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martedì, maggio 09, 2006

il primo messaggio agli italiani di Re Umberto II

Primo messaggio agli Italiani dopo l’abdicazione di S.M. il Re Vittorio Emanuele III



Italiani!

Il mio augusto genitore effettuando il proposito manifestato da oltre due anni, ha oggi abdicato al trono nella fiducia che questo suo atto possa contribuire ad una più serena valutazione dei problemi nazionali nella pace imminente.
Nello assumere da Re quegli stessi poteri che già esercitavo da Luogotenente Generale, ho la piena consapevolezza della responsabilità dei doveri che mi attendono.
Fiero e commosso ricordo i caduti della lunga guerra, i morti nei campi di concentramento,, i martiri della liberazione e rivolgo il mio primo pensiero agli italiani della Venezia Giulia e delle terre d’oltremare che invocano di rimanere cittadini della Patria comune. Ai prigionieri di cui aneliamo il ritorno, ai reduci a cui dobbiamo ogni riconoscenza, a tutte le incolpevoli vittime della immane tragedia della Nazione.

La volontà del popolo espressa nei comizi elettorali determinerà la forma e la nuova struttura dello Stato, non solo per garantire la libertà del cittadino
E l’alternarsi delle parti al potere, ma per porre altresì la costituzione al riparo di ogni pericolo e da ogni violenza. Nella rinnovata monarchia costituzionale , gli atti fondamentali della vita nazionale saranno subordinati alla volontà del Parlamento dal quale verranno anche le iniziative e le decisioni per attuare quei propositi di giustizia sociale che , nella ricostruzione della Patria, unanimi perseguiamo.

Io non desidero altro che di essere il primo fra gli italiani nelle ore dolorose, ultimo nelle liete, e nelle une e nelle altre, restare vigile custode delle libertà costituzionali e dei rapporti internazionali che siano fondati su accordi onorevoli e accettabili.

Italiani!

Mentre nel mondo sussistono divergenze e divisioni e affannosamente si ricerca la via della pace, diamo esempio di concordia nella nostra civiltà cristiana.
Stringiamoci tutti intorno alla bandiera, sotto la quale si e’ unificata la patria che quattro generazioni di italiani hanno saputo laboriosamente vivere ed eroicamente morire.
Davanti a Dio giuro alla Nazione di osservare lealmente le leggi fondamentali dello Stato che la volontà popolare dovrà innovare e perfezionare.
Confermo altresì l’impegno di rispettare , come ogni italiano, le libere determinazioni dell’imminente suffragio, che ne sono certo, saranno ispirate al migliore avvenire della Patria.


Roma, 10 Maggio 1946

domenica, maggio 07, 2006

E' meglio il re

Voglio segnalare un post molto interessante e ben scritto.

E' il dubbio di un italiano che si rende conto dei vantaggi della monarchia alla repubblica.

era forse meglio il re

Buona lettura.

giovedì, maggio 04, 2006

baratro repubblicano?

Condivido questa frase pubblicata in un articolo de il corriere della sera di oggi.

La repubblica sta affondando?


Il vuoto che lascia l’addio di Ciampi, è un baratro in cui la Seconda repubblica rischia di essere inghiottita.

il corriere della sera