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martedì, dicembre 19, 2006

Tasse repubblicane


Fisco, in Italia le tasse più alte d’Europa

La repubblica italiana ci fa pagare più imposte, tasse e tributi della media europea e soprattutto dei nostri principali partner commerciali come Germania, Francia e Spagna.
E in compenso riceviamo meno servizi sia da un punto di vista qualitativo e quantitativo degli altri.

E non basta, perchè la pressione tributaria pari al 27,7% del Pil metterà a rischio la competitività delle imprese e consumi.

Gli Italiani lo sapevano già di essere i più tartassati dal fisco in europa, ma adesso lo afferma anche l'associazione artigiani Cgia di Mestre (Venezia) che ha svolto un'indagine realizzata dal proprio Ufficio Studi sulla pressione tributaria in Europa.
Secondo i dati della Cgia la percentuale della pressione tributaria italiana sul Pil nel 2005 era pari al 27,7% per cento, contro il 22,1% della Germania e il 27,5% della Francia. La media della pressione tributaria nell'area euro è del 24,9% (esclusa l'Italia) mentre in Spagna il peso dei tributi sul Pil arriva appena al 23,6%.
Inoltre alle imposte non corrisponde un livello adeguato dei servizi.

La Cgia aggiunge che la situazione rischia di peggiorare perchè con la Finanziaria appena votata al Senato la pressione tributaria è destinata ad aumentare.

Se uno stato, aumentando le tasse, non riesce a fornire servizi decenti e nemmeno a migliorarli significa perlomeno che è incapace.

Inoltre ciò significa che la maggior parte delle tasse non sono utilizzate per avere servizi utili e necessari, ma per mantenere questa repubblica.
Infatti in questa repubblica la spesa pubblica improduttiva è tra le più elevate d’Europa.

Le tasse sono anche utilizzate per "controllare il paese", cioè per trovare risorse finanziarie per pagare gli amici, svolgere clientelismo e scambi di favori, ed anche per punire coloro che non sono allineati o nemici.


iltempo
ansa

sabato, dicembre 16, 2006

I Presidenti della repubblica aiutano prodi



Nella serata di ieri il Senato ha votato la fiducia alla legge Finanziaria con 162 voti a favore e 157 contro.
Il Governo Prodi, dopo tante tribolazioni, raggiunge la fiducia anche al senato ma lo trova grazie ai senatori a vita presenti in aula, cioè Ciampi, Cossiga, Colombo, Montalcini e Scalfaro.
Naturalmente la maggioranza è contenta ma non festeggia perchè si rende conto che senza il voto dei senatori a vita si sarebbe avuto un pareggio 157 a 157 e la fiducia non sarebbe passata. La maggioranza numerica al senato è risicata.

Non dico che i senatori a vita non abbiano diritto di voto ma non è normale che le sorti del Paese siano nelle mani di 5 anziani senatori e non eletti.
In un'Italia retta da una democrazia rappresentativa e divisa perfettamente in due alle ultime elezioni, i senatori a vita dovrebbero almeno essere presenti alla maggioranza come all'opposizione, ma purtroppo tutti sono schierati dalla parte della maggioranza.
E' un caso o la repubblica è dominata dalla sinistra?

Il buon senso vorrebbe che gli uomini illustri diventati senatori a vita rappresentassero il Paese, ne fossero la coscienza critica e propositiva e che non si schierassero solo da una parte.

Evidentemente la finanziaria (una legge di importanza fondamentale per la vita del paese) approvata con l’apporto determinante di soggetti non eletti dai cittadini rappresenta, se non un vulnus, almeno una diminutio dei principi di rappresentanza democratica.

Il governo prodi salvato dai senatori a vita significa che la repubblica è diventata una repubblica oligarchica e geriatrica.

Un altro punto da notare è che al Senato ci sono due tipi di senatori a vita, e cioè coloro che, per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario, sono stati nominati dai capi di stato e coloro che diventano senatori a vita in quanto ex presidenti della repubblica.

Le attuali norme costituzionali e regolamentari vigenti lo consentono ma comunque trovo assolutamente indegno che gli ex Capi dello Stato scendano nell'agone delle battaglie politiche a sostegno della maggioranza o dell'opposizione.
Secondo me i senatori a vita, che la Costituzione gli riserva alla scadenza del mandato presidenziale, non dovrebbe mai aiutare quello o quell'altro governo, e quindi sarebbe stato meglio che ciampi cossiga e scalfaro non fossero andati a votare.
Comunque la finanziaria passata anche con l'aiuto di ciampi cossiga e scalfaro conferma che in una repubblica non esiste un capo di stato superpartes.

Forse i senatori a vita non ex capi di stato non dovrebbero essere privati dei diritti e delle prerogative parlamentari, ma in ogni caso l'unico meccanismo che permetta ai capi di stato di sottrarsi ai giochi di potere tra maggioranza e opposizione è l'istituzione monarchica.
Un Re invece di un presidente!

W la Monarchia!

venerdì, dicembre 15, 2006

Poltrone repubblicane



Il governo costa 1 milione e 375 mila euro in più

Nella relazione quadrimestrale sulle coperture e gli oneri delle leggi approvate in Parlamento la Corte dei Conti ha comunicato che il governo prodi costa allo stato 1 milione e 375 mila euro in più rispetto ai precedenti governi.
Tanto pagheranno i contribuenti per la carica dei 104 membri del Prodi 2, il governo più affollato della storia della Repubblica.

Visto che l'attuale governo ha aumentato il numero dei dicasteri muniti di portafoglio (da 14 a 18) ed è quello con più poltrone e sottosegreterie non poteva essere diversamente, ma adesso lo sappiamo ufficialmente, ed alla faccia della legge dell'aumento dei dicasteri, voluta da prodi, che avrebbe dovuto essere a costo zero.
Severo nei giudizi la Corte dei Conti : per esperienza qualsiasi istituzione di nuove unità organizzative tende a determinare un aumento di spesa.

D'altronde quello che avviene per il governo prodi è la tendenza ormai consolidata della repubblica, le spese e gli sprechi aumentano sempre di più, alla faccia del controllo del deficit pubblico.

Ma non finisce qui, perchè non si sa ancora bene chi dovrà pagare il surplus di spesa.
Grazie ad un accantonamento di denaro pubblico, sembrerebbe che l'onere spetti al Ministero degli Esteri, ma c'è il problema che gli accantonamenti sono "prioritariamente destinati all'adempimento di obblighi internazionali" e quindi in questa caso si dovrà tagliare le spese diplomatiche.
In questa maniera la questione si complica perchè, per sostenere la moltiplicazione dei ministeri, non è detto che le casse della Farnesina abbiano ancora “disponibilità residue congrue” per le spese diplomatiche.
Proprio adesso che l’Italia è entrata a far parte del Consiglio di sicurezza dell’Onu.

Oltre al danno anche la burla. In questa repubblica si aumentano a dismisura la spesa pubblica senza neanche organizzarsi come coprirla.

Ecco la triste realtà repubblicana!
Gli Italiani, che fanno sempre più sacrifici, devono continuare a soddisfare gli appettiti della mediocre classe politica.
La repubblica non si preoccupa di controllare le spese e diminuire gli sprechi tanto ci sono gli italiani a pagare.


indipendente