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martedì, giugno 13, 2017

Umberto lascia l'Italia

Sua Maestà il Re Umberto II di Savoia lascia l'Italia

13 giugno 1946

Senza verificare la regolarità del voto, nella notte tra il 12 e 13 giugno, il Governo "in spregio alle leggi ed al potere indipendente e sovrano della Magistratura" (come disse Umberto II) nomina Alcide De Gasperi capo provvisorio dello stato.

Di fronte al rischio di scatenare una guerra civile in quello stesso giorno il Re Umberto II decise di partire in Portogallo.

La repubblica nasce con i brogli, col sangue (strage di medina a Napoli) e con un colpo di Stato.
Comincia il caos della repubblica...


Ecco il messaggio di Re Umberto II prima della partenza:
Italiani! Nell'assumere la Luogotenenza Generale del Regno prima e la Corona poi, io dichiarai che mi sarei inchinato al voto del popolo, liberamente espresso, sulla forma istituzionale dello Stato. E uguale affermazione ho fatto subito dopo il 2 giugno, sicuro che tutti avrebbero atteso le decisioni della Corte Suprema di Cassazione, alla quale la legge ha affidato il controllo e la proclamazione dei risultati definitivi del referendum.

Di fronte alla comunicazione di dati provvisori e parziali fatta dalla Corte Suprema; di fronte alla sua riserva di pronunciare entro il 18 giungo il giudizio sui reclami e di far conoscere il numero dei votanti e dei voti nulli; di fronte alla questione sollevata e non risoluta sul modo di calcolare la maggioranza, io, ancora ieri, ho ripetuto che era mio diritto e dovere di Re attendere che la Corte di Cassazione facesse conoscere se la forma istituzionale repubblicana avesse raggiunto la maggioranza voluta.

Improvvisamente questa notte, in spregio alle leggi e al potere indipendente e sovrano della Magistratura, il governo ha compiuto un gesto rivoluzionario, assumendo, con atto unilaterale ed arbitrario, poteri che non gli spettano e mi ha posto nell'alternativa di provocare spargimento di sangue o di subire la violenza.

Italiani! Mentre il Paese, da poco uscito da una tragica guerra, vede le sue frontiere minacciate e la sua stessa unità in pericolo, io credo mio dovere fare quanto sta ancora in me perché altro dolore e altre lacrime siano risparmiate al popolo che ha già tanto sofferto. Confido che la Magistratura, le cui tradizioni di indipendenza e di libertà sono una delle glorie d'Italia, potrà dire la sua libera parola; ma, non volendo opporre la forza al sopruso, né rendermi complice dell'illegalità che il Governo ha commesso, lascio il suolo del mio Paese, nella speranza di scongiurare agli Italiani nuovi lutti e nuovi dolori. Compiendo questo sacrificio nel supremo interesse della Patria, sento il dovere, come Italiano e come Re, di elevare la mia protesta contro la violenza che si è compiuta; protesta nel nome della Corona e di tutto il popolo, entro e fuori i confini, che aveva il diritto di vedere il suo destino deciso nel rispetto della legge e in modo che venisse dissipato ogni dubbio e ogni sospetto.

A tutti coloro che ancora conservano fedeltà alla Monarchia, a tutti coloro il cui animo si ribella all'ingiustizia, io ricordo il mio esempio, e rivolgo l'esortazione a voler evitare l'acuirsi di dissensi che minaccerebbero l'unità del Paese, frutto della fede e del sacrificio dei nostri padri, e potrebbero rendere più gravi le condizioni del trattato di pace.

Con animo colmo di dolore, ma con la serena coscienza di aver compiuto ogni sforzo per adempiere ai miei doveri, io lascio la mia terra. Si considerino sciolti dal giuramento di fedeltà al Re, non da quello verso la Patria, coloro che lo hanno prestato e che vi hanno tenuto fede attraverso tante durissime prove.

Rivolgo il mio pensiero a quanti sono caduti nel nome d'Italia e il mio saluto a tutti gli Italiani. Qualunque sorte attenda il nostro Paese, esso potrà sempre contare su di me come sul più devoto dei suoi figli.

Viva l'Italia! Umberto Roma,  13 giugno 1946

lunedì, giugno 12, 2017

Felipe Juan Carlos alla parata navale a Marin

Re Felipe e re Juan Carlos alla cerimonia del 300° anniversario della Real Compañía de Guardiamarinas

giugno 2017

Il Re Felipe VI di Spagna e suo padre, il re Juan Carlos di Spagna, hanno presieduto la cerimonia per il 300° anniversario della Real Compañía de Guardiamarinas che si è svolta a Marín.

La "Real Compañía de Guardiamarinas" è stata creata nel 1717 durante il regno del re Filippo V “dal generale della Marina, Jose Patiño Rosales, al fine di formare i futuri ufficiali.


Il padre e il figlio sono arrivati ​​al porto di Marín, dove si sono imbarcati sulla nave "Tornado", accolti dal ministro della Difesa, Maria Dolores de Cospedal, dall'Ammiraglio Capo dello Stato Maggiore della Marina, e dal comandante della nave.

Al termine della parata navale i sovrani spagnoli si sono diretti verso la Scuola Militare Navale, dove hanno incontrato studenti e ufficiali, e funzionari del governo.

sabato, giugno 10, 2017

Duca di Edimburgo compie 96 anni

Il Duca di Edimburgo festeggia il suo 96° compleanno !

10 giugno 2017

Nella piazza d'armi a Hyde Park (Londra) una battaglione d'Artiglieria Reale a Cavallo ha sparato 41 colpi di cannone per celebrare il 96° compleanno del Duca di Edimburgo.

Ricordo che il Duca di Edimburgo aveva annunciato che, dopo l'agosto di quest'anno, il Duca di Edimburgo si ritirerà dalla vita pubblica, e quindi non parteciperà più a funzioni pubbliche.

Filippo è nato il 10 Giugno 1921 a Corfù, in Grecia. Suo padre era il principe Andrea di Grecia e sua madre la Principessa Alice di Grecia.

A soli 18 mesi lascia la Grecia, dopo l'abdicazione del re Costantino I, su una nave mandata da Giorgio V d'Inghilterra. Dopo gli studi in Francia, completa la formazione e inizia la carriera in Marina in Inghilterra.
Nel 1947 per annunciare il fidanzamento ufficiale con la principessa Elisabetta, rinuncia ai titoli reali greci e danesi, nonché alle sue pretese sul trono greco, oltre a convertirsi dalla religione ortodossa a quella anglicana.

Il solenne matrimonio tra Elisabetta e Filippo ha avuto luogo il 20 novembre 1947 nell'Abbazia di Westminster di Londra.
Il titolo di Duca di Edimburgo gli viene assegnato poco prima delle nozze, insieme a quello di sua Altezza Reale e la nomina a Cavaliere della Giarrettiera.

La coppia reale britannica ha 4 figli: Carlo, Principe di Galles (1948), Anna, Principessa Reale (1950); Andrea, Duca di York (1960), Edoardo, Conte di Wessex (1964).

Ha anche 8 nipoti (William, Harry, Peter, Zara, Beatrice, Eugenie, Louise, James) e 5 pronipoti (Savannah, Isla, George, Mia, Charlotte).