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venerdì, novembre 09, 2007

Il Muro di Berlino è caduto anche in Italia?


Il muro di Berlino è esistito dal 13 agosto 1961 fino al 9 novembre 1989, quando finalmente cadde.

Purtroppo in Italia nonostante la legge che fissa nel 9 novembre il Giorno della libertà quale ricorrenza della caduta del muro di Berlino - evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo - il governo non ha assunto iniziative per commemorarlo, nessuna circolare nelle scuole e nelle istituzioni per discutere e ricordare la fine dell’oppressione comunista in Europa.

Al contrario i media hanno dato spazio alle assurde dichiarazioni di Diliberto che ipotizzò il trasferimento del corpo di lenin da mosca a Roma.
Leggete un mio post precedente.

Ritengo sia davvero grave il silenzio delle istituzioni repubblicane su questo evento epocale, nonostante la legge preveda che in occasione di questa giornata siano organizzati cerimonie ufficiali ed approfondimenti nelle scuole per illustrare il valore della democrazia e della libertà e per evidenziare gli effetti nefasti dei totalitarismi passati e presenti.
Perché questo silenzio?

Evidentemente il 9 novembre, che rappresenta la fine dell’oppressione comunista, è per la repubblica italiana una ricorrenza molto scomoda.

Il governo prodi non ha commemorato la caduta del muro di Berlino per non urtare la suscettibilità dei suoi alleati, con in testa Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani.

Inoltre segnalo che la prima pagina del sito ufficiale del Quirinale del 9 novembre è stata dedicata alla celebrazione della Giornata Nazionale per la Ricerca sul Cancro e nessuna accenno anche nelle pagine interne all'anniversario del Giorno della libertà.

Naturalmente massimo rispetto per la Ricerca sul Cancro ma perché celebrarla proprio il giorno dell'anniversario della caduta del Muro di Berlino?

Mi sbaglierò ma alle volte pensando male si azzecca.
Non è che si è dimenticato di celebrare l'anniversario del Giorno della libertà proprio per togliere dall'imbarazzo napolitano che a questo punto avrebbe dovuto parlare sul muro di Berlino e sulla oppressione del comunismo?

mercoledì, novembre 07, 2007

Lenin, la mummia della repubblica italiana


Forse Vladimir Putin ha deciso di sfrattare il sarcofago di Lenin e chiudere il mausoleo, la Russia post comunista sembra aver capito che l'ideologia comunismo fu un grave errore, e non è un caso che la bandiera della russia sia ritornata essere quella dello Zar.

In questi giorni il segretario del Pdci Diliberto è andato a Mosca per commemorare i 90 anni della Rivoluzione d'ottobre e visitando il mausoleo di Lenin ha affermato che se la Russia non vuole più la mummia di Lenin intende portarla a Roma.

Qualcuno la considera solo una provocazione, ma l'affermazione di Diliberto ha un significato politico e culturale molto profondo, e cioè che il comunismo è più radicato e difeso in Italia che in Russia.

Ma perchè? La risposta è semplice. Come in russia, anche in italia il comunismo è stato fondamentale per la nascita della repubblica, le colonne portanti dello stato repubblicano sono il PCI e la DC (il cattocomunismo), la DC ebbe sempre più voti ma il PCI - forte e considerata vincente - riuscì sempre ad imporre le sue idee ed in particolare a trasformare la cultura e società a suo piacere.
Inoltre dopo la guerra solo il nazismo fu sconfitto e perciò l'altra ideologia - il comunismo - ebbe modo di rafforzarsi ed espandersi in tutto il mondo (compreso l'italia).
La Storia ha voluto che l'Italia abbia fatto parte dell'occidente e quindi la dittatura comunista non ha potuto imporsi, ma questo permise al PCI di occupare i gangli dello stato fino ad conquistare il quirinale.

Nel nostro paese l'abbandono definitivo dell'ideologia comunista, e quindi anche la nascita di una sinistra moderna, è possibile solo se nasce una nuova costituzione non più condizionata dall'ideologia comunista, deve succedere che la repubblica sia sostituita da un altro tipo di stato.

L'orrenda polemica sulla mummia di Lenin conferma come la politica italiana sia veramente messa male.

Ma davvero c'era bisogno di dare spazio sulla salma di Lenin? Davvero siamo ancora alla difesa delle reliquie laiche del comunismo?
E' incredibile, ma la teoria materialistica del comunismo internazionale ha bisogno di una mummia, deve attaccarsi all'iconografia mortuaria della sinistra storica. Invece di limitarsi a storicizzare la vita e le opere di Lenin, esiste un sentimento irrazionale della sinistra italiana che la spinge a conservare il corpo, è pietoso vedere un corpo decomposto trasformato in totem.

A questo punto una domanda: I comunisti o post comunisti cambieranno mai?


E visto che si parla di rientri e sepolture, in Italia dovrebbero invece trovare la loro storica sepoltura i nostri re e le nostre regine, tuttora sepolti in terra straniera.

Un'altra vergogna della repubblica italiana.

venerdì, dicembre 22, 2006

comunismo e repubblica



Il presidente rumeno, il liberale Traian Basescu, ha condannato ufficialmente il comunismo come "illegale e criminale".

Davanti al Parlamento in seduta comune, Basescu ha letto il rapporto della commissione d'inchiesta, da lui voluta, sulla dittatura comunista.
La lettura è stata interrotta da proteste dei deputati ultranazionalisti, anche perchè il rapporto contiene nomi di personaggi tutt'ora impegnati in politica.

Nel discorso il presidente ha affermato: Abbiamo tutti i dati per condannare il comunismo come illeggittimo e criminale
La condanna si basa su un esauriente rapporto elaborato da una commissione presieduta dallo storico Vladimir Tismaneanu, che ha analizzato i crimini e gli abusi della dittatura comunista tra il 1945 e il 1989, anno della caduta della Cortina di Ferro.
Secondo questo studio, la Romania ha avuto tra 500.000 e 2 milioni di vittime del comunismo, che sono state assassinate in carcere o nei campi di lavoro forzato.

Nel discorso il presidente ha chiesto scusa in nome dello Stato rumeno a tutte le vittime della dittatura comunista e a quelli che soffrirono e videro rovinata la loro vita tra il 1945 e il 1989.
Hanno assistito alla sessione come invitati l'ex re Michele I, ultimo Capo di Stato rumeno prima del comunismo, e gli ex Presidenti di Polonia e Bulgaria, Lech Walesa e Jelyo Jelev.

La Romania è il primo Paese dell'ex blocco comunista che fa questo passo ad appena due settimane prima dalla sua entrata nella Unione Europa.

Un commento.
La situazione storica rumena è diversa da quella italiana.
Grazie anche all'equilibrio USA-URSS stabilito da Yalta, per fortuna la dittatura comunista non potè imporsi in Italia e quindi il PCI non potè macchiarsi di orrendi crimini come successe nei paesi dell'est, ma non si può dimenticare che anche in Italia molti italiani furono uccisi dai comunisti diversi anni dopo la liberazione, ciò che avvenne in Istria ed il fenomeno delle brigate rosse.
Anche in Italia sarebbe auspicabile uno studio storico e politico sul comunismo (in particolare il rapporto tra il PCI e l'Urss subito dopo la guerra), se non altro per conoscere meglio la Storia del nostro paese.
Tra parentesi permettetemi il ricordo dei brogli di Togliatti al
referendum Monarchia- repubblica del 1946.
Purtroppo (almeno finora) in Italia una commissione del genere non è realizzabile per il semplice motivo che la repubblica nacque anche con il supporto dei comunisti italiani e quindi la condanna del comunismo aprirebbe (finalmente) la strada per un revisionismo che inevitabilmente indebolirebbe la repubblica.

Un "paese normale" però non nasconde il suo passato.
Perchè questo silenzio da parte della repubblica?
Perchè si blocca la Commissione Mitrokhin?

Evidentemente l'Italia non è un paese normale.

In Italia i comunisti considerano la costituzione vigente intoccabile proprio per impedire una seria ed esaustiva commissione storica e politica del nostro Paese e quindi a questo punto un riscrittura storica-politica del nostro paese sarà possibile solo dopo una Nuova Costituzione, più moderna e liberale.

Rimane un rimpianto.
Purtroppo in Italia è ancora impossibile che avvenga ciò che invece succede nei paesi dell'est.

euronews

Michael_I_of_Romania

giovedì, novembre 09, 2006

Muro di Berlino



Il 9 novembre 1989 cadeva il muro di Berlino.

Il muro è esistito dal 13 agosto 1961 fino al 9 novembre 1989.

nota
Il senatore Gustavo Selva ha espresso il suo «rammarico» perché il governo non ha assunto iniziative per commemorarlo.
Selva ha fatto riferimento alla legge del 2005 che fissava nel 9 novembre il «Giorno della libertà» «quale ricorrenza dell'abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo».
lastampa

La repubblica italiana ha già dimenticato questa importante data ?

martedì, ottobre 24, 2006

Budapest 2006



Dopo mezzo secolo, la commemorazione dell’anniversario della rivolta di Budapest del 1956, repressa nel sangue dai carri armati sovietici comunisti, è una ferita ancora aperta.

Nella capitale ungherese, in un clima di forte tensione, si sono registrati duri scontri tra i dimostranti e polizia.

Il leader dell'opposizione Fidesz, l'ex premier conservatore Viktor Orban in una contro-commemorazione a Budapest, ha detto :
La rivoluzione del '56 ha smascherato la vera natura del sistema sovietico e contribuito alla salvaguardia dell'Europa dal comunismo ma non ha salvato l' Ungheria dove gli eredi dei comunisti hanno riportato la menzogna e hanno messo in grave crisi la democrazia.

Anche in Italia si è ricordato la rivolta ungherese del 56.
Bertinotti ha commemorato, in aula, le vittime della rivoluzione antisovietica di Ungheria, ed ha aggiunto che :
La rivoluzione ungherese del '56 lascia una lezione valida per tutti: il potere non puo' essere difeso, per nessuna ragione, contro il volere popolare e nessun regime puo' essere esportato con le armi

Peccato che allora i comunisti italiani, tra i quali anche il presidente della repubblica italiana napolitano, difendevano i comunisti sovietici.

E' meglio ricordare che nel 1956 napolitano considera gli insorti ungheresi come controrivoluzionari e spregevoli provocatori, mentre le truppe sovietiche erano un elemento di "stabilizzazione internazionale" ed un "contributo alla pace nel mondo".

Vedete anche un mio precedente post


Adesso serve ben poco commemorare, era allora che si doveva stare dalla parte degli ungheresi!

Purtroppo c'è troppa ipocrisia.

Barricate dei dimostranti: 128 arrestati Rivolta '56, scontri nel centro di Budapest Lacrimogeni della polizia contro i manifestanti, nel 50esimo anniversario della rivoluzione; oltre cento feriti

BUDAPEST - Anniversario amaro a Budapest. Nel giorno della commemorazione dei cinquant'anni della rivoluzione democratica del '56, duri scontri si sono registrati nella capitale ungherese. Terminata la commemorazione solenne presso il Parlamento, a cui hanno partecipato le alte autorità dello Stato magiaro, capi di stato e ministri di 56 Paesi, è iniziata infatti una manifestazione organizzata dal partito d’opposizione di destra Fidesz, a cui hanno preso parte oltre centomila persone.

ilcorrieredellasera



UNGHERIA: BERTINOTTI, RIVOLUZIONE LASCIA LEZIONE VALIDA PER TUTTI
IL POTERE NON PUO' ESSERE DIFESO CON LE ARMI CONTRO VOLERE POPOLARE

Roma, 24 ott. (Adnkronos) - La rivoluzione ungherese del '56 lascia ''una lezione valida per tutti: il potere non puo' essere difeso, per nessuna ragione, contro il volere popolare'', e ''nessun regime puo' essere esportato con le armi''. Fausto Bertinotti ha commemorato, in aula, le vittime della rivoluzione antisovietica di Ungheria. Per il presidente della Camera, oggi si puo' ''condividere una verita' storica di quegli avvenimenti'', sapendo che ''la storia condivisa consolida le istituzioni democratiche'' e ''irrobustisce il patrimonio della Repubblica''.

adnkronos

martedì, settembre 26, 2006

napolitano in ungheria


Ricordo che nel maggio 2006 gli ungheresi protestarono con il governo di Budapest per l'invito ufficiale rivolto al presidente della repubblica italiana, napolitano.

Molti ungheresi, vittime della ideologia comunista, non hanno dimenticato chi era napolitano, e lo considerano un ospite non desiderato perchè "diede sostegno internazionale agli assassini sovietici che hanno schiacciato nel sangue l'aspirazione dell'Ungheria alla liberta".

Neanche noi italiani dobbiamo dimenticare chi era napolitano


Napolitano sulla tomba di Nagy L'omaggio del presidente ai martiri della rivoluzione antisovietica del 1956

BUDAPEST - Una corona di fiori al Memoriale dei martiri della rivoluzione del '56 e un mazzo di rose bianche e rosse, strette da una fascia tricolore, sulla tomba di Imre Nagy, primo ministro all'epoca della rivolta e simbolo della repressione sovietica.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha iniziato la sua visita di un giorno in Ungheria, al nuovo cimitero di Budapest, con questo omaggio alle vittime della rivoluzione ungherese del 1956.


sito
corrieredellasera

giovedì, maggio 25, 2006

Gli ungheresi non vogliono napolitano


Gli ungheresi che nel 1956 si opposero all'invasione sovietica protestano con il governo di Budapest per l'invito ufficiale rivolto al presidente della repubblica italiana, napolitano.

Molti ungheresi, vittime della ideologia comunista, non hanno dimenticato chi era napolitano, e lo considerano un ospite non desiderato perchè "diede sostegno internazionale agli assassini sovietici che hanno schiacciato nel sangue l'aspirazione dell'Ungheria alla liberta".

In italia il potere repubblicano invece vuol far dimenticare la storia di napolitano, comunista storico, un alto esponente del PCI che si interessava soprattutto dei rapporti internazionali e quindi con l'URSS.



UNGHERIA '56: EX INSORTI CRITICANO INVITO A NAPOLITANO

Un gruppo di ex insorti contro l'invasione sovietica dell'Ungheria hanno protestato con il governo di Budapest per l'invito ufficiale rivolto al presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, a partecipare alle celebrazioni del 50esimo anniversario dell'insurrezione del 1956. In una lettera inviata al presidente ungherese, Laszlo Solyom, la parlamentare conservatrice Maria Wittner, insieme con due famosi ex insorti, Sandor Racz e Laszlo Balas Piri, "protesta fermamente per l'invito a un politico, anche se egli e' presidente della repubblica italiana, che diede sostegno internazionale agli assassini sovietici che hanno schiacciato nel sangue l'aspirazione dell'Ungheria alla liberta'".La protesta non indurra' la presidenza ungherese a ritirare l'invito. E' quanto ha riferito il portavoce, Ferenc Weber, secondo il quale il punto di vista espresso da Napolitano al momento dell'ingresso dei carri armati sovietici in Ungheria si e' modificato nel corso del tempo. (AGI)


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martedì, febbraio 28, 2006

Se il comunismo è morto, anche la repubblica finirà



Addirittura cossiga, emerito presidente della repubblica, afferma che la costituzione repubblicana, non solo, è nata grazie al compromesso tra De Gasperi e Togliatti e quindi frutto di un pasticcio corporativistico tra i democristiani e comunisti, ma addirittura si rende conto che senza Stalin la repubblica non si sarebbe mai fatta.

La verità viene a galla. (a parte i brogli)

In italia non si può criticare il comunismo perchè la repubblica è stata firmata anche dai comunisti, ma soprattutto perchè "imposta da Stalin" (togliatti era il mandante di mosca).
Lo stesso cossiga dice che presto avremmo nelle piazze d'Italia le statue di de Gasperi e Togliatti insieme con l'aggiunta sotto di Stalin.
Speriamo che si sbagli.

Se il comunismo è morto, anche la repubblica finirà

COSSIGA: FRA 100 ANNI STATUE DI DE GASPERI, TOGLIATTI E STALIN

La Costituzione del 1948 e' "frutto del pasticcio corporativistico dei professorini democristiani che all'epoca non avevano alcuna esperienza politica", ma e' valida in quanto "frutto del primo grande compromesso storico della storia d'Italia, quello tra De Gasperi e Togliatti". Lo ha detto Francesco Cossiga intervenendo alla presentazione del volume "La Guerra del Quirinale" scritto dal politologo e giornalista Marzio Breda.
Il compromesso, voluto soprattutto da Stalin, si baso' su uno scambio: "niente guerra civile, e niente messa fuori legge del Pci, come invece avvenne in Germania". Secondo Cossiga, grazie a quell'accordo, "tra cent'anni ci saranno nelle piazze d'Italia le statue di de Gasperi e Togliatti insieme (non a cavallo, comunque, ma a piedi), con l'aggiunta sotto di Stalin, senza il quale quel compromesso non si sarebbe mai fatto". (AGI)

AGI