Articoli in evidenza:
Visualizzazione post con etichetta vittorio emanuele. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta vittorio emanuele. Mostra tutti i post

mercoledì, gennaio 10, 2018

VITTORIO EMANUELE I

194° anniversario della scomparsa di Vittorio Emanuele I di Savoia

10 gennaio 2018

Vittorio Emanuele I di Savoia, detto il Tenacissimo è nato a Torino, il 24 luglio 1759, ed è morto a Moncalieri, il 10 gennaio 1824.

Fu re di Sardegna, principe di Piemonte, duca di Savoia e d'Aosta dal 1802 al 1821.

Dopo la restaurazione, nel luglio 1814, Vittorio Emanuele I costituisce il Corpo dei Carabinieri Reali, con le “Regie Patenti” del 1814, che voleva da un lato garantire la sicurezza dei sudditi arrestando malfattori, prevenendo furti e aggressioni, e dall'altro garantire l'ordine costituito individuando focolai di cospirazione.

Il loro nome deriva dall'arma che ogni carabiniere aveva in dotazione: la carabina. I colori del pennacchio (lo scarlatto e il turchino) sono stati scelti il 25 giugno 1833 dal Re Carlo Alberto.



martedì, gennaio 09, 2018

Vittorio Emanuele II

Il Primo Re d'Italia, Vittorio Emanuele II di Savoia, muore al Quirinale di Roma.

9 gennaio 1878

Vittorio Emanuele II di Savoia è nato a Torino il 14 marzo 1820, ed è morto il 9 gennaio 1878, alle ore 14:30, al Quirinale di Roma dopo 28 anni e 9 mesi di regno.

E' stato l'ultimo Re di Sardegna (dal 1849 al 1861) e il primo Re d'Italia (dal 1861 al 1878).
Dal 1849 al 1861 fu Principe di Piemonte, Duca di Savoia e Duca di Genova.

Rispettoso dello Statuto Albertino, Vittorio Emanuele II, insieme al primo ministro Camillo Benso, conte di Cavour, porta a compimento il Risorgimento nazionale e il processo di unificazione italiana.

Per questi avvenimenti Vittorio Emanuele II è proclamato Padre della Patria e sepolto al Pantheon, che da allora è il sepolcreto dei Re e Regine d'Italia.

A lui è dedicato il monumento nazionale del Vittoriano, in Piazza Venezia di Roma.


giovedì, dicembre 28, 2017

Vittorio Emanuele III

Re Vittorio Emanuele III riposa in Italia

28 dicembre 1947

Vittorio Emanuele nasce a Napoli l’11 novembre 1869, figlio di Umberto I Re d'Italia e della Regina Margherita.

Sposa il 24 ottobre 1896 a Roma la Principessa Elena di Montenegro, da cui avrà 5 figli: Iolanda, Mafalda, Giovanna, Maria ed Umberto.

Principe Ereditario fino al 29 luglio 1900 con il titolo di Principe di Napoli.

Diventa improvvisamente Re d'Italia nel 1900, in seguito all'assassinio del padre, e fino al 1946, quando abdicò il 9 maggio 1946 a favore del figlio Umberto II.

Con la regina Elena, parte da Napoli in esilio volontario per raggiungere Alessandria d’Egitto, scegliendo il titolo di Conte di Pollenzo.

Ad Alessandria d'Egitto muore il 28 dicembre 1947, dove è stato sepolto per 70 anni nella chiesa di Santa Caterina.

Il 18 dicembre 2017 le sue spoglie del Re Vittorio Emanuelel II e quelle della Regina Elena sono finalmente rientrate in Italia, e sepolte (temporaneamente) al Santuario di Vicoforte, in provincia di Cuneo.

Quando Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III potra riposare nel Pantheon di Roma ?


domenica, dicembre 17, 2017

Vittorio Emanuele III e Elena in Italia

Il Re Vittorio Emanuele III e la Regina Elena in Italia ma purtroppo non al Pantheon ...

17 dicembre 2017

Le spoglie di Sua Maestà Re Vittorio Emanuele III e di Sua Maestà la Regina Elena sono finalmente rientrate in Italia e sono state poste al Santuario di Vicoforte, in provincia di Cuneo, Piemonte.

E' vero che questo mausoleo è sabaudo - dove già riposa il Duca Carlo Emanuele I di Savoia che, nel 1596, commissionò la costruzione - ma purtroppo non al Pantheon di Roma, il luogo tradizionale di sepoltura dei Sovrani d'Italia, come sempre richiesto dalla Casa di Savoia, dai monarchici e da molti italiani, sin dai tempi di Umberto II.

Ha vinto il diktait del regime della repubblica che non ha permesso la sepoltura dei sovrani italiani ancora in esilio al Pantheon.

Lo scopo del regime repubblicano è quello di togliere Valore della Monarchia e la Memoria dei Sovrani d'Italia - importanti protagonisti e fondamentali per la Storia del Paese.

Comunque , salutiamo il rientro delle spoglie di Sua Maestà Re Vittorio Emanuele III e di Sua Maestà la Regina Elena in Patria, sempre in attesa che siano traslati nel luogo che ancora li aspetta, a Roma.

W Casa Savoia 
W il Regno d'Italia



sabato, novembre 11, 2017

Nascita di Vittorio Emanuele III

Nascita di Vittorio Emanuele III

11 novembre 1869

Vittorio Emanuele III è nato a Napoli, l'11 novembre 1869 ed è morto ad Alessandria d'Egitto, 28 dicembre 1947.
Figlio di Umberto I di Savoia e di Margherita di Savoia, ricevette alla nascita il titolo di principe di Napoli.

Il 24 ottobre del 1896 a Roma, presso il Quirinale, si svolse il matrimonio civile tra il Principe Ereditario Vittorio Emanuele, e Elena, Principessa del Montenegro, seguito da quello religioso cattolico nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri.


La coppia reale ebbe 5 figli : Iolanda, Mafalda, Umberto, Giovanna, Maria

Vittorio Emanuele fu Re d'Italia dal 1900 fino al 9 maggio 1946, quando abdicò in favore del figlio Umberto II, e morì in esilio a Alessandria d'Egitto, il 28 dicembre 1947.

Un Grande Re che agì sempre 
per il bene dell'Italia.

W il Re !



martedì, ottobre 24, 2017

Nozze Vittorio Emanuele - Elena

121° anniversario del matrimonio tra il Principe Vittorio Emanuele di Savoia, Principe di Napoli, e Elena, Principessa del Montenegro

24 ottobre 1896 - 2017

Il 24 ottobre 1896 al Quirinale si svolse il matrimonio civile tra il Principe ereditario Vittorio Emanuele e la la principessa di Montenegro Elena.


La cerimonia religiosa alla Basilica di S. Maria degli Angeli. Dopo l'arrivo del Principe ereditario Vittorio Emanuele nel Montenegro, il fidanzamento ufficiale fu annunciato il 16 agosto 1896.

Lasciato il Montenegro, il 21 ottobre Elena e Vittorio Emanuele sbarcarono a Bari, dove nella basilica di S. Nicola Elena, dopo l'abiura del credo ortodosso, compi l'atto di conversione alla fede cattolica.



giovedì, settembre 07, 2017

Armistizio 8 settembre 1943

Dopo l'armistizio dell'8 settembre il Re Vittorio Emanuele III trasferisce lo Stato da Roma a Brindisi e salva l'Italia!

8 settembre 1943

Con il "trasferimento a Brindisi", una zona sempre italiana e libera dai tedeschi, il Re e il Governo riuscirono a rimanere gli unici interlocutori legittimi per gli anglo-americani e impedirono che l’Italia venisse smembrata, come accadde alla Germania.

La cosiddetta "fuga del Re" è una falsa interpretazione storiografica imposta da chi vuole screditare la Monarchia.


Furono proprio i nazisti e fascisti a sostenere l’accusa rivolta a Vittorio Emanuele III di aver lasciato l’esercito senza ordini alla data dell’armistizio.

Gli ordini c'erano ed erano chiari, e fu la propaganda anti-monarchica ad affermare il contrario, contribuendo tra l’altro a coprire chi non aveva compiuto il proprio dovere.

Inoltre in una Monarchia Costituzionale il Re, pur essendo nominalmente capo delle forze armate, non interviene direttamente nella azione di comando, ma è il Governo che prende le decisioni finali, dopo aver ascoltato il comando delle forze armate sempre affidato alle persone più tecnicamente preparate.
Quindi il Re non poteva avere alcuna responsabilità e se ci fossero state delle colpe queste erano di Badoglio e dei Generali.

Dopo la proclamazione dell’armistizio si sapeva bene che i tedeschi avrebbero subito aggredito l’Italia. Per il patto d’alleanza stipulato il 22 Maggio 1939, l’Italia non poteva attaccare i tedeschi per il solo fatto di aver chiesto un armistizio agli angloamericani, ma si poteva ordinare di attaccare i tedeschi solo se fossero stati i tedeschi ad attaccare per primi gli italiani. Ecco il significato della frase chiave di quel proclama: “le forze armate Italiane reagiranno ad attacchi di qualunque altra provenienza”. Un significato ben chiaro a chiunque, dal Generale al più piccolo soldato.

I partiti che erano per la repubblica, approfittarono del clima di confusione, peraltro inevitabile dopo l'8 settembre, per sbarazzarsi del Re e della Monarchia. Questa propaganda anti-monarchica (la fuga) serviva per convincere molti italiani a votare per la repubblica nel referendum istituzionale.
Se non ci fosse stata questa feroce propaganda contro il Re, colpevole di essere scappato da Roma, la monarchia avrebbe stravinto nel referendum istituzionale e l'Italia sarebbe rimasta un Regno.

Insomma Re Vittorio Emanuele III trasferendo lo Stato da Roma a Brindisi salvò l'Italia, ed ecco alcuni pareri insospettabili di favoritismo monarchico.

- Sergio Romano (Corriere della Sera, 23-06-06): debbo chiedermi cosa sarebbe successo se il Re fosse rimasto nella capitale e fosse caduto, com'era probabile, nelle mani dei tedeschi. Vi sarebbero state nei mesi seguenti un'Italia fascista governata da Mussolini e un'Italia occupata dagli alleati, priva di qualsiasi governo nazionale. La fuga, fra tante sventure, ebbe almeno l'effetto di conservare allo Stato un territorio su cui sventolava la bandiera nazionale. Non è poco.

- Carlo Azeglio Ciampi, allora Presidente della Repubblica: il Re ha salvato la continuità dello stato (il governo italiano colmò l'incombente vuoto istituzionale, imponendosi agli alleati quale unico interlocutore legittimo).

- Lucio Villari (Corriere della Sera, 09-08-2001): Sono, in proposito, assolutamente convinto che fu la salvezza dell'Italia che il Re, il governo e parte dello stato maggiore abbiano evitato di essere afferrati dalla gendarmeria tedesca e che il trasferimento (il termine "fuga" è, com'è noto, di matrice fascista e riscosse e riscuote però grande successo a sinistra) a Brindisi gettò, con il Regno del Sud, il primo seme dello stato democratico e antifascista ed evitò la terra bruciata prevista, come avverrà in Germania, dagli alleati.

Infine non è vero che a Roma non rimase neanche un membro di Casa Savoia Ecco cosa disse in una delle sue memorie il colonnello delle SS Eugen Dollmann: La famiglia reale e Badoglio nel frattempo erano partiti, con somma delusione del cosiddetto gruppo estremista del quartier generale di Kesselring […] Ma non trovarono che il genero del Re, il generale Calvi di Bergolo, il cui sacrificio morale ha un valore che gli italiani non dovrebbero dimenticare. […]

Secondo il maresciallo ed i suoi più intimi collaboratori, la monarchia aveva salvato l'unità d'Italia abbandonando Roma, e salvato Roma lasciandovi un membro di casa Savoia.

Giorgio Carlo Calvi di Bergolo era il marito della principessa Iolanda di Savoia.

mercoledì, maggio 24, 2017

Italia nella 1° Guerra Mondiale

L'Italia entra in Guerra a fianco dell'Intesa e con la Vittoria finale si realizza il compimento del Risorgimento e dell’Unità d’Italia

24 maggio 1915

La Prima Guerra Mondiale, chiamata anche Grande Guerra, è stata indispensabile per la realizzazione del compimento dell’Unità Nazionale, e non solo geografico perché attraverso la Grande Guerra tutti gli italiani si sentirono finalmente uniti, diventando un Popolo.

Questa Vittoria trasformò l'Italia, appena unita, in una vera e propria Nazione, dove tutti gli Italiani, senza distinzione di parte o di origine, si trovarono concordi nell’affrontare i pericoli ed i disagi della guerra.


Si deve anche sottolineare che per la Vittoria fu essenziale la guida di Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III. Per il Regio Esercito il Re era il simbolo vivente della Patria, che si recava al fronte per capire la situazione militare e per sollevare il morale dei soldati.

Purtroppo però il regime della repubblica invece di ricordare con orgoglio quello che rappresenta la Prima Guerra Mondiale, cioè la più grande Vittoria italiana con la quale l'Italia diventa una Patria, la nasconde se non addirittura la presenta come un massacro, solo una "vittoria militare", il primo passo verso il fascismo, eccetera ....

La storia raccontata dalla repubblica è troppo spesso lontana dalla realtà, nel senso che la usa per fare propaganda e per glorificarsi.
In questa assurda logica tutto quello che non le appartiene deve essere dimenticato.
Ecco allora che il Risorgimento e la Vittoria delle Prima Guerra Mondiale, sulle quali si fonda la identità nazionale italiana, profondamente legate alla Monarchia, non sono mai state ben viste dal regime repubblicano.

In questo modo la debolezza e la miseria della repubblica italiana hanno dato eco e forza alle voci anti risorgimentali, ben lontane dalla realtà dei fatti storici, che hanno indebolito il nostro Paese.

Onore al Re Soldato Vittorio Emanuele III !
Onore ai Soldati della Grande Guerra !
Onore ai caduti !


martedì, marzo 14, 2017

Nasce Vittorio Emanuele II

Nascita di Vittorio Emanuele di Savoia, Primo Re d'Italia e Padre della Patria

14 marzo 1820 

Il 14 marzo 1820 nasceva a Torino Vittorio Emanuele di Savoia-Carignano, figlio di Carlo Alberto di Savoia-Carignano e di Maria Teresa d'Asburgo Lorena, futuro primo Re d’Italia.

Fu Principe di Piemonte, Duca di Savoia e Re di Sardegna dal 23 marzo 1849 al 17 marzo 1861.

Quindi fu Re d'Italia dal 17 marzo 1861 al 9 gennaio 1878.

Suo padre Carlo Alberto aveva concesso lo  Statuto Albertino il 4 marzo 1848 e dichiarando guerra all'Austria, aveva aperto il glorioso periodo del Risorgimento Italiano.


Dopo la sconfitta di Novara e l'abdicazione di Carlo Alberto, Re Vittorio Emanuele II, animato da sentimenti patriottici e in difesa delle libertà costituzionali, si oppose alle richieste di Radetzky di abolire lo Statuto Albertino, e per questo gli venne dato l'appellativo di Re galantuomo o Re gentiluomo.

Infine il compimento dell'unificazione italiana gli procurò l'appellativo di Padre della Patria.

Vittorio Emanuele II è morto il 9 gennaio alle ore 14:30 al Quirinale, ed è stato tumulato nel Pantheon di Roma.


A Vittorio Emanuele II lui è dedicato il monumento nazionale del Vittoriano, sito a Roma, in Piazza Venezia.

domenica, febbraio 12, 2017

Vittorio Emanuele Savoia compie 80 anni

Il Principe Vittorio Emanuele di Savoia festeggia il suo 80° compleanno

12 febbraio 2017

Doppio compleanno in famiglia Savoia.

Oltre ad essere il compleanno del Principe di Napoli Vittorio Emanuele, il 12 febbraio è anche il compleanno di sua moglie, Marina Ricolfi Doria, nata a Ginevra, il 12 febbraio 1935.
La coppia ha un figlio, il principe Emanuele Filiberto.



Vittorio Emanuele di Savoia è nato il 12 febbraio 1937 a Napoli, figlio del Re Umberto II e della Regina Maria Josè.

All'abdicazione di Vittorio Emanuele III il 9 maggio 1946, Vittorio Emanuele divenne il principe ereditario, essendo figlio di Re Umberto II.

Auguri di Buon Genetliaco alle Loro Altezze Reali Vittorio Emanuele, Principe di Napoli e Duca di Savoia, e Marina di Savoia.

lunedì, gennaio 09, 2017

Vittorio Emanuele II

Il Primo Re d'Italia, Vittorio Emanuele II di Savoia, muore al Quirinale di Roma.

9 gennaio 1878

Vittorio Emanuele II di Savoia, nato a Torino il 14 marzo 1820, è stato l'ultimo Re di Sardegna (dal 1849 al 1861) e il primo Re d'Italia (dal 1861 al 1878).
Dal 1849 al 1861 fu Principe di Piemonte, Duca di Savoia e Duca di Genova.

Rispettoso dello Statuto Albertino, Vittorio Emanuele II, insieme al primo ministro Camillo Benso, conte di Cavour, porta a compimento il Risorgimento nazionale e il processo di unificazione italiana.

Per questi avvenimenti Vittorio Emanuele II è proclamato Padre della Patria e sepolto al Pantheon, che da allora divenne il sepolcreto dei Re e Regine d'Italia.

A lui è dedicato il monumento nazionale del Vittoriano, in Piazza Venezia di Roma.

mercoledì, dicembre 28, 2016

Vittorio Emanuele III

VIVA RE VITTORIO EMANUELE III

28 dicembre 1947

Vittorio Emanuele nasce a Napoli l’11 novembre 1869, figlio di Umberto I Re d'Italia e della Regina Margherita.

Sposa il 24 ottobre 1896 a Roma la Principessa Elena di Montenegro, da cui avrà 5 figli: Iolanda, Mafalda, Giovanna, Maria ed Umberto.

Principe Ereditario fino al 29 luglio 1900 con il titolo di Principe di Napoli.


Diventa improvvisamente Re d'Italia nel 1900, in seguito all'assassinio del padre, e fino al 1946, quando abdicò il 9 maggio 1946 a favore del figlio Umberto II.

Con la regina Elena, parte da Napoli in esilio volontario per raggiungere Alessandria d’Egitto, scegliendo il titolo di Conte di Pollenzo.

Ad Alessandria d'Egitto muore il 28 dicembre 1947, dove è ancora sepolto dietro l’altare maggiore della chiesa di Santa Caterina.

Quando rientrerà in Italia per riposare finalmente nel Pantheon di Roma?


lunedì, ottobre 24, 2016

Nozze Vittorio Emanuele - Elena

120° anniversario del matrimonio tra il Principe Vittorio Emanuele di Savoia, Principe di Napoli, e Elena, Principessa del Montenegro

24 ottobre 1896

Il 24 ottobre 1896 al Quirinale si svolse il matrimonio civile tra il Principe ereditario Vittorio Emanuele e la la principessa di Montenegro Elena.
La cerimonia religiosa alla Basilica di S. Maria degli Angeli.


Dopo l'arrivo del Principe ereditario Vittorio Emanuele nel Montenegro, il fidanzamento ufficiale fu annunciato il 16 agosto 1896.

Lasciato il Montenegro, il 21 ottobre Elena e Vittorio Emanuele sbarcarono a Bari, dove nella basilica di S. Nicola Elena, dopo l'abiura del credo ortodosso, compi l'atto di conversione alla fede cattolica.

lunedì, marzo 14, 2016

Nasce Vittorio Emanuele II

Nascita di Vittorio Emanuele di Savoia, Primo Re d'Italia e Padre della Patria

14 marzo 1820

Il 14 marzo 1820 nasceva a Torino Vittorio Emanuele di Savoia-Carignano, figlio di Carlo Alberto di Savoia-Carignano e di Maria Teresa d'Asburgo Lorena, futuro primo Re d’Italia.
Fu Principe di Piemonte, Duca di Savoia e Re di Sardegna dal 23 marzo 1849 al 17 marzo 1861.

Quindi fu Re d'Italia dal 17 marzo 1861 al 9 gennaio 1878.


Suo padre Carlo Alberto aveva concesso la costituzione il 4 marzo 1848 (Statuto Albertino) e dichiarato guerra all'Austria, aprendo così il glorioso periodo del Risorgimento Italiano.

Dopo la sconfitta di Novara e l'abdicazione di Carlo Alberto, Re Vittorio Emanuele II, animato da sentimenti patriottici e in difesa delle libertà costituzionali, si oppose alle richieste di Radetzky di abolire lo Statuto Albertino, e per questo gli venne dato l'appellativo di Re galantuomo o Re gentiluomo,

Infine il compimento dell'unificazione italiana gli procurò l'appellativo di Padre della Patria.

Vittorio Emanuele II è morto il 9 gennaio alle ore 14:30 al Quirinale, ed è stato tumulato nel Pantheon di Roma.

A Vittorio Emanuele II lui è dedicato il monumento nazionale del Vittoriano, sito a Roma, in Piazza Venezia.


venerdì, ottobre 23, 2015

Vittorio Emanuele sposa Elena

Il Principe Vittorio Emanuele di Savoia, Principe di Napoli, sposa Elena, Principessa del Montenegro.

24 ottobre 1896

Il 24 ottobre 1896 al Quirinale si svolse il matrimonio civile tra il Principe ereditario Vittorio Emanuele e la la principessa di Montenegro Elena.
La cerimonia religiosa alla Basilica di S. Maria degli Angeli.




Dopo l'arrivo del Principe ereditario Vittorio Emanuele nel Montenegro, il fidanzamento ufficiale fu annunciato il 16 agosto 1896.

Lasciato il Montenegro, il 21 ottobre Elena e Vittorio Emanuele sbarcarono a Bari, dove nella basilica di S. Nicola Elena, dopo l'abiura del credo ortodosso, compi l'atto di conversione alla fede cattolica.


martedì, settembre 08, 2015

Armistizio 8 settembre 1943

Dopo l'armistizio dell'8 settembre il Re Vittorio Emanuele III, per evitare che l’Italia cadesse in balia dei tedeschi / angloamericani e per assicurare la continuità alle istituzioni italiane legittime, trasferisce lo Stato da Roma a Brindisi e salva l'Italia! 

8 settembre 1943

La Puglia era una zona sempre italiana e libera dai tedeschi e quindi con il "trasferimento a Brindisi" il Re e il Governo italiano riuscirono a rimanere gli unici interlocutori legittimi per gli anglo-americani e impedirono che l’Italia venisse smembrata.

Un aspetto molto importante è che questo trasferimento più tardi permise all'Italia di sottoscrivere un trattato di pace che, per quanto severo e doloroso, permise di salvare il riconoscimento dell’Italia come nazione, a differenza di quanto accadde a Germania e Giappone (la prima divisa in due e controllata delle forze militari alleate, il secondo controllato dagli USA fino al 1952)


La cosiddetta "fuga del Re" è una falsa interpretazione storiografica imposta da chi vuole screditare la Monarchia.

Per quanto riguarda l’accusa rivolta a Vittorio Emanuele III di aver lasciato l’esercito senza ordini alla data dell’armistizio, oltre che essere sbagliata, si deve tener conto che furono proprio i nazisti e fascisti a sostenere questa accusa.
Gli ordini c'erano ed erano chiari. Fu la propaganda anti-monarchica che affermò il contrario, contribuendo tra l’altro a coprire chi non aveva compiuto il proprio dovere.

Inoltre in una Monarchia Costituzionale il Re, pur essendo nominalmente capo delle forze armate, non interviene direttamente nell’azione di comando, ma è il Governo che prende le decisioni finali, dopo aver ascoltato il comando delle forze armate sempre affidato alle persone più tecnicamente preparate.
Quindi il Re non poteva avere alcuna responsabilità e se ci fossero state delle colpe queste erano di Badoglio e dei Generali.

Dopo la proclamazione dell’armistizio si sapeva bene che i tedeschi avrebbero subito aggredito l’Italia.
Per il patto d’alleanza stipulato il 22 Maggio 1939, l’Italia non poteva attaccare i tedeschi per il solo fatto di aver chiesto un armistizio agli angloamericani, ma si poteva ordinare di attaccare i tedeschi solo se fossero stati i tedeschi ad attaccare per primi gli italiani.
Ecco il significato della frase chiave di quel proclama: “le forze armate Italiane reagiranno ad attacchi di qualunque altra provenienza”. Un significato ben chiaro a chiunque, dal Generale al più piccolo soldato.

La storia imposta dal regime repubblicano sugli eventi del'8 settembre è chiara: molti partiti, che erano per la repubblica, approfittarono del clima di confusione, peraltro inevitabile, di quel momento per sbarazzarsi del Re e della Monarchia. 
Questa propaganda anti-monarchica serviva per convincere molti italiani a votare per la repubblica nel referendum istituzionale.
Se non ci fosse stata questa feroce propaganda contro il Re, colpevole di essere scappato da Roma, la monarchia avrebbe stravinto nel referendum istituzionale e l'Italia sarebbe rimasta un Regno.

Insomma Re Vittorio Emanuele III trasferendo lo Stato da Roma a Brindisi salvò l'Italia, ed ecco alcuni pareri insospettabili di favoritismo monarchico.

- Sergio Romano (Corriere della Sera, 23-06-06): debbo chiedermi cosa sarebbe successo se il Re fosse rimasto nella capitale e fosse caduto, com'era probabile, nelle mani dei tedeschi. Vi sarebbero state nei mesi seguenti un'Italia fascista governata da Mussolini e un'Italia occupata dagli alleati, priva di qualsiasi governo nazionale. La fuga, fra tante sventure, ebbe almeno l'effetto di conservare allo Stato un territorio su cui sventolava la bandiera nazionale. Non è poco.

- Carlo Azeglio Ciampi, allora Presidente della Repubblica: il Re ha salvato la continuità dello stato (il governo italiano colmò l'incombente vuoto istituzionale, imponendosi agli alleati quale unico interlocutore legittimo).

- Lucio Villari (Corriere della Sera, 09-08-2001): Sono, in proposito, assolutamente convinto che fu la salvezza dell'Italia che il Re, il governo e parte dello stato maggiore abbiano evitato di essere afferrati dalla gendarmeria tedesca e che il trasferimento (il termine "fuga" è, com'è noto, di matrice fascista e riscosse e riscuote però grande successo a sinistra) a Brindisi gettò, con il Regno del Sud, il primo seme dello stato democratico e antifascista ed evitò la terra bruciata prevista, come avverrà in Germania, dagli alleati.

Infine non è vero che a Roma non rimase neanche un membro di Casa Savoia Ecco cosa disse in una delle sue memorie il colonnello delle SS Eugen Dollmann: La famiglia reale e Badoglio nel frattempo erano partiti, con somma delusione del cosiddetto gruppo estremista del quartier generale di Kesselring […] Ma non trovarono che il genero del Re, il generale Calvi di Bergolo, il cui sacrificio morale ha un valore che gl'italiani non dovrebbero dimenticare. […] 

Secondo il maresciallo ed i suoi più intimi collaboratori, la monarchia aveva salvato l'unità d'Italia abbandonando Roma, e salvato Roma lasciandovi un membro di casa Savoia.
Giorgio Carlo Calvi di Bergolo era il marito della principessa Iolanda di Savoia.

domenica, maggio 24, 2015

Italia nella Prima Guerra Mondiale

Dopo 41 mesi di aspra guerra la Vittoria finale : si realizza il compimento del Risorgimento e dell’Unità d’Italia

24 maggio 1915

La Prima Guerra Mondiale, chiamata anche Grande Guerra, è stato un punto indispensabile per costituire l’identità italiana.

Non è un caso che si usa l’appellativo di «Grande Guerra». Il termine Grande non solo ci ricorda il numero degli italiani che vi si immolarono, ma soprattutto significa la realizzazione del compimento dell’Unità Nazionale, e non solo geografico perché attraverso la Grande Guerra tutti gli italiani si sentirono finalmente uniti, diventando un solo Popolo.

Questa Vittoria trasformò l'Italia, appena unita, in una vera e propria Nazione, dove tutti gli Italiani, senza distinzione di parte o di origine, si trovarono concordi nell’affrontare i pericoli ed i disagi della guerra.

Inoltre si deve ricordare che per la Vittoria fu essenziale la guida di Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III.
Per il Regio Esercito il Re era il simbolo vivente della Patria, che si recava al fronte per capire la situazione militare e per sollevare il morale dei soldati.

Purtroppo però il regime della repubblica invece di ricordare con orgoglio quello che rappresenta la Prima Guerra Mondiale, cioè la più grande Vittoria italiana con la quale l'Italia diventa una Patria, compie il grave errore di presentarla come un massacro, la considera una "vittoria militare", il primo passo verso il fascismo, eccetera ....

La storia raccontata dalla repubblica è lontana dalla realtà, nel senso che la usa per fare propaganda e per glorificarsi. In questa assurda logica tutto quello che non le appartiene - se non altro per questione di tempo - deve essere dimenticato altrimenti deve essere criticato.
Addirittura il Risorgimento e la Vittoria delle Prima Guerra Mondiale, sulle quali si fonda la identità nazionale italiana, essendo profondamente legate alla Monarchia, non sono mai state ben viste dal regime repubblicano, il quale appunto le ha sempre criticate.

In questo modo la debolezza e la miseria della repubblica italiana hanno dato eco e forza alle voci anti risorgimentali, ben lontane dalla realtà dei fatti storici, che hanno indebolito il nostro Paese.

Onore al Re Soldato Vittorio Emanuele III !
Onore ai Soldati della Grande Guerra !
Onore ai caduti !

domenica, marzo 15, 2015

Re Vittorio Emanuele II

Nel Palazzo Carignano di Torino nasceva Vittorio Emanuele di Savoia-Carignano futuro primo Re d’Italia, col nome di Vittorio Emanuele II.

14 marzo 1820

Nel Palazzo Carignano di Torino c'è una targa sulla sommità della facciata che ricorda che vi nacque Vittorio Emanuele II.


Fu Principe di Piemonte, Duca di Savoia e Re di Sardegna dal 23 marzo 1849 al 17 marzo 1861.
Quindi fu Re d'Italia dal 17 marzo 1861 al 9 gennaio 1878.
Dal 1849 al 1861 fu inoltre Principe di Piemonte, Duca di Savoia e Duca di Genova. 

Il compimento dell'unificazione italiana gli procurò l'appellativo di Padre della Patria.
A lui è dedicato il monumento nazionale del Vittoriano, sito a Roma in piazza Venezia.




venerdì, gennaio 09, 2015

Vittorio Emanuele II

Il 9 gennaio del 1878 si spegneva a Roma nel palazzo del Quirinale Vittorio Emanuele II (il Primo Re d'Italia).

Vittorio Emanuele II di Savoia, nato a Torino il 14 marzo 1820, è stato l'ultimo Re di Sardegna (dal 1849 al 1861) e il primo Re d'Italia (dal 1861 al 1878).
Dal 1849 al 1861 fu Principe di Piemonte, Duca di Savoia e Duca di Genova.


Rispettoso dello Statuto Albertino, Vittorio Emanuele II, insieme al primo ministro Camillo Benso, conte di Cavour, portò a compimento il Risorgimento nazionale e il processo di unificazione italiana.

Per questi avvenimenti Vittorio Emanuele II fu proclamato Padre della Patria e sepolto al Pantheon che da allora divenne il sepolcreto dei Re d'Italia.

A lui è dedicato il monumento nazionale del Vittoriano, sito a Roma, in Piazza Venezia.




domenica, dicembre 28, 2014

Vittorio Emanuele III

Re Vittorio Emanuele III muore in esilio ad Alessandria d’Egitto, dove è sepolto.

Quando rientrerà in Italia per riposare finalmente nel Pantheon di Roma?

28 dicembre 1947

VIVA RE VITTORIO EMANUELE III


Vittorio Emanuele nasce a Napoli l’11 novembre 1869, figlio di Umberto I Re d'Italia e della Regina Margherita. Sposa il 24 ottobre 1896 a Roma la Principessa Elena di Montenegro, da cui avrà 5 figli: Iolanda, Mafalda, Giovanna, Maria ed Umberto. Principe Ereditario fino al 29 luglio 1900 con il titolo di Principe di Napoli.

Diventa improvvisamente Re d'Italia nel 1900, in seguito all'assassinio del padre, e fino al 1946, quando abdicò il 9 maggio 1946 a favore del figlio Umberto II.
Con la consorte parte da Napoli in esilio volontario ad Alessandria d’Egitto, scegliendo il titolo di Conte di Pollenzo.

Ad Alessandria d'Egitto muore il 28 dicembre 1947, dove è sepolto provvisoriamente dietro l’altare maggiore della chiesa di Santa Caterina, in attesa di rientrare in Italia per riposare nel Pantheon di Roma.