Sotto la spinta del Re, in Arabia Saudita anche le donne entrano in Parlamento:
30 saranno nominate dal sovrano
11 gennaio 2013
La Grande riforma voluta dal re saudita, Abdallah, ha segnato una nuova tappa con il decreto reale che permette l'ingresso di 30 donne nel Consiglio della Shura, l'assemblea consultiva di 150 membri, tutti nominati dal sovrano, finora composta di soli uomini.
Il Consiglio della shura ha votato due decreti per dare più spazio alle donne.
Nel primo decreto è prevista una modifica dell'organo consultivo della monarchia, che riserverebbe parte dei seggi.
Il secondo è il rinnovo del mandato per i 150 membri del Consiglio - a tutt'oggi composto di soli uomini - che prevede la presenza di rappresentanti donne.
Con il nuovo anno è poi entrato in vigore il decreto per il quale le donne saudite possono lavorare nei negozi di biancheria e accessori femminili: profumerie, negozi di vestiario, borse, centri estetici.
Il decreto, per il quale Abdullah si è consultato con i capi religiosi, prevede che uomini e donne vengano segregati all’interno del Consiglio che ha sede a Riad, con ingressi separati.
E’ chiaro che la libertà femminile è appena agli inizi, ma in ogni caso i fatti dimostrano che i paesi musulmani più aperti e moderni sono sempre le monarchie piuttosto che le repubbliche.
Inoltre il problema del fondamentalismo islamico si aggrava sempre nelle repubbliche piuttosto che nelle monarchie.
Anche nel recente passato si vede che sono sempre state le monarchie a favorire la modernizzazione dei paesi musulmani.
Ad esempio nella Persia dello Shah furono accettati molti costumi occidentali e ci fu una parità sociale per le donne, subito poi cancellate quando si impose la repubblica islamica dell'Iran.