Articoli in evidenza:

martedì, luglio 10, 2007

Video sui brogli

Un video-denuncia su larepubblica documenta i brogli avvenuti in Australia in occasione delle scorse elezioni politiche e riapre la polemica sui dubbi sulla regolarità del vorto degli italiani all'estero.

Guarda il video



Nelle immagini si vede una mano che compila mucchi di schede, assegnando preferenze in massa per l'Unione al Senato (scheda viola) e, per errore, per Forza Italia alla Camera (scheda arancione). Le schede vengono poi richiuse e sistemate nelle buste originali del Consolato e sigillate. Sono almeno un centinaio.

L'autore, riferisce Repubblica, avrebbe denunciato invano l'accaduto al suo partito e solo ora si sarebbe deciso a farlo a mezzo stampa.

Se questo video non è una bufala, non ci sarebbe più dubbi sulle presunte irregolarità nelle elezioni politiche dell'aprile 2006, vinte di stretta misura dal centrosinistra.

Perchè questo video è pubblicato solo adesso e non subito dopo le elezioni? Mistero.

Purtroppo viviamo in uno stato repubblicano dove i dubbi sui risultati elettorali sono concreti e legittimi.

Come nel referendum istituzionale del 1946, i vincitori(?) considerano la verifica dei risultati solo una perdita di tempo, invece che un passaggio esenziale per assicurare la democrazia.

La questone più inquietante è che la repubblica italiana non riesce a fare a meno dei brogli!


Brogli alle elezioni: un video dall'Australia sul voto degli italiani all'estero "taroccato"

Ricordate le polemiche sui presunti brogli elettorali per le elezioni degli italiani all’estero? Numerose furono le contestazioni e le segnalazioni, da ogni parte del mondo, circa le irregolarità sul voto. Il Giornale dedicò all’argomento diversi articoli. Oggi Repubblica.it mette online, in esclusiva, un video girato in Australia, dove si vede chiaramente che un centinaio di schede elettorali vengono compilate in blocco, poi richiuse e sistemate nelle buste originali del Consolato e sigillate. "Il filmato l'ho fatto io stesso durante la campagna elettorale per le scorse elezioni politiche in cui io ero candidato al Senato nella lista Udeur di Mastella", spiega Paolo Rajo.

Il racconto del candidato "Mi chiamo Paolo Rajo lavoro come giornalista e presentatore nella stazione radio Rete Italia, conducendo il programma del mattino. Ero andato in giro a chiedere voti come facevano tutti i candidati e sono capitato a casa di un conoscente con famiglia numerosa. Essendo molto conosciuto e amato proprio per il lavoro che faccio, sono stato accolto con estrema gioia da questa persona. Quando poi gli ho spiegato il motivo della mia visita mi ha detto candidamente "Ma Paolo, noi ti stiamo già aiutando, in garage c'è mo figghiu cu ati boy frend che ti stanno a riempire le tue ballot paiper (leggi: schede elettorali). Resto spiazzato, lo ringrazio, poi ripensandoci, gli chiedo di spiegarmi perché in garage e perché con altri amici? Ti faccio vedere, vieni e mentre andavamo nel suo garage mi spiega che era stato avvicinato da alcune persone che gli avevano detto: "Se vuoi aiutare Paolo ti portiamo dei pacchi di schede e ti diciamo cosa devi fare, poi passeremo noi a riprenderle e daremo anche una cassa di birra ai ragazzi che ci aiuteranno".

Il racconto prosegue e nel filmato si vedono pacchi di schede con ancora i plichi originali, spediti dal Consolato. E come in una catena di montaggio le schede venivano votate. Tutto filmato da Paolo Rajo, con il suo telefonino. Il candidato dell’Udeur, resosi conto che la cosa era tutt’altro che regolare, informa il suo partito, prima per e-mail, poi per posta. Ma nessuna risposta. Più tardi viene contattato per la nota spesa da comunicare in vista del rimborso elettorale. Ma su quel “voto anomalo” nessun accenno. Come se niente di anomalo fosse accaduto. E invece…

ilgiornale

sabato, luglio 07, 2007

Rifiuti in Campania, simbolo della repubblica


La situazione dei rifiuti in Campania rimane drammatica ed anche il capo della protezione civile si è dovuto arrendere.

Secondo me, non si può che avere comprensione umana per il povero bertolaso che si è trovato davanti ad una situazione di difficile risoluzione, abbandonato dal governo e dalla regione, malconsigliato dai tecnici fino a diventare lo scudo di chi ha causato l’emergenza in Campania.

La crisi dei rifiuti in campania è una condanna senza appello per la repubblica italiana, è il simbolo del suo fallimento che trova nella camorra un facile e comodo paravento e che penalizza l'intera nazione in tutto il mondo.

Inoltre ricordo che la cronica crisi dei rifiuti in Campania ha spinto la Commissione europea ad avviare una procedura d'infrazione contro la repubblica italiana per il rischio di diffusione di malattie e di inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo.

Dov'è lo Stato?
In Italia domina l'immobilismo, mai una soluzione credibile, solo l'autolesionismo perverso del rinvio, dello scaricabarile e promesse mai mantenute.


Perché Bertolaso ha fallito

Comprensione umana ma non solidarietà politica per Guido Bertolaso che ha alzato le mani. Non è la resa di un eroe ma la presa d'atto di un fallimento personale e di una impostazione politica sostenuta dai vertici della politica italiana, senza eccezioni. L'ultima decisione, quella di aprire (vecchie) discariche già colme, era solo l'atto finale della disperazione di un dirigente e dell'impotenza del governo. Adesso i sogni del Capo della protezione civile bruciano come bruciano i rifiuti che ammorbano l'aria. Bertolaso lascia il "triangolo della vergogna", al confine tra le province di Napoli e Caserta, come l'aveva trovato.
Una vergogna che più vergogna non si può. Una regione ferita, una terra offesa. Il simbolo peggiore dell'Italia alla rovescia. Niente fa più notizia. Nemmeno la gente che protesta, blocca strade e ferrovie, non per dire basta ai mafiosi ma per dire no, con sindaci in testa, agli impianti legali, alle discariche ufficiali, ai siti di stoccaggio, ai termovalorizzatori, male minore coi quali si convive in molte parti d'Italia e d'Europa. Così ha vinto la trappola delle ecomafie.

Di riciclato c'è solo la rete della delinquenza organizzata. Tempi nuovi, nuovi business. Per la malavita, e per i troppi ecofurbi, i rifiuti sono la manna. Altro che iattura! Le montagne di monnezza portano montagne di soldi. Da queste parti d'Italia, prima che di rifiuti, si muore di illegalità permanente. La stessa protesta rinfocola la malapianta del malaffare. Fornisce, come si dice, il "consenso" popolare, le basi di massa a chi se ne frega delle autorizzazioni, delle norme, dell'ambiente e della salute. Alla fine il ciclo si chiude. Emergenza chiama emergenza. Delinquenza copre delinquenza. Illegalità spinge illegalità. E i cittadini si trovano spalla a spalla con chi succhia il loro sangue e li priva di ogni futuro.
Dov'è lo Stato? A dominare è l'immobilismo. Mai una soluzione credibile. Solo l'autolesionismo perverso del rinvio, dello scaricabarile. Promesse mai mantenute. A cominciare dal "rinascimento" tradito di Bassolino.

Nessuno ha il coraggio di dire la verità: qui comandava e comanda, indisturbata, la camorra. Anche perché i pieni poteri ottenuti in questi 13 anni sono stati esercitati come una bolla di sapone e lo stesso forte consenso elettorale è stato mal speso. Da una parte l'ha fatta (e la fa) da padrone l'illegalità organizzata, dall'altra dominano l'intrallazzo politico, gli interessi correntizi, la spartizione dei posti, l'uso protervo del potere per il potere.
All'impotenza dello Stato (si salvano solo la Magistratura e le forze dell'ordine, sempre in prima fila) fa riscontro l'assenza della politica dei piani alti, dei partiti, delle segreterie nazionali. Oggi come ieri e come l'altro ieri. Chi paga? Per primi, non c'è dubbio, i napoletani e i campani. Ma pagano tutti gli italiani. Con le montagne di soldi inviati e sperperati e con una immagine che penalizza l'intera nazione in tutto il mondo.

affariitaliani

venerdì, luglio 06, 2007

Poveri italiani, sempre meno vacanze


Secondo i dati presentati dalla Federalberghi, il 51 per cento infatti non si muoverà da casa, tra giugno e settembre, insomma più della metà degli italiani non andrà in vacanza questa estate.
Se le previsione dovesse rivelarsi corretta, alla fine della stagione estiva il turismo rischierebbe di perdere una cifra tra i 12 ed i 15 milioni di pernottamenti.
Inoltre gli italiani quest'anno spenderanno in media 825 euro rispetto ai 935 euro del 2006 (flessione dell'11,8%) che determineranno un giro d'affari pari a 18,5 miliardi di euro rispetto ai 21,9 miliardi di Euro del 2006 (flessione del 15,5%). jugo

Il crollo delle vacanze degli italiani è figlio della manovra economica molto pesante del governo che, per consentire all'Italia di rientrare nei parametri europei, ha causato la mancanza di liquidità delle famiglie.

Comunque i fattori principali sono l'euro che ha causato l'aumento dei prezzi, e dello stato repubblicano, che non solo sperpera le tasse degli italiani ma in particolare non è capace di tutelare ed aiutare il turismo.

Poveri italiani: è sempre più difficile trovare lavoro, meno pensioni, ed adesso meno vacanze.
A chi dobbiamo dire grazie?


Un italiano su due non va in vacanza

Roma - Estate, voglia di vacanze. Ma non per tutti, anzi, per gli albergatori italiani non sarà un'estate facile. Quasi il 51% della popolazione italiana, infatti, non farà una vacanza nel quadrimestre estivo, oltre un milione in più rispetto all’estate 2006. È quanto sostiene il presidente della Federalberghi e di Confturismo, Bernabo Bocca, che oggi ha presentato i risultati di una indagine realizzata da Federalberghi-Confturismo con il supporto dell’Istituto Dinamiche.

Tra giugno e settembre gli italiani che andranno in vacanza sono 22,4 milioni rispetto ai 23,5 milioni del 2006, con un calo del 4,7%; il giro d’affari si attesterà sui 18,5 miliardi di euro rispetto ai 21,9 miliardi del 2006 per un -15,5%; 23,9 milioni non andranno in vacanza, rispetto 22,4 milioni del 2006 per un quasi +7%. "Poiché la causa del crollo - ha spiegato Bocca - è dovuta alla mancanza di liquidità delle famiglie, drenata da una manovra economica molto pesante per consentire all’Italia di rientrare nei parametri europei, il governo Prodi, per tentare un recupero della stagione turistica dovrebbe concedere un bonus alle famiglie per le spese sostenute e documentate per le vacanze fatte in Italia nel 2007, ovvero rendere deducibili queste spese".

Niente vacanze per uno studente su tre E nelle mete di chi partirà il Salento batte le più care Sardegna e Sicilia. È quanto rivela un’indagine condotta da "Studenti Magazine" fra gli studenti universitari. Se dunque il 34,5% non farà le vacanze, il 57,6% non spenderà più di mille euro e solo l’8,8% potrà permettersi una vacanza più costosa.

ilgiornale