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venerdì, novembre 21, 2008

RAI e partitocrazia

L'elezione del nuovo presidente della vigilanza della RAI è uno spettacolo grottesco, una telenovelas che sembra non avere fine.
Il senatore del PD Villari è divenuto il politico più importante del paese ma è assurdo che il parlamento, le istituzioni, i partiti siano tutti bloccati da una elezione che è avvenuta in maniera regolare.

Invece di accettare con serenità il nuovo presidente, è un fatto grave che le istituzioni ed i partiti lo attaccano e lo minacciano.
Insomma le istituzioni si stanno screditando da sole.

Il caso Villari, abbandonato dai partiti e dalle istituzioni, dimostra che la repubblica italiana è uno stato dove la democrazia è solo un opzional, un paese dove le regole servono solo se conviene a chi è al potere.

Non si salva nessuno.
Villari ha il grave torto di avere annunciato di dimettersi se si fosse trovato un altro politico e non lo fa.
La sinistra ha compiuto gravi errori ed il PD, sconfitto e colpito da uno psicodramma interno, non sa più cosa fare.
La maggioranza ha forse fatto le mosse giuste, ma adesso non è in grado di mettere a posto le cose
Anche i presidenti del Senato e Camera hanno abbandonato il presidente della vigilanza della RAI

Rimane il silenzio del quirinale, perchè?
Secondo me invece napolitano, che ha il compito principale di garantire il funzionamento delle istituzioni, dovrebbe difendere il nuovo presidente della vigilanza della RAI, che è stato eletto regolarmente.
Ricordo che l'Art. 67 della costituzione recita : Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.

Quindi se vale l'assunto costituzionale, i partiti ed i presidenti del senato e camera, chiedendo a Villari di dimettersi, sono andati contro i principi della Costituzione.

Altrimenti significa che in questa repubblica i parlamentari devono fare solo quello che dicono i vertici del partito.
In realtà è proprio così, sono i partiti che comandano, i parlamentari sono solo pedine dei partiti.

Ha ragione Pannella quando afferma :
Le pressioni dei partiti su Villari per farlo dimettere dalla presidenza della commissione di Vigilanza sulla Rai sono "un comportamento eversivo" che rischia di mettere in difficoltà il presidente della repubblica napolitano.pannella

Inoltre Pannella spiega :
Nessuno può continuare nei confronti di Villari a violare il codice penale come hanno fatto tutti i leader politici da questo punto di vista, l’articolo 289 del codice penale dice che turbare lo svolgimento delle attività delle istituzioni pubbliche e di cariche istituzionali è reato e sicuramente minacce gli sono state rivolte pubblicamente.
Lui (Villari) ha reagito con dignità e fermezza, non ha accettato di obbedire a degli ordini di stampo delittuoso e anticostituzionale e ha detto ‘non mi dimetto’ perché sarebbe stato indecoroso che un presidente regolarmente eletto accettasse per viltà partitocratica di farlo. Vogliamo evitare che si torni indietro ad una situazione di nuovo fuori legge e latitante del Parlamento. Gli atti perentoriamente dovuti da sei mesi vanno fatti rapidamente
.
radicali

Inoltre c'è un valido motivo per difendere Villari.
Infatti visto che lui non è ben visto dai partiti allora significa che Villari forse è proprio la persona adatta per vigilare la RAI.

mercoledì, novembre 19, 2008

Ricordo della Regina Margherita



1851 - 20 novembre - 2008

Nasce a Torino
MARGHERITA DI SAVOIA-GENOVA
PRINCIPESSA REALE DI SAVOIA
Torino, 20 novembre 1851 - Bordighera (IM), 4 gennaio 1926

REGINA D’ITALIA DAL 9 GENNAIO 1878

REGINA MADRE DAL 29 LUGLIO 1900

martedì, novembre 18, 2008

Ricordo di Mafalda di Savoia


1902 - 19 novembre - 2008
Principessa Reale Di Savoia, Langravia D’Assia

Mafalda di Savoia (Roma, 19 novembre 1902 - campo di concentramento di Buchenwald, 27 agosto 1944) , secondogenita di Re Vittorio Emanuele III e della Regina Elena di Savoia.

Si sposò a Racconigi il 23 settembre 1925 con il nobile prussiano, Landgrave Philipp von Hesse.
Con un tranello Hitler riuscì ad arrestarla, e fu deportata al lager di Buchenwald, dove venne rinchiusa nella baracca n. 15 sotto falso nome (frau von Weber).
Durante la permanenza nel lager ebbe parole di conforto per tutti e spesso regalava il suo misero pasto ad altri internati più bisognosi di lei.
Spirò il 27 agosto 1944, dopo inaudite sofferenze. Il suo corpo, grazie al prete boemo del campo, padre Tyl, non venne cremato, ma messo in una bara di legno e seppellito in una fossa senza nome. Solo un numero: 262 eine enberkannte fraue (donna sconosciuta).
In seguito alcuni italiani come lei rinchiusi in campi di concentramento nazisti, non appena liberi seppero trovare fra mille la sua tomba anonima e si tassarono fra loro per apporvi la lapide che l’identificava.
Le ultime parole della Principessa, prima di andare in coma, furono:
Italiani io muoio, ricordatemi non come una principessa ma come una sorella italiana


La principessa Mafalda riposa ora nel piccolo cimitero degli Assia nel castello di Kronberg in Taunus (Francoforte sul Meno).