domenica, ottobre 26, 2008
Napolitano, Al Alamein, comunismo, nazismo
Napolitano ha fatto bene ad andare in Egitto per commemorare il 66° anniversario della famosa battaglia di Al Alamein.
Condivido il discorso di napolitano quando dice : Furono combattimenti tra i più duri e tormentati della seconda guerra mondiale, in un continuo alternarsi delle sorti tra gli opposti schieramenti. E il nostro rispetto, la nostra riconoscenza sono tanto più grandi quanto più ricordiamo, sforzandoci di ripercorrerle, le condizioni in cui i combattenti furono chiamati a operare, le sofferenze e i sacrifici che essi doverono affrontare, fino al rischio estremo e quotidiano della vita.
Nel rendere omaggio alle virtù morali e alle straordinarie doti di coraggio dei soldati, tutti guidati dal sentimento nazionale e dall’amor di patria, napolitano si è però dimenticato che tutti quei soldati erano fedeli a Re Vittorio Emanuele III.
Purtroppo nella storia male narrata dalla propaganda repubblicana c'è sempre un silenzio insopportabile sulla Monarchia e sui Sovrani, e le uniche volte che si degna di ricordarle lo fa solo per screditarle. Questo non gli fa certo onore.
Nel discorso il presidente della repubblica si è rallegrato che nel disastro della seconda guerra mondiale crollarono i nazionalismi tra gli Stati europei e soprattutto il nazismo ma, per correttezza, avrebbe dovuto aggiungere che la causa della guerra fu la contrapposizione tra due ideologie - nazismo e comunismo - ambedie aberranti ed espressione di aggressione e di dominio.
Inoltre secondo me è un errore considerare il nazionalismo un fattore solamente negativo e quasi simile al nazismo.
E' davvero difficile, se non impossibile, vedere un alto esponente del partito comunista italiano abbandonare definitivamente la sua fede politica ma, secondo me è insopportabile se questa persona, diventata capo di stato, non si pente degli errori compiuti e non chiede scusa.
D'altronde l'appoggio del PCI ( ed i brogli di Togliatti/Romiti) fu decisivo per la nascita della repubblica, ma questo fatto adesso ci impedisce di guardare verso il futuro e di migliorare il nostro Paese.
mercoledì, ottobre 22, 2008
OCSE, ricchi e poveri in Italia
Secondo il rapporto dell'Ocse Growing Unequal, che analizza la distribuzione della povertà e del reddito dei 30 Paesi appartenenti all'organizzazione, l'Italia si trova al sesto posto per il divario tra le classi sociali, dopo Messico, Portogallo, Polonia, Turchia e Stati Uniti.
In Italia da anni c'è una costante perdita di potere d’acquisto dei salari e la grave crisi finanziaria ovviamente peggiora situazione del nostro Paese, dove tra l'altro il sistema di welfare non è efficace ed equo come in altri paesi d’Europa.
Negli anni ‘90 la nostra situazione sociale era simile a quella dei paesi del Nord Europa. A fine anni ‘90 eravamo scivolati ai livelli di Grecia e Portogallo. Oggi solo 5 dei 30 paesi Ocse hanno una struttura sociale peggiore della nostra: Messico, Turchia, Portogallo, Usa e Polonia.
La disuguaglianza economica è cresciuta del 33 per cento dalla metà degli anni Ottanta a oggi, contro una media Ocse del 12 per cento.
Oltre all'aumento del gap tra ricchi e poveri, la società italiana risulta essere immobile e classista, nel senso che è sempre più difficile migliorare la propria siuazione sociale.
In tutto l’Occidente industrializzato si registra un brusco aggravamento delle distanze fra ricchi e poveri ma in Italia il fenomeno è assai più brusco e devastante.
Le classi medie sono risucchiate verso il basso ed il reddito medio italiano è più basso della media Ocse.
Infine una ultima considerazione.
Dai dati dell'OCSE risulta che gli stati dove il divario è minore sono Monarchie (Danimarca, Svezia, Lussemburgo) mentre quelle peggiori sono repubbliche (la repubblica Italiana è al sest’ultimo posto).
Se si ipotizza - come ha sempre propagandato la repubblica - che il divario tra ricchi e poveri è anche una conseguenza della forma istituzionale, bene allora dai dati si evince che il gap ricchi-poveri aumenta tra le repubbliche.
Insomma si scopre un altro triste primato della repubblica italiana, è al sest’ultimo posto ed è anche tra i più diseguali ed ingiusti.
Redditi, Ocse: cresce la disuguaglianza in Italia Borse, Europa positiva sulla scia di Wall Street
Roma - Ricchi sempre più ricchi, classe media che va assottigliandosi e disparità economiche e sociali sempre più marcate. L’Italia è tra i paesi dell’Ocse dove la differenza di reddito tra ricchi e poveri è più ampia. Tra i 30 stati membri dell’Organizzazione, la disuguaglianza è maggiore solo in cinque paesi (Messico, dove le differenze sono in assoluto maggiori, Turchia, Portogallo, Usa e Polonia). Tra i paesi del G7 l’Italia è seconda solo agli Stati Uniti. All’opposto Danimarca, Svezia e Lussemburgo, dove le distanze sono meno profonde. I dati emergono dal rapporto dell’Ocse Growing Unequal che sottolinea come la disparità di reddito sia aumentata più o meno in tutti i paesi anche se con ritmi molto.
La forbice si allarga "La disuguaglianza di reddito - si legge nel rapporto - è cresciuta significativamente dal 2000 in Canada, Germania, Norvegia, Stati Uniti, Italia e Finlandia, mentre è diminuita in Gran Bretagna, Messico, Grecia ed Australia". La disparità è aumentata in due terzi dei paesi che fanno parte dell’organizzazione, spiega l’Ocse, e questo è avvenuto "perché le famiglie ricche hanno raggiunto risultati particolarmente positivi rispetto alla classe media e alle famiglie che si trovano ai livelli più bassi della scala sociale". L’Ocse definisce l’Italia come un paese in cui le differenze di reddito sono particolarmente ampie: i salari di livello basso sono estremamente ridotti mentre i ricchi hanno standard di vita più elevati rispetto a paesi, come la Germania, dove invece le differenze di reddito sono più limitate e dove i salari minimi sono più alti. Come parametro di misurazione per la disuguaglianza, l’Ocse utilizza un coefficiente denominato "Gini", che indica proprio la disparità di reddito. Le differenze tra i paesi dell’organizzazione sono profonde, basti pensare che in Messico la forbice è due volte più larga rispetto alla Danimarca. I due paesi sono all’opposto nella classifica con un coefficiente di 0,23 per la Danimarca e di quasi 0,50 per il Messico contro una media Ocse di 0,30. Per l’Italia si calcola un coefficiente di 0,35 circa, mentre gli Stati Uniti sono a 0,38.
La risposta dei governi Il rapporto evidenzia quindi come la risposta dei governi alle disparità sia stata soprattutto di carattere fiscale e sociali, aumentando la spesa a favore di una popolazione che tende ad invecchiare velocemente. Si tratta però, secondo l’Ocse, di una risposta che può essere "solo temporanea". "L’unica via sostenibile per ridurre le disuguaglianze" è assicurarsi che le persone siano in grado di trovare e mantenere un’occupazione. Questo significa che "i paesi sviluppati devono sforzarsi molto di più per inserire i cittadini nel mercato del lavoro piuttosto che sostenerli con indennità di disoccupazione o pensioni anticipate".
ilgiornale
lunedì, ottobre 20, 2008
Orfani abbandonati
Una volta l’orfanotrofio si chiamava Istituto per l’infanzia e la maternità. Non era certo un luogo dove gli orfani vivevano felici, ma perlomeno avevano un letto, un tetto, cibo.
In questa italia repubblicana, la legge n. 149 del 28 marzo 2001
decreta la chiusura degli orfanotrofi e il trasferimento dei minori in case-famiglia o presso famiglie affidatarie.
Questa legge suscita molto perplessità, l'argomento è spinoso e complesso, e coinvolge diversi soggetti: le istituzioni, i genitori naturali ed affidatari, le comunità assistenziali, ma soprattutto i bambini, che vivono in una questione più grande di loro.
In Italia le leggi non sono applicate seriamente ed infatti – questa volta però fortunatamente – esistono ancora 9 orfanotrofi attivi.
Inoltre secondo l’Istat ci sono 46 mila bambini (di cui 34 mila italiani) che, senza famiglia, vagano sulle strade, vittime dell’accattonaggio, della povertà estrema, del lavoro nero, della droga.
La legge fu varata per combattere l’abbandono dei minori ed i sostenitori affermano che gli orfani non sono abbandonati per le strade ma sono tutelati in maniera diversa.
Nell’art. 2 della 149/2001 c’è scritto: ……..mediante affidamento ad una famiglia e ove ciò non sia possibile mediante inserimento in comunità di tipo familiare…
Ma quante e quali sono le famiglie disposte all’affido?
E non c’è il rischio che coloro che affidano un bambino lo fanno solo per il sostegno economico? Dov’è l’amore verso il bambino?
E quali sono le caratteristiche che devono avere le comunità di tipo familiare?
E come si rispettano i tempi legislativi?
Una cosa è la teoria ed un’altra la pratica, e di fatto le conseguenze della legge sono andate in direzione opposta.
Mi risulta che forse lo stato repubblicano ha chiuso gli orfanotrofi anche per la mancanza di sovvenzioni.
Visto gli enormi sprechi che sistematicamente avvengono in questa repubblica sarebbe una drammatica beffa ai danni dei poveri indifesi bambini. Speriamo che non sia così.
Mi chiedo. Come si è arrivati a tanto ?
Perché chiudere gli orfanotrofi, dove i ragazzi più sfortunati, senza famiglia, potevano almeno avere cibo, un letto, una casa ?
Comunque si considera questa legge, sta di fatto che adesso non si conosce dove finiranno quei poveri bambini e chi se ne prenderà cura.
Evidentemente uno stato che legifera in questa maniera significa che non ama le famiglie ed i bambini, è uno stato crudele, senza sentimenti, che considera le persone oggetti.
Inoltre aggiungo che questa legge sulla chiusura degli orfanotrofi appartiene alla visione politica-sociale che distrugge la famiglia tradizionale - unione tra uomo e donna – e che preferisce aiutare altri tipi di unione (tra gay, lesbiche, trans ...) dimenticando però le persone più deboli di tutte le unione, i bambini.
La repubblica ha già rovinato l’Italia e la maggior parte degli italiani ma, prendersela anche con i bambini è, veramente, il degrado massimo!
Per difendere tutti i bambini, soprattutto quelli più sfortunati, c’è assolutamente bisogno di riaprire gli orfanotrofi.
La Chiesa: bisogna riaprire gli orfanotrofi. Sempre più difficili le adozioni di minori italiani
Oggi in Italia gli orfanotrofi ancora attivi sono solo nove.La campagna della Chiesa per riaprire gli orfanotrofi e contro la legge 149 parte dal santuario di Pompei, culla dei centri di accoglienza per l'infanzia abbandonata ed epicentro ieri della «mobilitazione mariana» per la visita di Benedetto XVI. Nel mirino la legge 149 del 2001. La Chiesa è preoccupata per i 46 mila bambini (di cui 34 mila italiani) che secondo l’Istat sono senza una famiglia, spesso vagano sulle strade, vittime dell’accattonaggio, della povertà estrema, del lavoro nero, della droga.
La legge fu varata per combattere l’abbandono dei minori disponendo la chiusura degli istituti entro il 31 dicembre 2006 e il ricorso all’affidamento a una famiglia o, qualora non fosse possibile, all’inserimento in una comunità d’accoglienza di tipo familiare. Bambini abbandonati dai genitori per svariate, a volte indecifrabili, ragioni. Bambini allontanati dal tribunale da famiglie problematiche. Eppure era stato fatto un accordo con le Regioni per fissare le tipologie di strutture che devono accogliere i minori che escono dagli istituti e non trovano famiglie affidatarie. Le Regioni avrebbero dovuto fornire i dati al governo ma non è stato fatto. Inoltre la legge prevede che le nuove strutture debbano fare una relazione, ogni sei mesi, alla procura presso il Tribunale per i minori, il quale può a sua volta ordinare ispezioni per verificare l’attuazione della legge. Sulla carta la legge voleva privilegiare l’affido rispetto all’inserimento in strutture di tipo familiare. Ma l’affido non è mai decollato.
Attualmente, circa 26 mila bambini senza una famiglia sono divisi a metà tra comunità e affido. Altri ventimila, devono badare a loro stessi. Tanto più che gli italiani per l’86% non ritengono «abbandonati» i minori ospitati in istituti, nonostante il fenomeno coinvolga in Italia circa decine di migliaia di bambini e ragazzi. Intanto l’assistenza di un bambino in istituto costa allo Stato più del doppio dell’accoglienza in famiglia tramite l’affido, mentre le adozioni nazionali sono sempre più difficili. Di fronte a questo quadro, secondo il j’accuse ecclesiale, le istituzioni sono assenti, quando non addirittura d’ostacolo, e anche la scuola si dimostra impreparata ad affrontare il problema.
Lo Stato in media per un bambino in assistenza (in istituto) investe 10.695 euro all’anno a fronte dei 5.200 investi per singolo minore in affidamento. Ma la spesa pubblica su questo fronte varia significativamente da regione a regione: in Lombardia, ad esempio, si spendono in media oltre 15mila euro all’anno per un bambino in istituto e 3.457 euro per un bambino in affido, nel Lazio in media per un bambino assistito nel comune di Roma occorrono 18 mila euro l’anno, mentre l’affido richiede 3.098 euro.
Nel frattempo cala il numero di procedimenti inviati ai tribunali minorili per dichiarare «adottabile» un bambino. Dai 3.200 procedimenti avviati nel 1995 si arriva ai 2694 del 2002, mentre le dichiarazioni di adottabilità sono passate da circa 1.500 nel 1997 a 1.080 del 2002. Nel 2003 dell’intera popolazione in centri socio-assistenziali stimata intorno ai 20 mila minori (dati Istat) solo 869 erano bambini o adolescenti adottabili, pari al 4,3% del totale, e 342 con l’iter di adottabilità non ancora concluso. Nel corso dell’anno sono stati accolti nelle strutture 8.855 minori, mentre ne sono usciti 9.833: di questi, solo il 4,2% (415) è stato adottato.
Un’emergenza stigmatizzata anche dall’Aibi, l’associazione Amici dei bambini, sotto l’egida dell’Unione Europea.
lastampa
Iscriviti a:
Post (Atom)
Fan Page
Etichette
Abu Dhabi
acqua
afghanistan
albania
algeria
alitalia
andorra
Angola
antartide
antigua
antille olandesi
arabia-saudita
arabinieri
architettura
argentina
armenia
aruba
asburgo
attualità
australia
austria
Azerbaigian
bahamas
bahrain
bambini
banane
Bangladesh
barbados
bce
befana
belgio
belize
benzina
berlino
berlusconi
bhutan
bielorussia
bilderberg
birmania
blog
boemia
bolivia
bosnia
botswana
brasile
brogli
brunei
bulgaria
burkina faso
burundi
calcio
cambogia
canada
canadà
canarie
capitalismo
capo verde
carabinieri
casta
ceca
chiesa
chirac
ciampi
cile
cina
cinema
cipro
clinton
colombia
commonwealth
computer
comuni
comunismo
congo
corea
corruzione
corsica
cossiga
costa d'avorio
costa rica
costituzione
craxi
cristianesimo
croazia
cuba
cultura
curacao
danim
danimarca
debito
donne
droga
dubai
economia
egitto
El Salvador
elena
elezioni
elisabetta
eluana
emirati arabi
energia
eolie
equador
erzegovina
esercito
esilio
estonia
eswatini
etiopia
europa
eutanasia
f1
face
facebook
Falkland
famiglia
federalismo
fiji
filippine
finanza
finlandia
firenze
FMI
foibe
francia
francobollo
G20
G7
gabon
galles
gambia
georgia
germania
ghana
giamaica
giappone
gibilterra
gioconda
giordania
giustizia
globalismo
google
governo
grecia
Grenada
Grenadine
groenlandia
guareschi
guatemala
guerra
haiti
hawaii
honduras
hong kong
imperatore
incendio
india
indonesia
indulto
insta
instagram
internet
iran
iraq
irlanda
islam
islanda
isole cayman
israele
istria
italia
josè
kazakistan
kenya
kosovo
kuwait
laos
lavoro
legale
lepanto
lesotho
lettonia
libano
liberazione
liberia
libertà
libia
liechtenstein
lirica
lituania
lottizzazione
lussemburgo
m
macedonia
madagascar
mafalda
mafia
maga
magazine
magistratura
malawi
maldive
malesia
malì
malta
maori
margherita
marocco
mauritiana
messico
messina
mezzogiorno
Miotto
mobile
moldavia
monaco
monar
monarchia
monarchici
monarchico
monarchist
monarchy
mongolia
montecarlo
montenegro
mostra
mozambico
mozart
mozzarella
musica
namibia
napoli
napolitano
natale
NATO
naziskin
nepal
nicaragua
nigeria
nobel
norvegia
nuova zelanda
obama
ocse
olanda
olimpiadi
oman
onu
ortodossia
osimo
ospedali
ottobre_2007
pakistan
palestina
panama
papa
papua nuova guinea
paraguay
parigi
pensioni
perù
politica
polizia
polonia
pompei
porto rico
portogallo
povertà
presidenziali
prodi
qatar
quirinale
RAI
rania
referendum
regina
regine
religione
repubblica
repubblica dominicana
resistenza
rifiuti
risorgimento
rivoluzione
romania
romanov
ruanda
russia
saba
Saint lucia
Saint Martin
Saint Vincent
salomone
samoa
san marino
sanremo
satira
savoia
scalfaro
schioppa
scozia
scuola
semafori
senato
senegal
serbia
Seychelles
Sierra Leone
singapore
siria
slovacchia
slovenia
società
sofri
somalia
spagna
spazio
speciale
sport
sri lanka
St Kitts e Nevis
staminali
stampa
statuto
stipendi
storia
strage
sudafrica
sudan
svezia
svizzera
Swaziland
Tagikistan
tangentopoli
tanzania
tasse
tav
telecom
telegram
televisione
terremoto
terrorismo
thailandia
tibet
tirolo
tobago
togo
Tolstoj
tonga
tradizione
treni
tricolore
trinidad
trump
tunisia
turchia
turks Caicos
Tuvalu
twi
twitter
twter
UAE
ucraina
ue
uganda
uk
umberto
ungheria
unicef
università
uruguay
usa
vacanze
vanuatu
vaticano
venezuela
vide
video
vietnam
vittorio eman
vittorio emanuele
yemen
zambia
zar
zulu
Archivio
-
▼
2024
(1262)
-
▼
giugno
(198)
- Reali rumeni alla base aerea in Finlandia
- Regina Margherita al Teatro Pantomima
- Giornata Nazionale a Esch-sur-Alzette
- Giornata Nazionale a Kehlen
- I Reali con i Red Devils
- Naruhito e Masako arrivati in UK
- Emanuele Filiberto compie 52 anni
- Metropolitana M4 a Copenaghen
- William al concerto di Taylor Swift
- Regina di Danimarca al Maratonsang
- Granduca di Lussemburgo e Ding Xuexiang
- Ladies Day al Royal Ascot 2024
- Re Carlo festeggiato a Bucarest
- William compie 42 anni
- Margherita e Radu a Tampere
- Re Felipe alla partita Spagna Italia
- Regina Maxima col reggimento del Genio
- Beneficenza Tennis Monaco
- Università Thailandesi Premiano Re Bhutan
- Danimarca-Inghilterra : Incontro tra Reali
- Regina Mary promuove salute mentale
- Vittoria guida Cooperazione Nordica
- Casa Reale Spagna su Instagram
- Concerto e Videomapping
- Esercitazione TAC Blaze
- Conclusa la missione in Norvegia
- Regina Maxima all'Emaus College
- Leonora e Sofia alla Galleria Collezioni Reali
- Famiglia reale e Royal Ascot
- Principe Sverre Magnus diplomato
- Margherita di Romania al parlamento finlandese
- AI per prevenire abusi sessuali
- 48 anni di matrimonio dei Sovrani Svedesi
- Celebrati 10 Anni di Re Felipe
- Museo H'ART e mostra Kandinsky
- Nozze d'Argento dei Duchi di Edimburgo
- 160 Anni del Senato della Romania
- Tunnel del Fehmarn Belt
- Scuola di Musica Reina Sofía
- Royal Ascot 2024
- Fiamma olimpica nel Principato Monaco
- Astrid Missione economica in Norvegia
- Re Felipe e Formazione Militare
- Regina Maxima al Museo Hindeloopen
- Annuario Fondazione COTEC
- Obiettivi sviluppo sostenibile
- Famiglia Reale rumena in Finlandia
- Cerimonia Ordine della Giarrettiera
- Parco Giochi Principe Giuliano
- Principessa Astrid in Norvegia
- Cappella San Uberto Leonardo da Vinci
- PhiloMonaco 2024
- Re del Bhutan apre il Parlamento
- 24 Ore di Le Mans
- Famiglia Reale Tifa Danimarca
- Festa del papà William e Carlo
- Principessa Leila Pahlavi
- Re Simeone compie 87 anni
- Festival Televisione di Monte-Carlo
- Re di Giordania al Memoriale dei Martiri
- Regina Maria e Artigianato Danese
- Trooping the Colour 2024
- Principessa del Galles al Trooping the Colour
- Principessa Vittoria Achim Steiner
- HM The King's Series Sails
- Fondazione Margherita di Romania
- Granduca Enrico e DuPont di Nemours
- Re di Giordania partecipa al G7
- Premio Europeo Carlo V
- Regina Maxima battezza due navi
- Medaglia del Re e Litteris et Artibus
- Kate parteciperà a Trooping the Colour
- Giornate della Sicurezza in Acqua
- Re di Svezia riceve presidente colombiano
- Duchessa di Edimburgo in Germania
- Re nel quartiere Hoboken di Anversa
- Principe di Lussemburgo in Giappone
- Sovrani olandesi a New York City
- Fondazione Principessa delle Asturie
- Regina Margherita premiata
- Premio per la Criminologia
- Re di Spagna riceve Erdoğan
- Premio Regina Paola
- Umberto lascia l'Italia
- Gardening Bohemia Bloomsbury Women Outdoors
- Sovrani olandesi a Albany
- Mostra sull'ospitalità nell'arte sacra
- Azione umanitaria urgente a Gaza
- Principe William a Cardiff
- Consiglio della Residenza studentesca
- Premio Principe Enrico
- Congresso di Gerontologia Nordica
- Il treno della letteratura
- Re Felipe all'esercitazione Atlas
- Re Harald riceve presidente somalo
- Ordine Reale e Militare San Ermenegildo
- Progetti Sociali Banco Santander
- Sovrani olandesi a Savannah
- Principe Guglielmo e Principe Fumihito
- Principe Hassan per desalinizzazione
-
▼
giugno
(198)