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domenica, giugno 12, 2011

Regina Fabiola compie 83 anni

Fabiola de Mora y Aragón è nata a Madrid, l'11 giugno 1928, è stata regina dei Belgi come consorte di Baldovino I.

Dopo la morte del marito nel 1993 il suo titolo è "Sua Maestà la Regina Fabiola del Belgio", avendo passato il titolo di "regina dei belgi" a Paola Ruffo di Calabria, consorte di Alberto II del Belgio.

Referendum e strage repubblicana

In questi giorni nei quali gli italiani sono chiamati ad esprimersi su 4 referendum, voglio ricordare la strage avvenuta in via Medina di Napoli (11 giugno 1946), causata dalla polizia ausiliaria, che aprì il fuoco contro i manifestanti, numerosi morti e oltre 150 feriti, tutti monarchici.


L'11 giugno 1946 segna l'apice dei disordini seguiti al referendum istituzionale Monarchia repubblica.

In Italia il 10 giugno la Corte di Cassazione ufficializza il risultato del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 ma non proclama la repubblica in attesa di esaminare le contestazioni.
La repubblica non fu MAI proclamata.

Il governo, guidato da De Gasperi, cerca un accordo con il Re Umberto II per avviare il trapasso dei poteri, ma la corona rifiuta.

L'indomani nel Sud si scatena la protesta dei monarchici.
A Napoli, già teatro in precedenza di scontri sanguinosi, la folla si concentra davanti alla sede del PCI, in via Medina, dove accanto alla consueta bandiera rossa con falce e martello, è esposta una strana bandiera tricolore.
Si vede l’effigie di una testa di donna turrita nel campo bianco al posto del tradizionale stemma sabaudo. Per Napoli, che ha votato per l’80% Monarchia, è una vera e propria provocazione.

A via Medina scoppia una violenta battaglia, risolta dalle mitragliatrici della polizia ausiliaria, che falciano i dimostranti: sul terreno restano diversi morti e decine di feriti, tutti monarchici.
Due giorni dopo Umberto II lascia l'Italia.

Quest'eccidio non è mai ricordato dalla storiografia repubblicana, che in questa maniera continua ad uccidere quei giovani italiani, colpevoli solo di manifestare apertamente e pacificamente i loro ideali e la contrarietà all'esito del Referendum istituzionale.

La strage di via Medina, proprio perché continuamente negata, risulta essere una enorme vergogna per la repubblica.

Ricordiamo i giovani Caduti in via Medina, uccisi per essere rimasti fedeli al Re e alla Patria.
Non dimentichiamo questi valorosi monarchici!

sabato, giugno 11, 2011

Referendum e Napolitano

Gli italiani sono chiamati a esprimersi su 4 referendum, due sull'acqua, uno sul nucleare e sul legittimo impedimento.

Alcuni partiti si sono impegnati a votare Si, altri sono per il No ed altri ancora hanno lasciato ai cittadini la "libertà di coscienza", che spinge all'astensione.

In Italia tutto è sempre politicizzato, ed i quesiti hanno perso la loro rilevanza specifica, per assumere quella esclusivamente politica,
in particolare una scelta pro o contro Berlusconi.

Io vorrei spingere l'attenzione sul diritto all’astensione, e quindi sul superamento del quorum del referendum.

Anche per le elezioni non è un obbligo andare a votare, il voto è un diritto e non un’imposizione, ma per un referendum l’astensione è un aspetto essenziale.

La presenza del quorum aumenta la libertà di scelta: o l’elettore con la sua partecipazione al voto favorisce il superamento della soglia, oppu­re astenendosi contribuisce al raggiungimento dell’obiettivo contrario. È un suo diritto.

Ebbene nonostante questo evidente verità, il presidente della repubblica Napolitano ha dichiarato che farà il suo dovere, lasciando intendere che andrà a votare, e con ciò contrastando le posizioni politiche che sostengono la necessità di disertare le urne.

Ormai il capo dello Stato esterna, si sovrappone al Governo, aiuta l'opposizione, e dimentica perfino di rispettare la Costituzione, visto che l’art. 75 indica il quorum necessario a rendere valido l’esito del referendum, e che implicitamente consente agli elettori anche di non partecipare.

Adesso gli italiani sono liberi di votare Si, No oppure di astenersi al referendum.

Io mi chiedo se l'esortazione di Napolitano al voto non sia un’ottima ragione per non andare a votare ....