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mercoledì, dicembre 28, 2011

Savoia al terremoto di Messina

Il 28 dicembre 1908, le coste calabre e siciliane furono devastate da un cataclisma che raggiunse il 10 grado della scala Mercalli, distruggendo completamente Messina e provocando epidemie e quasi 200.000 morti.

Re Vittorio Emanuele III e la Regina Elena furono tra i primi a raggiungere il posto.




Il re e la regina partirono il 29 per Napoli. Saliti poi sulla nave Vittorio Emanuele, in sosta per caricare a bordo anche materiale sanitario e generi di conforto, raggiunsero la Sicilia nelle prime ore della giornata successiva.

Il Re e la regina arrivarono all’alba del 30. Con una lancia a motore, accompagnati dai ministri Bertolini e Orlando, percorsero la costa per poi fare ritorno a bordo della loro nave.
Data la gravità e le difficoltà della situazione, la regina rimasta sulla corazzata contribuì con grande impegno alla cura degli infermi mentre il Re raggiunse la terraferma per portare alle truppe italiane e straniere, impegnate nelle difficili operazioni di prima assistenza, le proprie espressioni di elogio e riconoscenza.

La Regina Elena, che parlava il russo ed amica dello Zar, riuscì ad obbligare le navi russe, che stavano in zona, ad intervenire in soccorso alla popolazione.

Rientrato a Roma dopo aver visitato i luoghi sinistrati della Sicilia e della Calabria, Vittorio Emanuele III ritenne opportuno indirizzare il 5 gennaio 1909 un proprio ordine del giorno di elogio al personale italiano e straniero, sempre impegnato con grave sacrificio nell’adempimento dei compiti assegnati.

In data 8 gennaio 1909 si riunì la Camera dei Deputati per esaminare alcuni provvedimenti urgenti di natura giuridica e finanziaria a favore delle località danneggiate, ed associandosi alle parole del Re emanò a sua volta un proprio ordine del giorno:
Il Senato nell’intraprendere, col pensiero alla patria, l’esame dei provvedimenti intesi a risollevare le sorti delle province di Messina e di Reggio Calabria, rende omaggio e riverente plauso alle LL.MM. il Re e la Regina, a S. Maestà la Regina Madre ed ai Principi Reali, primi a portar sollievo al luogo del disastro; al Governo, all’esercito, alla nostra marina, alle Nazioni ed alle marine straniere, che con generosa abnegazione si adoprarono a riparare l’immensa sciagura che commosse tutte le genti civili.



Vittorio Emanuele III

Il 28 dicembre 1947 Vittorio Emanuele III muore in esilio ad Alessandria d’Egitto.

Auspichiamo il rientro in Patria dell'Augusta salma e la sua tumulazione nel Pantheon di Roma.

 VIVA RE VITTORIO EMANUELE III



Vittorio Emanuele III nacque a Napoli l’11 novembre 1869 dal Re d’Italia Umberto I e dalla Regina Margherita. Sposa il 24 ottobre 1896 a Roma la Principessa Elena di Montenegro.
Principe Ereditario fino al 29 luglio 1900 con il titolo di Principe di Napoli.

Fu Re d'Italia dal 1900 al 1946,
Abdicò il 9 maggio 1946 e gli succedette il figlio Umberto II.
Il 9 maggio 1946, con la Consorte, parte da Napoli in esilio volontario ad Alessandria d’Egitto, scegliendo il titolo di Conte di Pollenzo.

Muore il 28 dicembre 1947 ad Alessandria d’Egitto ed è sepolto provvisoriamente dietro l’altare maggiore della chiesa di Santa Caterina.

martedì, dicembre 27, 2011

Re di Spagna apre la legislatura

La famiglia reale spagnola ha partecipato alla prima seduta del Parlamento con il nuovo governo presso l'edificio del parlamento spagnolo di Madrid.

27 dicembre 2011

Il Re, la Regina e i principi delle Asturie ha inaugurato la solenne apertura della decima legislatura del Parlamento spagnolo.
Le principesse Elena e Cristina e suo marito, Iñaki Urdangarin, erano assenti.


Il Re, accompagnato dai Principi delle Asturie, come sempre ha presieduto la solenne cerimonia alla quale hanno partecipato tutti i deputati e senatori, ad eccezione dei repubblicani di sinistra e quelli del gruppo indipendentista basco Amaiur.

Poco prima di mezzogiorno, preceduto dalla Guardia Real, è giunto il Re accanto al principe Felipe ed alla principessa Letizia.

Dopo aver ricevuto gli onori militari da parte del Battaglione di tre eserciti, Juan Carlos ha passato in rassegna le truppe accompagnato da Alti Ufficiali militare, e quindi i saluti di protocollo al Presidente del Congresso e quello del Senato.

In seguito la Famiglia Reale è entrata nel "Palacio del Congreso", l'ingresso ornato per l'occasione con un baldacchino con lo Stemma del Regno di Spagna.

Juan Carlos è stato accolto dal neo premier Mariano Rajoy e dai parlamentari spagnoli con un lungo applauso.

Dopo l'inno della Spagna c'è stato il discorso del capo di Stato e del presidente della Camera che ha sottolineato gli obiettivi per la nuova legislatura.

Un lungo applauso dei deputati e dei senatori hanno accolto l'intervento del re, che ha fatto ripetutamente appello alla responsabilità ed alla solidarietà politica per superare la crisi economica e per rafforzare la fiducia nelle istituzioni.


"Sono sicuro – ha detto il re – che i rappresentanti sapranno come prendere le decisioni parlamentari in modo da risolvere i conflitti e i problemi che abbiamo di fronte. Dobbiamo avere fiducia in noi stessi e sapere come trasmetterla ai cittadini”.

Il Re ha inoltre confermato l'impegno della Corona "nella difesa della Spagna, della sua democrazia, del Suo Stato di Diritto, della sua unità e diversità".

Dopo la cerimonia plenaria nella Sala, il Re e i principi sono stati accolti nella Sala di Conferenza dai Presidenti della Corte Costituzionale e dal Consiglio Generale del Potere Giudiziario.

Al termine della cerimonia c'è stato un piccolo ricevimento.

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Re Juan Carlos inaugura la decima legislatura spagnola