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sabato, settembre 06, 2008

euroscetticismo e napolitano

Invece di preoccuparsi della decadenza del nostro Paese, della povertà dilagante tra gli italiani, della mancanza di punti di riferimento, napolitano si preoccupa delle prossime elezioni europee perchè si è diffuso un certo euroscetticismo.

Secondo napolitano i governi nazionali dovrebbero spiegare ai cittadini l'importanza dell'Unione e non dovrebbero fare polemiche sulla burocrazia eccessiva.

Innanzitutto napolitano dovrebbe chiedersi perchè ci sia questo euroscetticismo e se è giusto che ci sia questa eccessiva burocrazia.
Inoltre, a parte l'eccessiva azione politica svolta dalla persone che invece non dovrebbe fare politica, mi sembra che il presidente della repubblica si dimostra lontano anni luce dalle vere necessità ed interessi degli italiani.
Agli italiani interessa che ci sia lavoro, benessere, uno stato efficente, ed una classe politica corretta e capace di svolgere il proprio mestiere.

E poi una domanda.
Come si può dire la verità ai cittadini se si nasconde la realtà e si impedisce agli italiani di esprimere, ad esempio con un referendum, la loro adesione alle decisioni prese dalla casta dei politici ?


Napolitano: "Sono preoccupato per le elezioni europee"

COMO - "Guardo anch'io alle elezioni europee con apprensione perchè nei nostri Paesi si è diffuso un certo euroscetticismo". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, collegato in video conferenza con il workshop Ambrosetti a Cernobbio. "Non c'è dubbio - ha spiegato Napolitano - che c'è il maggiore o minore scetticismo è legato alle risposte che l'unione sa dare". L'appello del capo dello Stato è chiaro: i governi nazionali spieghino ai cittadini l'importanza dell'Unione e non usino l'Ue come alibi: " Non si possono fare polemiche sull'eccesso di regolamentazione o sul carattere burocratico delle direttive europee nascondendo ai cittadini che nessuna direttiva è stata approvata senza il consenso dei governi. Bisogna saper fare un discorso di verità ai cittadini".

larepubblica

martedì, settembre 02, 2008

Calcio, treni, tifosi, polizia, stato



Ecco cosa è successo alla prima domenica del campionato di calcio.

Nella Stazione Centrale di Napoli una frotta di tifosi inferociti, con il volto coperto e senza aver pagato il biglietto, pretendono ed ottengono il posto di chi aveva il biglietto del treno, il tutto è permesso dalla polizia che ha fatto scendere i detentori del biglietto per far posto agli ultrà dietro promessa di un altro treno...

Una scena assurda : i passeggeri vengono minacciati brutalmente e costretti a scendere dai vagoni perché alcuni tifosi volevano raggiungere gratuitamente Roma per assistere alla partita di calcio.

Un'ordinanza urgente della Prefettura di Napoli ha prescritto a Ferrovie dello Stato, per motivi di ordine pubblico, la partenza alle 12.29 da Napoli Centrale del treno Intercity Plus 520 (Napoli - Torino) con a bordo un migliaio di sostenitori del Napoli Calcio diretti a Roma.

Ora immaginate la scena. Siete tranquillamente seduti sul treno in attesa che parta. Per caso avete un figlio malato, dovete recarvi all’Ospedale, oppure dovete andare a lavorare o tornare a casa dopo le vacanze, bene lo stato vi obbliga a perdere il treno per facilitare coloro che non hanno il biglietto.

E non basta, perché coloro che sono rimasti sul Napoli-Torino hanno assistito alla sistematica devastazione operata dai violenti, che hanno provocato danni gravi a tutte le vetture, nel breve tragitto tra Roma e Napoli l’ira funesta degli invasati si è abbattuta sulle carrozze provocando danni da centinaia di migliaia di euro.

E non basta. Arrivato a Roma, gli ultrà scendono e l’Intercity Plus 520 viene giudicato troppo malconcio per proseguire e quindi ai poveri passeggeri regolari non resta che scendere e attendere una coincidenza per Torino. I “tifosi” ripeteranno la scena al ritorno dallo stadio, pretendendo ovviamente di tornare a casa, e sempre gratis.

Il delirio allo stato puro, dei violenti hanno sequestrato un treno, hanno viaggiato gratuitamente, hanno devastato un convoglio dei cittadini e lo stato repubblicano ha permesso tutto questo scempio prendendo in giro chi aveva pagare il biglietto

Quello che è accaduto è una giornata di ordinaria follia che spesso dobbiamo subire di assistere in Italia.

Il fenomeno degli ultrà è un’anomalia tutta italiana perché negli altri paesi dell’Europa non si vede nulla di simile.
L’unico paese che ha avuto un problema simile a quello italiano è stata il Regno Unito degli hooligan, che però con una legge sono riuscito a stroncare il fenomeno.

Evidentemente la repubblica italiana non riesce neanche a copiare una legge valida, come quella appena ricordata, perché sarebbe troppo efficace, noi purtroppo viviamo in una paese non normale (repubblichetta ..)

Il calcio c’entra ben poco, c’entra invece, e molto, lo stato repubblicano. Un paese impotente di fronte alla criminalità, assoggettato alle mafie, ai prepotenti impuniti.


E’ il senso di impotenza che lascia amareggiati. E’ quella sensazione di impunità diffusa che sembra impossibile da estirpare, in cui sguazzano tutti i furbetti, dai livelli più infimi (tifosi) ai livelli più alti (vedi il Parlamento).

I fatti e le scene assurdi che succedono, ad esempio nel calcio, sono i segnali della degenerazione dello stato repubblicano che non ci permette di pensare ad un futuro migliore

Lo stato protegge i violenti ed i furbi
Un’altra vergogna della repubblica.

LA RABBIA DEI 250 DIRETTI A TORINO. TRENITALIA: la prefettura ci ha detto DI FAR PARTIRE L'ic

Napoli, tifosi padroni del treno
Petardi e fumogeni anche a Termini

I supporter azzurri diretti nella Capitale «sfrattano» i passeggeri. Quattro dipendenti delle Fs contusi, 500 mila euro di danni alle carrozze

NAPOLI - E' stato un vero e proprio assalto al treno, in mattinata, alla stazione di Napoli. Spintoni, tensioni, urla: così per oltre tre ore l'Intercity Plus 520, diretto a Torino, è rimasto sotto assedio di oltre mille tifosi azzurri che volevano raggiungere la capitale per la partita con la Roma, anche senza biglietto. I tafferugli hanno raggiunto il culmine quando un folto gruppo di ultras, privo del biglietto di viaggio, ha forzato i cordoni di controllo predisposti dalle Ferrovie dello Stato in collaborazione con le Forze dell'ordine ed è salito con la forza sul treno, azione che ha provocato la contusione di quattro dipendenti delle FS. Il tutto davanti ai passeggeri allibiti. I passeggeri dell'Intercity, quando si sono resi conto della situazione, non hanno avuto altra scelta che scendere dal treno. Nella stazione erano presenti centinaia di agenti, anche in assetto antisommossa. Una settantina di supporters, con regolare biglietto, sono partiti con l'ICP 586 delle 10.24. Ma la maggioranza dei tifosi insisteva per partire con lo stesso ICP 520: inutili gli sforzi del personale Fs. Alla fine, un’ordinanza urgente della Prefettura di Napoli ha prescritto alle Fs, per motivi di ordine pubblico, la partenza dell'ICP 520 alle 12.29, con un migliaio di tifosi a bordo.

250 PASSEGGERI «SFRATTATI» - Sono stati circa 250 i passeggeri che, a causa delle intemperanze dei tifosi del Napoli, hanno dovuto lasciare l'Intercity plus 520 e viaggiare a bordo di altri treni. Solo in cinquanta, infatti, secondo una stima di Trenitalia, hanno potuto continuare il viaggio. Anche per loro, comunque, disagi con una partenza che ha accumulato oltre tre ore di ritardo. Sovraffollato anche il treno dei tifosi che ha viaggiato con circa 150 passeggeri in più rispetto alla normale capienza, nonostante fossero state aggiunte anche altre quattro carrozze in previsione del forte afflusso di passeggeri. Trenitalia, anche ieri, aveva ribadito ai tifosi l'appello a non utilizzare il treno per recarsi a Roma, in virtù del fatto che domenica è una giornata da «bollino rosso» anche per il trasporto ferroviario in considerazione dei rientri dalle vacanze.

CARROZZE VANDALIZZATE - Il treno ha subito gravi ritardi, ed è partito solo dopo le 12.30. Saliti sul treno, i tifosi hanno vandalizzato 11 carrozze, causando oltre 500 mila euro di danni. Nel corso del viaggio i tifosi hanno anche azionato inutilemente, per tre volte, il freno d'emergenza, bloccando il viaggio del convoglio. Il treno è stato fermato a Roma, in quanto non c'erano più le condizioni per il suo proseguimento verso Torino: i passeggeri che dovevano continuare il viaggio sono stati fatti salire su un altro convoglio.

PETARDI E FUMOGENI A ROMA - Alla stazione Termini, i tifosi azzurri, al loro arrivo, hanno lanciato petardi e fumogeni. Stessa scena durante la sosta in attesa del ritorno: i tifosi non volevano pagare il biglietto. Allo stadio Olimpico, incappucciati, hanno sfondato cancelli e fatto esplodere ancora petardi. Cinque, in tutto, gli arrestati, a vario titolo e di diverse tifoserie. Un tifoso del Napoli è stato arrestato perché notato a bordo di un bus diretto alla stazione con un coltello in mano. I tifosi sono stati fatti ripartire da Roma alle 21:36 con un Intercity a cui sono state aggiunte cinque vetture, come richiesto dalla Questura di Napoli per questo e altri convogli diretti a Napoli. In stazione i tifosi sono stati tenuti sotto controllo da forze dell'ordine in tenuta anti-sommossa.

QUESTORE: «CAPIENZA INSUFFICIENTE» - C'era anche il questore di Napoli, Antonio Puglisi, alla stazione di Napoli, che ha detto di aver parlato con i tifosi spiegando che tutti erano «regolarmente muniti di biglietto». «Era una giornata particolare per Trenitalia che ha dovuto fare i conti con una disponibilità non immediatamente sufficiente - ha detto Puglisi - i numeri non ci hanno aiutato, la capienza non sufficiente subito ci ha creato qualche problema di gestione della folla».

PASSEGGERI BEFFATI - «Una stazione sotto assedio per colpa di una partita di calcio». È la rabbia dei passeggeri dell'Intercity. Stanchi e provati dall'esperienza ma soprattutto inferociti per essere stati «cacciati» dal loro convoglio le persone che avrebbero dovuto partire da Napoli per Torino, commentano increduli l'assalto dei tifosi, che li ha convinti ad accogliere la richiesta di Trenitalia, ossia scendere dal convoglio per far posto ai supporter azzurri. «Una scena incredibile», racconta Cinzia Vettosi, in viaggio con due bambini: «Ho avuto finanche paura di scendere dal treno, di fronte a centinaia di tifosi che inveivano pretendendo di salire, in un'atmosfera che è facile immaginare». Daniela Terrazzano, impiegata, deve tornare a Torino per riprendere domani il lavoro dopo le ferie: «Dovevo partire alle 9.24, ho già perso oltre tre ore e non so quando potrò prendere il prossimo treno. Scendere? In pratica non c'erano alternative: prima i tifosi hanno cominciato a chiedercelo urlando, poi sono saliti sul treno gli addetti di Trenitalia ribadendo la richiesta. Cosa dovevamo fare?». Alcuni passeggeri hanno reagito urlando contro l'assedio. Tra loro la signora Anna R., in viaggio con il figlio che deve essere visitato all'ospedale Gaslini: ha pianto e gridato all'indirizzo dei tifosi. Anche lei, comunque, ha abbandonato l'Intercity in attesa di una successiva partenza.

ilcorrieredellasera

domenica, agosto 31, 2008

La Monarchia in Russia



A Yekaterinburg, dove 90 anni fa nella notte del 16-17 luglio, lo Tsar Nicola II la moglie e i loro cinque figli furono uccisi, la principale discendente dello tsar Nicholas II ha detto che "i russi non dovrebbe escludere i benefici di ritorno ad un regime monarchico".

La Granduchessa Maria Vladimirovna ha inoltre detto che "Per quanto riguarda monarchia, è il popolo russo che dovrà decidere se questa opzione è adatta a loro".


YEKATERINBURG, Russia - Russians should not rule out the benefits of returning to a monarchical system, a leading descendant of tsar Nicholas II said on Thursday while marking her ancestor's killing 90 years ago.

"Concerning monarchy, it's for the Russian people to decide themselves if this option suits them," said Grand Duchess Maria Vladimirovna, who on the basis of her ancestral line claims to be Nicholas's heir.

"It gives a nation something eternal they can rely on.... Forgive me, as head of the imperial house I couldn't think otherwise, but it's our people who should choose for themselves," she told reporters.

The duchess was attending commemorations in Yekaterinburg, where Nicholas, his wife and their five children were killed on the night of July 16-17, 1918, sealing the fall of an ancient dynasty and its replacement by the Soviet Union.

Currently resident in Madrid, she said she would like to return to live in Russia but such a decision would have to be supported from within the country.

"It's important that there be the right circumstances, some kind of status.

"The imperial house has to know that the government and all the Russian people really want us to live here and could provide us with some help," said Maria Vladimirovna, who wore a necklace bearing a symbol of the imperial house.

The duchess has been waging a long court battle to get the murdered Romanovs officially "rehabilitated," without which, she believes, they formally retain the Soviet slur of "enemies of the people."

She said that in addition to Nicholas and his immediate family, 17 other Romanovs were murdered by the Bolsheviks, of whom four had been granted official rehabilitation.

The duchess has also campaigned for the names of some geographical features she finds inappropriate to be changed, including a Moscow metro station named after Pyotr Voikov, who helped arrange the last tsar's killing.

The province where Yekaterinburg is located is still named Sverdlovsk after a Bolshevik leader who issued orders for the killing.

khaleejtimes