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martedì, novembre 22, 2011

Principe di Norvegia in Nepal

Il Principe Haakon di Norvegia è in Nepal

21 novembre 2011

Sua Altezza Reale il principe ereditario Haakon di Norvegia è arrivato a Kathmandu, in Nepal, per iniziare la visita ufficiale di 4 giorni nel Paese himalayano.

In qualità di Ambasciatore del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP), il principe ereditario, insieme all'amministratore del UNDP ed al presidente del Gruppo di Sviluppo delle Nazioni Unite, Helen Clark, e ad una folta delegazione, si recherà a Nepalgunj per ispezionare alcuni progetti dell'UNDP, in aiuto alla popolazione del Nepal.

Inoltre il principe incontrerà alcuni funzionari alla Camere di Commercio e dell'Industria (FNCCI) della Federazione nepalese per discutere sullo sviluppo del Paese.

Il Principe ereditario di Norvegia parlerà anche agli studenti dell'Università di Katmandy.


LINK Crown Prince Haakon visits Nepal

venerdì, ottobre 08, 2010

Nepal contro i tibetani

La polizia nepalese blocca le elezioni del governo tibetano in esilio, nonostante l’autorizzazione delle autorità locali.

3 ottobre 2010

A Kathmandu, la polizia ha confiscato migliaia di schede elettorali utilizzate dalla comunità tibetana per eleggere Primo ministro e membri del parlamento del governo tibetano che è in esilio in India.



Gli attivisti tibetani hanno protestato ed accusano il governo repubblicano di attuare una vera e propria repressione nei loro confronti, coordinati con la Cina.

Il responsabile per l’India di Students for a Free Tibet ha detto: “Ci sono circa 20mila tibetani che vivono oggi in Nepal. La maggior parte di loro abita nella valle di Kathmandu e nel distretto di Pokhara. Essi lamentano continue aggressioni e intimidazioni da parte della polizia”.

Da quando il Nepal è diventata una repubblica, ai tibetani non è permesso riunirsi per celebrare le feste tradizionali, pregare insieme e la polizia sorveglia le attività dei movimenti pro-Tibet.
In luglio non hanno nemmeno permesso di festeggiare il compleanno del Dalai Lama.

Dopo l’invasione di Lhasa del 1950 da parte della repubblica cinese e l’esilio del Dalai Lama in India (1959), il Nepal aveva ospitato migliaia di rifugiati in fuga dal Tibet, consentendo ad essi il sostegno del governo in esilio.
Con la caduta della monarchia nepalese nel 2006 e la salita al potere dei partiti maoista (Unified Communist Party of Nepal) e leninista-marxista (Unified Marxist–Leninist) il Nepal ha iniziato a stringere accordi economici con Pechino, vietando agli esuli ogni tipo di manifestazione anti-cinese.

Evidentemente la repubblica del nepal viola i diritti umani ed impedisce agli esuli tibetani di poter votare.

Purtroppo da quando il Nepal è diventata una repubblica, i massmedia non si occupano più di quello che succede in Nepal.

Dopo più di 2 anni, la nuova costituzione repubblicana non è stata ancora redatta, nonché è finito il mandato della Costituente
Inoltre non c'è stato alcun referendum istituzionale.
In Nepal la repubblica si è imposta con la forza senza chiedere nulla ai poveri nepalesi, ma questo non interessa a nessuno....

Sono davvero molto deluso di vedere i massmedia dimenticare il povero Nepal, la repubblica nepalese è un regime che viola i diritti umani.

Link
Nepal blocks Tibet voting

sabato, settembre 25, 2010

Nepal nega la benedizione al re Gyanendra

Il governo del Nepal ha vietato al Re deposto del Paese di partecipare ad una cerimonia tradizionale.
E' la prima volta le autorità hanno impedito all'ex sovrano di partecipare a una cerimonia religiosa o di apparire in pubblico.

Re Gyanendra doveva essere benedetto da una giovane (Kumari), che è venerata come la dea vivente, presso il tempio nella capitale Khatmandu.

La benedizione, che si svolge all'inizio della settimana della festa IndraJatra, si fa per garantire la prosperità al re e ai suoi sudditi.
Tradizionalmente, la Kumari è considerata come la protettrice della famiglia reale.
Il rito coincide con l'Indrajatra, una festa celebrata sia dagli indù che buddisti, come ringraziamento al dio della pioggia per avere un abbondante raccolto. Durante l'Indrajatra, il re del Nepal fa offerte alla Kumari per garantire il suo regno.

Il portavoce del ministero Jayamukunda Khanal ha detto che la decisione è stata presa per ragioni di sicurezza, ma ha rifiutato di dire altro.

La decisione del governo è stato condannato dai sostenitori del re.
Rajan Maharjan, un sacerdote del tempio in cui vive il Kumari, ha accusato il governo di colpire la tradizione e la religione.

Visto l'incapacità dei partiti politici di promulgare la nuova costituzione repubblicana, i monarchici stanno intensificando le loro attività per la restaurazione del regno indù in Nepal.

Evidentemente il motivo di questo divieto è il timore del regime repubblicano che in Nepal si possa restaurare la Monarchia.

Link
Ex-King forced to cancel Kumari visit

lunedì, maggio 24, 2010

Nepalesi sostengono Re Gyanendra

Kathmandu: Il Re deposto del Nepal Gyanendra è stato ricevuto su un "tappetto verde" dai suoi sostenitori in una apparizione pubblica.
23 maggio 2010

Intanto i partiti politici non riescono a sbloccare la situazione di stallo che sta spingendo il paese verso una gravissima crisi economica e politica.

I sostenitori del’ex sovrano del Nepal, venerato come la reincarnazione di Vishnu, continuano a chiedere un referendum nazionale per decidere tra monarchia repubblica.

Migliaia di sostenitori hanno affollato l'aeroporto per accogliere re Gyanendra, che è arrivato nella parte orientale della città vicino al confine indiano Nepalgunj per una cerimonia religiosa nell'antico tempio Bageshwori.
Per giungere al Tempio Bageshwori il sovrano ha camminato su un tappeto verde lungo 500 metri.
Più volte il personale di sicurezza ha consigliato il Re di non camminare lungo il percorso ma il Re non ha seguito i loro suggerimenti. Inoltre per evitare scontri con i maoisti, il tappetto di benvenuto era verde invece del solito rosso.
Dopo la funzione religiosa, il sovrano si è incontrato con i suoi sostenitori.

In un'intervista in onda su Avenues Television Re Gyanendra ha detto: "Guardando le pagine della storia del paese, ci sono stati molti alti e bassi, ma alla fine la decisione finale è della gente".
Ha poi aggiunto : "Non credo che la monarchia sia finita"

In un momento di crescente incertezza politica, la famiglia reale rimane rispettata dai nepalesi. Molti guardano alla monarchia come l'istituzione che ha fornito la stabilità e la pace nel paese per decenni.

Link
Ex-Nepal King accorded ‘green-carpet welcome’ in Nepalgunj

martedì, maggio 18, 2010

Nepal, repubblica senza referendum e costituzione?

Dopo non essere riusciti a far cadere il governo con uno sciopero di 6 giorni all'inizio di questo mese, i maoisti vogliono unilateralmente imporre la repubblica senza che ci sia un referendum ed una costituzione.

Maoist leader Dahal, also known as Prachanda, is flanked by his deputies Bhattarai and Baidhya during a news conference in Kathmandu
I membri del Politburo del UCPN (maoisti) hanno deciso di dichiarare unilateralmente la nuova Costituzione, e hanno fissato il 29 maggio il giorno della Festa della Repubblica Nepalese.
Il portavoce dei maoisti Dinanath Sharma ha detto: "Noi annunceremo la costituzione formale della repubblica federale e la Festa della Repubblica, se l'Assemblea Costituente non riuscirà ad emanarla entro il 28 maggio".

Il termine ultimo per adottare la sua nuova costituzione, nonché il mandato della Costituente, per legge era stata fissata 2 anni fa, il 28 maggio.
I maoisti sono contrari a prorogare il periodo per completare la nuova costituzione e continuano a chiedere la rimozione del governo.

Tra il 2 -7 maggio, il partito maoista aveva bloccato il paese con scioperi e manifestazioni di piazza, chiedendo la rimozione delle governo e la costituzione di un governo di unità nazionale guidato da loro. Lo sciopero selvaggio e indeterminato aveva causato disagi al paese.

Ma le cose potrebbero prendere una piega ancora peggiore, perchè il vice presidente del UCPN, Baburam Bhattarai, ha detto che il partito preferirebbe tornare in guerra piuttosto di piegarsi al governo.

Link
Now Nepal Maoists plan to adopt constitution from the streets

domenica, maggio 02, 2010

Se i Nepalesi lo vogliono ritorna la Monarchia

Intervistato dai giornalisti a Birgunj, l'ex principe ereditario Piras ha detto che, se la gente lo desidera, la monarchia può ritornare nel Nepal.
Tuttavia, Paras ha detto che non ha il desiderio di diventare re del Nepal.
Inoltre ha affermato che è favorevole che il Nepal sia una nazione indù, ma si è rifiutato di fare commenti sulla situazione politica, aggiungendo solo che il paese ha bisogno di stabilità, pace e sviluppo.

Paras si era recato a Birgunj per inaugurare un nuovo ospedale e per visitare 2 templi. Un grande numero di monarchici hanno gridato slogan pro-monarchia, dicendo che solo il ritorno alla monarchia può salvare il Paese dal disastro.

Grazie alla rabbia dei cittadini nei confronti dei politici e davanti ad una nuova crisi minacciata dal partito maoista, che ha indetto uno sciopero ad oltranza a livello nazionale, l'ex principe ereditario Paras sta riconquistando i nepalesi.

Dopo l'abolizione della monarchia del 2008, Paras è stato accolto con ghirlande e applausi nella città di Birgunj dove ha fatto la sua prima apparizione pubblica.
Il 39enne, aveva scelto di andare in esilio volontario in Singapore.

In una intervista pubblica, il principe ha difeso la sua famiglia, che ha governato il Nepal per quasi 250 anni, dicendo che suo padre rinunciò alla corona per amore della pace.

Link
Monarchy may return if people want: Paras

Nepal's ex-prince regaining his halo

mercoledì, aprile 14, 2010

Nepal verso la guerra civile?

L'ex capo dell’Esercito Nepalese, Rukmangad Katawal, il cui licenziamento l’anno scorso aveva causato la caduta del governo di Prachanda, ha detto che l'esercito nazionale non rimarrà in silenzio se i maoisti cercheranno di prendere il potere con la forza.

"Se ci sarà spargimento di sangue nel paese, l'esercito non resterà in silenzio. Se qualcuno pensa di macellare il popolo nepalese, l'esercito non rimarrà uno spettatore", ha detto Katawal.
Molte persone credono che in Nepal la nuova costituzione non sarà redatta entro la data prevista (28 maggio) e questo porterà il paese verso una grave crisi costituzionale.

Katawal ha anche chiesto agli ex ribelli di integrare e riorientare le loro battaglie secondo l'accordo di pace firmato tra il governo e i maoisti tre anni fa.
Ha anche detto che il referendum dovrebbe risolvere le questioni chiave, il destino della monarchia, lo stato laico e la struttura del federalismo.

Le dichiarazioni di Katawal avvengano in un momento in cui i maoisti hanno annunciato di organizzare forte manifestazioni per rovesciare l'attuale governo, al fine di formare una coalizione a guida maoista. Essi prevedono di raccogliere centinaia di migliaia di persone per le strada di Kathmandu il 1 maggio, per dare una scossa finale al governo guidato da CPN-UML.

Link
Nepal set for civil war?

lunedì, marzo 29, 2010

In Nepal ritorna la monarchia?

Kathmandu: il presidente del Nepal Ram Baran Yadav spera che il processo di pace in corso possa giungere alla sua logica conclusione di realizzare la nuova Costituzione entro il termine previsto del 28 maggio, ma ha aggiunto che non sarà in grado di farlo visto i tempi stretti e che i partiti non riescono ancora a raggiungere un consenso sulla questione.
"Ci sono poche speranze che il progetto di Costituzione possa essere completato entro il 28 maggio", ha detto Yadav.

Questa dichiarazione giunge in un momento nel quale i media dicono che molti maoisti, dopo la scomparsa di Koirala, vogliono far deragliare il processo di pace e la stesura della Costituzione.
La scomparsa del primo ministro del Nepal Koirala, un importante leader della nazione, ha complicato la situazione.

Nel frattempo Kamal Thapa, presidente del Rastriya Prajatantra-Nepal, leader del partito che chiede la restaurazione della monarchia, ha comunicato tre importanti messaggi.
In primo luogo,Thapa sostiene che adesso la forma e la configurazione del stato del paese sono solo provvisorie.
In secondo luogo, nel cuore e nelle menti di tutti i nepalesi, esistono tuttora profondo rispetto per l'istituzione della monarchia.
E in terzo luogo, vi è la necessità dell'istituzione della monarchia nel Nepal considerando anche la la situazione geo politica del Paese.

Ricordo che il Rashtriya Prajatantra - l'unico partito alla ricerca di un ritorno alla monarchia - continua a chiedere un referendum sulla laicità, la monarchia e il federalismo.

Nel frattempo cresce la paura che il paese possa precipitare in una situazione ingovernabile e in una nuova guerra civile.
Anche se potrebbe sembrare strano ora in Nepal la situazione è molto fluida e la gente sarebbe disposta ad accettare anche la eventualità di un ritorno alla monarchia.
Se la monarchia tornerà o no, sarà il tempo a dirlo.

Link
New Nepal constitution may not be drafted within May 28: Ram Baran Yadav

Kamal Thapa defends ex-Nepal King’s remarks intelligibly

mercoledì, febbraio 24, 2010

Scomparsa la nonna del re del Nepal

Sarala Manandhar, nonna del re del Nepal Gyanendra Shah ha esalato l'ultimo respiro a Kathmandu domenica scorsa.
Manandhar aveva 91 anni era moglie del re Gyanendra Shah Tribhuwan ed era affetto da diabete.

I riti sono stati eseguiti domenica nel tempio Pashupatinath.

Manandhar (matrigna), insieme con la regina madre Ratna Rajya Laxmi Shah, viveva all'interno del Palazzo Narayanhiti, che era stato trasformato in un museo dopo l'abolizione della monarchia.
La Monarchia in Nepal è stata abolita nel maggio 2008 e l'ex re Gyanendra e la sua famiglia hanno dovuto abbandonare il palazzo Narayanhiti il 13 giugno, ma il governo ha permesso alle due anziane sovrane di rimanere all'interno del complesso del palazzo.

Anche se gli altri membri della famiglia reale possono incontrare le due donne quando vogliono, non è stato permesso di entrare dall'ingresso principale del palazzo e devono usare un ingresso secondario.

Link
Nepal ex-king's grandmother dies

martedì, febbraio 23, 2010

Sciopero dei monarchici nepalesi

Migliaia di sostenitori del deposto Re del Nepal Gyanendra hanno bloccato i principali uffici governativi nella capitale per chiedere un referendum sul ripristino della monarchia e sullo status di paese come uno Stato indù.




I sostenitori del Partito Nazionale Democratico del Nepal, l'unico gruppo che sostiene apertamente la monarchia, si sono riuniti nel centro di Katmandu e hanno bloccato le strade che portano a Singhadurbar, il complesso che ospita pubblici uffici tra cui l'ufficio del primo ministro.
I sostenitori si sono scontrati con la polizia ma nessune lesioni gravi sono state riportate nella colluttazione. Il capo della polizia
di Kathmandu Ganesh ha detto che la polizia ha arrestato alcuni manifestanti, ma non fornire ulteriori dettagli.
 E' stata la prima volta che il partito monarchico ha organizzato uno sciopero generale. 

Rajaram Shrestha, ex sindaco di Kathmandu e un leader del Rashtriya Prajatantra-Nepal (RPP-Nepal), l'unico partito a sostegno monarchia parlamentare, ha detto:"Vogliamo che il governo indichi un referendum su tre questioni di interesse nazionale. Queste sono monarchia, uno Stato indù e federalismo".


Inoltre Kamal Thapa, ministro degli interni nel governo del re Gyanendra e alla testa di RPP-Nepal, dice che se il referendum non si terrà prima che la nuova Costituzione entrerà in vigore, la gente può rifiutarsi di accettarla.
Thapa dice che il suo partito continuerà proteste a sostegno di un referendum pacificamente e in modo democratico,

Link
http://www.radiovaticana.org/EN1/articolo.asp?c=359094

http://www.nytimes.com/2010/02/23/world/asia/23briefs-nepalstrike.html?partner=rss&emc=rss 

domenica, gennaio 31, 2010

La situazione del Nepal peggiora

La situazione del Nepal peggiora sempre di più ma adesso, che è diventata una repubblica, queste notizie sono controproducenti ai grandi gruppi mediatici, complici e propagatori della repubblica in tutto il mondo.
In Nepal l’inflazione, il costo del denaro (dal 9% al 17% in quattro mesi), i costi dei terreni e case (aumentati del 100% nell’ultimo biennio), la crisi della poca industria ha aumentato la povertà.
La percentuale di produzione industriale sul totale del PIL è scesa dall’11 al 6,8%, ciò significa che non c'è speranza di trovare un lavoro.

Di fronte a questo situazione la gente fa fatica e s’arrangia.
Alcune persone migrano dal Nepal sperando di trovare lavoro o vendere qualcosa ma sono trattate male alla frontiera perché i poliziotti indiani vogliono vendicarsi delle bandiere indiane bruciate dai maoisti nelle città di confine.

Da quando il Nepal è diventata una repubblica, il rapporto con l'India è peggiorato, e di molto.
Gruppi d’indiani hanno manifestato contro i maoisti per difendere l’identità indiana ed i maoisti soffiano sul nazionalismo per cercare di presentarsi come i salvatori dela patria.

Nell’Upper Karnali, i maoisti hanno minacciato di bloccare la costruzione della centrale idroelettrica, completata all’80%, solo perchè è costruita da imprese indiane.
Intanto a Kathmandu le ore di blackout programmate per mancanza d’energia sono arrivate a 11 al giorno....

Nel paese ci sono anche coloro che integrano i loro guadagni con coltivazioni di droghe poi esportate (di contrabbando) in India.

Il Nepal è precipitato nella classifica della World Bank ed è finito fra i paesi in cui è più difficile fare business.
Il potere d’acquisto dei nepalesi, già debole, è diminuito.

Finchè c'era la Monarchia (cancellata dai partiti senza referendum) la colpa era del Re, adesso che c'è una repubblica di chi è la colpa? Perchè questo silenzio?
La repubblica non doveva risolvere i problemi del Nepal?

Adesso il giornalismo si vergogna di dire la verità e cioè che i nepalesi scappano da un paese neo repubblicano...

Link
Crespi Enrico from Nepal

sabato, gennaio 09, 2010

I repubblicani usano bambini soldato

Con rammarico denuncio un'altra notizia nascosta in Italia, l'inizio della liberazione in Nepal dei primi bambini soldato in mano ai maoisti.

I repubblicani maoisti non si sono fatto scrupoli di utilizzare addirittura i bambini per rafforzare la loro forza militare durante la guerra civile.
Evidentemente per i maoisti tutto era lecito in Nepal, e mi chiedo se anche per i repubblicani italiani tutti i mezzi sono leciti pur di far trionfare la repubblica...

Già nel 2006 i maoisti si erano impegnati a non reclutare più bambini soldato. Una promessa mai mantenuta, così come dimostrato dall’ufficio delle Nazioni Unite in Nepal e dall’ultimo rapporto (2008) dell’organizzazione non governativa Child Soldiers.
Il reclutamento avveniva con il rastrellamento dei villaggi da parte dei maoisti, che chiedevano ad ogni famiglia almeno un figlio. I genitori venivano spesso forzati a consegnare i loro figli, anche perché i maoisti assicuravano loro un lavoro.

Anche in Italia la nomenklatura repubblicana (massmedia e politica) non mette in rilievo questo fatto.

Aggiungo che la storia insegna che quasi sempre la repubblica si impone con la forza ed in maniera non democratica, guerra civile - uccisione - o brogli elettorali...


This is a school project. The video is to raise awareness of the use of child soldiers in Nepal by the Maoist rebel group.

Link
Nepal: iniziata la liberazione dei primi bambini soldato in mano ai maoisti

mercoledì, settembre 23, 2009

Nepal - i monarchici chiedono un referendum


Circa 1.000 sostenitori della monarchia deposta nel Nepal si sono riuniti venerdì a Kathmandu, per chiedere un referendum sulla forma istituzionale. Hanno anche chiesto che l'induismo sia la religione di stato.

"Vogliamo un referendum per decidere sulla sorte della monarchia in Nepal e se deve essere uno Stato indù, prima che la nuova costituzione diventi completata", ha detto Kamal Thapa, presidente della pro-monarchia Rastriya Prajatantra.

Inoltre i manifestanti hanno fatto una petizione con le firme di 2 milioni di nepalesi per riavere la monarchia.

Link
Nepali Royalists Demand Referendum

RPP-Nepal threats Revolt if Plebiscite ignored
RPP-N to submit 2 Million Signature at Nepal CA, demands plebiscite

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NEPAL

mercoledì, luglio 08, 2009

L'ex re del Nepal è preoccupato del suo paese


L'ex re Gyanendra ha detto che è profondamente turbato e angosciato nel vedere che le condizioni del popolo nepalese non sono migliorate da quando c'è la repubblica.

Alla vigilia del suo 63o compleanno Gyanendra ha dichiarato:
Io osservo che non c'è stato alcun miglioramento della condizione della nazione e seguo gli amati connazionali. Sono profondamente turbato e profondamente angosciato

Ha inotre detto che ama il Nepal, e ha ribadito che vuole rimanere nel paese.

Egli ha anche chiesto di mantenere intatto l'unità del Nepal e di non consentire a nessuno di dividere l'Himalaya, risultato degli sforzi dei nepalesi e dai suoi antenati.

Non c'è stata una reazione immediata da parte dei partiti politici.
Solo il leader dei maoisti, Pushpa Kamal Dahal, nel suo discorso in Parlamento ha affermato che ascoltando il discorso dell'ex re si capisce che i reazionari sono sempre attivi .

I am worried about trouble in Nepal: ex King Gyanendra

sabato, marzo 14, 2009

Nepal repubblica dittatura


In Nepal re Gyanendra forse fece degli errori ma non era un dittatore come invece lo è il primo ministro Pushpa Kamal Dahal, conosciuto con il nome di Compagno Prachanda e leader dei maoisti.
I maoisti, dopo aver imposto con armi e violenza la repubblica, adesso per "rieducare" i nepalesi sono arrivati addirittura a sequestrare interi villaggi e scolaresche.

In una repubblica, dove manca un capo di stato con la forza di non subire le spinte della classe politica, succede che le forze politiche non democratiche ed autoritarie riescano ad occupare tutti i gangli dello stato.
Infatti non è un caso che gli stati dittatoriali sono appunto delle repubbliche : la Cina è una repubblica, come Cuba, Corea del Nord, Libia, Russia, Sudan, Afghanistan, Iraq, Iran ... e Nepal.

La nuova repubblica nepalese non è il frutto di una maturazione popolare dopo un processo politico e democratico.
Il destino della repubblica era già chiaro in quanto in mano ai maoisti che considerano la repubblica popolare cinese un esempio da seguire ed adesso il Nepal è passato alla sfera di influenza cinese.

Alla repubblica cinese dava fastidio che vicino ci fosse una monarchia e per di più uno stato amico e simile al Tibet.
Infatti re Gyanendra e Dalai Lama sono sovrani legati alla religione ed inoltre per la Cina il Regno del Nepal era una via di fuga per i dissidenti tibetani.
Per questi motivi si può considerare la repubblica nepalese una creazione della Cina.
Ed ecco che a Kathmandu la polizia ha impedito manifestazioni per commemorare i 50 anni dalla rivolta dei tibetani contro la dominazione cinese.

Inoltre penso che una delle maggiori colpe degli Stati Uniti sia stata quella di non aver aiutato la monarchia nepalese.
Anche in questo caso hanno vinto gli interessi finanziari rispetto ai principi, l'importante è entrare nel mercato cinese, i diritti umani e la democrazia sono secondari al business.

NEPAL - TIBET - CINA
Come vuole la Cina, il Nepal schiera la polizia per impedire proteste pacifiche

Massiccia presenza di polizia in tenuta antisommossa, a controllare persino i templi dove i buddisti tibetani pregano. La testimonianza di chi è in esilio da oltre 40 anni.

Kathmandu (AsiaNews) – Un fitto schieramento di polizia ha impedito ieri manifestazioni per commemorare i 50 anni dalla rivolta dei tibetani contro la dominazione cinese, il 10 marzo 1959. A Kathmandu numerosi monaci e suore tibetane si sono riuniti in preghiera nei templi, sin dalla mattina presto. Appena alcune decine di giovani hanno iniziato a urlare slogan anticinesi, fuori del monastero di Buddha, la polizia li ha portati via con furgoni, con l’accusa d voler istigare attività anticinesi. Comunque sono stati rilasciati dopo alcuni minuti.

Il governo maoista del Nepal ha assicurato a Pechino di impedire proteste in tale giorno. Intorno all’ambasciata cinese a Baluwatar e all’ufficio visti a Hattisar, sempre a Kathmandu, è stato schierato un cordone di polizia in tenuta antisommossa. Nelle zone il traffico era stato limitato già dal 9 marzo. Nel Paese risiedono almeno 14mila profughi tibetani e nel 2008 ci sono state numerose nutrite proteste di piazza contro la Cina, in protesta per la repressione in atto in Tibet. In risposta, la polizia ha arrestato centinaia di persone che manifestavano, anche in modo pacifico., spesso suscitando critiche internazionali.

Gendu Sherpa, tibetana di 75 anni che insieme ad altri ha pregato ieri, ha detto ad AsiaNews che “sono in esilio da quando avevo 32 anni. Forse Dio mi dirà che morirò nella mia terra natale, quando il Tibet sarà libero… Pochi tibetani sono a Kathmandu ora, gli altri si sono diretti verso il Tibet per commemorare l’anniversario”.

Il giorno prima, 9 marzo, oltre 140 tibetani sono stati arrestai al confine tra Nepal e Cina mentre cercavano di passarlo di nascosto.

asianews

domenica, febbraio 22, 2009

Un nepalese vuole salvare le statue dei re


Lo scorso anno la monarchia nepalese è stata rovesciata dai rivoluzionari maoisti che ora governano il paese, ma un uomo è determinato a mantenere viva la loro memoria.
Laxman Khadka si è dedicato a preservare le statue di pietra degli ex re che ancora decorano le strade della capitale Kathmandu.

Le statue sono state danneggiate durante le proteste nel 2006 che costrinsero re Gyanendra a lasciare il trono e quindi la fine della monarchia Hindu che governò per circa 240-anni.

Mentre dipinge una statua del re Birendra, Khadka ha dato che con questi attacchi si rovina la cultura nepalese e si ignora la famiglia reale che contribuì alla storia della Nazione,

"Appena mi accorgo che le statue sono imbrattate, io per prima cosa le pulisco con acqua e sapone, e quindi le dipingo .
"Birendra era una brava persona. Voleva che Nepal fosse un paese in pace, ma morì prima che lui potesse vedere il suo sogno", ha detto Khadka, prima di salire su una scala a pioli, armato di una tanica di vernice verde ed un pennello.

In strane circostanze Birendra, la regina Aishwarya e altri membri della famiglia reale furono uccisi nel 2001 presso il palazzo da un principe ereditario ubriaco che più tardi si uccise.
In seguito giunse al trono Gyanendra il quale - prima che la monarchia cadesse nel 2008 - ci fu un periodo di governo di emergenza.

Khadka disse che non è un monarchico, ma ama il suo passato e il paese ed ha deciso di salvare le statue in segno di rispetto per il ruolo che gli ex re hanno svolto per la creazione e lo sviluppo del Nepal.
"Il re ci hanno dato l'identità di essere nepalesi. Senza i loro sforzi, non sarebbe mai esistito la nazione nepal", ha dichiarato il sessantenne Khadka, un ex agricoltore.

La famiglia reale è stata infine consegnata alla storia lo scorso anno quando i maoisti hanno dichiarato la repubblica Nepalese.
Dopo la vittoria elettorale dei maoisti, il Vice Primo Ministro Bamdev Gautam ha annunciato che tutti i monumenti reali nei luoghi pubblici sarebbe stati rimossi e sostituiti da statue dedicati ai "martiri".
Il portavoce del ministero Nabin Ghimire la settimana scorsa ha detto che il governo deciderà di spostare le decine di statue a grandezza reale fuori dalle valli di Kathmandu.

"Le statue sono il patrimonio del Nepal. Essi raccontano la nostra storia. Il governo non può cancellare il passato, eliminando loro", ha detto Khadka.

Prithvi Narayan Shah, il primo nella linea di successione Shah, è considerato fondatore del moderno Nepal unendo un mosaico di piccoli feudi himalayana nel 1769.

"Credo che il lavoro che faccio è molto utile. Il Popolo dovrebbe apprezzarmi. Essi mi riconoscono me per quello che sto facendo."
Khadka ha dichiarato che il suo impegno gli causa delle difficoltà interne.
"Mia moglie e figli non mi rispettano, perché mi hanno detto che metto in difficoltà la reputazione della famiglia nella società, ma non ho rimpianti".

Khadka, che si finanzia con donazioni da amici, ha iniziato a pulire le statue otto anni fa, quando la monarchia è stata distrutta da una crescente e violenta insurrezione maoista.
Nel 2006, un gruppo di maoisti lo hanno scoperto che puliva una statua di Prithvi Narayan Shah, padre fondatore del Nepal.

"Circa 40 maoisti vennero per distruggere la statua circondandomi. Ma dopo un pò, mi permisero di portare avanti il mio lavoro. Essi pensavano che facevo questo lavoro solo per passare il tempo", ha detto.

"Alcune persone pensano che sono un pazzo, ma non me ne frega niente", ha detto.
"Voglio continuare a pulire le statue finché la mia saluta me lo permetterà".


Labour of love to save Nepal's royal statues

KATHMANDU (AFP) — Nepal's monarchy may have been toppled from power last year by the Maoist revolutionaries who now govern the country, but one man is determined to keep their memory alive.

Laxman Khadka has dedicated himself to preserving the stone statues of former kings that still decorate the streets of the capital Kathmandu.

The statues were often vandalised during protests in 2006 that eventually forced king Gyanendra from the throne and ended the Hindu monarchy's 240-year rule.

Such attacks desecrated Nepalese culture and ignored the royal family's contribution to the nation's history, Khadka told AFP as he gave a statue of king Birendra a fresh lick of paint.

"Whenever I feel the statues are getting dirty, I go and treat them. First I clean them with soap and water, then I touch up the paintwork.

"Birendra was a good person. He wanted Nepal to be a zone of peace but he died before he could see his dream fulfilled," said Khadka, before climbing up a ladder armed with a pot of green paint and a brush.

In extraordinary circumstances, Birendra, Queen Aishwarya and other members of the royal family were murdered in 2001 at the palace by a drunken crown prince who later shot himself.

Gyanendra then came to the throne and for a period imposed absolute rule -- before the monarchy was finally thrown out in 2008.

Khadka said he is not a monarchist but loves his country's past and is determined to save the statues out of respect for the role that the former monarchs played in the creation and development of Nepal.

"The kings were the ones who gave us the identity of being a Nepalese. Without their efforts, Nepal would have never existed as a nation," said 60-year-old Khadka, a former farmer.

Prithvi Narayan Shah, the first in the Shah line of succession, is credited with founding modern Nepal out of a patchwork of small Himalayan fiefdoms in 1769.

The royal family was finally consigned to history last year when the Maoist-dominated constitutional assembly declared Nepal a republic.

After the Maoists' election victory, deputy prime minister Bamdev Gautam announced all royal monuments in public places would be removed and replaced by statues of "martyrs".

Home ministry spokesman Nabin Ghimire told AFP last week that officials were waiting for the government's formal decision to move the dozen life-size royal statues out of the Kathmandu valley.

"The statues are the heritage of Nepal. They chronicle our history. The government must not wipe out the past by removing them," said Khadka.

"I think the work I do is very worthwhile. People appreciate it. They recognise me for what I've achieved."

Khadka said his self-imposed task has caused him domestic difficulties.

"My wife and children don't respect me because they said I threatened the family's reputation in the society, but I have no regrets."

Khadka, who is funded with donations from friends and well-wishers, started cleaning the statues eight years ago, when the monarchy was faced by a growing and violent Maoist insurgency.

In 2006, a gang of Maoists found him cleaning a statue of Prithvi Narayan Shah, Nepal's founding father.

"Around 40 Maoists who had come to destroy the statue surrounded me. But after an argument, they let me carry on with my work. They knew I had been doing such work for some time," he said.

"Some people think I'm a mad man but I don't care," he said. "I will continue cleaning the statues as long as my health supports me."

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