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domenica, febbraio 27, 2011

Libici preferiscono la Monarchia alla repubblica

La bandiera monarchica della Libia è il simbolo di coloro che lottano per la Libertà e la Democrazia contro la repubblica dittatoriale di Gheddafi.


Oggi chiunque si oppone al dittatore Gheddafi sventola la bandiera del Regno della Libia, che diventa il simbolo della Libertà e della rinascita del Paese.

Il regime repubblicano italiano - che per convenienza ha sempre considerato la monarchia come una forma istituzionale antidemocratica (?) e legata al passato - non si aspettava che all'inizio del terzo millennio, la rivolta contro una repubblica possa essere simboleggiata da una bandiera monarchica.
L'uso della bandiera del Regno Unito della Libia non è solo un atto simbolico, ma è ricco di storia e di scottante attualità.

Questo significa che la Monarchia non è assolutamente legata al passato ma è il futuro.
Inoltre si capisce che anche oggi il popolo preferisce la Monarchia alla repubblica.
Evidentemente questa verità dà fastidio ai repubblicani italiani che temono che una cosa analoga possa avvenire in altri stati, chissà prima o poi anche in Italia....

Da Bengasi a Derna, arrivando sino a Tobruk, a ridosso del confine con l’Egitto, le bandiere monarchiche si avvicinano a Tripoli, hanno preso il posto dei drappi verdi simbolo della rivoluzione guidata dal Colonnello nel 1969.

La bandiera monarchica viene orgogliosamente esposta e sventolata in Libia ma anche all'estero, ed infatti i libici che vivono lontano dal loro Paese, per sostenere la ribellione, la usano davanti alle ambasciate.

La bandiera del Regno della libica, simbolo degli insorti, sventola addirittura all'ONU.
La delegazione della Libia alle Nazioni Unite ha sostituito la bandiera verde imposta da Gheddafi quando prese al potere, con quella a tre strisce rossa nera e verde, bandiera ufficiale prima del 1969, anno del colpo di Stato del rais.
Un segno evidente della distanza fra Gheddafi e i suoi diplomatici che in molte parti del mondo si sono dissociati dal governo e si sono apertamente schierati dalla parte della popolazione in rivolta.

Conquistata Bengasi, gli insorti hanno ammainato la bandiera verde della repubblica libica, issando quella rosso, nero e verde, con mezzaluna e stella: la bandiera monarchica di Re Idris.
La stessa issata dai manifestanti sulla cancellata dell'ambasciata libica a Roma, al grido:
Ecco la bandiera della Libia democratica, quella di re Idris .

La bandiera di Re Idris, che ora sventola di nuovo in Libia, è il vessillo di coloro che lottano per la democrazia contro il regime di Gheddafi.

Il principe della Libia in una intervista si è espresso contro la violenza e ha chiesto alla comunità internazionale di aiutare la Libia a togliere il potere a Gheddafi e fermare il massacro.

La prima bandiera nazionale della Libia (Regno della Libia) venne adottata quando la nazione ottenne l'indipendenza dall'Italia nel 1951 che aveva come capo di stato il Re Mohammed Idriss al-Senussi .
E' composta da una mezzaluna calante ed una stella bianca, su un tricolore a bande orizzontali rosso-nero-verde (con la banda centrale di altezza doppia rispetto a quelle due esterne).

Già emiro della Cirenaica e della Tripolitania, Sidi Muhammad Idris al-Mahdi al-Senussi salì sul trono di Libia quando il paese, colonia italiana dal 1911, ottenne l'indipendenza nel 1951. La Libia diventava una monarchia federale, in cui re Idris esercitava la funzione di capo di stato.

A seguito del colpo di stato del 1969, la bandiera venne sostituita da un tricolore con i colori panarabi: rosso, bianco e nero.
L'attuale bandiera tutta in verde venne adottata nel 1977, dopo la dissoluzione della Federazione delle Repubbliche Arabe, entità che per breve tempo unì la Libia ad Egitto e Siria, da non confondersi con la Repubblica Araba Unita.
È l'unica bandiera nazionale al mondo ad avere solo un colore e ad essere priva di disegni o insegne. Il verde simboleggia la devozione della gente nei confronti dell'Islam.

Prima di essere adottata in tutta la Libia unita nel 1951, la bandiera monarchica era già usata nella regione orientale della Cirenaica fin dal dicembre 1950.
Ancora oggi la rivolta contro Gheddafi è nata e guidata dalla Cirenaica.

venerdì, febbraio 25, 2011

Re saudita Abdullah torna a casa


Dopo 3 mesi di riposo in Marocco, dove si trovava per riprendersi da un intervento alla colonna vertebrale, il re saudita Abdallah è rientrato in Patria.

23 febbraio 2011

All'aeroporto di Riyadh su una sedia a rotelle, il Re è stato accolto con bandiere, danze tradizionali e dai membri della famiglia reale saudita, tra i quali il principe ereditario.

Per timore che le rivolte del mondo arabo potessero contagiare anche l’Arabia Saudita il re 87enne Abdullah ha annunciato un piano da 36 miliardi di dollari per il rilancio socio economico della popolazione della penisola.

Il problema, più che economico sembra però essere di natura politica, cioè quello di avere una monarchia costituzionale vicina al modello kuwaitiano, che dovrebbe essere un obiettivo raggiungibile.

Link
ARABIA SAUDITA: RE ABDULLAH ANNUNCIA SUSSIDI A POPOLAZIONE

Re di Spagna in Russia

Il Re di Spagna Juan Carlos I e il Presidente russo Dmitrij Medvedev hanno inaugurato a San Pietroburgo l’Anno degli interscambi culturali dei due paesi.

24 febbraio 2011

Il programma dell’Anno Spagna- Russia prevede numerose iniziative tra cui le tournees di famose compagnie artistiche, grandi mostre, conferenze, simposi.
I leader dei due paesi si incontreranno sui problemi riguardanti i rapporti Russia-UE, Russia-NATO, la sicurezza europea, compresa lo “scudo antimissile europeo”.

Il Re di Spagna era a cena con il presidente russo a San Pietroburgo, presso il ristorante Mensarde.

Il Re ha inaugurato una mostra di capolavori provenienti dal Museo del Prado di Madrid all'Hermitage di S. Pietroburgo, che segna l'evento iniziale dello scambio russo-spagnolo.


Anche la Regina di Spagna Sofia, accompagnata dalla first lady russa Svetlana Medvedeva, ha visitato l'Hermitage di San Pietroburgo.

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King of Spain opens Prado exhibit in Russia