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mercoledì, dicembre 12, 2007

Forleo, napolitano, Csm e politica


Secondo Beha, Imposimato gli disse esplicitamente di pesanti influenze sul CSM da parte dei coinvolti dei Ds, (d'alema e fassino) e perfino del Quirinale, affinché la Forleo venisse delegittimata.
Se non sbaglio, il giornalista è di sinistra, il quale ha aggiunto che le notizie giunte a lui non erano supposizioni ma informazioni ricevute.

Il caso D’Alema-Forleo, come per il caso De Magistris, è diventato un’inchiesta che fa tremare il Palazzo.
Se fosse vero ci troviamo davanti ad un golpe bianco, ovvero furto di democrazia.

Il quirinale ha replicato dicendo che le insinuazioni
relative a presunte influenze esercitate dal Quirinale sul Csm sono destituite di ogni fondamento.

Innanzitutto è un pò surreale che l’istituzione più alta replichi ad un sito come Dagospia.

Secondo me, non si deve solo verificare se l'affermazioni di Beha sono vere o false.
Infatti al quirinale c'è un politico che ha fatto carriera all'interno del PCI, che è stato votato solo dalla maggioranza del governo prodi e che è anche il presidente del CSM.
E' già molto difficile credere alla indipendenza del CSM dalla politica, ma quando il Csm è presieduto da un politico la cosa perlomeno si complica.

Se poi c'è un'inchiesta che indaga su politici che appartengono alla stessa parte politica dalla quale proviene il presidente della repubblica allora mi chiedo se basta una replica del quirinale.

Purtroppo i mass-media danno ben poco spazio a questa vicenda, che ormai, invece di parlare di temi seri ed importanti, si interessano alla cronaca nera o a notizie futili e secondarie.

Beha contro Napolitano: mi rivelarono che il Colle voleva fermare la Forleo

Conferma tutto. Oliviero Beha non indietreggia nemmeno davanti al comunicato del Quirinale.
«Insinuazioni diffamatorie»: così una nota del Colle liquida, con singolare tempismo, le presunte pressioni del Presidente della Repubblica sul Csm contro Clementina Forleo.
Di quel pressing aveva parlato proprio Beha, giornalista e scrittore, in una lettera a Dagospia. Ma Beha non modifica di una virgola il proprio racconto che si inserisce nel complesso mosaico degli episodi riguardanti Clementina Forleo e le sue denunce: i tentativi di delegittimazione da parte di soggetti istituzionali dopo aver avviato il lavoro di scavo sulle inchieste relative ad Unipol.

Beha, racconti questa storia dall’inizio.
«D’accordo, ma prima devo fare una premessa».
Quale?
«Qui si sta esagerando».
Perché?
«Perché si sta trasformando il caso Unipol, la commistione fra economia e politica, nel caso Forleo, anzi nelle presunte paturnie del gip milanese».
Prospettiva sbagliata?
«È un sistema inaccettabile, falso, troppo comodo per il potere. Mi ricorda la storia di quello che si concentra sul dito invece che sulla luna. Ma qui non c’è neanche il dito, c’è, mi si passi l’espressione, l’unghia. E lo ripeto come cittadino e come giornalista».
Va bene, ma le pressioni?
«A fine luglio Ferdinando Imposimato, un ex giudice non il fornaio sotto casa, mi disse chiaro e tondo che i Ds e il Quirinale avevano esercitato pressioni sul Csm per mettere in difficoltà o peggio delegittimare la Forleo».Accuse gravissime e tutte da dimostrare.
«Imposimato mi sembrava molto sicuro di sé».
Lei non approfondì?
«Era un colloquio riservato, non chiesi nulla. Non ho mai saputo da dove gli derivasse quella certezza».
Imposimato non le nominò il Procuratore generale della Cassazione Mario Delli Priscoli, pure tirato in ballo in questa storia?
«No, mi ricorderei il nome. Ho sfogliato anch’io i giornali. La Forleo ha spiegato di aver saputo da Imposimato del pressing su Delli Priscoli per avviare l’azione disciplinare contro di lei. E poi ho appreso con stupore che Imposimato, interrogato, ha detto di aver maturato quel convincimento dalla lettura dei giornali. Mah, mi pareva che le sue confidenze avessero ben altra consistenza».

Perché ha tirato fuori i fatti solo nei giorni scorsi?
«No, un attimo. Quella non fu l’unica volta in cui Imposimato mi accennò a quelle pressioni. Me ne parlò in un’altra occasione, davanti all’ex sindaco di Pavia Elio Veltri, poi in margine ad un convegno a fine estate, poi un’altra volta ancora. Credo che Veltri, per la sua parte, possa confermare».
Poi?
«Quando, il mio nome, fatto dalla Forleo, è finito sui quotidiani, ho deciso di uscire allo scoperto. E di mettere, per quel che posso, i puntini sulle i. Oltretutto trovo vergognoso questo tentativo di far passare la Forleo per un magistrato caratteriale, un po’ confuso, con la lacrima facile. Mi spiace, io non ci sto. La commistione fra politica e affari c’è, tanto a destra quanto a sinistra. In questa storia sono coinvolti sei parlamentari: tre della destra e altrettanti della sinistra. Sembrano gli Orazi e i Curiazi».

Il Quirinale ha smentito la sua lettera a Dagospia.
«Sono lusingato come cittadino dalla tempestività del Colle. Devo dire che la rapidità dimostra che al Quirinale hanno i riflessi pronti. Prontissimi.
Certo, trovo anche un po’ surreale che l’istituzione più alta replichi a Dagospia».
Lei ha discusso di questa vicenda con la Forleo?
«No, non la conosco, non l’ho mai incontrata. Ma non accetto che si confondano i piani. Il lavoro critico di un magistrato non può essere diluito o annacquato con considerazioni sulla sua persona. No, va valutato nel merito, altrimenti è finita. Per tutti».
ilgiornale

GIUSTIZIA: DA QUIRINALE NESSUNA INFLUENZA SU CSM CONTRO GIP FORLEO

Milano, 6 dic. (Adnkronos) - Sono destituite di ogni fondamento le insinuazioni diffamatorie relative a presunte influenze esercitate dal Quirinale sul Csm in rapporto a recenti decisioni del Consiglio stesso. Cosi' fonti vicine al Quirinale replicano alla lettera inviata oggi da Oliviero Beha a 'Dagospia' nella quale il giornalista afferma di aver saputo dall'ex giudice ed ex senatore del Pci Ferdinando Imposimato "di pesanti influenze sul Csm da parte dei coinvolti dei Ds (nelle intercettazioni disposte nell'ambito del caso Bnl-Unipol, ndr) e perfino del Quirinale affinche' la Forleo venisse delegittimata".
adnkronos

domenica, dicembre 09, 2007

politica, teatrino e comiche


Questa volta Fini ha ragione dicendo che il neonato Popolo della libertà è un partito indistinto, dove non si conoscono al momento nemmeno i valori e i progetti.

La stessa discorso vale per l'altro nuovo Partito Democratico, un coacervo di diverse anime politiche senza identità e progetto.

A dir la verità tutti i partiti non hanno veri progetti politici, si limitano a gestire il potere o amministrare lo stato.

Dal teatrino della politica passiamo alle comiche finali.
In ogni caso si tratta sempre di repubblica delle banane.

FINI, SIAMO ALLE COMICHE;
BONAIUTI, COSI' OFFENDE 1/3 DEGLI ITALIANI
E' SCONTRO APERTO TRA AN E FORZA ITALIA

Roma - Comportarsi come sta facendo Berlusconi non ha nulla a che fare con il teatrino della politica, ma significa essere alle comiche finali".

Gianfranco Fini attacca il leader di Forza Italia, e nel corso della sua relazione di apertura dell'Assemblea Nazionale ribadisce che An "non si scioglie e non confluira'" nel "neonato quanto indistinto" PdL. "Un nuovo partito di cui non si conoscono al momento nemmeno i valori e i progetti".

agi

giovedì, dicembre 06, 2007

Se cade prodi cosa faranno i presidenti?


A seguito delle dichiarazioni di Bertinotti - il governo prodi ha fallito - il ministro Bindi (e parlamentare del PD) ha ricordato al presidente della Camera che se cade il governo, anche lui va a casa perche' viene meno la maggioranza che gli ha permesso di essere eletto.

Se dovesse cadere il governo prodi significa che l'attuale maggioranza non c'e' piu' (si va a votare) oppure che sara' sostituita da un'altra.
Ma allora mi chiedo se, in questo caso, anche il presidente della repubblica dovrebbe dimettersi, visto che napolitano e' stato votato solo dalla maggioranza.

I presidenti precedenti erano votati anche dalla minoranza, invece napolitano e' stato eletto solo dalla maggiornaza che ha dato vita al governo prodi.

Se cade il governo prodi, si dimetteranno i presidente delle Camera, del Senato e della repubblica ?


GOVERNO: BINDI, BERTINOTTI IRRESPONSABILE SE CADE PRODI ANCHE LUI A CASA

RITORNO ALLA PROPORZIONALE GLI HA CONSENTITO DI SGANCIARSI

Roma, 6 dic. (Adnkronos) - "Mi pare un po' poco limitarsi a non condividere l'intervista di Bertinotti. E' evidente il senso di irresponsabilita' del presidente della Camera al quale vorrei ricordare che, se cade il governo, anche lui va a casa perche' viene meno la maggioranza che gli ha permesso di essere eletto".

E' il giudizio espresso dal ministro e parlamentare del Pd, Rosy Bindi, nei confronti delle affermazioni fatte da Fausto Bertinotti nella recente intervista a 'La Repubblica'.

adnkronos