sovrano e dagli altri membri della famiglia reale.


Nato il figlio di Amedeo e Elisabetta

E' nato il secondo figlio di Amedeo e Elisabetta

6 settembre 2019

La Casa Reale Belga ha annunciato la nascita del secondogenito di Amedeo ed Elisabetta: è un maschietto, che è nato ieri a Bruxelles, pesa 3,3 kg alto 50 cm e gode di ottima salute.
Anche la madre sta molto bene.

Il bambino ha una sorella che si chiama Anna Astrid ed è il secondo nipotino per la principessa Astrid e Lorenz (lei è la sorella minore di re Filippo dei Belgi).


Amedeo e  Elisabetta si sono sposati il 5 luglio 2014 a Roma e vivono a Bruxelles.
Amedeo è nipote della regina Paola del Belgio, ed è legato anche ai Savoia-Aosta, in quanto Margherita, figlia di Amedeo duca di Aosta, è una sua nonna.
Anche la sua bisnonna paterna era italiana, l’imperatrice Zita, nata Borbone-Parma era madre dell’arciduca Robert, nonna paterno di Amedeo.

Ecco il messaggio della Casa Reale del Belgio :
Il principe Amedeo e la principessa Elisabetta hanno la grande gioia di annunciare la nascita di un figlio, nato il 6 settembre 2019 alle 21:05 all'ospedale Saint-Pierre di Bruxelles. 
Il bambino pesa 3,3 chili ed è alto 50 cm. La madre ed il figlio stanno bene.

Il nome del nuovo bambino non è stato annunciato, ma per il decreto del re Filippo del 2015, i figli di Amedeo non avranno titoli reali, che limita il titolo di Principe o Principessa del Belgio ai figli del sovrano e ai figli dell'erede.