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mercoledì, gennaio 22, 2014

Harry parla della spedizione al Polo Sud

Ad una conferenza il principe Harry parla della sua spedizione umanitaria al Polo Sud

21 gennaio 2014

Ad una conferenza stampa a Londra, il principe Harry ha parlato della spedizione umanitaria al Polo Sud  a favore dei soldati feriti.

Alla conferenza stampa, il principe Harry ha incontrato alcuni dei compagni di avventura della spedizione, con i quali aveva camminato attraversato le lande ghiacciate dell'Antartide per raggiungere il punto più meridionale del globo.

Circondato da alcuni compagni della spedizione, il principe Harry ha parlato della "Walking With The Wounded", una associazione di beneficenza che ha organizzato la sfida al Polo Sud, ed ha lodato gli sforzi dei militari feriti, aggiungendo che è stato un "successo incredibile".

Il Principe Harry ha detto: "Aiutare gli altri è una delle pietre angolari di questa associazione, per dimostrare a coloro che nonostante hanno subito lesioni, che cambiano la loro vita, tutto è sempre possibile".

"Le persone ferite e malate non vogliono pietà, vogliono semplicemente essere trattati come lo erano prima di essere feriti. Con rispetto ed ammirazione"

Gli "avventurieri polari" hanno affrontato condizioni meteorologiche estreme durante le 200 miglia, e gli organizzatori hanno dovuto sospendere l'aspetto competitivo tra i team. Si è lavorato come una unica unità, e tutti insieme hanno raggiunto l'obiettivo dell'Antartide, venerdì 13 dicembre.

Alla conferenza stampa, il principe Harry ha scherzato sul fatto che la sua squadra britannica abbia in realtà vinto questa sorta di competizione: "E' stato il Team UK a vincere - questi sono i fatti, poi abbiamo fatto una chiacchierata tra di noi e abbiamo deciso di condividere il trofeo con tutti gli altri."

Il principe Harry si è tagliato la barba che si era cresciuto durante la spedizione, facendo così contenta la Regina Elisabetta, come gli aveva consigliato di fare.

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Prince Harry hails South Pole achievement

Presidente della Mongolia in Liechtenstein

Il Principe Hans-Adam II e il Principe Alois del Liechtenstein ricevono il presidente della Mongolia, Elbegdorj Tsakhiagiin, al Castello di Vaduz

20 Gennaio 2014

Il presidente della Mongolia Tsakhiagiin Elbegdorj ha effettuato una visita ufficiale al Principato del Liechtenstein, ed è stato ricevuto al Castello di Vaduz dal principe Hans-Adam II e dal principe ereditario Alois.
Photo: Information und Kommunikation der Regierung, Vaduz
La Mongolia e Liechtenstein hanno stabilito rapporti diplomatici nel 1998 e insieme hanno discusso come rafforzare i rapporti tra i due stati, ed entrambe le parti hanno convenuto di cooperare nel settore della governance giuridico e finanziario.
Liechtenstein è uno dei più grandi centri bancari e finanziari in Europa,

Durante l'incontro, il presidente Elbegdorj ha invitato il principe del Liechtenstein Hans-Adam II e il principe ereditario del Liechtenstein Alois a visitare la Mongolia.

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Mongolia

martedì, gennaio 21, 2014

Luigi XVI di Francia ucciso dai repubblicani

Il 21 gennaio 1793 Re Luigi XVI venne ghigliottinato in Piazza della Rivoluzione, l'attuale Place de la Concorde.

L'uccisione del Re di Francia ci ricorda le atrocità compiute dai rivoluzionari e ci insegna quanto siano violente e sanguinose le origine della repubblica francese.

Ricordo quello che disse il Re ai francesi prima di essere ucciso:
"Muoio innocente di tutti i crimini che mi sono imputati. Perdono i responsabili della mia morte e prego Dio che il sangue che state per versare non ricada mai sulla Francia."
In seguito Papa Pio VI lo elevò a martire (Enciclica Quare lacrymae).

La ghigliottina è stato lo strumento fondamentale della repubblica francese, tanto che il binomio rivoluzione-ghigliottina è inscindibile nella coscienza collettiva e nella memoria storica.

Questo evento è stato l'inizio del perverso percorso della Storia che ci ha portato verso la decadenza nella quale viviamo adesso, una società che va contro la Natura e l'Uomo.
Quasi sempre la repubblica prende il potere con la violenza, e il caso più famoso ed eclatante è la repubblica francese che sperimentò ed anticipò gli orrori poi ripetuti dal comunismo.

La brutale morte di Re Luigi XVI è ancora oggi il riflesso della instabilità patologica delle repubbliche e del declino della società moderna.

La Rivoluzione francese è il primo radicale tentativo di costruire una nuova società dove i capisaldi sono un odio verso la Religione cattolica e la Monarchia, l’annientamento del Passato e il culto della dea ragione, e tutto questo ha prodotto uno Stato totalitario che indottrina la società.
La repubblica francese ha sperimentato per la prima volta la dittatura terroristica, il genocidio politico, che pretende di imporre il culto della dea ragione, l'unica in grado di garantire "la felicità degli uomini sulla terra" (cfr. "Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e del cittadino")

Il processo al Re fu una delle più commoventi tragedie della Storia.
Se il Re risultava innocente, logicamente erano i rivoluzionari ad essere colpevoli: la sua condanna era necessaria per giustificare la Rivoluzione e il mito (falso) della repubblica .

Una volta abolita la Monarchia, la figura del Re era imbarazzante per i rivoluzionari e quindi la Rivoluzione aveva necessità di liberarsi di lui: "in una repubblica un Re senza corona è utile per due sole cose: o per turbare la tranquillità dello Stato ed abbattere la libertà o per fortificare l'una e l'altra", diceva Robespierre.
"E' necessario condannarlo a morte immediatamente, in virtù del diritto di insurrezione".
Lo Stato d'animo dell'iniquo processo al Re Luigi XVI è ben espresso dalla frase di Saint Just:
"Non vogliamo giudicare il Re, vogliamo ammazzarlo".

Ci sono forte analogie della rivoluzione francese con il comunismo di stampo sovietico, uno stato totalitario che controlla il popolo con il terrore, omicidi delle famiglie regnanti, attacchi contro i religiosi, utilizzo della guerra per militarizzare e purgare la società, sacralizzazione della violenza, dalla ghigliottina al Gulag.

D'altronde Lenin considerava il bolscevico come il perfetto giacobino : «La ghigliottina non era che uno spauracchio che spezzava la resistenza attiva. Questo non basta. Noi non dobbiamo solo spaventare i capitalisti, cioè far loro dimenticare l’idea di una resistenza attiva contro di esso. Noi dobbiamo spezzare anche la loro resistenza passiva».