La regina Elisabetta II ha aperto come tradizione il nuovo anno del Parlamento parlando alla camera dei Lord.
9 maggio 2012
Si tratta di un discorso tradizionale e molto seguito in quanto la Regina elenca le priorità che il governo britannico dovrà affrontare nei mesi successivi.
Dal 1952, da quando è diventata regina, Elisabetta II ha inaugurato tutte le sessioni del Parlamento a Westminster, ad eccezione del 1959 e del 1963, quando era incinta rispettivamente del principe Andrea, duca di York, e del principe Edoardo.
Nel tradizionale discorso al Parlamento di Westminster, durante il quale la regina Elisabetta II illustra il programma del governo per l’anno prossimo, uno dei punti chiave menzionati è stato la riforma della Camera dei Lord.
La sovrana dalla Sala del Trono, affiancata dal marito, Filippo di Edimburgo, rivolgendosi ai membri dei due rami del Parlamento ha detto che uno degli obiettivi dell’esecutivo deve essere quello di
“Portare la democrazia nella Camera dei Lord, assicurando che la maggioranza dei suo membri sia eletta”.
“Le dimensioni della Camera Alta saranno ridotte in maniera sostanziale”, ha aggiunto Elisabetta.
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State Opening of Parliament 2012
Di solito il "Discorso della Regina" (Queen’s Speech) si svolge in autunno ma quest’anno ma il governo britannico ha preferito spostarlo in maggio per far combaciare l'anno parlamentare con il calendario elettorale, visto che dall'approvazione del Fixed Term Parliament Act del 2011 le elezioni legislative britanniche si devono tenere sempre in maggio.
L'attuale tradizione del discorso della Regina risale alla riapertura del Palazzo di Westminster nel 1852 anche se alcune sue formalità e tradizioni risalgono a tempi precedenti.
La Commissione parlamentare ha raccomandato che la House of Lords dovrebbe diventare una Camera elettiva in parte.
La proposta prevede un numero fisso di 450 membri, di cui l’80% eletta, con un unico mandato non rinnovabile di 15 anni.
Si tratterebbe di una vera e propria rivoluzione dato che dalla sua nascita – nell’XI secolo – i Pari non sono mai passati per le urne né è mai esistito un limite superiore al loro numero: attualmente sono 825, per la maggior parte nominati dai partiti salvo i 92 ereditari ai quali vanno aggiunti i 26 vescovi della Chiesa d’Inghilterra.
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