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lunedì, luglio 16, 2007

Famiglia Reale della Russia



Una preghiera per i componenti della Famiglia Reale della Russia, martiri della rivoluzione comunista.

Nella notte tra il 16 e 17 luglio 1918 ad Ekaterinburg, i bolscevichi uccidono lo Zar di Russia Nicola II, la Zarina Alessandra d'Assia , i cinque figli, Olga, Tatiana, Maria, Anastasia, Alessio, e tre membri della servitù, la dama di compagnia Anna Demidova, il servo Trupp, il cuoco Kharitonov e il suo medico militare Dott. Botkin.

Nel 1990 i corpi furono ritrovati, ed identificati con l'esame del DNA. Non furono però ritrovati i resti dello zarevič Aleksej e della Granduchessa Anastasia, probabilmente bruciati dopo l'esecuzione.

Il 16 luglio 1998 la famiglia imperiale fu inumata con esequie di Stato nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo, di fianco alle tombe degli altri Romanov.

Nel 2000 la Chiesa Ortodossa Russa ha canonizzato i sette membri della famiglia imperiale russa insieme ad altri 850 martiri della rivoluzione bolscevica: lo zar Nicola II, la zarina Alessandra, il figlio Alessio e le altre 4 figlie.

venerdì, luglio 13, 2007

Aumenta la povertà

Secondo un’indagine Eurispes, tra il 2001 e il 2005 c’è stata una perdita del potere di acquisto delle retribuzioni del 20,4 % per gli impiegati, del 12,1 per i dirigenti e del 14,1 per gli operai.
Aumentano le persone che si rivolgono agli usurai per mantenere lo stesso tenore di vita di un tempo.
Sono circa 2.500.000 i nuclei familiari a rischio povertà, l'11% delle famiglie totali, ben 8 milioni di persone.
Oltre il 50% delle famiglie italiane, inoltre, dispone di un reddito mensile inferiore a 1.900 euro.

Inoltre c'è la sindrome da 'terza settimana' perchè la Famiglia è già al verde alla terza settimana.
Infatti il 51% delle famiglie, entrati nella terza decade del mese, riesce a far quadrare il proprio bilancio solo con pesanti sacrifici, e un 17%che fa addirittura i proverbiali salti mortali. Solo il 24% non ha alcun problema, mentre il 24% dichiara di tirare un po’ la cinghia nella quarta settimana.
Aumenta la povertà definita dall'Eurispes in 'giacca e cravatta', quella che colpisce i ceti medi in difficoltà.

Insomma è sempre più concreto il rischio di povertà per le famiglie italiane.

Di fronte a questa situazione sociale drammatica lo stato repubblicano fa ben poco per i cittadini, anzi le tasse aumentano ed i servizi peggiorano.
Se la tendenza continua così, il ceto medio imploderà fino a sparire per diventare un nuovo livello di povertà.

Da un lato c'è la casta della repubblica (politici, funzionari, manager, amici degli amici ....) e dall'altra i poveri italiani.

Pensioni, i poveri in giacca e cravatta

ROMA - Sette milioni di anziani che percepiscono pensioni di 500 euro al mese, giovani precari che passano da un lavoro all'altro, ma soprattutto un esercito di due milioni e mezzo di poveri "in giacca e cravatta" che fino a ieri erano considerati privilegiati, il cosiddetto ceto medio che oggi, già alla terza settimana dallo stipendio, si ritrova a dover contare il centesimo per arrivare a fine mese. 5.100.000 i nuclei familiari (15 milioni di individui) già indigenti o a rischio povertà: il 23% degli Italiani che arranca e si indebita, descritto nello studio dell'Eurispes "Problemi di famiglia", in collaborazione con Federcasalinghe, presentato stamattina a Roma.

- LA SOCIETA' DEI TRE TERZI: un terzo di Italiani appare assolutamente garantito, un terzo vive in decisa indigenza economica e l'altro terzo è rappresentato dalla fascia del ceto medio in condizioni di instabilità e precarietà. Tra loro i working poors, soggetti "normali" che si ritrovano poveri per riduzioni dello stipendio, che non riescono ad arrivare a fine mese, che passano la notte nei dormitori pubblici perché non hanno una casa, che in giacca e cravata mangiano alla Caritas durante l'ora di pausa per il pranzo. Tra il 2001 e il 2005, è stata calcolata una perdita del potere d'acquisto delle retribuzioni del 20,4% per gli impiegati; 14,1% per gli operai; 12,1% per i dirigenti; 8,3% per i quadri.

- AUMENTANO I DEBITI E IL RISCHIO USURA PER IL CETO MEDIO: Mutui, prestiti e pagamenti a rate hanno fatto lievitare l'indebitamento delle famiglie italiane del 9,8% tra il 2005 e il 2006. Sono i mutui, però, ad assorbire il 56,5% dell'indebitamento complessivo pari a più di 430 miliardi di euro. Napoli, Roma, Milano e Torino le città in cui l'acquisto della casa grava sulle spalle dei cittadini in misura maggiore. Sono sempre di più le persone che si rivolgono agli usurai, anche per mantenere lo stesso tenore di vita di un tempo. E' Napoli la città maggiormente esposta al rischio, Bolzano la più virtuosa.

- LE TASSE E GLI ITALIANI : E' il 66,3% della popolazione ad affermare che bisogna pagare le tasse per avere migliori servizi pubblici. Tuttavia, il 53,4% non le paga volentieri perché crede poco nella capacità dello Stato di gestire le risorse (30,8%). Più fiducioso, il 40,2%, crede che lo Stato sia in grado di farlo. Un'eventuale riduzione delle tasse, dovrebbe riguardare, per il 67,7%, prima di tutto le classi più povere.

- QUANTO COSTA UN FIGLIO E DOVE RISPARMIARE : Una coppia con prole spende mediamente il 3,5% in più (quasi 3.000 euro con un figlio, 3.2000 con due) rispetto a chi non ne ha (2.860 euro). Il primo risparmio per gli Italiani è ridurre le spese per i regali (39,9% abbastanza, 23,1% molto) e acquistare in saldo (40,8% e 23,6%). Inoltre il 56,3% si serve per i prodotti alimentari molto o abbastanza frequentemente ai discount dove la merce, anche se non di marca, costa meno.

- POLITICHE FAMILIARI : Solo l'1,1% del Pil italiano è destinato alla spesa pubblica per la famiglia e l'infanzia, a fronte di una media europea (UE a 15) del 2,4%. Non va meglio per le politiche abitative: in termini di Pil il valore è prossimo allo zero, appena lo 0,06%. L'Italia spende poco anche per il sostegno alla disoccupazione: 2% contro la media europea di oltre il 6% ma di più per gli anziani ai quali è destinato il 50% della spesa pubblica sociale.

ansa

mercoledì, luglio 11, 2007

La casta dei deputati ed ex deputati

A quanto pare Montecitorio è costretta a versare ai deputati non più eletti 132.450.000 euro, una spesa in crescita dovuto al progressivo incremento del numero degli aventi diritto all’assegno vitalizio che, dal 2001 al 2006, è aumentato del 33 per cento.

Inoltre dalla relazione del Collegio dei Questori della Camera si evince che la Camera spende di più dei Parlamenti di Francia, Germania e Gran Bretagna.

Queste cifre sono sconcertante che offendono gli italiani.

La casta repubblicana colpisca ancora ...

Camera: Spesa per ex deputati, 42,5% in più del 2001

La relazione del Collegio dei Questori della Camera alla commissione Affari Costituzionali mette ulteriormente a nudo i costi del palazzo.

Ma ciò che sorprende non sono tanto le spese relative a questa legislatura quanto le cifre che Montecitorio è costretta a versare per gli ex deputati. I deputati non più rieletti — si spiega nel testo che fa parte dell’indagine conoscitiva sui costi della politica — costano alla Camera 132.450.000 euro, “un andamento costantemente crescente dovuto al progressivo incremento del numero degli aventi diritto all’assegno vitalizio che, dal 2001 al 2006, è aumentato del 33 per cento”.

— COSTI DEI VIAGGI PER EX DEPUTATI: I numeri sono chiari: “I viaggi degli ex deputati costano sempre di più alla Camera.
Nel 2006 Montecitorio ha speso 2.788.861,73 euro per gli spostamenti dei deputati cessati dal mandato, con un incremento rispetto al 2001 del 42,5 per cento circa”.

— DIFFERENZE CON GLI ALTRI PARLAMENTI: Dalla relazione poi si evincono altri dati: la Camera spende di più dei Parlamenti di Francia, Germania e Gran Bretagna. La media annua di spesa corrente della Camera dei deputati è di 634.482.231,74, quella del Bundestag è di 500.191.623,60 euro, quella dell’Assemblee Nationale di 481.591.224,33, quella della Camera dei Comuni di 421.224.979,43.

— AUTO BLU E AFFITTI IMMOBILI: Nel testo, oltre ad altri dati (la Camera dei deputati dispone di 22 autoblu e 22 veicoli di servizio, tutti senza sirena o lampeggiante che rappresentano lo 0,2% dell’autoparco dello Stato), ci sono anche i propositi: “La Camera — rilevano i questori — intende tagliare drasticamente le spese per l’affitto di immobili per uffici in dodici palazzi nel cuore del centro storico di Roma che si aggiungono ai dieci palazzi di cui è proprietaria”.

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