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venerdì, novembre 17, 2017

Vittoria di Svezia con Tajani

La principessa Vittoria di Svezia incontra il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani

16 novembre 2017

Sua Altezza Reale la principessa Vittoria di Svezia si è incontrata con il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, che ha visitato il palazzo reale di Stoccolma.

Antonio Tajani è un politico italiano che ha svolto il ruolo di presidente del Parlamento europeo dal gennaio 2017.
In gioventù Tajani è stato militante del Fronte Monarchico Giovanile.


lunedì, aprile 18, 2016

Maxima al SME Envoy Network

La Regina Maxima dei Paesi Bassi partecipa al SME Envoys Network

1 aprile 2016

Sua Maestà la regina Maxima dei Paesi Bassi aveva partecipato alla riunione del European Small and Medium-sized Enterprises (SME) Envoy Network insieme con il commissario UE dell'imprenditorialità del Mercato interno, Elzbieta Bienkowska, che si è tenuto presso l'edificio Europeo di Amsterdam, Paesi Bassi.


La Regina Maxima è membro del comitato olandese per l'imprenditorialità e la finanza.

In questa occasione la Regina Maxima dei Paesi Bassi aveva incontrato i membri del Consiglio d'Europa, tra cui quelli dei Paesi Bassi che quest'anno detengono la presidenza.





sabato, ottobre 03, 2015

Granduca Enrico a Strasburgo

Il Granduca e la Granduchessa di Lussemburgo a Strasburgo ad una sessione plenaria per il Consiglio d'Europa. 

30 settembre 2015

Il Granduca Enrico e la Granduchessa Maria Teresa di Lussemburgo sono a Strasburgo per partecipare ad una sessione plenaria per il Consiglio d'Europa.


Nel suo discorso alcuni punti sulla crisi dei rifugiati: "Questa crisi è una grande pietra di paragone della nostra capacità di mostrare solidarietà in Europa e rimanere fedeli al nostro patrimonio comune" ..."E' nei momenti di difficoltà e di crisi che dobbiamo stare insieme e dimostrare che ciò che ci unisce è molto più importante di ciò che ci divide ... La paura dello sconosciuto è il peggior nemico".

Il Granduca e la Granduchessa hanno incontrato anche il segretario generale Thorbjorn Jagland, presidente del Congresso, Jean-Claude Frécon, Commissario per i diritti umani Nils Muiznieks, e il presidente della Corte dei diritti dell'uomo Dean Spielmann.

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giovedì, dicembre 05, 2013

Re del Belgio e il Re di Giordania

Il Re del Belgio ha ricevuto il re di Giordania a Bruxelles.

4 dicembre 2013

Sua Maestà il Re Abdullah II di Giordania è arrivato a Bruxelles, in Belgio, per una visita di un giorno.

Sua Maestà il Re Filippo dei Belgi ha ricevuto a pranzo al Château de Laeken Sua Maestà il Re Abdullah II Al Hussein di Giordania.


Durante il pranzo i due re hanno discusso sugli ultimi sviluppi in Medio Oriente, sulla crisi siriana e sui modi per rafforzare i legami bilaterali tra la Giordania e il Belgio.

Nel corso della riunione, i due sovrani hanno sottolineato la necessità di realizzare progressi tangibili per il processo verso la pace in Medio Oriente, per arrivare alla creazione di uno Stato indipendente palestinese sul suolo nazionale palestinese, in conformità con le risoluzioni internazionali.
I due Re hanno anche esaminato gli sviluppi relativi alla crisi siriana.

I due Re hanno discusso anche sui modi per rafforzare i legami bilaterali e sviluppare la cooperazione economica e il turismo.
Il re Filippo dei Belgi ha espresso sostegno al Regno di Giordania per gli aiuti ai profughi siriani.

In seguito Sua Maestà il Re Abdullah II ha visitato la sede del Consiglio europeo, dove ha incontrato il presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy, e il presidente della Commissione europea, José Barroso.

Il re Abdullah ed Herman Van Rompuy hanno discusso sulle relazioni tra Giordania e paesi europei.
Sua Maestà ha riaffermato l'impegno della Giordania a rafforzare la sua cooperazione con l'UE, evidenziando il processo di riforma graduale del regno, che si basa su una "roadmap ben definita."

Inoltre hanno ribadito la necessità di giungere ad una soluzione politica globale che ponga fine al conflitto siriano.Hanno inoltre esaminato gli sforzi in atto per sostenere la conferenza di Ginevra II sulla Siria.

Sua Maestà ha sottolineato l'importanza del sostegno della comunità internazionale degli sforzi di pace in Medio Oriente, per arrivare alla creazione di uno Stato palestinese, con Geusalemme Est come sua capitale.

Rompuy ha lodato le forti relazioni tra il Consiglio europeo e la Giordania, sottolineando la necessità di aumentarle ulteriormente, ed ha anche apprezzato gli sforzi di riforma della Giordania e ha espresso il suo apprezzamento della leadership saggia del re nell'affrontare le questioni del Medio Oriente,  descrivendo la Giordania come una "isola di sicurezza e stabilità in una regione instabile".

LINK
Jordan, EU launch negotiations for free trade agreement

giovedì, aprile 18, 2013

Guglielmo e Stéphanie al Parlamento europeo

Il Granduca ereditario Guglielmo e sua moglie Stéphanie visitano il Parlamento europeo a Strasburgo

17 aprile 2013

Mentre il Granduca e la Granduchessa di Lussemburgo stanno finendo la loro visita di Stato in Austria , il principe ereditario e sua moglie, la contessa Stéphanie de Lannoy, hanno visitato la sede del Parlamento europeo a Strasburgo, dove sono stati accolti dal Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz che li aveva invitati.

In seguito la coppia reale ha visitato il palazzo ed ha incontrato alcuni funzionari del Parlamento europeo.
In occasione della loro visita la coppia ha firmato il libro degli ospiti.

La visita si è conclusa con un pranzo con i 6 membri lussemburghesi del Parlamento europeo (Georges Bach, Frank Engel, Robert Goebbels, Charles Goerens, Astrid Lulling e Claude Turmes).

LINK
monarchie.lu

domenica, aprile 07, 2013

Troika sceglie il presidente della repubblica

Dopo aver imposto Monti, anche il prossimo Presidente della Repubblica italiana sarà scelto dalla Troika ?

7 aprile 2013

I vari governi italiani che si sono succeduti in questi anni, quali che siano le loro ideologie e orientamenti politici, sono sempre stati molto lenti nel prendere decisioni, solo recentemente nell’aumentare le tasse e nel riformare le Pensioni hanno agito rapidamente.
Perché?
Non sono certo state le capacità tecniche di Monti o della Fornero a causare questo cambio di passo, è state la famosa lettera della BCE che ordinava all'Italia di prendere tutta una serie di misure antisociali per favorire i “mercati”.


In contrapposizione ad una classe politica italiana lenta e incapace e ad uno stato burocratico e elefantiaco - la repubblica è una oligarchia che sta collassando -, ci sono altre persone e istituzioni che scelgono per noi in fretta e senza neanche chiedere il permesso.
Queste persone "efficiente e illuminate" (termini ironici..) appartengono alla nomenclatura europea politica e finanziaria che ha progettato l’unificazione europea ed imposto la moneta unica e che controlla tutte le vicende più importanti dei singoli Stati affinché obbediscano ai loro ordini.
In poche parole è la cosiddetta TROIKA - il trio FMI + BCE + UE - che con un potere enorme ha causato miseria e austerità nella popolazione per salvare le Banche.

La Troika, con l'aiuto dei partiti e delle istituzioni, a partire dal presidente della repubblica Napolitano, ha commissariato l'Italia sostituendo il governo legittimo (Berlusconi) con una persona di sua fiducia, cioè Monti, l'esecutore degli ordini stabiliti a Bruxelles e Francoforte.

Anche i risultati del governo monti sono stati disastrosi, le imprese falliscono, la disoccupazione aumenta, il potere d'acquisto diminuisce, il debito pubblico aumenta, il PIL diminuisce ...

Insomma l’Italia è da anni sotto attacco degli organismi sovranazionali che vogliono mettere le mani sul nostro patrimonio economico, colonizzando definitivamente il nostro Paese fino a cancellare la nazione.
Per raggiungere questo obiettivo la Troika cerca di dissolvere il tessuto produttivo del paese, assoggettandolo alla banche centrali fuori dai suoi confini, onde farne territorio di conquista per capitali stranieri.

Come avevo accennato prima, i nostri nemici non provengono solo dall'estero, anzi i nemici più pericolosi vivono nel nostro paese.
Senza mezzi termini si potrebbe dire che c'è stato un vero e proprio “tradimento” da parte delle istituzioni e della partitocrazia che sotto l'ideologia dell’europeismo hanno agevolato l’opera di conquista del nostro Paese .

A questo punto c'è il forte timore, o meglio la certezza, che dopo aver imposto con una certa facilità Monti a Palazzo Chigi, la Troika possa fare altrettanto, scegliendo una persona a lei gradita anche al Quirinale.

D'altronde in Italia ci sono le condizioni affinché possa succedere così: il Parlamento è paralizzato, è impossibile formare un nuovo governo, con le due commissioni di 10 saggi napolitano ha commissariato la politica, monti è ancora operativo ...

Inoltre non è un caso che i candidati di spicco a prossimo inquilino del Colle abbiano fatto parte dell'Unione Europea.
Sembra proprio che il requisito necessario per poter ambire a salire al Quirinale è quello di aver dimostrato di essere un servo fedelissimo del Potere finanziario europeo e mondiale, adempiendo al compito che gli è stato assegnato.

Abbiamo già assistito all’esaltazione come Capo dello Stato di Ciampi, entusiasta fautore dell’euro insieme a Prodi che hanno provveduto a svendere molti dei nostri beni pur di riuscire a far entrare l'Italia nella zona dell’euro.

D'altronde molti di questi politici sono stati già abbondantemente bocciati in precedenza, e il fatto che continuano ad essere indicati come prossimi presidenti della repubblica significata che sono imposti da un potere estraneo all'Italia e alla democrazia, che li impone esclusivamente in funzione del progetto euro finanziario che deve fare da apripista al governo finanziario mondiale.

Infine una domanda : quanti voti prenderebbero queste persone se fossero votati dagli Italiani?
Sicuramente pochi ....


lunedì, aprile 01, 2013

Il golpe presidenziale

Per tenere fede alle promesse fatte dal suo governo (Monti) all’UE e alle Banche, Napolitano ha nominato due commissioni di "saggi". 



Dopo i tecnici, 
i saggi : 
un Golpe presidenziale?


Dopo un mese dalle elezioni il governo non c'è ancora e la lotta per conquistare il Quirinale è sempre più violenta.

Nei partiti c’è un gioco delle parti dove ognuno si preoccupa di non danneggiare il proprio partito.
Il PD non può fare il governo con il PdL perché c’è Berlusconi considerato il male assoluto.
Grillo non può appoggiare il governo Bersani perché il PD è il partito che più degli altri difende la casta e che impedisce qualsiasi cambiamento.
Berlusconi, se da un lato si dimostra essere più pragmatico, la sua disponibilità a collaborare con il PD serve soprattutto per spaccare la sinistra.
Insomma si continua a girare intorno ai problemi degli italiani senza affrontarli.

I principali vincoli che limitano la Politica e il Paese - e più in genere la Democrazia - sono la perdita di sovranità e le cambiali in bianco che nel 2012 Monti, Bersani ed Alfano hanno firmato con l'Europa che impegnano l’Italia ad un’assurda austerità che non offre prospettive. (Fiscal compact, pareggio di bilancio in Costituzione, spending review).

Napolitano, preso atto che dai risultati delle urne è impossibile costituire un nuovo governo, per tenere fede alla promessa fatta all’UE e alle Banche dal suo governo (Monti) ha deciso di nominare due commissioni di "saggi".

La mossa di Napolitano se da un lato è patetica, dall'altro è una vera minaccia per la democrazia e per il nostro Paese.
Patetica perché è come una foglia di fico che serve per nascondere l’incapacità della classe politica alla quale Napolitano appartiene.
E poi per quali motivo queste persone sarebbero sagge? E quali sono i criteri per scegliere questi saggi? Sarebbe interessante conoscere il curriculum di queste persone ...

Minaccia perché in questo modo i partiti sono commissariati, il Parla­mento è congelato, e tutto il pote­re va alle due commissioni di saggi che stenderanno propo­ste che dovranno essere condi­vise dalle forze politiche.

Napolitano ha definito due commissioni su proposte programmatiche in materia istituzionale e in materia economico-sociale ed europea.
Ecco che casca l’asino! Il fatto che Napolitano abbia usato il termine “europea” toglie qualsiasi dubbio sul fatto che la mossa serve per tranquillizzare l’UE.
Guarda caso l'unica forza esclusa dalle commissioni è il M5S, cioè l'unico partito che critica l'UE e l'Euro...

Con il governo dei tecnici e le commissioni dei saggi, il presidente della repubblica non solo è corresponsabile della classe politica (cosa banale visto che Napolitano non ha fatto altro che fare politica...), ma addirittura vuole bloccare ogni cambiamento, neutralizzare le elezioni che hanno travolto l'assetto politico, ha l'obiettivo di spingere il Parlamento a formare il prossimo governo che sia conforme ai diktat della UE, cioè che si limiti a svolgere ordinaria amministrazione di regole e decisioni già prese altrove in sede europea.
Nel frattempo napolitano si è subito affrettato a continuare a rendere operativo il governo Monti dimissionario, da lui creato nel 2011.

Napolitano sta cercando di realizzare quello che i poteri burocratici-finanziari europei intendono per democrazia: le nazioni devono sparire e i governi devono solo ratificare ed amministrare le regole decise dagli organismi sovranazionali (UE e Banche)

La nomina di due commissioni di "saggi" da parte del presidente della repubblica suscita inquietanti domande e perplessità:
  • Napolitano può svolgere azioni politiche così forti come quelle intraprese recentemente o piuttosto ha violato la costituzione?
  • Abbiamo una repubblica presidenziale senza saperlo?
  • Può nascere un governo del Presidente se dalle consultazioni con i partiti si è verificato che in Parlamento non esiste una maggioranza ?
  • E' consentito che il presidente possa formare un comitato di saggi che vincola l'agenda politica del prossimo governo?
  • L'operato di Napolitano non è in forte contraddizione con l'idea che il presidente della repubblica debba comportarsi come un "silenzioso notaio"?
  • Perché tacciono i costituzionalisti ?

sabato, marzo 30, 2013

La repubblica ha svenduto la sovranità

La repubblica ha svenduto la nostra sovranità.

I drammatici avvenimenti che assistiamo è la conseguenza della rinuncia alla sovranità monetaria e nazionale da parte della repubblica.

Lasciando da parte il complesso percorso storico attraverso il quale la repubblica è riuscita ad imporsi (nata con dei brogli dopo una guerra persa, dominata fin dall'inizio dalla partitocrazia, caratterizzata da corruzione e incapacità....) ci sono alcuni passaggi più recenti che ci hanno portato verso la perdita di sovranità: il Trattato di Maastricht e il passaggio dalla Lira all'Euro, l'ultimo tassello è la nomina a capo del governo di Monti da parte di Napolitano.

Prima la casta dei partiti ha votato il Trattato di Maastricht (1992), che di fatto trasforma la Costituzione in un orpello agli organi sovranazionale (UE, BCE, FMI) e apre la strada alla perdita di sovranità.
Il Trattato di Maastricht modifica la nostra Costituzione, sovrapponendole degli impegni internazionali e sottoponendo l'Italia ad una dittatura monetarista al servizio degli interessi delle banche.
L'Italia rinuncia alla sovranità monetaria nazionale per trasferirla alla Banca Centrale Europea (BCE) e la Lira è convertita in Euro.
Inoltre questi cruciali passaggi sono avvenuti senza il coinvolgimento del popolo, senza referendum.
In questa maniera la repubblica ha tradito sia la costituzione sia il popolo.

Gli ultimi momenti della perdita di sovranità sono legati a quando la classe politica cede alle pressioni internazionali e allo spread (Berlusconi si dimette) e quando il presidente della repubblica nomina a capo del governo una persona che fa parte di organismi sovranazionale (UE, Club Bilderberger).  Come se non bastasse  il presidente della repubblica premia Monti senatore a vita ...

Il governo tecnico voluto dal presidente Napolitano è il frutto finale della perdita di sovranità, Monti più che un premier è stato l'esecutore delle disposizioni ordinate dalla nomenklatura dell'UE.
Monti si è quasi esclusivamente impegnato a realizzare una serie di misure economiche (era quello che gli avevano ordinato), come il Fiscal Compact, il MES, il pareggio del bilancio pubblico. Tutti questi obiettivi sono stati ottenuti con una miriade di tasse e con l'austerità che hanno impoverito gli italiani, non certo la classe politica e le spese dello stato repubblicano.

Anche il caso dei marò è una conferma della perdita di sovranità nazionale, non è una vicenda contingente causata da errori del governo. 
Uno stato che perde la sua sovranità diventa una colonia o uno stato di serie B che deve subire i diktat di altre nazioni o organismi più forti, e nello scacchiere internazionale conta ben poco.

D'altronde un primo ministro non eletto dal popolo e che raggiunge questa carica solo perché appartiene ad organismi sovranazionali, non può difendere gli interessi nazionali.

Il regime repubblicano, nelle mani di una classe politica inetta, ha impoverito, svenduto e umiliato l'Italia .
Dobbiamo liberarci di questa repubblichetta da operetta che rovina l'Italia, l'Italia deve ritornare ad essere la Patria degli Italiani.

Solo con un Nuovo Risorgimento potremo riconquistare la Sovranità politica e monetaria.



venerdì, marzo 29, 2013

Marò abbandonati dallo stato

Noi italiani siamo soli, come lo sono i nostri due poveri marò, perché la repubblica è succube di organismi sovranazionali che ha sacrificato l'Italia sull'altare dell'euro.

Le dimissioni del ministro Terzi, le sue accuse su Monti per aver ordinato la riconsegna all’India dei 2 marò, la lite tra i due ministri (Terzi e Di Paola), la debole e non convincente replica del primo ministro, hanno ulteriormente “sputtanato” la repubblica italiana a livello internazionale.

Terzi ha detto : "Mi dimetto per salvaguardare l’onorabilità del Paese, delle forze armate e della diplomazia italiana". “Ero contrario al loro ritorno in India, ma la mia voce è stata inascoltata”. “Non posso più far parte di questo governo”.


Nel suo intervento Monti ha detto che "Niente di quello che ha (Terzi) detto è vero" e come se non bastasse ha aggiunto che “questo esecutivo non vede l’ora di essere sollevato dall’incarico”.
Povero Monti, ha capito che da salvatore della patria (?!) è diventato il capo di un governo fallimentare...

Senza dubbio ci troviamo di fronte ad un disastro politico - governativo e istituzionale che non ha precedente, e si ha il diritto di mettere in stato d’accusa questo governo di pseudo tecnici, che si è dimostrato di essere incompetente e di aver fatto gli interessi delle banche, ed i partiti che lo hanno appoggiato.

Ho aggiunto il termine istituzionale non a caso perché è stato proprio Napolitano ad aver voluto sostituire Berlusconi con Monti, che poi lo ha addirittura nominato senatore a vita.
Questa doppia nomina a Monti da parte del presidente della repubblica è molto significativa, e perciò il governo monti è stato di fatto il governo del presidente, il governo monti-napolitano.

A questo punto è chiaro che i pessimi risultati ottenuti dal governo Monti sono soprattutto una scottante sconfitta di napolitano, il quale immagino si sta pentendo delle scelte compiute.

Secondo me il "professore bocconiano" non meritava la nomina senatoriale perpetua, e in ogni caso la nomina è avvenuta in modo frettolosa. Ho la sensazione che napolitano abbia voluto premiare monti perché lo considerava il salvatore della patria (?) o perché voleva in questa maniera ringraziarsi le elité di Bruxelles (o il club Bilderberg al quale monti appartiene?)

Invece di salvare l’Italia il governo Monti-Napolitano ha dimostrato di essere portatore di interessi esterni e delle banche che nulla hanno a che fare con l’interesse nazionale.

Come mai siamo arrivati a questa paradossale situazione ?
Un regime oligarchico corrotto e incapace (come è la repubblica italiana) è la preda preferita da parte di organismi sovranazionali, come l'UE.
Ormai la repubblica ha sacrificato l'Italia sull'altare dell'euro, della BCE, dove le "riforme strutturali" e le tasse sono il sangue da offrire all'UE, che ormai si è trasformata in una dittatura.

In fondo Noi italiani siamo soli, come lo sono i nostri due poveri marò, che sono tornati in India sbertucciati perché abbandonati dallo stato repubblicano, che appunto non difende più gli Italiani.

La repubblica non tutela gli interessi degli Italiani !
W la Patria
W L’Italia
W Le nostre FF.AA.

giovedì, novembre 05, 2009

Crocefisso, Europa, repubblica

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha stabilito che: “il crocefisso nelle aule scolastiche è una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni e una violazione alla libertà di religione degli alunni”.

Primo punto
L’Europa è culturalmente e storicamente fondata su radici cristiane quindi il crocefisso è soprattutto la nostra identità culturale e sociale.
E’ parte di noi, non solo religiosamente, ma anche culturalmente e quindi cancellare le radici, rappresentati anche dal crocefisso nelle scuole, è come rinnegare chi siamo.

D'altronde non è una novità che uno degli obiettivi della UE sia quello di cancellare le radici cristiane dell'Europa, già nella stesura della Costituzione europea aveva evitato di menzionare le nostre radici cristiane.

Secondo punto
Stupisce e, ancora di più è preoccupante, registrare che la sentenza arrivi da una anonima corte di giustizia europea in seguito ad una richiesta sollevata da una cittadina italiana che nel 2002 chiese all'istituto statale, frequentato dai suoi figli, di togliere i crocifissi dalle aule.

Da questa sentenza, molto discutibile, si desume l’assoluta arroganza della oligarchia europea, ed è scandaloso che una semplice sentenza giuridica possa cancellare l’identità di una civiltà e per di più da una nomenklatura anonima europea, non votata e non conosciuta da nessuno.
L’UE vuole imporre il proprio volere ai cittadini. Fermiamola!

Terzo punto
Questa imposizione non è laicità, non garantisce la pari dignità dei cittadini senza differenza di religione, ma è propugnare l’ateismo di Stato, insegnare ai ragazzi che si deve credere in nulla, impedire la difesa della propria identità.

La laicità non significa negare la propria identità, non significa reprimere e sopprimere la volontà della maggioranza degli italiani e la loro fede religiosa.
Laicità significa semplicemente rispettare i cittadini che hanno una fede diversa.

Quarto punto
Inoltre questa sentenza della Corte Europea è in palese contrasto con i nostri principi costituzionali. La prima parte della Costituzione riconosce la particolare posizione della cattolicesimo nella nostra società.
Infatti la repubblica italiana non è uno Stato laico, ma concordatario, come sancito dall’articolo 7 della Costituzione.

Questo è un'altra dimostrazione dell’arroganza della nomenklatura dell’UE che non tiene conto delle costituzioni dei membri.

Quinto punto
Il “pluralismo” dovrebbe essere soprattutto applicato in ambito politico e non solo in quello religioso e culturale.

Se il crocifisso è così scandaloso nelle scuole allora, in base alla stesso principio della libertà, in difesa delle convinzioni di ciascun cittadino, si dovrebbe cancellare le foto del presidente della repubblica esposte in tutti gli edifici pubblici.

Infatti tutti i presidente della repubblica sono politici che appartengono ad un partito, quindi le loro foto negli edifici pubblici sarebbero un continuo spot politico a favore del partito di riferimento del presidente che condizionerebbe le idee dei cittadini.

Sesto punto
Per la sentenza UE il crocefisso nelle scuole viola il diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni e viola la libertà di religione degli alunni.
Allora, con lo stesso ragionamento, le foto del presidente della repubblica negli edifici pubblici, essendo fortemente associate al repubblicanesimo, condizionerebbero l'educazione e le convinzioni dei cittadini e alterebbero la libertà politica.
Le immagine fotografiche del presidente della repubblica sarebbe l’icona della repubblica, strumento della propaganda repubblicana, che inoltre sarebbero un insulto nei confronti dei monarchici.

Visto che l’UE non ha tenuto conto dei principi costituzionali italiani (concordato e l’articolo 7 della Costituzione), l’UE dovrebbe chiedere all’Italia di togliere l’immagine fotografica del presidente della repubblica.
Mi aspetto che i laici, che hanno appreso con soddisfazione la sentenza, condividano l’idea di cancellare le foto del presidente della repubblica dagli edifici pubblici.

Settimo punto
Il crocifisso è anche il simbolo della storia e della cultura europea (potrebbe dare fastidio a qualcuno ma è così) mentre la foto del presidente della repubblica non rappresenta la storia e l’identità del Paese.
Infatti l’Italia nacque nel 1861 grazie all’opera di Casa Savoia,
il Risorgimento fu un fenomeno monarchico, il primo stato unitario fu quello del Regno d’Italia e solo poche decine di anni fa la identità dell'Italia era rappresentata dai Re d’Italia.

Quindi se si cancella il crocefisso, simbolo davvero delle radici europee, a maggior ragione si dovrebbe cancellare le foto del presidente della repubblica che hanno una valenza molto ma molto minore.

Ottavo punto
Tra i i diritti umani violati si dovrebbe includere l’Articolo 139 della costituzione italiana che impedisce agli italiani di decidere quale sistema istituzione debba regolare il nostro Paese.
Tale articolo, oltre che antidemocratico, è offensivo nei confronti degli italiani che non possono né devono subire il vincolante pensiero di chi le ha imposte precedentemente.

Con l'Art. 139 la repubblica italiana, oltre non rispettare le volontà degli italiani, non rispetta le numerose monarchie che ci sono in Europa.

Nono punto
Il repubblicanesimo genericamente è l'ideologia di una nazione governata da una repubblica ma in Italia è diventato una religione laica.
Infatti l'art.139 - la repubblica non può essere oggetto di revisione costituzionale - ha trasformato la repubblica in dogma e lo dimostrano anche alcune affermazioni come quella di Ciampi quando osò affermare che la Costituzione repubblicana è la Bibbia Civile.

Per la Libertà si deve reagire all'oligarchia europea ed al repubblicanesimo italiano!

mercoledì, luglio 04, 2007

Dpef bocciato



L’Unione Europea boccia il Dpef della repubblica italiana.

Nuovo allarme lanciato dalla Commissione Ue ai Paesi che non stanno riducendo il deficit strutturale di almeno lo 0,5% del Pil l’anno: a essere chiamati in causa sono Francia, Grecia, Slovenia, Austria, Germania e anche l’Italia.

Per l'Italia il Fondo Monetario Internazionale ritiene che il DPEF non è in linea con le raccomandazioni del Board e non risponde a quello di cui l'Italia ha bisogno.
In particolare il Board sostiene che il tesoretto debba essere utilizzato per risanare il deficit di bilancio.
Inoltre il Fondo ha poi posto l'accento sul mancato accordo sulle pensioni.

Non mi è mai piaciuta la Banca Centrale Europea e il FMI che le considerano le armi principali della casta europea che purtroppo domina in europa, ma il governo di prodi è grottesco.
Infatti il governo Prodi, che si era presentato come europeista e aveva addirittura scelto un ministro del prestigio (?!) di Padoa Schioppa per ricordare questo suo vanto, è proprio clamorosamente bocciato dal FMI.

Ma in fondo, cosa ci potevamo aspettare da uno stato che ha creato il deficit pubblico, da una classe politica incapace, da una repubblica dove i presidenti di camera e senato provengono dal sindacato, da un governo che segue le indicazioni della sinistra radicale e comunista?

Gli italiani già preoccupati per l'oggi e non possono essere fiduciosi per il futuro.


DPEF: FMI, NON E' CIO' DI CUI HA BISOGNO L'ITALIA
Roma, 3 lug. - (Adnkronos) -
Il Fondo monetario internazionale boccia il Dpef.

"Non e' cio' di cui l'Italia ha bisogno sia per mettere i conti pubblici su uno stabile sentiero di risanamento sia anche solo per raggiungere gli obiettivi di crescita ed equita' fissati dal Governo", fa sapere una portavoce dell'istituto di Washington.
La stessa fonte sottolinea come ''piu' volte'' l'Fmi abbia raccomandato al nostro Paese di destinare il 'tesoretto' al ''risanamento del deficit'' con l'obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio ''entro il 2010''.

adnkronos

martedì, aprile 24, 2007

Deficit repubblicano



Nel Rapporto annuale 2006 della Bce si legge che l'Italia è uno dei pochi stati dove il rapporto debito pubblico-Pil non è diminuito.
Secondo la BCE si deve evitare atteggiamenti di compiacimento, per assicurare la rapida attuazione del risanamento è indispensabile definire ulteriori misure di risanamento dei conti concrete e credibili.

L’Unione monetaria europea obbliga l'Italia a tenere a freno deficit e debito accumulato, ma non i cordoni della spesa pubblica, al punto che oltre la metà del prodotto interno lordo se ne va per i mille rivoli delle amministrazioni statali e degli enti locali.
La spesa pubblica italiana continua a correre. Nel 2006 - secondo i dati di Eurostat notificati dal Governo - è salita al 50,1% rispetto al 48,3% del 2005 e al 47,7 del 2004.
Il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, in occasione della riunione Ecofin a Berlino, aveva lanciato l’allarme sulla spesa pubblica affermando che l’obiettivo primario è ridurre la spesa primaria.

Ho l'impressione che per ridurre le spese ci vuole una rivoluzione.
E' la repubblica che ha creato questo enorme deficit pubblico, lo ha fatto quasi scientificamente per occupare tutti i gangli dello stato, per controllare gli italiani e per mantenere il potere.

Purtroppo nonostante i numerosi sacrifici degli italiani, il deficit pubblico dello stato repubblicano è ancora troppo alto perchè le spese (e gli sprechi ...) dello stato repubblicano continuano.

Solo una rivoluzione potrà ridurre le spese dello stato repubblicano !!
Eurostat: deficit/pil italiano al 4,4%. Istat: nel 2007 discesa al 2,3% Bce: «Il debito italiano è il più alto» La Banca centrale europea: «Vanno ridotte le spese. No a un allentamento della politica fiscale»

ROMA - «Il rapporto debito pubblico-Pil dell'area dell'euro è diminuito nel 2006, riflettendo le riduzioni conseguite in gran parte dei Paesi, con le eccezioni rilevanti dell'Italia, divenuto il Paese con il più elevato debito, e del Portogallo». È quanto si legge nel Rapporto annuale 2006 della Bce, in cui si invitano tutti i Paesi di Eurolandia ancora lontani dall'aver risanato i conti a «non sovrastimare il ritmo del risanamento» a causa delle entrate inattese, a non «allentare la politica fiscale» e a procedere, piuttosto, a una «riforma strutturale della spesa» e quindi a una sua «riduzione».

GIU' SPESA, NO CALO TASSE - «Nel 2006 l'evoluzione dei conti pubblici nell'area dell'euro è stata relativamente favorevole. Tale andamento però - si legge nel Rapporto della Banca centrale - è principalmente il risultato della forte crescita del Pil e di entrate in attese, e solo in piccola parte di un reale risanamento dei conti pubblici». Per questo è necessario «accelerare» e dare la giusta lettura al calo di deficit e debito: infatti, «il miglioramento del saldo strutturale del bilancio - si legge nel Rapporto - potrebbe in parte riflettere le predette entrate inattese e sovrastimare pertanto il ritmo di fondo del risanamento». Per la Bce, «è quindi indispensabile definire ulteriori misure di risanamento dei conti che siano concrete e credibili e assicurarne la rapida attuazione. Queste - si legge nel rapporto - avranno maggiori possibilità di riuscita se saranno basate su una strategia complessiva e credibile di medio periodo, incentrata sulla riduzione della spesa anziché sull'incremento delle entrate». Dunque, bisogna «mettersi al riparo da atteggiamenti di compiacimento», perché «l'atteso proseguimento della congiuntura favorevole nel futuro prossimo deve essere pienamente sfruttato per raggiungere quanto prima posizioni di bilancio solide e una rapida riduzione del debito pubblico». E al fine di evitare che si ripetano gli errori del passato e di prevenire l'insorgenza di squilibri macroeconomici, è essenziale che tutti i Paesi si astengano dall'adottare un orientamento pro-ciclico di allentamento della politica fiscale e si impegnino invece a conseguire posizioni di bilancio solide durante l'attuale ripresa».

EUROSTAT - Il rapporto annuale della Bce arriva dopo la prima notifica sui conti pubblici dei paesi membri da parte dell'Eurostat. Secondo i dati, l'Italia ha chiuso il 2006 con un deficit al 4,4% del Pil e un debito pubblico al 106,8% del Pil. Nella zona euro e nei Ventisette il disavanzo è sceso, rispetto al 2005: in Eurolandia è passato dal 2,5% all'1,6% lo scorso anno, mentre nell'Ue nel suo insieme dal 2,4% all'1,7%. «Nel 2006 - scrive l'Ufficio europeo di statistica - i disavanzi maggiori rispetto al Pil sono stati registrati da Ungheria (-9,2%), Italia (-4,4%), Polonia e Portogallo (entrambi -3,9%) e Slovacchia (-3,4%). Undici paesi hanno invece concluso il 2006 in surplus, in testa Danimarca (+4,2%) e Finlandia (+3,9%). A seguire poi Estonia (+3,8%), Bulgaria (+3,3), Irlanda (+2,9%), Svezia (+2,2) Spagna (+1,8%), Paesi Bassi (+0,6%), Lettonia (+0,4%), Belgio (+0,2%) e Lussemburgo (+0,1%). »In tutto - scrive ancora Eurostat - 22 paesi membri hanno registrato un miglioramento del deficit, rispetto al 2005, solo in 5 stati è stato osservato un peggioramento«.
ISTAT: PREVISIONI 2007 - Contestualmente ai dati Eurostat, l'Istat ha reso noto che l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche si attesterà quest'anno al 2,3%, in calo rispetto al 4,4% del 2006, mentre il debito pubblico scenderà al 105,4 del Pil.

ilcorrieredellasera

mercoledì, gennaio 10, 2007

UE boccia la repubblica italiana



Per ridurre l'impatto dell'inquinamento sul clima e sulla salute dell'uomo la Commissione Ue ha votato un documento che indica le linee alla quali dovranno atteneresi gli Stati membri.
Il rapporto ha stabilito che per raggiungere l'ambizioso obbiettivo si dovrebbe ridurre in 15 anni le emissioni di gas del 20% rispetto ai livelli del 1990 (colpevoli del riscaldamento globale del 30% entro il 2020), senza ridurre l'uso del nucleare ed aumentare le fonti rinnovabili fino al 20% del fabbisogno.
Inoltre si deve diminuire l'uso di petrolio e, in parte anche di gas naturale.

Il giudizio dell'Ue sull'Italia è negativo :
Nonostante un forte sviluppo nei settori dell'eolico, del biogas e del biodiesel l'Italia è ancora molto lontana dal raggiungere gli obbiettivi fissati sia a livello nazionale sia a livello europeo

Parecchi fattori contribuiscono a questa situazione. Innanzi tutto ci sono grandi elementi di incertezza dovuti ai recenti cambi politici ed alle ambiguità dell'attuale disegno politico.

ci sono restrizioni amministrative come un sistema complesso per le procedure di autorizzazione a livello locale.

esistono barriere finanziarie che rendono molto elevati i costi di connessione alle reti

Leggendo il rapporto e vedendo quello che succede in Italia, si evince che la repubblica italiana fa esattamente l'opposto di quello che dovrebbe fare, infatti :
ha vietato l'utilizzo dell'energia nucleare
si usa sempre di più petrolio e gas
le leggi e burocrazie repubblicane impediscono lo sviluppo
l'ambiguità della classe politica è evidente
in Italia il contributo delle energie rinnovabili e' diminuito (dal 16% del 1997 al 15,3% di oggi)
rispetto agli altri paesi l'italia è lontana all'obiettivo nazionale del 25% di quota da rinnovabili sul totale del consumo energetico
aumenta la dipendenza energetica dall'estero


Il rapporto conferma che l' Italia non si e' per niente attrezzata per rispettare il protocollo di Kyoto e combattere i mutamenti climatici.

Inoltre, come se non bastasse, gli italiani devono pagare le bollette piu' care.


ENERGIA: RAPPORTO UE, ITALIA ULTIMA SULLE RINNOVABILI

Sulle energie rinnovabili, l'Italia e' l'ultima d'Europa. E' quanto sostiene una anticipazione, fornita dal Wwf, del rapporto sulle rinnovabili che sara' presentato domani a Bruxelles, nell'ambito del piano su energia e ambiente, dal presidente della commissione Ue Barroso.
Dal 1997 ad oggi in Italia il contributo delle energie rinnovabili e' diminuito, passando dal 16% del 1997 al 15,3% di oggi. L'Italia e' tra i paesi maggiormente lontani dall' obiettivo nazionale del 25% di quota da rinnovabili sul totale del consumo energetico.
Dati, afferma il Wwf, confermati anche dal rapporto sul 2005 del Ministero dello sviluppo economico, e dai i dati provvisori d'esercizio di Terna relativi al 2006.
Accanto ai dati sulla situazione italiana compariranno due faccine che piangono, a differenza di quanto avverra' per Danimarca, Germania, Ungheria, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Spagna e Olanda, la cui situazione -dice il Wwf- viene giudicata molto o abbastanza positivamente. Altri Paesi nei quali la situazione delle rinnovabili e' invece giudicata negativamente, sono Austria, Cipro, Estonia, Francia, Lettonia, Malta e Slovacchia.
In tutti questi anni, nonostante i miliardi spesi con le incentivazioni, afferma il Wwf, i risultati non si sono fatti vedere, mentre gli altri paesi sono andati avanti a passi da gigante. Il dato sulle fonti rinnovabili non fa che confermare che l' Italia non si e' per niente attrezzata per rispettare il protocollo di Kyoto e combattere i mutamenti climatici.

Non solo, l'inazione sulle fonti rinnovabili non fa che aumentare la dipendenza energetica dall'estero.
Come si e' arrivati a tale situazione?
I meccanismi d' incentivazione per le energie rinnovabili -dice il Wwf- hanno ben altre finalita' di un virtuoso sviluppo del settore. Il programma CIP6, pagato dai consumatori in bolletta per finanziare le energie rinnovabili, per il 70% incentiva normali centrali di generazione con combustibili fossili o rifiuti. Il meccanismo dei certificati verdi, anziché essere un virtuoso sistema di mercato, oggi e' una nicchia di privilegi privo di obbiettivi di sviluppo delle rinnovabili. La quota d'obbligo di certificati verdi non viene aggiornata a volumi necessari per promuovere l' Italia dalla posizione degli ultimi della classe. E l' aggiornamento non avverra' mai ai livelli auspicati dall'Europa, poiche' il meccanismo dei certificati verdi incorpora innumerevoli privilegi ed esenzioni.In pratica solo il 50% della produzione ed importazione di energia elettrica paga l'obbligo dei certificati. E' come se si volesse riparare il debito pubblico esentando la meta' della popolazione italiana dal pagamento delle tasse''.
Occorre una seria strategia e, soprattutto, pratica per attuare davvero il protocollo di Kyoto e prepararsi a ulteriori riduzioni di emissioni. Sulle rinnovabili, come sul resto, non si puo' piu' mantenere la situazione preesistente, correggendo qui e la', senza riformare il settore per metterlo al pari degli altri paesi europei.

ansa


Ue: caro energia, male per l'Italia
(ANSA) - BRUXELLES, 7 GEN - In Europa e' allarme per il caro energia. E a pagare le bollette piu' care sono proprio le famiglie e le imprese italiane.
Secondo gli ultimi dati Eurostat (luglio 2006) il prezzo di gas e elettricita' continua a salire, cosi' come la dipendenza da Paesi extra Ue, in primis la Russia. In un anno le tariffe elettriche Ue sono salite in media del 7% per i consumi domestici, del 15% per quelli industriali.
Ma per le aziende italiane nuovo 'anno nero', con aumenti ben oltre il 25%.

ansa

domenica, febbraio 26, 2006

L'UE è morta, Viva l'Europa!



Il governo francese, impedendo la scalata di Enel al gruppo energetico francese Gaz de France, dimostra che l'UE è morta.

Il fatto clamoroso non è tanto la violazione delle regole europee sulla concorrenza e sul libero mercato, ma che l'UE e gli europeisti italiani non hanno detto nulla contro questa operazione.

Evidentemente le regole europee non valgono per tutti ma valgono solo per alcuni, non capisco perchè la Francia può introdurre misure protezionistiche mentre in Italia non si può fare altrettanto.

Per noi italiani l'aspetto più grave è che la repubblica italiana non difende i nostri interessi, è in balia dei vincoli europei, è non è un caso che il presidente della repubblica sia un banchiere completamente a favore dell'UE.

La repubblica italiana plasmata dal Potere economico, è una colonia dell'UE, l'UE non amata e voluta ha imposto l'Euro, i vincoli di bilancio, e le regole per favorire il mondialismo a svantaggio degli italiani e delle imprese italiane.

L'UE è morta, Viva l'Europa!