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giovedì, dicembre 31, 2020

Ricordiamo Miotto censurato dal regime

10 anni dopo ricordiamo Matteo Miotto morto in Afghanistan

31 dicembre 2020

Mi sono sempre opposto alla repubblica italiana, un sistema che fin dall'inizio ha dimostrato di avere nel suo DNA elementi anti democratici e contrari alla Storia e alla Tradizioni del nostro Paese.

In seguito la repubblica italiana è diventata, sempre di più, una oligarchia piena di privilegi, ma non pensavo che, per far piacere al regime repubblicano, i massmedia potessero addirittura ritoccare la foto di un soldato caduto in Afghanistan.


Il Caporal Maggiore degli Alpini Matteo Miotto - morto tragicamente il 31 dicembre 2010, colpito da un cecchino durante uno scontro a fuoco nell'avamposto "Snow" di Buji, nel distretto di Gulistan, provincia di Farah, in Afghanistan - aveva mostrato il Tricolore del Regno d'Italia, con le firme di amici e il nome del paese di origine, "Thiene", sul mezzo militare sul quale lui operava.

Ebbene in un clima da regime, la maggior parte dei giornali e televisioni hanno diffuso la fotografia epurata dello stemma sabaudo.

Per quello che sono riuscito a trovare nel web, la fotografia originale è stata pubblicata nella galleria di foto del Corriere della Sera e nella prima pagina del quotidiano “L’Arena” (poi riproposta a pagina 3 della stessa “Arena” in versione ritoccata....).

I mezzi di informazione nazionali, quasi esclusivamente ai piedi del regime repubblicano, hanno diffuso la fotografia epurata dello scudo sabaudo, dove è ben visibile il lavoro di bianchetto (fatto molto male) sul simbolo.

Nessun giornale ha chiesto scusa per l'errore compiuto...

Evidentemente si giunge a compiere un atto così violento e indifendibile solo se esiste una potente regia mediatica che sistematicamente vuole censurare la monarchia e i monarchici.

Per rispettare i monarchici e difendere la libertà di Stampa, invito tutti ad esprimere il loro sdegno per un sistema che, per perpetrare se stessa, non rispetta neanche un giovane soldato caduto mentre svolge il proprio lavoro.

Il Blog Monarchico si stringe attorno alla Famiglia del giovane Miotto che ha dato tutto per la nostra Patria.

Si parla di riappacificazione nazionale, ma intanto il regime si rifiuta di seppellire le salme dei Sovrani Italiani nel Pantheon di Roma ed assistiamo alla brutale cancellazione dello Stemma Sabaudo nella foto di un giovane alpino morto.

La repubblichetta ha paura della Storia e della Monarchia ...

Onore a Miotto!

W la Monarchia!

W la Patria !

W l'Italia !

venerdì, ottobre 16, 2020

Regina Maria Antonietta

La Regina Maria Antonietta uccisa 227 anni fa dalla repubblica del Terrore

16 ottobre 1793

Dopo  227 anni ricordiamo la uccisione della Regina Maria-Antonietta, che ancor oggi suscita interesse e interrogativi tanto che alla volte è considerata martire, traditrice, madre esemplare, adolescente perduta.

La rivoluzione francese è il germe della instabilità patologica delle repubbliche, del declino della società moderna e atto fondatore del moderno totalitarismo.

Maria Antonia d’Asburgo-Lorena nacque a Vienna il 2 novembre 1755, divenne regina di Francia e di Navarra il 10 maggio 1774, dopo aver sposato Luigi XVI.

La Regina Maria Antonietta fu processata dal Tribunale Rivoluzionario il 14 ottobre 1793 ed uccisa a Parigi il 16 ottobre 1793. Al processo con calunnie e falsità fu addirittura accusata di aver abusato sessualmente del proprio figlio. In realtà l'esito del processo era già stato deciso dal Comitato di Salute Pubblico e la regina Maria Antonietta fu dichiarata colpevole di tradimento nel primo mattino del 16 ottobre, dopo due giorni di lavori.

Tornata nella sua cella, compose una lettera consegnata alla sua cognata Madame Elisabetta, nella quale afferma la sua coscienza, la sua fede cattolica e i suoi sentimenti per i suoi figli. Alcuni passi del testamento morale della Regina Maria Antonietta :

"....Muoio nella religione cattolica, apostolica e romana, in quella dei miei padri, in quella in cui sono stata educata e che ho sempre professata; nessuna consolazione spirituale avendo da attendere, ignorando se qui esistano ancora preti di questa religione, senza contare che il luogo ove io sono li esporrebbe troppo se vi entrassero anche una volta soltanto. Chiedo sinceramente perdono a Dio di tutte le colpe che ho potuto commettere da che sono al mondo; spero che, nella sua bontà, vorrà benignamente accogliere gli estremi miei voti, così come quelli che ho fatto da gran tempo ormai perché voglia ricevere la mia anima nella sua grande misericordia e nella sua bontà. Chiedo perdono a tutti coloro che conosco....."

Il 16 ottobre 1793 con le mani legate dietro la schiena, attraversa le strade di Parigi su un carretta, sale i gradini che portano alla ghigliottina, e giunta alla Place de la Révolution (oggi de la Concorde), rifiuta di farsi aiutare a scendere dal carro e sale i gradini con coraggio e serenità. Al patibolo inavvertitamente calpesta il piede del boia e cortesemente dice "Mi scusi". Si inginocchia per un istante e pronuncia una preghiera a metà udibile, poi alzandosi e guardando verso le torri del Tempio : "Saluto, ancora una volta, i miei figli. Vado a ricongiungermi con vostro padre."

Il boia Sanson afferra la testa della regina per i capelli per brandirla alla folla gridando:"Viva la repubblica".

Improvvisamente, nessuno più urla, basta insulti. Allo spettacolo pietoso la folla in silenzio si disperde in fretta....

Il corpo regale, una volta famoso per la bellezza e lo splendore, viene buttato sul prato del cimitero della Madeleine, con la testa tra le gambe, e sepolta più tardi.



giovedì, giugno 11, 2020

Strage di via Medina a Napoli

La strage di via Medina a Napoli : la polizia ausiliaria uccide monarchici, oltre 150 feriti.

11 giugno 1946

74 anni anni fa la brutale repressione anti monarchica avvenuta in via medina di Napoli, quando 9 giovani monarchici furono uccidi dagli ausiliari di pubblica sicurezza, voluti dal Ministro dell'Interno Romita. 

Il 10 giugno la Corte di Cassazione ufficializza il risultato del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 ma non proclama la repubblica in attesa di esaminare le numerose contestazioni.
La repubblica non è MAI stata proclamata!

Il governo De Gasperi cerca un accordo con il Re Umberto II per avviare il trapasso dei poteri, ma la Corona rifiuta, in attesa che sia fatto chiarezza sui risultati del referendum. 
Non solo le contestazioni non furono esaminate ma le schede furono cancellate ...

A questo punto i monarchici protestano, ed a Napoli davanti alla sede del PCI, in via Medina, accanto alla bandiera rossa con falce e martello, è esposta una strana bandiera tricolore, con l’effigie di una testa di donna turrita nel campo bianco al posto dello stemma sabaudo.
Per Napoli, che ha votato per l’80% la Monarchia, è una provocazione.

In via Medina scoppia una violenta battaglia, risolta dalle mitragliatrici della polizia ausiliaria (repubblicani) che spara sui dimostranti: sul terreno restano diversi morti e decine di feriti, tutti monarchici.
Due giorni dopo Umberto II lascia l'Italia per evitare una guerra civile...

La storiografia repubblicana non ricorda questo eccidio che, in questo modo, continua ad uccidere quei giovani italiani, colpevoli solo di manifestare apertamente e pacificamente i loro ideali e la contrarietà all'esito falsificato del referendum istituzionale.

Ricordiamo i giovani morti in via Medina, uccisi per essere rimasti fedeli al Re ed alla Patria.

Non dimentichiamo questi valorosi monarchici : Ida Cavalieri (19 anni), Vincenzo Di Guida (20 anni), Gaetano D'Alessandro (16 anni), Mario Fioretti (21 anni), Michele Pappalardo (22 anni), Francesco D'Azzo (21 anni), Guido Beninato, Felice Chirico, Carlo Russo (14 anni).

martedì, giugno 02, 2020

2 giugno festa dei brogli

Con i brogli il 2 giugno è diventata festa della repubblica !

2 giugno

Massimo Caprara ricorda quello che disse Palmiro Togliatti sul referendum Monarchia repubblica (Lui era il suo segretario) : 
"Quando un parto non esce bene bisogna aiutarla"

Il parto era la nascita della repubblica e gli aiuti sono stati i brogli dei risultati e la decisione (illegittima) di non ricontrollare le schede. 

Togliatti aveva ordinato di distruggere le schede, e quindi non era possibile fare la verifica .....

Se la repubblica è nata così

viva la Monarchia !



lunedì, giugno 01, 2020

2 giugno data funesta per l'Italia

Altro che festa, il 2 giugno porta lutti e sciagure in Italia :
  • Il Referendum istituzionale Monarchia - repubblica divide gli italiani ed apre la strada verso la decadenza dell'Italia (2 giugno 1946)
  • morte di Giuseppe Garibaldi (2 giugno 1882)


Referendum Monarchia repubblica

Intanto molti italiani non poterono votare (i cittadini della Venezia Giulia, della Dalmazia, dell’Alto Adige ed i numerosi soldati ancora all'estero).
Inoltre il 4 giugno il vantaggio della Monarchia appariva inattaccabile, ma improvvisamente la situazione si capovolse a favore della repubblica, con l'arrivo di una valanga di voti di dubbia provenienza....
Senza verificare la regolarità dei voti, tra il 12 e 13 giugno 1946 il Governo "in spregio alle leggi ed al potere indipendente e sovrano della Magistratura" (come disse Re Umberto II nel suo ultimo proclama) prese il potere, nominando De Gasperi capo provvisorio dello Stato.
Per evitare una guerra civile Re Umberto II decise di partire per l'esilio in Portogallo in quello stesso giorno.
Il 16 giugno 1946 la Corte di Cassazione si limita a leggere i risultati del referendum trasmessi dal Ministro degli Interni Romita senza dire qual'era il numero dei votanti.
Inoltre le schede scrutinate furono distrutte, per cui non si poté dar seguito agli accertamenti sui ricorsi per brogli e alterazioni dei verbali di seggio.
La repubblica non è mai stata proclamata !
Concluso il periodo di ricostruzione dopo la guerra, la repubblica porta verso il declino l'Italia.


Morte di Garibaldi
         In Italia Giuseppe Garibaldi partecipa al Risorgimento, combatte a fianco della Monarchia per             realizzare l'Unità Nazionale.
        La famosa frase di Garibaldi "Obbedisco" divenne motto del Risorgimento italiano e                  simbolo della disciplina e dedizione di Garibaldi alla Monarchia italiana.
        Giuseppe Garibaldi muore il 2 giugno 1882, all'età di quasi 75 anni.

lunedì, maggio 04, 2020

159 anni dell'Esercito Italiano

159° Anniversario dell'Esercito Italiano

4 maggio 1861 - 2020

Celebrando il 159° Anniversario dell'Esercito Italiano rendiamo omaggio alle Forze Armate e ricordiamo tutti i soldati caduti nell'adempimento del dovere.

L'Esercito Italiano è la più antica delle tre Forze Armate italiane, assieme alla Marina Militare, all'Aeronautica Militare ed all'Arma dei Carabinieri elevata a rango di Forza Armata, tutte dipendenti dal Capo di Stato Maggiore della Difesa ed inserite nel Ministero della Difesa.


Conclusa la seconda guerra di indipendenza, alla fine del 1859, Re Vittorio Emanuele II capì che l'esercito del Regno di Sardegna non era sufficiente ad assolvere i complessi compiti che invece avrebbe dovuto affrontare il nuovo esercito a base nazionale.

Nel 1861, anno dell'Unità d'Italia, nacque il Regio Esercito Italiano, il nome che assunse per decreto l'Armata Sarda unificata con molti altri eserciti operativi prima dell'Unità d'Italia; questo avvenne il 4 maggio 1861, con decreto (nota n. 76 del 4 maggio 1861) firmato dal ministro Manfredo Fanti.

Il 4 maggio 1861 un provvedimento del Ministro della Guerra Manfredo Fanti decretava la fine dell'Armata Sarda e la nascita dell'Esercito Italiano.
Vista la legge in data 17 marzo 1861, colla quale S.M. ha assunto il titolo di Re d'Italia, il sottoscritto rende noto a tutte le Autorità, Corpi ed Uffici militari che d'ora in poi il Regio Esercito dovrà prendere il nome di Esercito Italiano, rimanendo abolita l'antica denominazione di Armata Sarda.
Firmato Manfredo FANTI, Ministro della Guerra.

Ma la storia del nostro Esercito ha radici molto più lontane.
Nel 1659, il duca Carlo Emanuele II di Savoia, volendo disporre di militari addestrati e pronti all'impiego, creò cinque nuovi reggimenti interamente piemontesi: il reggimento "Piemonte", il "Savoia", il "Monferrato", il "Saluzzo" e quello delle "Guardie".


sabato, maggio 02, 2020

1° maggio senza lavoro

Festa del primo maggio senza lavoro ...

1 maggio 2017

La repubblica italiana si fonda sul lavoro, come è scritto nell'articolo 1 della Costituzione, ma moltissimi italiani hanno perso il lavoro, la disoccupazione aumenta, e trovare lavoro è sempre più difficile.

In questa repubblica anche la “Festa del Lavoro” è diventata una presa in giro.

Se una repubblica, che si "fonda sul lavoro", non è in grado di tutelare la occupazione, non è forse la dimostrazione del suo totale fallimento ?


sabato, aprile 25, 2020

25 aprile propaganda o liberazione ?

La Liberazione : propaganda politica per 'repubblicanizzare' l'Italia

25 aprile

La recente Storia italiana è stata sempre manipolata dalla repubblica per dare lustro a se stessa, ed un chiaro esempio è la Liberazione.
Infatti per imporre "il suo 25 aprile" il regime repubblicano ha cancellato i fatti e le persone che potevano impedire di "repubblicanizzare" il Paese e ha politicizzato a sua vantaggio tutto quello che avvenne dopo il 1943.

Una frangia consistente (ma non maggioritaria) dei partigiani, formata per lo più da comunisti, hanno utilizzato la liberazione per imporre le loro idee politiche, compreso quello di denigrare Casa Savoia ed di spingere molti italiani a votare per la repubblica nel referendum istituzionale del 1946.

Se la liberazione non fosse stata nella mani dei comunisti, la Monarchia avrebbe stravinto, visto che senza i brogli la monarchia ha vinto lo stesso ...

La Liberazione, invece di essere la festa di tutti gli italiani, è diventata propaganda politica, ed ecco che le sue celebrazioni provocano sempre retoriche, polemiche, e contrapposizioni politiche.

Senza dubbio ci furono delle persone che contribuirono a liberare il nostro Paese, perdendo anche la loro vita, ma gli italiani che davvero liberarono l'Italia furono i soldati del Regio Esercito, fedeli al Re.
Nelle manifestazioni del 25 aprile non si è mai ricordato Edgardo Sogno, il leggendario Comandante Franchi e capo delle formazioni monarchico liberali - nonché Eroe della Resistenza e Medaglia d'oro al Valor Militare - e sopratutto il Corpo Italiano di Liberazione, un vero e proprio Corpo d'Armata ....

Quindi festeggiamo la Liberazione, ma non questo "25 aprile", che è strumento politico per repubblicanizzare l'Italia e dividere gli italiani.


lunedì, febbraio 10, 2020

10 Febbraio ricordo delle Foibe

10 febbraio : ricordiamo le foibe e l'esodo degli italiani che vivevano in Istria e in Dalmazia

PURTROPPO  QUESTI  ITALIANI
FURONO  ABBANDONATI 
DALLA  REPUBBLICA  ITALIANA  !!!


Solo dopo quasi 60 anni da quei drammatici eventi, (Legge n. 92 del 30 marzo 2004) la repubblica italiana ha istituito questa ricorrenza.

Il comportamento della repubblica nei confronti degli italiani che vivevano in Istria e Dalmazia è stato vergognoso, che invece di difendere le migliaia di italiani istriani e dalmati li abbandonò preferendo tenersi buoni i rapporti con i comunisti.

Per il PCI il comunismo era un valore superiore a quello di Patria e di Nazione, e collaborarono con il governo jugoslavo fino ad appoggiare le pretese di Tito sulla Venezia Giulia.
Invece di chiedere scusa agli italiani e di aprire una discussione il regime repubblicano ha dato ordine alla "scuola" di nascondere questa tragedia, tanto che nei libri scolastici non compare la drammatica tragedia degli istriani.

Molti italiani furono costretti a lasciare le loro case, altri addirittura furono uccisi dai partigiani comunisti di Tito, o gettati (molti ancora vivi) nelle foibe dove trovarono la morte dopo una lunga agonia tra atroci sofferenze.

A Trieste la "Liberazione" coincise con l'arrivo delle truppe partigiane e comuniste del maresciallo Tito, che per 40 giorni imperversarono a Trieste torturando, uccidendo e deportando migliaia di cittadini, colpevoli solo di essere italiani o anticomunisti.


sabato, febbraio 01, 2020

Regicidio in Portogallo

Il Re Carlo I del Portogallo e il principe ereditario Luigi Filippo, uccisi dai repubblicani.

1 febbraio 1908

A Lisbona (Portogallo) un gruppo di repubblicani con un agguato, uccisero a fucilate il Re Carlo I e il principe Luigi Filippo, duca di Braganza, erede al trono.


Mentre la Famiglia Reale faceva ritorno dal Palazzo di Vila Viçosa a Lisbona. due repubblicani, Alfredo Costa e Manuel Buiça, spararono colpendo a morte il Re Carlo I e suo figlio, il Principe Ereditario Luigi Filippo, che morì poco dopo, oltre a ferire al braccio l'infante Manuel, mentre la Regina rimase miracolosamente illesa. 

La morte del re Carlo (figlio di Maria Pia di Savoia) e del principe causarono indignazione in tutta Europa.

La Monarchia riuscì a resistere per altri 33 mesi (Re Manuele II), poi la repubblica si impose, causando una ulteriore escalation della violenza e corruzione nella vita pubblica del paese.

Dopo la prima repubblica, violenta e sanguinaria, è arrivata la 2° repubblica (la dittatura Salazar), e quindi l'attuale 3° repubblica fallita e corrotta...

I portoghesi, consapevoli del fallimento della repubblica, continuano ad avere amore e rispetto per la Monarchia.








martedì, gennaio 21, 2020

Luigi XVI repubblica del terrore

227 anniversario della uccisione di Luigi XVI Re di Francia durante la rivoluzione della repubblica francese 

21 gennaio 1793

La repubblica del terrore

Luigi XVI Re di Francia fu ucciso dai repubblicani, il 21 gennaio 1793 in Piazza della Rivoluzione, a Parigi.

Per questi violenti rivoluzionari la figura del Re era imbarazzante e decisero di eliminarlo, basta ricordare una frase espressa da Saint Just durante l'iniquo processo al Re Luigi XVI : "Non vogliamo giudicare il Re, vogliamo ammazzarlo".


Prima di essere ucciso il Re disse ai francesi : "Muoio innocente di tutti i crimini che mi sono imputati. Perdono i responsabili della mia morte e prego Dio che il sangue che state per versare non ricada mai sulla Francia".

In seguito Papa Pio VI elevò il Re Luigi XVI a martire (Enciclica Quare lacrymae), poiché la sua morte fu una conseguenza del furore satanico e anti-cattolico della Rivoluzione.

La rivoluzione francese ci ha portato verso la decadenza nella quale viviamo, che ha forte analogie col comunismo, ambedue ideologia che hanno partorito stati totalitari che controllano il popolo con il terrore, uccidono le famiglie regnanti, attacchi contro la religione, ... la ghigliottina e il Gulag i loro strumenti.

Lenin considerava il bolscevico come il perfetto giacobino : «La ghigliottina non era che uno spauracchio che spezzava la resistenza attiva. Questo non basta. Noi non dobbiamo solo spaventare i capitalisti, cioè far loro dimenticare l’idea di una resistenza attiva contro di esso. Noi dobbiamo spezzare anche la loro resistenza passiva».

Infine ricordiamo cose disse l'intellettuale Balzac : "il giorno in cui abbiamo tagliato la testa del re è come se avessimo tagliato la testa di tutti i padri di famiglia".

Raymond Poincaré :"la morte di Luigi XVI è stato un suicidio collettivo".

martedì, dicembre 31, 2019

Tricolore Sabaudo di Miotto censurato dal regime

9 anni dopo ricordiamo l’alpino Matteo Miotto morto in Afghanistan

31 dicembre 2019

Mi sono sempre opposto alla repubblica italiana, un sistema che fin dall'inizio ha dimostrato di avere nel suo DNA elementi anti democratici e contrari alla Storia e alla Tradizioni del nostro Paese.
In seguito la repubblica italiana è diventata, sempre di più, una oligarchia piena di privilegi, ma non pensavo che, per far piacere al regime repubblicano, i massmedia potessero addirittura ritoccare la foto di un soldato caduto in Afghanistan.

Il Caporal Maggiore degli Alpini Matteo Miotto - morto tragicamente il 31 dicembre 2010, colpito da un cecchino durante uno scontro a fuoco nell'avamposto "Snow" di Buji, nel distretto di Gulistan, provincia di Farah, in Afghanistan - aveva mostrato il Tricolore del Regno d'Italia, con le firme di amici e il nome del paese di origine, "Thiene", sul mezzo militare sul quale lui operava.
Ebbene in un clima da regime, la maggior parte dei giornali e televisioni hanno diffuso la fotografia epurata dello stemma sabaudo.


Per quello che sono riuscito a trovare nel web, la fotografia originale è stata pubblicata nella galleria di foto del Corriere della Sera e nella prima pagina del quotidiano “L’Arena” (poi riproposta a pagina 3 della stessa “Arena” in versione ritoccata....).

I mezzi di informazione nazionali, quasi esclusivamente ai piedi del regime repubblicano, hanno diffuso la fotografia epurata dello scudo sabaudo, dove è ben visibile il lavoro di bianchetto (fatto molto male) sul simbolo.

Nessun giornale ha chiesto scusa per l'errore compiuto...

Evidentemente si giunge a compiere un atto così violento e indifendibile solo se esiste una potente regia mediatica che sistematicamente vuole censurare la monarchia e i monarchici.

Per rispettare i monarchici e difendere la libertà di Stampa, invito tutti ad esprimere il loro sdegno per un sistema che, per perpetrare se stessa, non rispetta neanche un giovane soldato caduto mentre svolge il proprio lavoro.

Il Blog Monarchico si stringe attorno alla Famiglia del giovane Miotto che ha dato tutto per la nostra Patria.

Si parla di riappacificazione nazionale, ma intanto il regime si rifiuta di seppellire le salme dei Sovrani Italiani nel Pantheon di Roma ed assistiamo alla brutale cancellazione dello Stemma Sabaudo nella foto di un giovane alpino morto.

La repubblichetta ha paura della Storia e della Monarchia ...

Onore a Miotto!
W la Monarchia!
W la Patria !
W l'Italia !

martedì, ottobre 22, 2019

Regina Elena torna in Romania

La Regina Elena di Romania è tornata in Patria 

18 ottobre 2019

La Regina Elena di Romania è tornata in Patria, e adesso riposerà nella nuova cattedrale arcivescovile e reale presso la corte di Argeş, accanto a suo figlio, il re Michele I.

La bara della Regina Elena è arrivata all'aeroporto internazionale di Otopeni il 18 ottobre accolta da Margherita, Custode della corona rumena, e dal resto della famiglia reale rumena, il principe Radu, le principesse Sofia e Maria e da alti funzionari del Governo.

La sepoltura si è svolta il giorno successivo.

La regina Elena di Romania conosceva molto bene il suo paese, che visitava costantemente, svolgendo numerose attività di beneficenza, aprendo ospedali per le persone povere e scuole in diverse città, e salvò migliaia di ebrei dallo sterminio dei nazisti e si oppose alla occupazione sovietica.
Dopo il colpo di stato dei comunisti fu costretta in esilio, accanto a suo figlio nel gennaio del 1948,
e visse a Firenze (Italia) e in Svizzera,  dove morì a Losanna  il 29 novembre 1982.

La regina Elena parlava sei lingue: greco, francese, inglese, rumeno, tedesco e italiano.

Mentre la repubblica rumena rende omaggio ai sovrani del Paese, la repubblica italiana continua a tenere i nostri Reali in terra straniera e non nel Pantheon, dove è giusto che siano sepolti. 
Vergognati repubblica d'Italia !!!


 VIDEO

giovedì, ottobre 17, 2019

Regina Maria Antonietta

A Parigi la Mostra Regina Maria Antonietta uccisa 226 anni fa dalla "repubblica del Terrore"

16 ottobre 1793

La rivoluzione francese è il germe della instabilità patologica delle repubbliche, del declino della società moderna e atto fondatore del moderno totalitarismo.

Ma oggi dopo  226 anni della sua uccisione, a Parigi si apre la mostra "Regina Maria-Antonietta, metamorfosi di immagini" che con immagine mostra i diversi lati della sovrana.

In effetti la regina Maria Antonietta è un personaggio storico la cui immagine è stata rivista, corretta, rielaborata nel corso dei secoli: martire, traditrice, madre esemplare, adolescente perduta, ed ancora oggi la Regina Maria Antonietta suscita interrogativi al punto da essere diventata una vera icona.

Questa mostra sarà aperta al pubblico fino al 26 gennaio 2020 nel Conciergerie, il magnifico palazzo parigino sulle rive della Senna, che ospitava anticamente le prigioni reali, dove la Regina Maria Antonietta visse in cella prima della sua morte.


Maria Antonia d’Asburgo-Lorena nacque a Vienna il 2 novembre 1755, divenne regina di Francia e di Navarra il 10 maggio 1774, dopo aver sposato Luigi XVI.

La Regina Maria Antonietta fu processata dal Tribunale Rivoluzionario il 14 ottobre 1793 ed uccisa a Parigi il 16 ottobre 1793. Questo processo è memorabile per le calunnie e le falsità recitate.

La Regina fu addirittura accusata di aver abusato sessualmente del proprio figlio. L'esito del processo era già stato deciso dal Comitato di Salute Pubblico e la regina fu dichiarata colpevole di tradimento nel primo mattino del 16 ottobre, dopo due giorni di lavori.

Tornata nella sua cella, compose una lettera consegnata alla sua cognata Madame Elisabetta, nella quale afferma la sua coscienza, la sua fede cattolica e i suoi sentimenti per i suoi figli. Alcuni passi del testamento morale della Regina Maria Antonietta :
"....Muoio nella religione cattolica, apostolica e romana, in quella dei miei padri, in quella in cui sono stata educata e che ho sempre professata; nessuna consolazione spirituale avendo da attendere, ignorando se qui esistano ancora preti di questa religione, senza contare che il luogo ove io sono li esporrebbe troppo se vi entrassero anche una volta soltanto. Chiedo sinceramente perdono a Dio di tutte le colpe che ho potuto commettere da che sono al mondo; spero che, nella sua bontà, vorrà benignamente accogliere gli estremi miei voti, così come quelli che ho fatto da gran tempo ormai perché voglia ricevere la mia anima nella sua grande misericordia e nella sua bontà. Chiedo perdono a tutti coloro che conosco....."

Il 16 ottobre 1793 con le mani legate dietro la schiena, attraversa le strade di Parigi su un carretta, sale i gradini che portano alla ghigliottina. Giunta alla Place de la Révolution (oggi de la Concorde), rifiuta di farsi aiutare a scendere dal carro e sale i gradini con coraggio e serenità. Giunta al patibolo inavvertitamente calpesta il piede del boia: "Mi scusi," dice, cortesemente. Si inginocchia per un istante e pronuncia una preghiera a metà udibile, poi alzandosi e guardando verso le torri del Tempio, "Saluto, ancora una volta, i miei figli", dice. "Vado a ricongiungermi con vostro padre."

Il boia Sanson afferra la testa della regina per i capelli per brandirla alla folla gridando:"Viva la repubblica".
Improvvisamente, nessuno più urla, basta insulti. Allo spettacolo pietoso la folla in silenzio si disperde in fretta....
Il corpo regale, una volta famoso per la bellezza e lo splendore, viene buttato sul prato del cimitero della Madeleine, con la testa tra le gambe, e sepolta più tardi.



mercoledì, luglio 17, 2019

Eccidio della Famiglia Imperiale Russa

101° anniversario dell'eccidio della famiglia Imperiale Russa

17 luglio 1919

Ricordiamo l’orribile sterminio della Famiglia Imperiale Russa, martire della rivoluzione comunista.

Nella notte del 17 luglio 1918 a Ekaterinburg i rivoluzionari bolscevichi trucidarono barbaramente e con inaudita ferocia lo Zar Nicola II, la Zarina Alessandra, lo Zarevic Alessio, le Granduchesse Olga, Tatiana, Maria, Anastasia e tre membri della servitù, Anna Demidova, Trupp, Kharitonov ed il medico militare, Dott. Botkin.


Ricordiamo le parole dello Zar Nicola II: “Sono fermamente, assolutamente convinto che il destino della Russia - il Mio e quello della mia Famiglia - sono nelle mani di Dio, che mi ha voluto qui. Qualsiasi cosa accada mi inchinerò alla Sua volontà, cosciente di non aver altro pensiero che di servire il paese che Egli mi ha affidato”.

Il 20 luglio viene pubblicato a Ekaterinburg il decreto dell’eseguita esecuzione:
“Decreto del Comitato esecutivo del Soviet degli Urali dei deputati operai, contadini e dell’Armata Rossa. Avendo notizia che bande cecoslovacche minacciano Ekaterinburg, capitale rossa degli Urali, e considerando che il boia coronato, qualora si desse alla latitanza, potrebbe sottrarsi al giudizio del popolo, il Comitato esecutivo, dando corso alla volontà del popolo, ha decretato di procedere all’esecuzione dell’ex zar Nikolaj Romanov, colpevole di innumerevoli crimini sanguinosi.”

La differenza tra le due dichiarazione è abissale. In quella dello Zar Nicola, amore per la Patria e per Dio. In quella dei comunisti russi, odio e sangue.


Nel 1990 i corpi furono ritrovati, ed identificati con l'esame del DNA. Non furono però ritrovati i resti dello zarevič Aleksej e della Granduchessa Anastasia, probabilmente bruciati dopo l'esecuzione.

Il 16 luglio 1998 la famiglia imperiale fu inumata con esequie di Stato nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo, di fianco alle tombe degli altri Romanov.

Nel 2000 la Chiesa Ortodossa Russa ha canonizzato i sette membri della famiglia imperiale russa e dichiarati Martiri.

martedì, giugno 11, 2019

Strage di via Medina a Napoli

La strage di via Medina a Napoli : la polizia ausiliaria apre il fuoco contro i monarchici, numerosi morti e oltre 150 feriti.

11 giugno 1946

73 anni anni fa la brutale repressione anti monarchica avvenuta in via medina di Napoli, quando sotto il fuoco dei mitra degli ausiliari di pubblica sicurezza (Ministro dell'Interno era Romita) morirono 9 giovani monarchici e causò un centinaio di feriti : Ida Cavalieri (19 anni), Vincenzo Di Guida (20 anni), Gaetano D'Alessandro (16 anni), Mario Fioretti (21 anni), Michele Pappalardo (22 anni), Francesco D'Azzo (21 anni), Guido Beninato, Felice Chirico, Carlo Russo (14 anni).

Il 10 giugno la Corte di Cassazione ufficializza il risultato del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 ma non proclama la repubblica in attesa di esaminare le numerose contestazioni.
La repubblica non è MAI stata proclamata!

Il governo De Gasperi cerca un accordo con il Re Umberto II per avviare il trapasso dei poteri, ma la Corona rifiuta, in attesa che sia fatto chiarezza sui risultati del referendum. Non solo le contestazioni non furono esaminate, le schede furono cancellate ...

A questo punto nel Sud i monarchici protestano, ed a Napoli davanti alla sede del PCI, in via Medina, accanto alla bandiera rossa con falce e martello, è esposta una strana bandiera tricolore, con l’effigie di una testa di donna turrita nel campo bianco al posto dello stemma sabaudo.
Per Napoli, che ha votato per l’80% la Monarchia, è una vera e propria provocazione.

In via Medina scoppia una violenta battaglia, risolta dalle mitragliatrici della polizia ausiliaria (repubblicani) che spara sui dimostranti: sul terreno restano diversi morti e decine di feriti, tutti monarchici.
Due giorni dopo Umberto II lascia l'Italia per evitare una guerra civile...

La storiografia repubblicana non ricorda questo eccidio che, in questo modo, continua ad uccidere quei giovani italiani, colpevoli solo di manifestare apertamente e pacificamente i loro ideali e la contrarietà all'esito falsificato del referendum istituzionale.

Ricordiamo i giovani morti in via Medina, uccisi per essere rimasti fedeli al Re ed alla Patria.
Non dimentichiamo questi valorosi monarchici !









domenica, giugno 02, 2019

2 giugno festa dei brogli

Festa della repubblica
Festa dei brogli !

2 giugno

Massimo Caprara ricorda quello che disse Palmiro Togliatti sul referendum Monarchia repubblica (Lui era il suo segretario) : 


"Quando un parto non esce bene bisogna aiutarla"

Il parto era la nascita della repubblica, ed evidentemente gli aiuti sono stati i brogli dei risultati e la decisione (illegittima) di non ricontrollare le schede. 
Togliatti aveva ordinato di distruggere le schede, e quindi non era possibile fare la verifica .....




Doodle del Regno d'Italia

Il doodle del 2 giugno 2019 del Monarchico !

2 giugno 2019

Per commemorare feste , eventi, e personaggi storici di rilievo nella homepage do Goggle compare il suo logo modificato, chiamato doodle.

Se i risultati del referendum Monarchia repubblica del 1946 non fossero stati falsificati, l'Italia sarebbe ancora un Regno ed ecco come Google festeggerebbe il 2 giugno 2019.




W il Regno d'Italia!

2 giugno lutti e sciagure in Italia

Altro che festa, il 2 giugno porta lutti e sciagure in Italia :
  • morte di Giuseppe Garibaldi (2 giugno 1882)
  • Il Referendum istituzionale Monarchia - repubblica che divise gli italiani ed apre la strada verso la decadenza dell'Italia (2 giugno 1946)



Morte di Garibaldi
         In Italia Giuseppe Garibaldi partecipa al Risorgimento, combatte a fianco della Monarchia per             realizzare l'Unità Nazionale.
        La famosa frase di Garibaldi "Obbedisco" divenne motto del Risorgimento italiano e                  simbolo della disciplina e dedizione di Garibaldi alla Monarchia italiana.
        Giuseppe Garibaldi muore il 2 giugno 1882, all'età di quasi 75 anni.



Referendum Monarchia repubblica

  • Intanto molti italiani non poterono votare (i cittadini della Venezia Giulia, della Dalmazia, dell’Alto Adige ed i numerosi soldati ancora all'estero).
  • Inoltre il 4 giugno il vantaggio della Monarchia appariva inattaccabile, ma improvvisamente la situazione si capovolse a favore della repubblica, con l'arrivo di una valanga di voti di dubbia provenienza....
  • Senza verificare la regolarità dei voti, tra il 12 e 13 giugno 1946 il Governo "in spregio alle leggi ed al potere indipendente e sovrano della Magistratura" (come disse Re Umberto II nel suo ultimo proclama) prese il potere, nominando De Gasperi capo provvisorio dello Stato.
  • Per evitare una guerra civile Re Umberto II decise di partire per l'esilio in Portogallo in quello stesso giorno.
  • Il 16 giugno 1946 la Corte di Cassazione si limita a leggere i risultati del referendum trasmessi dal Ministro degli Interni Romita senza dire qual'era il numero dei votanti.
  • Inoltre le schede scrutinate furono distrutte, per cui non si poté dar seguito agli accertamenti sui ricorsi per brogli e alterazioni dei verbali di seggio.
  • La repubblica non è mai stata proclamata !

Concluso il periodo di ricostruzione dopo la guerra, il regime repubblicano porta verso il declino la nostra amata Italia.


domenica, febbraio 10, 2019

10 Febbraio ricordo delle Foibe

Il 10 febbraio per ricordare le foibe e l'esodo degli italiani, che vivevano in Istria e in Dalmazia

MA  RICORDIAMO ANCHE 
CHE QUEGLI  ITALIANI  FURONO
ABBANDONATI DALLA REPUBBLICA ITALIANA


Solo dopo quasi 60 anni da quei drammatici eventi, (Legge n. 92 del 30 marzo 2004) la repubblica italiana ha istituito questa ricorrenza.

Il comportamento della repubblica nei confronti degli italiani che vivevano in Istria e Dalmazia è stato vergognoso, che invece di difendere le migliaia di italiani istriani e dalmati li abbandonò preferendo tenersi buoni i rapporti con i comunisti.
Per il PCI il comunismo era un valore superiore a quello di Patria e di Nazione, e collaborarono con il governo jugoslavo fino ad appoggiare le pretese di Tito sulla Venezia Giulia.

Invece di chiedere scusa agli italiani e di aprire una discussione il regime repubblicano ha dato ordine alla "scuola" di nascondere questa tragedia, tanto che nei libri scolastici non compare la drammatica tragedia degli istriani.

Molti italiani furono costretti a lasciare le loro case, altri addirittura furono uccisi dai partigiani comunisti di Tito, o gettati (molti ancora vivi) nelle foibe dove trovarono la morte dopo una lunga agonia tra atroci sofferenze.

A Trieste la "Liberazione" coincise con l'arrivo delle truppe partigiane e comuniste del maresciallo Tito, che per 40 giorni imperversarono a Trieste torturando, uccidendo e deportando migliaia di cittadini, colpevoli solo di essere italiani o anticomunisti.