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mercoledì, settembre 24, 2008

Scandalo dei semafori truccati


Gli italiani sanno bene che la tassazione è eccessiva, che i servizi forniti spesso sono insufficienti e che il rapporto costi/ricavi non è favorevole visto che nonostante l’alta tassazione i servizi rimangono ad essere scadenti.
A questa situazione gia difficile da sopportare, ogni tanto si scoprano altri soprusi, l’ultimo è quello a danno degli automobilisti, infatti alcuni comuni (ma lo scandalo si sta allargando in tutto il paese) hanno truccato i semafori per migliorare i propri bilanci.

Oltre che sperare che i responsabili di questa associazione a delinquere - politici, imprenditori , vigili ...– vadano incontro alle punizioni previste, io mi chiedo perché si è creata questa situazione.
Evidentemente se molti comuni dimenticano di essere al servizio dei cittadini, se c’è un’affannata ricerca da parte delle amministrazioni locali di recuperare denaro si conclude che siamo vicini al fallimento finanziario (e non solo ..) dello stato.

Inoltre la situazione sociale-economica-politica è profondamente diversa dal passato, la repubblica non può più aumentare ulteriormente la tassazione (già a livelli alti), c’è una crisi finanziaria mondiale in corso, molti italiani si trovano in difficoltà economiche, il globalismo impone l’Italia a competere con altri Stati più forti ed efficienti, ci sono delle regole internazionali da rispettare, ecc.....
Ecco allora che per mantenere il potere, per difendere i privilegi adesso le istituzioni sfruttano il popolo addirittura con i semafori.
Ma questo non è un caso isolato!
In questa stessa logica ci sono gli autovelox posizionati e nascosti dappertutto, il pagamento dei parcheggi nelle zone blu, ormai allargate a macchia d’olio in tutta la città, insomma, come si suol dire, si sta grattando sul fondo del barile.

Si rimane davvero sgomenti e sconcertati vedere che le nuove tecnologie servono per assicurare denari ai Comuni anziché garantire la sicurezza stradale, a quanto pare le multe per l’inosservanza della segnaletica sono la quinta entrata per le casse dei Comuni, da qualche parte ho letto che gli automobilisti spendono in multe più di 1 miliardo di euro l’anno nei soli capoluoghi.
Evidentemente i bilanci dei comuni sono in rosso e le multe sono proventi importanti per le istituzioni locali che servono anche per perpetuare un sistema abnorme e clientelare.

Non si deve dimenticare che quello che avviene a livello locale succede anche a livello centrale.
A livello centrale ci sono i privilegi parlamentari, i costi top secret ed altissimi del Quirinale, ... a livello locale i Comuni alzano le tasse (ICI) e truccano i semafori ...
Infatti la repubblica italiana è diventata un sistema oligarchico suddiviso in caste – dei politici, sindacati, imprenditori, magistrati, intellettuali – che sfruttano il povero popolo per perpetua il controllo del potere.
E' il sistema repubblicano nella sua globalità che non funziona, si è ormai perso il buon senso ed il bene comune della nazione e quindi è inevitabile la degenerazione generale.

Lo scandalo dei semafori truccati riscontrato in tanti Comuni mi fa riflettere sul federalismo.
Dal punto di vista teorico il federalismo può avere dei fattori positivi, ma temo che quando si inserisce il federalismo in uno stato oligarchico suddiviso in caste il risultato finale sarà quello di avere un aumento dei privilegi e delle tasse.

Alcuni links:
blogosfera
larepubblica
asca
ilgiornale

domenica, settembre 21, 2008

Fallimento Alitalia e della repubblica


Dopo l’assenso della Uil, Cisl e Ugl ed il mancato accordo con la Cgil ed i piloti, la Cai ha ritirato l’offerta e quindi l’Alitalia è sull’orlo del fallimento.
Il giocattolo Alitalia si è rotto a pezzi e forse non poteva che finire così, visto che era strattonato dalle caste che pullulano in questa repubblica, quella dei politici dei sindacali e degli imprenditori.
Ieri si è imposto il ricatto della casta dei piloti e la prepotenza Cgil, sindacato a servizio della sinistra, un partito piuttosto che rappresentate degli interessi dei lavoratori.
D’altronde i governi della repubblica italiana sono sempre stati condizionati dai sindacati, altra grave anomalia della repubblica italiana, e questa volta la CGIL ha colpito duramente il governo di berlusconi.
E' evidente la svolta politica della Cgil e lo strapotere di alcune categorie di lavoratori (i piloti) che sono i corresponsabili del carrozzone Alitalia che si trascina ormai da decenni, migliaia di miliardi di vecchie lire buttati via.

Le dichiarazioni a caldo di alcuni politici denotano incredulità, smarrimento e impotenza politica.
“Siamo di fronte al baratro, colpa di CGIL e piloti, ma anche colpa di una certa parte politica” (berlusconi)
"se siamo arrivati fin qui Berlusconi non cerchi colpevoli. Il colpevole è lui" (Bersani)
Ora c'è da tenere solo i nervi saldi" (Enrico Letta).
"È inimmaginabile che il piano di rilancio della compagnia possa avvenire contro la volontà della maggioranza dei piloti e degli assistenti di volo" (Epifani)

Quest'ultima affermazione è assurda perché il compito del sindacato non è di sobillare i lavoratori. Un'azienda si basa su equilibri di bilancio in grado di garantire il profitto, mentre il compito del sindacato è difendere il lavoro dei lavoratori e migliorare la remunerazione del lavoro che però sono in funzione del bilancio e della redditività dell'azienda.

E’ facile e comodo cavalcare l’onda dell’antiberlusconismo, o pensare che la colpa sia della parte politica opposta alla simpatia, in realtà la colpa è del sistema e che tutti hanno perso.
Il falso bipartitismo, che si sta facendo strada in Italia, serve solo a nascondere il fallimento del sistema repubblicano.
Bisogna abbandonarlo, non ha senso votare a sinistra o destra per poi rimanere sempre insoddisfatti e continuare a dare credito alle stessa classe politica che ha rovinato il nostro Paese.
Per uscire da questo tunnel, si deve ragionare senza farsi corrompere dalla propaganda del Potere e guardare la realtà da altre angolature.

Alcuni sostenevano che in Italia le risoluzioni governative del caso Alitalia, guidate da berlusconi o Prodi, andavano contro il liberismo.
Sembra proprio che in questa repubblica il liberalismo è sempre rievocato solo a parole, i governi non sono in grado di liberalizzare il mercato, i veti incrociati tra le varie caste che pullulano in questa repubblica impediscono la modernizzazione del Paese.
A questo punto bisogna pensare che si debba vendere la compagnia a pezzi al miglior acquirente perché possa nascere qualcosa di buono, cioè una compagnia di bandiera di cui non ci dobbiamo vergognare?

Siamo all’assurdo che la CGIL e i piloti, dicendo di no all'ultima offerta della CAI, si stanno dimostrando più vicini al liberismo del governo berlusconi.
Infatti questo probabile fallimento causerà la "distruzione creativa" che appartiene alla dottrina liberale, la quale sostiene che solo la caduta delle pessime compagnie fa avanzare le migliori per soddisfare il consumatore.
A questo punto, Epifani è diventato un emulo nascosto della Thatcher ?
Ragionando meglio, Epifani ha ceduto al veto imposto dalla sinistra e probabilmente ha prenotato un posto parlamentare per le prossime elezioni, ha preferito la politica dimenticando i lavoratori e gli interessi dei lavoratori.
Non si è reso conto però che la rottura finale delle trattative su Alitalia segna un punto di svolta nelle relazioni sindacali, il fallimento dell’Alitalia è anche il fallimento del sindacato confederale, la cosiddetta triplice, adesso la divisione tra i sindacati è irreversibile, l’unità sindacale è un ricordo.

L’aspetto positivo della vicenda è che forse adesso potrà nascere un nuovo sindacato che abbandoni le visioni legate ancora al comunismo, alla lotta di classe, allo statalismo, al sindacato come servizio di una parte della politica. Questo passaggio non è facile, la profonda crisi nella quale si trova la sinistra è ancor più accentuata all'interno dei sindacati che considerano ancora lo stato come la mucca da mungere, la risorsa dove trovare i denari per far sopravvivere aziende inutile e che non hanno mercato.

In questa repubblica ci sono solo tante caste - quella dei politici, dei sindacati, dei giornalisti, degli intellettuali, dei magistrati, ....- ed anche l’Alitalia è stata sbranata da queste caste che hanno distrutto la compagnia di bandiera dei voli.
Comincio a pensare che Berlusconi sia un falso liberista che per mantenere il potere fa gli interessi delle caste, degli imprenditori e dei burocrati di stato. (l'accordo con Colaninno è lampante)
Non ne parliamo poi di Prodi, che è il burocrate europeista che svenderebbe l’Italia all’Europa.

In questa repubblica non c'è più l'etica, il senso del bene comune, il valore essenziale della Patria, non esiste un vero Stato che fa gli interessi degli italiani.
Anche i sindacati non fanno gli interessi dei lavoratori ma fanno anche loro politica per proteggere i loro privilegi
Come al solito, non c’è nessuno che chiede scusa degli errori compiuti. L’Alitalia fallisce per colpa di tanti, i quali continuano ad alzare la voce e litigare tra loro, fregandosi dei poveri lavoratori.

La vicenda alitalia deve farci riflettere, la situazione è talmente grave che non dobbiamo preoccuparci dei lavoratori di Alitalia ma della intera Italia.
Il paese è stanco di questa classe politica, del teatrino in tv, dello scaricabarile. Si deve tornare a fare Politica, a misurarsi su proposte vere. Di leaderismo si può colpire ma si può anche morire.
Il fallimento di Alitalia è colpa del sistema repubblica, sia di chi l’ha gestita, sia dei sindacati che hanno permesso che venisse usata come parcheggio, sia dei vari governi che non hanno avuto la forza di sistemare la situazione.

Rimane solo l'inquietudine ed il terrore che da questo disastro annunciato non nasca chiarezza e modernizzazione del nostro Paese, insomma che il regime repubblicano riesca ancora una volta ad oscurare ed inghiottire tutto.

lunedì, settembre 15, 2008

Re Umberto II




15 SETTEMBRE 1904: NASCE RE UMBERTO II

Umberto II, Re d’Italia

Nato a Racconigi il 15 settembre 1904
Sposato a Roma l’8 gennaio 1930
Luogotenente Generale del Re il 5 giugno 1944
Re d’Italia dal 9 maggio 1946 al 18 marzo 1983