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domenica, febbraio 22, 2009

Un nepalese vuole salvare le statue dei re


Lo scorso anno la monarchia nepalese è stata rovesciata dai rivoluzionari maoisti che ora governano il paese, ma un uomo è determinato a mantenere viva la loro memoria.
Laxman Khadka si è dedicato a preservare le statue di pietra degli ex re che ancora decorano le strade della capitale Kathmandu.

Le statue sono state danneggiate durante le proteste nel 2006 che costrinsero re Gyanendra a lasciare il trono e quindi la fine della monarchia Hindu che governò per circa 240-anni.

Mentre dipinge una statua del re Birendra, Khadka ha dato che con questi attacchi si rovina la cultura nepalese e si ignora la famiglia reale che contribuì alla storia della Nazione,

"Appena mi accorgo che le statue sono imbrattate, io per prima cosa le pulisco con acqua e sapone, e quindi le dipingo .
"Birendra era una brava persona. Voleva che Nepal fosse un paese in pace, ma morì prima che lui potesse vedere il suo sogno", ha detto Khadka, prima di salire su una scala a pioli, armato di una tanica di vernice verde ed un pennello.

In strane circostanze Birendra, la regina Aishwarya e altri membri della famiglia reale furono uccisi nel 2001 presso il palazzo da un principe ereditario ubriaco che più tardi si uccise.
In seguito giunse al trono Gyanendra il quale - prima che la monarchia cadesse nel 2008 - ci fu un periodo di governo di emergenza.

Khadka disse che non è un monarchico, ma ama il suo passato e il paese ed ha deciso di salvare le statue in segno di rispetto per il ruolo che gli ex re hanno svolto per la creazione e lo sviluppo del Nepal.
"Il re ci hanno dato l'identità di essere nepalesi. Senza i loro sforzi, non sarebbe mai esistito la nazione nepal", ha dichiarato il sessantenne Khadka, un ex agricoltore.

La famiglia reale è stata infine consegnata alla storia lo scorso anno quando i maoisti hanno dichiarato la repubblica Nepalese.
Dopo la vittoria elettorale dei maoisti, il Vice Primo Ministro Bamdev Gautam ha annunciato che tutti i monumenti reali nei luoghi pubblici sarebbe stati rimossi e sostituiti da statue dedicati ai "martiri".
Il portavoce del ministero Nabin Ghimire la settimana scorsa ha detto che il governo deciderà di spostare le decine di statue a grandezza reale fuori dalle valli di Kathmandu.

"Le statue sono il patrimonio del Nepal. Essi raccontano la nostra storia. Il governo non può cancellare il passato, eliminando loro", ha detto Khadka.

Prithvi Narayan Shah, il primo nella linea di successione Shah, è considerato fondatore del moderno Nepal unendo un mosaico di piccoli feudi himalayana nel 1769.

"Credo che il lavoro che faccio è molto utile. Il Popolo dovrebbe apprezzarmi. Essi mi riconoscono me per quello che sto facendo."
Khadka ha dichiarato che il suo impegno gli causa delle difficoltà interne.
"Mia moglie e figli non mi rispettano, perché mi hanno detto che metto in difficoltà la reputazione della famiglia nella società, ma non ho rimpianti".

Khadka, che si finanzia con donazioni da amici, ha iniziato a pulire le statue otto anni fa, quando la monarchia è stata distrutta da una crescente e violenta insurrezione maoista.
Nel 2006, un gruppo di maoisti lo hanno scoperto che puliva una statua di Prithvi Narayan Shah, padre fondatore del Nepal.

"Circa 40 maoisti vennero per distruggere la statua circondandomi. Ma dopo un pò, mi permisero di portare avanti il mio lavoro. Essi pensavano che facevo questo lavoro solo per passare il tempo", ha detto.

"Alcune persone pensano che sono un pazzo, ma non me ne frega niente", ha detto.
"Voglio continuare a pulire le statue finché la mia saluta me lo permetterà".


Labour of love to save Nepal's royal statues

KATHMANDU (AFP) — Nepal's monarchy may have been toppled from power last year by the Maoist revolutionaries who now govern the country, but one man is determined to keep their memory alive.

Laxman Khadka has dedicated himself to preserving the stone statues of former kings that still decorate the streets of the capital Kathmandu.

The statues were often vandalised during protests in 2006 that eventually forced king Gyanendra from the throne and ended the Hindu monarchy's 240-year rule.

Such attacks desecrated Nepalese culture and ignored the royal family's contribution to the nation's history, Khadka told AFP as he gave a statue of king Birendra a fresh lick of paint.

"Whenever I feel the statues are getting dirty, I go and treat them. First I clean them with soap and water, then I touch up the paintwork.

"Birendra was a good person. He wanted Nepal to be a zone of peace but he died before he could see his dream fulfilled," said Khadka, before climbing up a ladder armed with a pot of green paint and a brush.

In extraordinary circumstances, Birendra, Queen Aishwarya and other members of the royal family were murdered in 2001 at the palace by a drunken crown prince who later shot himself.

Gyanendra then came to the throne and for a period imposed absolute rule -- before the monarchy was finally thrown out in 2008.

Khadka said he is not a monarchist but loves his country's past and is determined to save the statues out of respect for the role that the former monarchs played in the creation and development of Nepal.

"The kings were the ones who gave us the identity of being a Nepalese. Without their efforts, Nepal would have never existed as a nation," said 60-year-old Khadka, a former farmer.

Prithvi Narayan Shah, the first in the Shah line of succession, is credited with founding modern Nepal out of a patchwork of small Himalayan fiefdoms in 1769.

The royal family was finally consigned to history last year when the Maoist-dominated constitutional assembly declared Nepal a republic.

After the Maoists' election victory, deputy prime minister Bamdev Gautam announced all royal monuments in public places would be removed and replaced by statues of "martyrs".

Home ministry spokesman Nabin Ghimire told AFP last week that officials were waiting for the government's formal decision to move the dozen life-size royal statues out of the Kathmandu valley.

"The statues are the heritage of Nepal. They chronicle our history. The government must not wipe out the past by removing them," said Khadka.

"I think the work I do is very worthwhile. People appreciate it. They recognise me for what I've achieved."

Khadka said his self-imposed task has caused him domestic difficulties.

"My wife and children don't respect me because they said I threatened the family's reputation in the society, but I have no regrets."

Khadka, who is funded with donations from friends and well-wishers, started cleaning the statues eight years ago, when the monarchy was faced by a growing and violent Maoist insurgency.

In 2006, a gang of Maoists found him cleaning a statue of Prithvi Narayan Shah, Nepal's founding father.

"Around 40 Maoists who had come to destroy the statue surrounded me. But after an argument, they let me carry on with my work. They knew I had been doing such work for some time," he said.

"Some people think I'm a mad man but I don't care," he said. "I will continue cleaning the statues as long as my health supports me."

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