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sabato, gennaio 29, 2011

Le repubbliche dittatoriali arabe

Il Popolo si ribella alla repubblica e al presidente della repubblica


Dopo un mese di manifestazioni, la repubblica dittatoriale tunisina si è arresa alla rivolta popolare.

Dopo l'annuncio in televisione della propria capitolazione, che ha scatenato l’entusiasmo popolare nelle strade nonostante il coprifuoco, il presidente tunisino Ben Alì è fuggito all'estero.

A scatenare il furore popolare, spontaneo e incontrollabile, il suicidio nel 17 dicembre di un ambulante, Mohammed Bouazizi, che si è dato fuoco per protestare contro la polizia che, non ricevendo l’attesa “tangente”, gli aveva distrutto la merce esposta sul banco di vendita.

Da quel momento, la Tunisia è esplosa, e la rivolta popolare e spontanea è riuscita a far crollare la repubblica autoritaria e corrotta della Tunisia.

Il vento della rivolta tunisina è arrivata in molti paesi nord africani.
Adesso la rivolta più forte si è spostata in un’altra repubblica, la Repubblica Araba d'Egitto, dove il presidente Mubarak rischia di perdere il potere.
Secondo notizie non confermate i familiari del presidente Mubarak avrebbero lasciato il Paese e ora si troverebbero a Londra. (?)

L’aspetto che stupisce - e che fa tremare chi è al Potere – è che le forti ribellioni in Tunisia e Egitto sono davvero nate dal basso, non sono state provocate da partiti e da motivi religiosi.

La ribellione genuina e spontanea del popolo contro il Potere, certifica il fatto che lo stato, contro il quale si combatte, è davvero una dittatura.

Visto che la Tunisia e l’Egitto sono due repubbliche, assistiamo alla solita mistificazione della realtà da parte dei mass media.

Quando una repubblica crolla, il suo presidente viene subito dipinto come se fosse un Re, in pratica si cerca di giustificare la ribellione del popolo contro la repubblica - considerata una eresia da parte dei fondamentalisti repubblicani - e si sostiene che lo stato non era una repubblica, ma una specie di monarchia.
Finchè il popolo non si ribella, l'Egitto e la Tunisia è una repubblica sostenuta dal "repubblicanesimo mondiale", poi quando la situazione non è più sostenibile assistiamo alla tattica di ripiego messa in moto dalla propaganda repubblicana...

Comunque la situazione in Tunisia e in Egitto dovrebbero ricordarci che un sistema ingiusto e corrotto, prima o poi, è destinato a crollare sotto il peso dei suoi peccati.

Diamo sostegno alla voglia di libertà degli arabi e auguriamoci che l'appello popolare sia ascoltato e che a breve ci sia un sistema decente.

Infine una considerazione per il nostro Paese.
Per tanti motivi l’Italia è molto diversa dai paesi nordafricani, ma anche la repubblica italiana, cancrena della corruzione, è una oligarchia e quindi un regime destinato al collasso…

giovedì, gennaio 27, 2011

Giornata della Memoria

Tra i deportati che non sono mai tornati dai campi di concentramento, dobbiamo anche ricordare Sua Altezza Reale la Principessa Mafalda di Savoia, deceduta nel campo di sterminio di Buchenwald nell’agosto 1944, dopo un anno di prigionia.


Per volontà di Hitler, con un tranello i tedeschi arrestarono Mafalda, la imbarcarono su un aereo con destinazione Monaco di Baviera, quindi fu trasferita a Berlino e infine deportata nel Lager di Buchenwald, dove venne rinchiusa nella baracca n. 15 sotto falso nome (Frau von Weber).

Nell'agosto del 1944 la baracca in cui era prigioniera la principessa fu distrutta da un bombardamento degli anglo-americani. La principessa riportò gravi ustioni e contusioni varie su tutto il corpo, ricoverata nell'infermeria del lager ma senza cure le sue condizioni peggiorarono. Dopo 4 giorni di tormenti, a causa delle piaghe insorse la cancrena e le fu amputato un braccio.
Mafalda abbandonata e privata di ulteriori cure, muore dissanguata nella notte del 28 agosto 1944.

Ricordo di Maria José

A Ginevra il 27 gennaio 2001 moriva la Regina Maria José.

Per Suo espresso volere, venne sepolta nell'Abbazia Reale di Altacomba (Alta Savoia in Francia) al fianco di S.M. Umberto II.

Siamo sempre in attesa che le salme dei Reali d'Italia ancora sepolti in esilio - Re Vittorio Emanuele III, la Regina Elena, Re Umberto II e la Regina Maria José - siano tumulate al Pantheon di Roma.