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giovedì, aprile 03, 2008

pressioni di napolitano sulle elezioni?

E' stata fissata all'8 aprile prossimo l'udienza nella quale la seconda sezione bis del Tar del Lazio deciderà nel merito sul ricorso presentato dalla Dc di Giuseppe Pizza contro l'esclusione del Viminale del simbolo del suo partito per le elezioni del 13 e 14 aprile.
Intanto il Viminale ha annunciato di aver dato mandato all'Avvocatura dello Stato per proporre ricorso contro l'ordinanza che riammette la lsta alla consultazione del 13 aprile.

La decisione del Consiglio di Stato di rimettere in corsa per le elezioni politiche il simbolo con lo scudo crociato mette a soqquadro il mondo della politica e nel frattempo Berlusconi e veltroni sono contrari al rinvio.

La verità è che nel caso Pizza sono in molti ad avere qualche responsabilità.
Berlusconi a dargli corda, nell'illusione di infastidire l'altro Scudo Crociato di Casini, Veltroni (o prodi?) nel nascondere finora questo rinvio per poi utilizzarlo per mettere in difficolta’ berlusconi, il Viminale a escluderlo dalle liste, nonostante una sentenza del tribunale che lo confermava titolare del simbolo, la magistratura amministrativa che ha preso forse una decisione irresponsabile. ...
Il ministro degli Esteri d'alema considera la vicenda "molto delicata” e persino l'ex capo dello Stato cossiga sollecita la presidenza della repubblica, dicendo : La decisione di rinviare le elezioni e' molto discrezionale e sostanzialmente dipende dal Quirinale.

Dalla dichiarazione di cossiga si evince che la patata bollente e’ completamente nelle mani di napolitano, perche’ sara’ lui a decidere quando si andra’ a votare
Cosa confermata anche dalla ultime dichiarazione di Pizza che, consapevole di aver provocato un vero terremoto nel mondo politico, si fa conciliante ed afferma : Io sono un uomo mite e dialogante e dunque non escludo che se arrivasse una sollecitazione del Capo dello Stato e se il ministero dell'Interno

Io prevedo che, sotto fortissime pressione dal quirinale, Pizza fara’ passi indietro, ma la nuova posizione sara’ spiegabile solo ipotizzando un ordine del presidente della repubblica.

Insomma la decisione politica di rinviare o no le elezioni sara’ presa da napolitano, cioe’ da un politico di chiara matrice politica, ma non si deve nascondere che qualsiasi decisione sara’ inevitabilmente occasione di divisioni e di interpretazione politica di parte.

La situazione è di estrema incertezza, ormai in questa repubblica nessuno sa cosa fare, ed anche la posizione assunta dall'Esecutivo è schizofrenica, che manifesta una chiara volontà di escludere la lista della Dc dalla competizione elettorale, scavalcando la decisione del Consiglio di Stato.

Insomma non stiamo piu’ solo assistendo a un altro episodio della commedia della repubblica italiana ma temo che ormai e’ a rischio la democrazia.


rainews
ansa
voceditalia

mercoledì, aprile 02, 2008

DC, Pizza, elezioni


La Dc di Pizza è stata riammessa alle consultazioni elettorali dal Consiglio di Stato distruggendo cosi' il trofeo di guerra sbandierato con spavalderia da Casini, che allora ebbe la meglio nella guerra sullo Scudo crociato.

La clamorosa riammissione della DC alle prossime imminente elezioni sembrerebbe un pesce d’aprile ma invece e’ un fatto vero e la Dc di Giuseppe Pizza, che si fregia di rappresentare la storia della Balena Bianca, correrà alle elezioni.

La riammissione della DC ha l’effetto di un terremoto che smuove tutto il mondo politico, adesso c’e’ chi si lamenta, chi ha paura di perdere, chi gioisce che forse vincera’, chi non sa cosa fare, chi prega, chi da tempo lo prevedeva e si sta divertendo...

Non sono un esperto, ma forse il ricorso e’ giusto perche’ Pizza e la sua Dc erano le uniche ad avere il diritto a presentarsi con lo scudo crociato dal momento che aveva vinto la battaglia giudiziaria per i beni e il simbolo della vecchia Democrazia Cristiana, ma perche’ si arriva a questo punto solo adesso ?
Non si poteva giungere a questa conclusione prima?

E poi, chi si sobbarcherà i costi di questa bella frittata all’Italiana?
Ovviamente saranno gli italiani a pagarli, che devono pagare sempre gli errori compiuti dalla repubblica che inesorabilmente “uccide” il nostro paese.

Si puo' considerare questa notizia come una burla, una barzelletta, un pesce d’aprile in ritardo, una pazzia, una bacchetta magica di qualche politico di razza ma, secondo me, rimane il fatto che la DC di pizza rappresenta un altro sfregio all’immagine, gia’ negativa, della repubblica.

Altro che telenovelas, questo e’ puro ed insuperabile spettacolo repubblicano!!

l Consiglio di Stato riammette la lista apparentata con il Pdl al Senato
Torna la Dc di Pizza: «Ora rinvio del voto»
Ricorso accolto: potrà correre alle elezioni. Il segretario: ci spettano altri 15 giorni per la campagna


MILANO - L'ex sindaco di Padova Settimo Gottardo ancora non ci crede: «Sono un vecchio dc, scettico: ho paura che sia vero come i pinguini che volano della Bbc». E invece niente pesce d'aprile, la notizia ha l'ufficialità di uno stemma della Repubblica e il crisma di una sentenza del Consiglio di Stato: la Dc di Giuseppe Pizza è stata riammessa alle elezioni del 13-14 aprile, dalle quali era stata esclusa qualche settimana fa. Notizia solo apparentemente di nicchia: perché la vittoria giudiziaria rischia di deflagrare in una competizione elettorale già avviata, destabilizzando il centrodestra. Con il rischio estremo, ancora allo stadio di ipotesi, di uno slittamento del voto che potrebbe dare tempo prezioso al partito democratico di Walter Veltroni. All'origine della disputa giudiziaria, l'utilizzo dello scudo crociato. Troppo simile a quello dell'Udc di Pier Ferdinando Casini, secondo una precedente ordinanza del Tar della Campania. Il rischio di creare confusione nell'elettorato aveva portato all'esclusione dalle liste. Ora, la riammissione del «glorioso simbolo dello Scudo Crociato - Libertas, dopo la proditoria esclusione», come dice Pizza. Ma che succederà ora? «Adesso — spiega — spetta al governo e al ministro Amato rimetterci nelle condizioni di svolgere correttamente la campagna elettorale, al pari di tutti gli altri partiti».

Già, perché i giochi sono fatti da tempo, sorteggio sulle liste e operazioni burocratiche comprese. E la Dc ha meno di 15 giorni per portare a termine la sua campagna elettorale contro i 30 previsti per legge: «Infatti chiediamo un spostamento del voto di almeno quindici giorni, per il rispetto della legge sulla par condicio». Casini non sarà entusiasta della sentenza: «Io ho sempre cercato di aver un buon rapporto con lui — spiega Pizza, che festeggia con i suoi al ristorante —. Ma ha preferito creare un partito padronale. Comunque Casini usa illegittimamente il simbolo. Noi rappresentiamo la continuità storica con la Dc, che non è mai stata mandata a casa dagli elettori: l'ultima volta che si presentò, nel lontano '92, ottenne il 29,2 per cento dei consensi». Tra sofismi, cavilli, cause e faldoni, Pizza non molla. E chiede il rinvio del voto, a costo di far arrabbiare qualcuno nel centrodestra: «Non mi importa, decide la direzione della Dc non gli altri. Con il Pdl abbiamo solo un accordo tecnico al Senato. Restiamo di centro e proporzionalisti. Siamo ferocemente contrari a questo sistema elettorale e all'abolizione delle preferenze: un golpe».

La sentenza del Consiglio di Stato ha un effetto collaterale importantissimo, come spiega Gianluigi Pellegrino, avvocato della Sinistra Arcobaleno: «Riconosce che la giurisdizione sull'ammissione delle liste alle elezioni politiche è amministrativa». Non una cosa da poco, visto che sono pendenti una serie di ricorsi presentati contro l'ammissione del Movimento per l'Autonomia di Raffaele Lombardo. Pendono, perché tutti gli organi teoricamente preposti si sono chiamati fuori dalla titolarità del giudizio: «C'è un vuoto di tutela grave — spiega Pellegrino —. Finalmente, con questa sentenza, si stabilisce che c'è un giudice a Berlino. A questo punto, da giurista, dico che occorre il tempo necessario per attivare la tutela. E quindi credo che sia necessario un rinvio della data delle elezioni».
corriere



Amato: non escluso rinvio elezioni per riammissione Dc

Il ministro dell'Interno dopo l'accoglimento del ricorso da parte del Consiglio di Stato: ''La decisione in ogni caso compete a governo e presidente della Repubblica''. La Democrazia cristiana di Pizza: ''Si è trattato di un'arbitraria decisione amministrativa e di insensibilità politica da parte di Amato''. Berlusconi: ''Sarebbe un danno per il Paese che ha bisogno di un governo immediatamente operativo''.
adnkronos

porcellum, ciampi e la repubblica


Molti politici, osservatori, giornalisti criticano la legge elettorale, il cosiddetto porcellum, che effettivamente causa una situazione parlamentare frammentata, altera gli effettivi equilibri di voti ed indebolisce la stabilita’ del governo.

Il giudizio negativo sulla legge elettorale pero’ e’ strumentalmente usato solo per attaccare il governo berlusconi, dimenticando che la colpa non fu solo del ministro calderoni ma anche di ciampi.
Evidentemente per non imbarazzare ciampi e per non screditare la figura superpartes (una farsa) del presidente della repubblica, si nasconde il fatto che la situazione del Senato è stata determinata dal presidente ciampi il quale rimandò il cosiddetto «porcellum» alle Camere perché pretendeva, ed ebbe, la ripartizione del premio di maggioranza su base regionale anziché nazionale.

In questa situazione caotica ci sono poi gli imbrogli che sono la tipica caratteristica della repubblica, gia’ ampiamente utilizzati durante il referendum istituzionale del 1946 monarchia-repubblica.

Oltre all’Italia territoriale in cui vota chi paga le tasse c’e’ un’Italia estera dominata da imbrogli e comportamenti farseschi : schede pazze, alle volte ci sono troppe schede altre volte poche, c’e’ chi vota due o tre volte, chi vorrebbe votare una volta sola non può perché la scheda non è arrivata, i seggi restano aperti per vari giorni ...

Insomma per il porcellum dobbiamo ringraziare ciampi
Per gli imbrogli dobbiamo ringraziare la repubblica

Che razza di democrazia sarebbe questa repubblica?


La polemica
Quirinale: «Gravi le parole di Berlusconi»
Il leader del Pdl: «Difficile governare con Ciampi, che stava dall'altra parte». In serata la replica del Colle

ROMA - Silvio Berlusconi pronuncia la frase "incriminata" durante un forum organizzato dal Tempo: «Sappiamo che il Consiglio dei ministri non potrà approvare nulla che non debba passare sotto le forche caudine di un capo dello Stato che sta dall'altra parte». Il leader del Pdl ricorda il suo «rapporto con Ciampi» e cita anche un esempio: «Nell'attuale legge elettorale così maltrattata c'era solo una cosa da cambiare ed era il premio di maggioranza al Senato, che da regionale doveva diventare nazionale. Il grosso guaio fu dovuto a un'interpretazione della Costituzione da parte del Quirinale». Una critica esplicita al Colle, dunque. Poco dopo, però, è lo stesso Berlusconi a precisare il suo intervento: «Mi riferivo al rapporto dialettico con Ciampi. Non c'entra niente Napolitano, con cui ho un ottimo rapporto e a cui porto affetto e stima che so essere condivise».

LA REPLICA - Ma al Quirinale non basta. In serata, infatti, arriva la replica: «La Presidenza della Repubblica - chiunque ne fosse il titolare - ha sempre esercitato una funzione di garanzia nell'ambito delle competenze attribuitele dalla Costituzione senza mai sottoporre a interferenze improprie le decisioni di alcun governo, e considera grave che le si possano attribuire pregiudizi ostili nei confronti di qualsiasi parte politica».

LA TELEFONATA - Una dura presa di posizione. Tanto che poco dopo il portavoce di Berlusconi, Roberto Bonaiuti, riferisce di una telefonata chiarificatrice tra il leader del Pdl e il Capo dello Stato: «Berlusconi ha chiamato Napolitano per chiarire ancora meglio il senso del suo intervento».

ISTITUZIONI - Ma è, in serata, ospite al programma «Conferenza stampa» su Rai Due, che Berlusconi torna a parlare delle grandi istituzioni, pur senza citare il Colle. Alla domanda se pensi che siano contro di lui ha risposto: «Non è che confermo un'opinione, è la realtà». L'ex premier ribadisce che nel 2006 ci sono state irregolarità. «La sinistra è arrivata alla pari nel 2006, ma ci sono stati molti brogli e un uso improprio delle schede bianche tanto che secondo noi si sarebbe dovuto ricontare le schede, ma la sinistra non l'ha consentito e ha messo le mani su tutte le istituzioni. La Corte Costituzionale vede 11 giudici dalla parte della sinistra, contro 3 dei nostri; al Csm è la stessa cosa, i sindacati pure, la grande stampa è a sinistra e parte dei Pm, non solo sono a sinistra, ma usano i loro poteri per fare lotta politica. Quindi la situazione è obbiettivamente difficile».

VELTRONI - Sempre durante «Conferenza stampa», in quello che è stato una specie di duello televisivo in due tempi, anche Walter Veltroni interviene sull'argomento: «Quella di oggi è una brutta smentita» afferma, riferendosi alle tensioni tra Berlusconi e il Quirinale. «Attaccare il Capo dello Stato presente e passato e poi dover smentire e telefonare è una cosa che ci riporta esattamente indietro in questo quattordicennio».

corriere