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giovedì, ottobre 05, 2006

Gli istriani denunciano la repubblica italiana




Gli esuli istriani hanno un sacrosanto diritto a chiedere un risarcimento giusto ed equo dei beni abbandonati.

Come è scritto nell'articolo :
La repubblica italiana (con il primo governo Prodi, ndr) ha portato la Slovenia come una sposa all'altare dell'Europa ed ora sembra non voler usare il diritto di veto all'ingresso nella Ue della Croazia per ottenere la restituzione dei beni abbandonati.
Allora l'unica strada da percorrere è quella legale



Gli istriani denunciano la repubblica italiana.

Vergognati repubblica!!


Gli esuli istriani fanno causa al governo «Giusto indennizzo per i beni perduti» - di Fausto Biloslavo -

da Trieste

Questa volta l'avvocato americano fa sul serio ed oggi saranno presentate al tribunale di Trieste le prime quaranta cause degli esuli istriani e fiumani, contro lo Stato italiano, per un equo indennizzo dei beni depredati dalla Jugoslavia di Tito dopo la fine della seconda guerra mondiale. Ci voleva Giovanni De Pierro, 44 anni, figlio di emigrati negli Stati Uniti, originari della provincia di Benevento, per dare il via ad una probabile valanga di cause civili contro lo Stato per aver elargito, fino ad oggi, solo elemosina a chi ha perso tutto perché italiano. In 350mila fuggirono davanti alle violenze dei partigiani comunisti dall'Istria, da Fiume e dalla Dalmazia, lasciando alle spalle attività, case, terreni, nazionalizzati dal nuovo regime jugoslavo. «Si tratta della prima azione legale seria degli ultimi 60 anni. Domani (oggi per chi legge, ndr) presentiamo le prime quaranta cause a Trieste e nelle prossime settimana contiamo di arrivare, nel resto dell'Italia, a circa duecento richieste di giusto ed attuale risarcimento danni per i beni perduti», spiega al Giornale De Pierro, che ha presentato l'iniziativa nel capoluogo giuliano.
Una bella grana per il governo Prodi, tenendo conto che vengono chiamati in causa il ministero dell'Economia e la presidenza del Consiglio. «Se vinciamo, altro che finanziaria pesante ­ sostiene con una battuta De Pierro ­. Sarà una sconfitta pesante per le casse del tesoro italiano e gli esuli che faranno causa, o i loro eredi, diventeranno migliaia». L'ufficiale giudiziario notificherà all'avvocatura dello stato di Trieste le prime quaranta cause degli esuli che si sono visti sequestrare case o grandi appezzamenti terrieri a Pisino,

Fiume, Pirano e altre località che oggi si trovano in Slovenia o Croazia.
«L'obiettivo delle cause è far riconoscere il diritto ad un risarcimento giusto ed equo dei beni abbandonati dagli esuli appellandoci alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo», spiega l'avvocato triestino Gian Paolo Sardos Albertini, che fa parte del pool legale creato da De Pierro.
Lo Stato italiano sta risarcendo da anni gli esuli, ma a causa delle lungaggini burocratiche e della cronica mancanza di fondi i parametri di rivalutazione, rispetto al valore del bene del 1938, vengono considerati miserevoli. «I coefficienti attuali sono fra il 200 ed il 350 per cento, ma le stesse leggi che giacciono in Parlamento, presentate sia da Fassino che da Fini, chiedono indennizzi più alti con coefficienti che variano dal 4000 al 5000 per cento», sottolinea De Pierro. L'iniziativa era partita lo scorso anno, ma poi l'avvocato d'oltreoceano aveva deciso di rimandare perché sembrava che con la vicina Croazia si potesse aprire uno spiraglio sulla restituzione dei beni. «L'Italia ha portato la Slovenia come una sposa all'altare dell'Europa (con il primo governo Prodi, ndr) ed ora sembra non voler usare il diritto di veto all'ingresso nella Ue della Croazia per ottenere la restituzione dei beni abbandonati. Allora l'unica strada da percorrere è quella legale», osserva l'avvocato, esperto di diritto internazionale, che ha uno studio nel New Jersey. De Pierro ha appreso la tragica vicenda degli esuli dai racconti del padre, operaio a New York. Il giovane avvocato si occupa da qualche anno delle vicende dell'esodo e Oltreoceano aveva fondato l'Alleanza Italiana Istriano-Fiumano-Dalmata andando a protestare sotto i consolati sloveno e croato a New York per le ingiustizie subite alla fine della seconda guerra mondiale.

Nessuno, fino ad ora, aveva mai pensato ad un'azione collettiva per chiedere il risarcimento di beni perduti 60 anni fa, che rispetti il valore del mercato attuale. «Chiederemo al giudice che venga eseguita una perizia sui beni abbandonati ­ spiega Albertini ­: l'Italia ha tradito i suoi cittadini risarcendoli in maniera iniqua ed ora deve pagare». Il valore dei primi risarcimenti richiesti potrebbe ammontare a 20 milioni di euro, ma il pool degli avvocati di cui fanno parte tre giuristi esperti di diritto internazionale, per il momento preferisce non parlare di cifre, ma solo del riconoscimento legale di un equo e giusto indennizzo agli esuli. «I rappresentanti della Farnesina si battono per far riconoscere alla Croazia il diritto degli italiani di acquistare oltre confine. Ma gli esuli cosa dovrebbero fare, ricomprarsi le case rubate?», sbotta De Pierro. Dopo Trieste, capitale morale dell'esodo, le cause partiranno a Roma, Lucca, Torino, Genova e Milano con l'obiettivo di creare un effetto valanga che ottenga giustizia dopo oltre mezzo secolo di promesse mancate.


ilgiornale

lunedì, ottobre 02, 2006

Rap repubblicano



Un pò di Satira non guasta ....

mi limito a riproporre un filmato mandato in onda dalla RAI durante il telegiornale TG2 di venerdì scorso, e già pubblicato in internet.

Cronologia :
1) Prodi riferisce alla Camera sul caso Telecom
2) l’opposizione gli impedisce di parlare.
3) il presidente della Camera Fausto Bertinotti sospende la seduta.
4) Prodi ripete per ben 9 volte la frase: "Per me in particolare sarebbe come sconfessare parte della mia storia professionale, visto che da presidente dell'Iri in quegli anni ho avviato uno dei più consistenti processi di privatizzazione intrapresi in Europa".

Questa epica frase (ripetuta) si trasforma in un rap che già spopola nel web.


Rap di Prodi al Tg2, l'Unione:
"Verificare vilipendio alle istituzioni"
La Cdl accusa: reazione bigotta, in Italia c'è libertà di stampa

Rap di Prodi al Tg2, l'Unione:
"Verificare vilipendio alle istituzioni"


ROMA - "Vilipendio alle istituzioni". Questo il reato che, secondo alcuni parlamentari dell'Unione, si configurerebbe dopo che il Tg2 ha deciso di mandare in onda, nell' edizione delle 13 di venerdì scorso, il video montato come un brano rap del discorso del premier Romano Prodi alla Camera su Telecom.

La richiesta, avanzata in una lettera al cda della Rai, è firmata dai parlamentari Giorgio Merlo della Margherita vicepresidente della Commissione di Vigilanza, Gennaro Migliore capogruppo di Rifondazione comunista alla Camera, Loredana De Petris dei Verdi segretario della Presidenza del Senato ed Esterino Montino componente dei Ds in Commissione di Vigilanza.

Scrivono i parlamentari dell'Unione: "E gravissimo che un telegiornale del servizio pubblico, in una delle edizioni di punta della sua programmazione, abbia dato spazio ad un video del genere". Secondo i firmatari infatti "non è accettabile che di alcune delle maggiori cariche della Repubblica, dal premier al vicepremier, al presidente della Camera, come anche dell' Aula parlamentare, sia stata data un' immagine comica che nulla aveva a che vedere con un momento come quello del dibattito parlamentare su Telecom, dall alto valore politico e istituzionale ".

Quindi i parlamentari chiedono che la cassetta dell' edizione in questione del Tg2 venga posta all' attenzione del consiglio di amministrazione per valutare eventuali provvedimenti da prendere .

Immediata la replica del centrodestra - per bocca di Marco Taradash e Isabella Bertolini - che accusa l'Unione di una reazione "bigotta" e ricorda alla maggioranza l'esistenza "in Italia della libertà di stampa". Rincara Francesco Storace, An, membro della commissione di vigilanza della Rai: "Se Prodi è comico, se la prendono con Mazza... E dimenticano, a proposito di vilipendio, le 'benignate' contro Berlusconi, oltre ai blob quotidiani. Povera Rai...".
sito
larepubblica

sabato, settembre 30, 2006

repubblica contro gli italiani




Mentre le famiglie italiane tirano la cinghia per arrivare a fine mese, a Montecitorio i deputati litigano per accaparrarsi gli euro che distribuirà la Finanziaria.

Come al solito i deputati di maggioranza e opposizione sono concordi nell'aumentarsi non solo lo stipendio ma anche i benefits.
Ormai non ci sono più limiti, chiedono di tutto e di più e senza peli sulla lingua: dai libri gratis al barbiere, da uffici più spaziosi a sconti per alberghi e cene. Eppure i nostri parlamentari vantano già un un lungo elenco agevolazioni.

In questa repubblica c'è sempre una costante : aumentare le tasse per i cittadini e dare più soldi ai deputati.

Gli italiani fanno sacrifici per mantenere un sistema repubblicano costoso, inefficente e che spreca denaro pubblico.

PS: Ecco la pagina del sito della Camera da cui si possono reperire informazioni sul Trattamento economico dei deputati.
Camera




Deputati, presto più soldi in busta
Nonostante una Finanziaria dura

Eccola, la solita stridente contraddizione. Mentre tutto fa pensare che il governo varerà una manovra di lacrime e sangue per molti, gli onorevoli deputati si aumentano lo stipendio.

Nel 2006 l'indennità parlamentare era stata di 92 milioni di euro, quasi 4 in meno rispetto al 2005, ma nel 2007 si arriverà a 96 milioni per balzare ben oltre i 99 nel 2008. Un bel "premio" che i parlamentari si autoconcedono grazie al solito meccansimo che vede le loro buste-paga agganciate con quelle dei giudici della Cassazione.

Lo denuncia un articolo del "Giornale" dove si precisa che, proprio mentre gli stipendi stanno per salire, i parlamentari mettono invece in luce i tagli alle spese che stanno (lodevolmente) realizzando nella loro gestione della Camera. Si legge nell'articolo: "A far l'elogio dei sacrifici e delle virtù sfoderate dalla camera dei deputati è proprio il collegio dei questori - i custodi dell'autodichìa materiale - per voce di Gabriele Albonetti, diessino emiliano, che snocciola tagli esemplari: 'ulteriori riduzioni' della dotazione finanziaria - le risorse dei contribuenti che il Tesoro fornisce al palazzo - 7 milioni d'euro in meno di qua, 8,8 di là, e udite udito persino un taglio alle onorevoli buste paga".

Peccato, si fa notare nell'articolo, che Albonetti si dimentichi di dire che, seppur quest'anno lo stipendio i deputati se lo sono ridotto (ma solo del 4%), nel 2007 e nel 2008 questi tagli li recupereranno in busta paga con gli interessi. E nel 2008 l'aumento sarà dell'8,2%, più del doppio rispetto all'inflazione programmata

tgcom