domenica, settembre 17, 2006
Il Papa ed il silenzio dell'europa e dell'italia
L'Islam "lincia" il Papa, e l'UE ed il governo italiano stanno zitti.
Io sto con Benedetto XVI.
La cosa che sorprende ed indigna è il silenzio dell'Europa e dell'Italia in merito alle parole del Papa.
Evidentemente rinunciare a spendere una parola in difesa del Santo Padre è un segnale di debolezza ed a questo punto c'è da chiederci se all'interno della nostra civiltà ci sono settori molto influenti del fondamentalismo islamico.
La questione non è di chiederci se accettiamo o no le tesi del Papa, perchè a questo punto c'è qualcuno che vuole mettere in discussione il diritto di pensare, il diritto di dissentire e di esistere.
Cara Italia e cara europa, non bastano gli inviti al dialogo interreligioso, ed il rispetto per le culture diverse, per dialogare si deve anche e soprattutto difendere la nostra civiltà, religione, storia e tradizioni.
Messico: crisi repubblicana
Messico: una repubblica, due presidenti, ed un paese diviso in due
crisi politica e quindi della repubblica
I presunti brogli e il riconteggio parziale non sono serviti a cambiare le sorti delle elezioni presidenziali, e la sentenza del Tribunale elettorale messicano aveva stabilito che Calderon vinse per solo lo 0,56% dei voti.
Adesso Obrador, lo sconfitto alle presidenziali del 2 luglio, si e' autoproclamato "presidente".
Il caso messicano dimostra per l'ennesima volta i rischi del sistema repubblicano, e cioè che il presidente non è mai di tutti ma solo di chi lo vota.
Quando poi la differenza dei voti dei contendenti è minimo, il paese è veramente diviso in due e si rischia la guerra civile.
E' sconvolgente il disinteressamento dei media e dei governi mondiali alla vicenda, ma d'altronde la nomenKlatura vuole nascondere i limiti e le contraddizioni della repubblica.
Il Messico è spaccato in due, la lotta tra i partiti per raggiungere il potere dilania il paese, in una repubblica non esiste un capo di stato superpartes e di tutti.
A questo punto : cosa servono le elezioni presidenziali se i risultati possono essere falsati, se non si capisce chi ha vinto e perso, e se lo sconfitto si autoproclama presidente?
Le elezioni presidenziali, invece di unire, spaccano il paese in due e si rischia una guerra civile!
crisi politica e quindi della repubblica
I presunti brogli e il riconteggio parziale non sono serviti a cambiare le sorti delle elezioni presidenziali, e la sentenza del Tribunale elettorale messicano aveva stabilito che Calderon vinse per solo lo 0,56% dei voti.
Adesso Obrador, lo sconfitto alle presidenziali del 2 luglio, si e' autoproclamato "presidente".
Il caso messicano dimostra per l'ennesima volta i rischi del sistema repubblicano, e cioè che il presidente non è mai di tutti ma solo di chi lo vota.
Quando poi la differenza dei voti dei contendenti è minimo, il paese è veramente diviso in due e si rischia la guerra civile.
E' sconvolgente il disinteressamento dei media e dei governi mondiali alla vicenda, ma d'altronde la nomenKlatura vuole nascondere i limiti e le contraddizioni della repubblica.
Il Messico è spaccato in due, la lotta tra i partiti per raggiungere il potere dilania il paese, in una repubblica non esiste un capo di stato superpartes e di tutti.
A questo punto : cosa servono le elezioni presidenziali se i risultati possono essere falsati, se non si capisce chi ha vinto e perso, e se lo sconfitto si autoproclama presidente?
Le elezioni presidenziali, invece di unire, spaccano il paese in due e si rischia una guerra civile!
Messico: Obrador si autoproclama presidente
CITTA' DEL MESSICO - Come era nelle attese, il leader della sinistra messicana uscito sconfitto alle presidenziali del 2 luglio con appena lo 0,56% si e' autoproclamato "presidente legittimo".
Manuel Lopez Obrador ha portato nella piazza dello Zocalo, a citta' del Messico, centinaia di migliaia di sostenitori, che hanno dichiarato "illegittimo" il governo del conservatore Felipe Calderon. Il Paese e' spaccato a meta', dopo la recente vittoria sul filo del rasoio ottenuta dalla destra. (Agr)
sito
corriere della sera
sabato, settembre 16, 2006
Telecom? Un'eredità del sistema repubblicano
Il caso Telecom? Un’eredità del sistema repubblicano, dove i governanti o sono incapaci o pensano solo ai loro interessi e dove non esiste un vero capitalismo.
Non sono un economista, ma da semplice cittadino penso che le privatizzazioni hanno senso solo se ci sono dei vantaggi, e cioè se :
1) lo Stato incassa denaro fresco per evitare di aumentare le tasse
2) le aziende privatizzate entrano a far parte di un regime di mercato
Purtroppo in Italia i vantaggi delle privatizzazioni sono pura teoria, perchè ho l'impressione che lo Stato non ha venduto ma svenduto le sue aziende, specialmente nel campo delle telecomunicazioni, per poi spendere di più per acquistare altre aziende che valevano la metà per non dire un quarto.
Come se non bastasse, i nostri governanti non hanno trovato di meglio che colpirci con altre tasse.
In realtà le privatizzazioni sono servite più agli imprenditori per non correre i rischi della competizione internazionale e per coprire i loro buchi finanziari.
Purtroppo in Italia, le aziende privatizzate continuano a essere condizionate dalla classe politica, che non è quasi mai stata all'altezza dei suoi compiti.
In questa repubblica nulla di nuovo : come prima e peggio di prima.
Telecom: si dimette Tronchetti Provera
Svolta dopo l'annuncio dello scorporo di Tim (confermato) e le polemiche politiche: «Lascio per salvaguardare azienda»
MILANO - Clamorosa svolta al consiglio di amministrazione straordinario di Telecom convocato nella serata di venerdì a Milano. Il presidente Marco Tronchetti Provera si è dimesso. Al suo posto il Cda ha nominato alla presidenza Guido Rossi, attualmente commissario straordinario della Federazione calcio.
corriere della sera
Dopo le clamorose dimissioni del numero uno di Telecom opposizione
all'attacco. Chiti: "Il suo abbandono è una decisione autonoma del cda"
Le reazioni all'addio di Tronchetti
La Cdl: "Vicenda oscura, Prodi riferisca"
Ma oggi il premier aveva già escluso un suo passaggio alla Camere
commentando questa eventualità con un deciso "Ma siamo matti?"
sito
la repubblica
Tronchetti: con voi e Rossi l'azienda sarà più libera, basta persecuzioni
Nessuno dei consiglieri Telecom era informato delle sue intenzioni
Tronchetti al Cda: "Vado via,
vogliono tagliarci le unghie"
Tronchetti al Cda: "Vado via,
vogliono tagliarci le unghie"
Marco Tronchetti Provera
Le ultime parole prima dell'addio: "Qualcuno deve
dimostrare che questo andazzo non può essere tollerato"
sitola repubblica
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