martedì, maggio 22, 2007
Rifiuti repubblicani
Secondo la stima dell'Azienda speciale igiene urbana a Napoli, nonostante l'intervento straordinario avviato nei giorni scorsi, ci sono ancora 2.700 tonnellate di rifiuti lungo le strade.
Tutto il napoletano sta soffocando sotto la puzza dei rifiuti, la gente esasperata accende fuochi dappertutto peggiorando però ancora di più la situazione in quanto sprigionano una sostanza molto tossica, la diossina.
In provincia, soprattutto lungo la fascia vesuviana, l'allarme igienico sanitario è alto, con segnalazione di topi e insetti; in molti comuni già da settimane i mercati all'aperto rionali erano stati sospesi.
Il caldo estivo in arrivo aggraverà ancora di più le condizioni igieniche.
Se non sbaglio anni fa, i magistrati raccolsero alcune dichiarazioni di pentiti appartenenti a clan napoletani, in cui si sosteneva che la munnezza era diventata oro per la camorra !
Come è finita l'indagine?
Pochi giorni fa, con un decreto c'è stato l'apertura di 4 nuove discariche in due parchi nazionali sottoposti a vincoli paesaggistici e dichiarate zone protette, cioè Serre e quella di Terzigno.
Incredibile !
Assurda affermazione di Bassolino : Solo facendoci carico del problema con responsabilità e civile solidarietà possiamo uscire dall'emergenza, dialogo aperto, dunque, confronto democratico, ma è giusto e doveroso andare avanti.
Ma cosa ha fatto finora, da sindaco e da presidente della regione ?
Pensa di risolvere il problema con delle banali frasi senza nulla di costruttivo?
Il sindaco jervolino dice che la situazione è tragica.
Cosa ha fatto finora?
Il ministro Pecoraro afferma che : Sono dell'opinione che vadano arrestati coloro che incendiano i rifiuti perché spesso sono personaggi legati alla camorra e a clan malavitosi che hanno tutto interesse ad aumentare la confusione ed il caos.
Ma come. Adesso i poveri cittadini, che non ce la fanno più a respirare un'aria insopportabile, sono legati alla camorra solo perchè incendiano le immondizie sotto casa ?
E cosa dire allora dei politici che non hanno fatto nulla per risolvere il problema.
Piuttosto non sono allora i politici dei mafiosi?
Naturalmente in questa repubblica delle banane non ci sono mai i responsabili.
Ma la colpa è dei politici, perchè togliere i rifiuti dalle strade è un compito che spetta alle istituzioni pubbliche.
Il problema dello smaltimento rifiuti in Campania è ormai simbolo della profonda crisi della repubblica.
L'emergenza rifiuti, in Campania, è un problema mai risolto di almeno 14 anni, e visto che destra, sinistra e centro sono tutte accomunate da una incapacità e inadeguatezza nel gestire il problema si può sostenere che il sistema repubblicano proprio non funziona.
Siamo di fronte allo sfracello organizzativo di natura politica, all’incapacità delle classi dirigenti. La repubblica non ha fatto il suo dovere, ha venduto illusioni per creare attorno a se clientelismo e distruggendo il nostro paese.
Cosa serve lo stato repubblicano se non risolve i problemi degli italiani?
giovedì, maggio 17, 2007
Auto blu : privilegi repubblicani
Analizzando il parco auto presso Stato, Regioni, Province, Comuni, Municipalità, Comunità montane, Enti pubblici, Enti pubblici non economici e Società misto pubblico-private l'associazione che tutela gli interessi dei contribuenti italiani ha scoperto che in Italia ci sono circa 574.215 “auto blu” mentre negli USA 73.000, Francia 65.000, Regno Unito 58.000, Germania 54.000, Turchia 51.000, Spagna 44.000, Giappone 35.000, Grecia 34.000 e Portogallo 23.000.
Già diverse volte la destra e sinistra hanno fatto accorati appelli per l’abbattimento delle spese delle auto blu, ma le buone intenzioni non sono approdate da nessuna parte.
Anzi… dal 2001 al 2006, la voce «noleggio di automezzi» nel bilancio delle spese che gravano sulle casse dello Stato ha visto un’impennata da 28 a 140 milioni di euro, pari a un aumento reale del 357%.
Sembra che il parco dell'auto blu è triplicato in due anni passando da 198.596 a 574.215 unità, attribuendo al nostro paese un primato mondiale.
Se si ipotizza un costo medio annuo di un autista di circa 20.000 euro ed un consumo giornaliero medio di benzina di 30 euro + 5 euro di pedaggi autostradali moltiplicando per 250 giorni l'anno (esclusi festivi) le 574.000 autovetture si ottiene circa 16,5 miliardi di euro, cioè una cifra simile a quella dell'ultima finanziaria, che si attestava a circa 40 mld di euro.
La smetti la classe politica repubblicana di parlare di rigore e di tesoretto.
E' uno scandalo.
Di fronte a questi dati si rimane sgomenti anzi si teme chissa cosa ci sia ancora di nascosto.
Ma ci rendiamo conto?
La classe politica (tutta) dovrebbe vergognarsi e porre rimedio ad un simile spreco.
Inoltre gli organi di informazione non servono, infatti ricordate qualche mese fa quando venne sollevato lo scandalo delle pensioni degli ex parlamentari?
E’ successo qualcosa? Nulla. Tutto continua come prima anzi peggio.
Pochi giorni fa bertinotti aveva detto che la politica costa ma che non si deve esagerare.
Bene. Cosa ne pensa il presidente della camera comunista delle auto blu?
Cambiano i governi, cambiano i ministri, i sottosegretari, i portaborse e chi più ne ha più ne metta, ma i privilegi rimangono sempre gli stessi.
La colpa è della repubblica!
Alla fine una domanda :
Ma c'è qualche politico che va a piedi ?
L'Italia ha il record mondiale di vetture di servizio
Mettendole in fila si arriverebbe da Roma a Mosca
Un conto è l’auto, che non è più blu ma sempre più spesso grigia, ed un altro conto sono gli optional. Che lo Stato (o gli enti locali) come i privati devono pagare a parte. Colori «speciali», sirene, lampeggianti, e per le auto «di servizio» delle forze dell’ordine anche scritte e bande adesive: per tutto c’è un prezzo.
Ad esempio, personalizzare una vettura con i cosiddetti «colori di istituto», dal blu «ministeriale» al rosso dei Vigili del fuoco, al verde «militare», in base ai listini della Consip (l’agenzia del Tesoro che si occupa di effettuare le gare tra i vari fornitori, e quindi di acquistare le auto di Stato) costa tra i 330 ed i 400 euro. Più o meno come la vernice metallizzata per l’auto di un normale cittadino privato. La personalizzazione della vettura, con scritte, scudetti grandi e piccoli, e bande adesive rifrangenti (sulle fiancate, il cofano, il lunotto, ecc.) fa invece aumentare di altri 630 euro la fattura finale. Dotare l’auto di sirene e lampeggianti occorrono invece cifre ben più alte, che si avvicinano a quelle di un impianto di aria condizionata: in questo caso i «pacchetti» offerti oscillano tra i 1.090 ed i 2.090 euro. Nel primo caso si può avere batteria «potenziata» (necessaria per far funzionare gran parte degli accessori), faro stroboscopico, sirena bitonale, tappetini in gomma ed estintore da 2 kg. Nel secondo caso invece la dotazione, che riguarda soprattutto le vetture delle forze dell’ordine, prevede l’aggiunta di fari esterni orientabili, la predisposizione per la ricetrasmittente compresa antenna e comandi vari.
Per le auto «di rappresentanza», le grandi berline destinate a ministri, sottosegretari, big del Parlamento, sindaci ed assessori vari, gli accessori non cambiano molto e prevedono anche qui la super-batteria, il faro flash stroboscopico «a profilo aerodinamico e supporto magnetico per installazione amovibile», sirena bitonale nascosta sotto il cofano, tappetini ed estintore «completo di staffe, solidamente installato nel portabagagli o eventualmente in altra posizione da concordare con l’amministrazione». Il tutto per 1400 euro in più. \ Fanno status e tutti le vogliono, dal ministro che magari la preferisce tedesca e superaccessoriata all’ultimo dei dirigenti, che la usa anche per fare la spesa con la moglie o per mandare una semplice lettera da un capo all’altro della città. Se le mettessimo tutte in fila, una davanti all’altra, la riga disegnata sulla carta geografica partirebbe da Roma e terminerebbe 400 chilometri più a Est di Mosca. Mentre in strada possono arrivare a formare un unico serpentone lungo 2.756 chilometri che da Roma arriva addirittura a Lisbona. I costi di gestione valgono una mezza Finanziaria, altrettanto il loro acquisto. Mentre per il loro lavaggio occorre requisire addirittura una diga.
Primato mondiale
Se queste cifre sembrano esagerate è solo perché è assolutamente esagerato il numero delle «auto blu» che circolano in Italia. Secondo le stime di Contribuenti.it, che negli ultimi due anni ha battuto a tappeto l’intero Paese, oggi le autovetture «blu» assegnate d’ufficio a politici, amministratori e dirigenti pubblici sono addirittura il triplo rispetto a due anni fa: ovvero 574.215 anziché 198.596. Numeri da record del mondo o solamente cifre un poco sovrastimate? «Se consideriamo che solo le auto dell’apparato statale sono all’incirca 200 mila e a queste aggiungiamo quelle di Comuni, Province, Comunità montane, consorzi, enti ed aziende pubbliche - risponde il direttore dell’associazione Vittorio Carlomagno - vediamo che si arriva esattamente a questa cifra. Il problema è che in Italia negli ultimi tempi gli amministratori pubblici, approfittando del federalismo e del decentramento dei poteri, hanno proprio superato ogni limite».
Una coda infinita
Le nostre 547 mila e passa autovetture pubbliche, se raffrontate alle 73 mila degli Usa, le 65 mila della Francia o le 54 mila della Germania, sono davvero tante. Ed a cascata producono altri numeri da paura. Calcolando una lunghezza media di 4 metri e 80 (misura a metà strada tra un’Alfa 159 ed un’Audi A8) se per assurdo le mettessimo tutte in fila in linea andremmo da Roma a Mosca ed anche oltre, oppure da Madrid ad Ankara. Impilate una sull’altra formerebbero invece una «torre» alta 862 chilometri, 97 volte l’Everest, 1.694 volte la quota del grattacielo più alto del mondo, il «Financial center» di Taipei. E poi non parliamo del parcheggio, dramma quotidiano di ogni italiano: messe in bell’ordine berline, station wagon e supercar occupano all’incirca 746 ettari, l’equivalente di 1065 campi da calcio, oppure dell’intera isola di Ponza. Per produrle una fabbrica come quella dell'Alfa Romeo di Pomigliano dovrebbe lavorare ininterrottamente per quasi 4 anni. Mentre per rifornirle di benzina (diciamo 30 euro di pieno al giorno?) se ne vanno all’incirca 3,2 miliardi di litri di benzina all’anno. Il che significa che oltre 2000 delle 24 mila pompe attive in Italia dovrebbero lavorare in esclusiva per loro.
Un esercito di autisti
Se la logica è quella di un autista per vettura per farle circolare tutte e 574 mila occorre aver a disposizione una «squadra» che corrisponde all’intera popolazione di una provincia grande come quella di Taranto, bambini ed anziani compresi. Se invece ci allarghiamo un poco e calcoliamo 1 autista e mezzo per vettura, arriviamo a quota 861 mila, che corrispondono agli abitanti di Torino o dell'intera provincia di Genova. Un vero esercito, più grande di quello turco che (tanto per fare un altro esempio) conta «appena» 680 mila effettivi. Anche la voce pulizia ha il suo peso: per lavare a mano, all’incirca 50 volte l'anno, tutte e 574.215 queste auto si consumano ben 11,4 milioni di metri cubi d'acqua. Un vero e proprio fiume. O se vogliamo la metà della capienza attuale di una grande diga come quella di Ridracoli, che assicura l'acqua ad un milione di romagnoli e a tutti i turisti della riviera. Non parliamo poi di schiume e detersivi e del loro potere inquinante.
La spesa? Una mezza Finanziaria
Costi funzionamento, noleggi o spese per l’acquisto, non sono meno mostruosi. Senza calcolare tassa di possesso e assicurazione, solo per gli autisti (che per cautela paghiamo come un impiegato, ovvero 25 mila euro l’anno), il pieno (30 euro al giorno) ed i pedaggi (5 euro di media al giorno) la spesa annua ammonta a 18,23 miliardi di euro. In pratica una mezza Finanziaria. Se queste autovetture fossero tutte prese a nolo (contratto tutto compreso per due anni, come prevedono le convenzioni della Consip, l’agenzia del Tesoro che cura gli acquisti collettivi per la pubblica amministrazione) partendo dai 1.125 euro al mese indicati per una Bmw 525D si arriverebbe a spendere 7,9 miliardi l'anno.
Mentre per comperarle, partendo dai 36.200 euro spuntati dalla Consip per una Lancia Thesis 2.4 Jtd con cambio automatico, si arriverebbe a quota 20,7 miliardi di euro. Numeri esagerati? Forse. Allora dimezziamoli: i conti restano comunque altissimi, sia quelli di acquisto che quelli di gestione, e suggeriscono una sola cosa: che bisogna tagliare. Con più decisione di quanto si sia fatto in passato, quando Luigi Cappugi, in qualità di consulente del governo Berlusconi, arrivò a suggerire di usare i taxi ed in contemporanea di dimezzare il parco pubblico per risparmiare almeno 4,8 miliardi di euro l’anno, e poi la sua proposta cadde nel vuoto; e di quanto si sta facendo oggi. Non è un mistero infatti che, nonostante il giro di vite impresso a tutte le spese dal nuovo governo, i risultati stentino ad arrivare.
Basta vedere cosa succede al ministero dell’Economia, in prima fila della battaglia del rigore, la cui spesa per auto blu (in base ad indiscrezioni sui calcoli fatti dalla Ragioneria) è scesa da quota 1,176 milioni del 2004 ai 535 mila euro previsti per il 2007, con un taglio di 416 euro nel 2006 e di appena 43 mila quest’anno.
lastampa
martedì, maggio 15, 2007
Napolitano contro Regno Unito e Francia
Non capisco come napolitano possa permettersi di muovere aspre critiche all’indirizzo dei paesi che non hanno ancora ratificato la Costituzione europea.
Come avevo già scritto in questo post, un capo di stato deve sempre essere molto prudente, in particolare in tema di politica estera, anche perchè non mi risulta che il presidente della repubblica abbia poteri di indirizzo in politica estera.
Il presidente della repubblica italiana - dicendo che "da parte del Regno Unito c'è un atteggiamento “scandaloso” e che la Francia non è sufficientemente coraggiosa - dimentica che con un referendum i francesi hanno rifiutato la Costituzione europea, e che nella società britannica c'è un'avversione largamente diffusa nei confronti dell'Europa.
Il presidente napolitano ignora il più banale principio democratico che quel trattato è stato bocciato da milioni di cittadini europei, ed è molto grave la mancanza di rispetto della scelta di altri popoli europei.
Inoltre in Italia l’entusiasmo europeo è imposto ed amplificato dalla classe politica e dalla grande imprenditoria, ma in realtà gli italiani non sono molto soddisfatti anche perchè con l'entrata in vigore dell'euro tutti sono diventati più poveri.
C'è il grosso problema politico se sia preferibile giungere all'Unione Europea via referendum popolare o via parlamentare, se sia meglio procedere dall’alto verso il basso o viceversa.
Il metodo parlamentare mi sembra una scorciatoia che avvalora la tesi del deficit di legittimità del sistema istituzionale europeo.
Forse solo un referendum popolare può garantire la democrazia in europa e secondo me il trattato europeo dovrebbe comunque sempre passare al vaglio del corpo elettorale.
Purtroppo in Italia succede esattamente l'opposto.
Inoltre diciamo la verità.
Il Trattato europeo è un farraginoso trattato inter-governativo, intricato di diritti e regole, espressione dell'establishment degli "europeisti corretti", in totale dispregio del costituzionalismo liberale.
No a questa UE.
W l'Europa delle Patrie.
Come avevo già scritto in questo post, un capo di stato deve sempre essere molto prudente, in particolare in tema di politica estera, anche perchè non mi risulta che il presidente della repubblica abbia poteri di indirizzo in politica estera.
Il presidente della repubblica italiana - dicendo che "da parte del Regno Unito c'è un atteggiamento “scandaloso” e che la Francia non è sufficientemente coraggiosa - dimentica che con un referendum i francesi hanno rifiutato la Costituzione europea, e che nella società britannica c'è un'avversione largamente diffusa nei confronti dell'Europa.
Il presidente napolitano ignora il più banale principio democratico che quel trattato è stato bocciato da milioni di cittadini europei, ed è molto grave la mancanza di rispetto della scelta di altri popoli europei.
Inoltre in Italia l’entusiasmo europeo è imposto ed amplificato dalla classe politica e dalla grande imprenditoria, ma in realtà gli italiani non sono molto soddisfatti anche perchè con l'entrata in vigore dell'euro tutti sono diventati più poveri.
C'è il grosso problema politico se sia preferibile giungere all'Unione Europea via referendum popolare o via parlamentare, se sia meglio procedere dall’alto verso il basso o viceversa.
Il metodo parlamentare mi sembra una scorciatoia che avvalora la tesi del deficit di legittimità del sistema istituzionale europeo.
Forse solo un referendum popolare può garantire la democrazia in europa e secondo me il trattato europeo dovrebbe comunque sempre passare al vaglio del corpo elettorale.
Purtroppo in Italia succede esattamente l'opposto.
Inoltre diciamo la verità.
Il Trattato europeo è un farraginoso trattato inter-governativo, intricato di diritti e regole, espressione dell'establishment degli "europeisti corretti", in totale dispregio del costituzionalismo liberale.
No a questa UE.
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