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lunedì, settembre 03, 2007

Stipendi dei lavoratori



I poveri italiani non possono sorridere.

Le retribuzioni contrattuali crescono a ritmi minimi, i più bassi degli ultimi quattro anni.

Secondo l'Istat nel mese di luglio, le retribuzioni sono cresciute dello 0,1 per cento rispetto al mese precedente.





Commento:
aumenta sempre più la differenza tra la casta dei politici, creata e foraggiata dal sistema repubblicano, ed i poveri lavoratori italiani.

Anche confrontando gli stipendi dei politici con quelli degli italiani si capisce che la repubblica italiana è una oligarchia .

Minimi aumenti ai lavoratori, massimi privilegi ai politici.


Tra gennaio e maggio più di 800 mila ore perse per conflitti sindacali Rallenta in Italia la crescita degli stipendi A luglio l'aumento è risultato dell'1,8% in più rispetto al dato del 2006. Ma è il più basso degli ultimi quattro anni. Inflazione all'1,6

ROMA - Le retribuzioni degli italiani sono in crescita ma l'ultimo aumento, registrato a luglio, pari all'1,8%, è il più basso degli ultimi quattro anni. Lo comunica l'Istat precisando che per riscontrare un tasso di crescita più basso bisogna risalire a giugno 2003, quando l'incremento fu pari all'1,7%. Le retribuzioni contrattuali a luglio sono cresciutedello 0,1% rispetto a giugno e, appunto, dell'1,8% rispetto a luglio 2006. Sempre a luglio l'inflazione è stata pari all'1,6%.

CONFLITTI SINDACALI - Dalle analisi dell'Istituto nazionale di statistica emergono altri dati che fotografano la realtà del mondo del lavoro. Tra gennaio e maggio 2007 il numero di ore non lavorate per conflitti originati dal rapporto di lavoro è stato di 824 mila, il 63,4% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le principali motivazioni dei conflitti, secondo quanto precisa l'Istat, sono da imputare al rinnovo del contratto e alle altre cause residuali, con quote percentuali sul totale delle ore non lavorate rispettivamente pari al 26,2% e al 41,1%.

CONTRATTI SCADUTI - Risultano scaduti 36 contratti relativi a circa 8,9 milioni di lavoratori dipendenti e pari al 74,3% del monte retributivo totale. L'Istat ricorda poi che alla fine del mese di luglio sono invece in vigore 40 accordi, che regolano il contratto normativo di 3,4 milioni di dipendenti. La quota di contratti nazionali in vigore - spiega ancora l'Istat - sottende situazioni molto differenziate a livello settoriale: la copertura infatti totale nell'agricoltura e nell'edilizia, mentre livelli di copertura più contenuta caratterizzano i settori trasporti, comunicazioni e attività connesse (52,9%) e industria in senso stretto (40,3%, in forte riduzione rispetto al mese scorso). Quote decisamente inferiori caratterizzano il settore del credito e assicurazioni (2,9%) e quella dei servizi privati (6,9%). Infine, relativamente, alla pubblica amministrazione e al commercio, pubblici esercizi e alberghi nessuno dei contratti osservati dall'indagine è in vigore (copertura nulla).

ilcorrieredellasera

sabato, luglio 28, 2007

Re Umberto I



107° anniversario del regicidio, ricordiamo Sua Maestà Re Umberto I°.

Monza 29 LUGLIO 1900: RE UMBERTO I muore.

Re Umberto I si conquistò l'appellativo di Re buono soccorrendo di persona le vittime dell'alluvione dell'Adige, quelle del terremoto di Casamicciola, i colerosi della Campania e del Piemonte.

mercoledì, luglio 25, 2007

FMI : l'economia globale vola, l'Italia no

Il Fondo monetario internazionale rivede al rialzo la stima della crescita 2007 per Germania, Francia e Spagna, ma l'Italia resta al palo.

Per i Paesi dell'euro le previsioni prevedono una crescita economica al rialzo fino al 2,6% nel 2007 e al 2,5% nel 2008 e, tra i grandi di Eurolandia, l'Italia è l'unica con una stima di crescita inferiore al 2% per i prossimi due anni.
Per FMI, le previsioni di crescita per l'economia italiana sono un incremento del Pil al 1,8% per quest'anno e 1,7% per il prossimo.

La colpa della scarsa crescita del nostro paese rispetto agli altri, non può che essere della classe politica.
Purtroppo i sacrifici degli italiani (tasse e lavoro) sono quasi inutili perchè lo stato repubblicano, invece di stimolare e aiutare l'economia, è una oligarchia che spreca le risorse per mantenere un sistema basato sui privilegi, corruzione, clientelismo ed inefficienza.


Fmi, in crescita l'economia mondiale. Ma l'Italia è ferma

New York - Cresce il sistema mondo. Ma l'Italia resta ferma. Secondo il Fondo monetario internazionale, nel 2007 e nel 2008 l'economia mondiale crescerà dello 0,3%, fino ad attestarsi al 5,2%. L’economia globale, si legge nel documento pubblicato oggi, "continua a espandersi": se gli Usa segnano un rallentamento nel primo trimestre (nel secondo gli indicatori evidenziano già segnali di ripresa), Eurolandia e Giappone allungano il passo con alcuni Paesi emergenti, come Cina, India e Russia, caratterizzati da proiezioni in sostenuta crescita. L’inflazione resta generalmente contenuta, mentre rischi per l’economia mondiale sono le elevate quotazioni del petrolio e alcune incertezze sui mercati finanziari per il deterioramento di alcuni settori, come nel caso dei "subprime" negli Usa.

Eurolandia: boom per la Germania, ma Italia ferma Nel vecchio continente, il Fmi prevede la crescita di Germania, Francia e Spagna. Ma tiene ferma al palo l'Italia. Per i Paesi dell’euro è stimata una crescita economica in rialzo fino al 2,6% nel 2007 e al 2,5% nel 2008, con un progresso dello 0,3% e dello 0,2% rispetto alle previsioni del World economic outlook di aprile. Tra i grandi di Eurolandia, l’Italia è l’unica con una stima di crescita inferiore al 2% quest’anno e il prossimo. La Germania segna il rialzo più corposo delle previsioni di crescita, lo 0,8% in più al 2,6% nel 2007, mentre per Francia e Spagna il miglioramento è dello 0,2% rispettivamente al 2,2% e al 3,8%. Italia invece ferma all’1,8%. Per il prossimo anno il Fmi ha rialzato la stima per la Germania dello 0,5% al 2,4%, mentre ha ridotto dello 0,1% quella della Francia al 2,3% e ha tenuto ferma la Spagna al 3,4%. Italia ferma anche nel 2008, all’1,7%. Conferme per il Regno Unito (+2,9% e +2,7%), mentre le stime di crescita dell’Unione Europea salgono al 3,1% e al 2,8% (+0,3% e +0,1%).

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