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mercoledì, gennaio 02, 2013

Discorso di Capodanno della Regina di Danimarca

Discorso di Capodanno della Regina Margherita di Danimarca

1 gennaio 2013

La Regina di Danimarca Margherita ha tenuto il tradizionale discorso di Capodanno.

Nel 2012, la Regina ha compiuto 72 anni ed ha raggiunto i 40 anni del suo regno.
Voglio ringraziarvi per tutti gli auguri ricevuti e per il calore ricevuto dalle persone durante la gioia di quest'anno passato.
In segno di gratitudine, in questa vigilia di Capodanno desidero condividere con voi alcune riflessioni.

Dopo aver toccato alcuni temi familiari, la regina ha parlato della crisi finanziaria globale in atto ma ha comunque espresso un messaggio di speranza per il futuro.

Nel suo discorso la Regina Margherita II ha poi parlato del rapporto della Danimarca con l'UE, e dei pericoli dei socialnetwork.
"Le moderne forme di comunicazione, come internet e Facebook, offrono grandi opportunità, ma ci sono anche dei pericoli," la regina ha avvertito.
"In particolare i giovanissimi rischiano di vivere nel cyberspazio invece che nella realtà, di vivere in una sorta di vetrina, guardando alla apparenze invece che essere sé stessi."

Come sempre, la regina ha terminato il discorso con la frase "Dio salvi Danimarca".

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lunedì, dicembre 31, 2012

giovedì, dicembre 27, 2012

Casa Savoia al Terremoto di Messina

Il 28 dicembre 1908, le coste calabre e siciliane furono devastate da un terremoto che distrusse Messina e provocò epidemie e quasi 200.000 morti.
Re Vittorio Emanuele III e la Regina Elena furono tra i primi a raggiungere il posto.



Il re Vittorio Emanuele III e la regina Elena partirono sulla nave Vittorio Emanuele per portare materiale sanitario e generi di conforto.
Accompagnati dai ministri Bertolini e Orlando, percorsero la costa per poi fare ritorno a bordo della loro nave.

Vittorio Emanuele dispose immediatamente lo stato d'assedio, e in men che non si dica fu approvata una legge che prevedeva stanziamenti per i terremotati e una serie di misure per proteggere l'industria solfifera.

Il re e la regina mostrarono subito uno slancio fuori dal comune per i superstiti.

La Regina Elena, che parlava il russo ed amica dello Zar, riuscì ad obbligare le navi russe, che stavano in zona, ad intervenire in soccorso alla popolazione.
«Non è la regina d'Italia che vi parla, né la principessa del Montenegro, è una donna che vi supplica in nome di Dio e della pietà umana».

Vestita con un semplice abito scuro, la Regina Elena sembrava un'infermiera, una suora di carità: nessuna sovrana ha mai fatto quello che la Regina Elena ha saputo compiere nelle tragiche giornate di Messina.

In internet ho trovato una poesia pubblicata sul Corriere della Sera, il 5 gennaio 1909, di Ada Negri.
L'angelo dello Stretto la Regina Elena

"Ve n'è una fra noi, la più bella, la più nobile,
quella che la sorte ha posta più in alto, che ci dà l'esempio sublime.
Elena di Savoia e Montenegro ha lasciato i figli,
ha messo l'abito dell'infermiera, si è fatta suora di carità,
soffre tra i sofferenti, abbraccia e riveste gli orfanelli,
sfida ogni stanchezza, ogni malattia, ogni pericolo anche mortale.

E' al suo posto di Regina, è al suo posto di donna.

Vi è nel suo atteggiamento una semplicità, una bellezza umana,
una veemenza d'amore, d'energia, che appassionano.
Con Lei, intorno a Lei, senza tregua, senza paura,
coi figli in braccio e alla gonna se non possiamo separarcene,
di notte se non possiamo di giorno,
con ogni atomo ogni palpito ogni vibrazione della nostra umanità dolorosa,
sorelle mie d'Italia, avanti! ".


La Camera dei Deputati si riunì l'8 gennaio 1909 per esaminare alcuni provvedimenti urgenti di natura giuridica e finanziaria a favore delle località danneggiate emanò un proprio ordine del giorno:
Il Senato nell’intraprendere, col pensiero alla patria, l’esame dei provvedimenti intesi a risollevare le sorti delle province di Messina e di Reggio Calabria, rende omaggio e riverente plauso alle LL.MM. il Re e la Regina, a S. Maestà la Regina Madre ed ai Principi Reali, primi a portar sollievo al luogo del disastro; al Governo, all’esercito, alla nostra marina, alle Nazioni ed alle marine straniere, che con generosa abnegazione si adoprarono a riparare l’immensa sciagura che commosse tutte le genti civili.