Articoli in evidenza:
Visualizzazione post con etichetta napolitano. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta napolitano. Mostra tutti i post

venerdì, marzo 18, 2011

La repubblica omaggia la Monarchia

Per la prima volta un presidente della repubblica si è recato al Pantheon di Roma per rendere omaggio a Re Vittorio Emanuele II, il primo Capo di Stato italiano e Padre della Patria.

17 marzo 2011

Nella cerimonia il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, insieme al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, e i presidenti delle Camere, Schifani e Fini, hanno reso omaggio al Pantheon a Re Vittorio Emanuele II ponendo una corona d'alloro sulla tomba di Vittorio Emanuele II, primo Re d'Italia.

Presenti alla cerimonia gli eredi di Casa Savoia, Vittorio Emanuele con la moglie Marina Doria e il figlio Emanuele Filiberto accompagnato dalla moglie, Clotilde Coureau.
Erano presenti anche il Duca d'Aosta Amedeo e il figlio Aimone.

Emanuele Filiberto ha ringraziato Napolitano per l'omaggio, sottolineando che l'Unita' d'Italia oggi si sente tutta.
L'Italia oggi la sento mia e la sentono così anche tutti gli italiani.

La grande folla ha gridato : Viva l'Italia.

Visto che il 17 marzo 2011 è il 150° Anniversario della Proclamazione del Regno d'Italia (chiamato in maniera impropria dal regime repubblicano "unità nazionale"), questo avvenimento ha un valore incalcolabile, è un gesto simbolico di grande importanza.

La repubblica riconosce finalmente i meriti della Monarchia e rende omaggio alla Dinastia di Casa Savoia, senza la quale non si sarebbe potuto realizzare l'Unità Nazionale Italiana.

Anche le massime cariche della repubblica italiana si sono reso conto che è impossibile celebrare l'Unità Nazionale senza la Monarchia e Casa Savoia.

A maggior ragione rimane incomprensibile il logo del sito ufficiale delle celebrazioni del 150° Anniversario dell'Unità d'Italia, che riporta 3 bandiere tricolore, tutte senza il Tricolore del Regno d'Italia.

Comunque questa solenne cerimonia è un forte contributo alla concordia nazionale, senza la quale non si può rafforzare l'Unità della Nazione.

Adesso speriamo che questo gesto possa facilitare il rientro delle Salme dei Re e Regine d'Italia al Pantheon di Roma che sono ancora in esilio . (Re Vittorio Emanuele III, Regina Elena, Re Umberto II e Regina Maria José)

W la Monarchia!
W il Regno d'Italia!

W Casa Savoia!

domenica, gennaio 09, 2011

Le radici del Paese, Monarchia e Savoia

A Forlì, il capo dello Stato, tornato al significato delle celebrazioni dell’Unità d’Italia, ha detto che anche il nord deve «avere coscienza delle proprie radici, del proprio contributo al moto unitario».

Innanzitutto faccio notare che i comportamenti concreti di chi a parole fa appello alla difesa delle radici dell'Italia, spesso sono stati opposti a quello invocato adesso.

Mi permetto di criticare napolitano, non solo per il suo passato, importante esponente del PCI, che aveva come paese di riferimento l'URSS, ma anche perchè, ad esempio, ignora completamente i meriti della Monarchia e di Casa Savoia.

Come è possibile mostrare, in occasione della festa del Tricolore, la bandiera della repubblica cispadana, come se fosse un punto di riferimento, invece del Regno d'Italia che realizzò l'Unità Nazionale?

La Monarchia e Casa Savoia sono stati essenziali per la realizzazione dell'Unità del nostro Paese, sono le radici della nostra Patria!!!!


Anche il direttore del Giornale Sallusti nel suo editoriale critica napolitano:
"Più che unire l'inquilino del Colle evidentemente mira a spaccare, gli italiani e il governo".
Non c'è nessun accenno, critica o richiamo a chi invece i simboli dell'Unità d'Italia li ha disprezzati per cinquant'anni. Cioè - accusa Sallusti senza mezzi termini - lui stesso e i suoi amici comunisti".
"Napolitano", incalza il direttore del Giornale, "rimuove la verità che nelle piazze del Pci invase da bandiere rosse il tricolore fosse bandito, che Bella Ciao venisse cantata al posto dell'inno di Mameli, la parola Patria considerata un residuo fascista".

Condivido quello che ha scritto sallustri, ma si dimentica che coloro che hanno indebolito l'Unità non sono stati solo i comunisti, ma la repubblica, uno Stato corrotto, decadente, perennemente in crisi che, per perpetrare se stesso, ha falsificato la Storia e screditato anche le radici del nostro Paese, la Monarchia.

Adesso dobbiamo ricostruire il Paese,
e sappiamo chi dobbiamo ringraziare....

venerdì, novembre 26, 2010

Verso la fine della repubblica

Da quando Berlusconi è stato messo in difficoltà da Fini, Napolitano ha cambiato atteggiamento, nel senso che anche lui, in maniera sempre più evidente, non perde occasione di indebolire il Governo.

Da abile politico e profondo conoscitore dei giochi che ci sono in Parlamento (Napolitano è stato anche Presidente della Camera), agisce in maniera diversa a secondo della convenienza, e lascia messaggi per sostenere alcune forze politiche o per stroncare altre.


Recentemente Napolitano ha criticato la politica finanziaria e internazionale del Governo, unica istituzione titolata a indicare la politica economica ed estera nel Paese, in altre occasioni invece non dice nulla e tace.

A parte il fatto che un capo di stato non dovrebbe mai andare oltre le sue prerogative costituzionali e favorire una fazione politica, l'atteggiamento di Napolitano è grave anche perché interviene quando non dovrebbe farlo (criticando le scelte del governo) mentre tace quando invece dovrebbe farlo, ad esempio quando non difende le istituzioni.
Infatti se il governo di Berlusconi vuole limitare gli sprechi che ci sono anche nell'Unversità, Lui parla.
Se invece a Roma manifestanti tentano di entrare al Senato lanciando uova marce, Lui tace.

Se non altro il doppio gioco di Napolitano dovrebbe far capire molto bene quanto sia assurdo pensare che il presidente della repubblica possa essere una figura apolitica e garante di tutti gli italiani.
Tutti i presidenti della repubblica appartengono alla classe dei politici, anzi l'elezione del presidente della repubblica è alla stessa stregua di una qualsiasi nomina scaturente dalla lottizzazione del potere.

La repubblica non si rende conto che gli atteggiamenti oligarchici, che sono ormai usate in tutte le istituzioni, non fanno altro che formare un abisso tra il popolo e la repubblica.
Ogni tanto il Presidente della Repubblica Napolitano lancia moniti per scongiurare il rischio che i cittadini possano rifiutare le istituzioni ma anche Lui, con il suo doppio gioco, compie lo stesso errore.

Ormai l'incapacità, l'immoralità, il personalismo e la voglia di arricchirsi, vizi della repubblica italiana, hanno innescato un meccanismo auto distruttivo inarrestabile ...

giovedì, novembre 18, 2010

presidente della repubblica, camera, senato

Non c'è bisogno di conoscere a menadito Diritto Costituzionale o essere un dotto politologo per capire che la crisi del governo apre una profonda crisi istituzionale.
Ormai l'intero edificio del sistema repubblicano sta crollando, e anche gli ultimi eventi lo confermano.


1. Innanzitutto non era mai successo che i presidenti del Senato e Camere fossero convocati al Quirinale prima ancora delle dimissioni del presidente del Consiglio.
Questa convocazione dovrebbe avvenire dopo che in Parlamento si sia verificato che il governo non abbia più la maggioranza.

Non è una questione di galateo costituzionale, ma ha un pesante significato politico in quanto il presidente della repubblica si è sostituito al Parlamento, non avendo atteso la votazione parlamentare sulla fiducia al governo ed aver alterato la dialettica politica.

E se il governo Berlusconi dovesse riuscire ad ottenere ancora una volta la fiducia?
Ci troveremo davanti ad una situazione surreale e comica, e la convocazione delle tre più alte cariche dello stato sarebbe assolutamente inutile.
Che senso definire l’iter delle consultazioni delle varie componenti politiche se il governo non è caduto?

Alle volte la realtà supera l'immaginazione, e se davvero dovesse succedere questo (la tenuta del governo), il presidente della repubblica sarebbe sommerso da attacchi politici anche ironici...
Già mi immagino le vignette che illustrerebbero la situazione comica.
In realtà, visto che in Italia non esiste una vera Libertà di Stampa (non per colpa di berlusconi ma del regime repubblicano) temo che anche questa volta il Potere riuscirà a controllare la satira...

2. Secondo punto
Il Presidente della repubblica riceve il presidente della Camera, il quale è l'artefice della eventuale caduta del Governo.

E' possibile che Napolitano non capisca quanto sia delicata e imbarazzante la posizione di Fini?
A quale titolo Napolitano riceve Fini?
E poi, Fini quando parla con Napolitano, si presenta da presidente della Camera o da leader di un partito?
Insomma Fini sale al Colle per esprimere un parere sulla crisi del governo, quando lui stesso è la causa e artefice della crisi.
E' normale?

3. Un altro punto da sottolineare è che Fini ha potuto costruire un nuovo partito proprio facendo leva sulla sua funzione di terza carica dello Stato.
Il presidente della Camera è diventato un trampolino per creare un partito.

4. Inoltre si scopre che un presidente della Camera, invece di garantire il corretto funzionamento delle Camere, può essere un ulteriore elemento di divisione all'interno del parlamento.
Infatti Fini, non solo è l'artefice della crisi, ma entra anche in conflitto con il presidente del Senato.
A presto Fini contro Schifani?

5. Si parla tanto di responsabilità istituzionale. Bene sarebbe giusto che ci fosse.
Ma perché chiederla solo a Berlusconi e non anche a Fini?
E perché non chiedere a Napolitano cosa ne pensa di come si comporta il presidente della Camera?
Capisco che non si vuole mettere in imbarazzo il capo dello stato ma tutto ha un limite.
Se il presidente della repubblica fa politica e va oltre le sue prerogative, bene allora è giusto criticarlo ed attaccarlo.

6. Finora, Napolitano ha sempre difeso la posizione indifendibile di Fini. Perché?
Un motivo è che Napolitano e Fini si sostengono a vicenda perchè ambedue vogliono battere berlusconi.
L'altro è che ambedue sono stati presidente della Camera, Napolitano fu eletto Presidente della Camera dei Deputati subentrando a Oscar Luigi Scalfaro, eletto Presidente della Repubblica Italiana. Si trattò della “legislatura di Tangentopoli”...

Insommai Fini e Napolitano difendono l'operato della categoria alla quale appartengono (casta politica) e di essere stati ambedue presidente della Camera.

7. Infine l'aspetto forse più importante.
La particolare posizione di Fini, presidente delle camera e capo del nuovo partito che causa la crisi del governo, apre un nervo scoperto della repubblica.
Il problema vero è che per esercitare il potere di sciogliere la Camera, il presidente della repubblica deve ascoltare i presidenti dei due rami del Parlamento, il che significa che per lo scioglimento, Napolitano ha l'obbligo di ascoltare preventivamente Fini.

Ora di fronte a quello che succede in questa repubblica oligarchica, non riesco a capire come si possa ancora parlare di equilibrio istituzionale.
Purtroppo quando lo si evoca, lo si fa solo quando fa comodo, l'equilibrio istituzionale o vale per tutti o non esiste.

Se il capo dello stato fosse un Re, figura apolitica e davvero indipendente dai partiti, nessun potrebbe accusarlo di favorire qualche fazione politica.

Di sicuro, la Monarchia garantisce un migliore equilibrio istituzionale !!!
W il Re!

domenica, novembre 14, 2010

Napolitano-Fini contro Berlusconi ?

La caduta del governo Berlusconi apre la strada a una crisi istituzionale.
Infatti l'avversario più pericoloso per il Cavaliere, non è certo la sinistra, ormai considerata rottamata addirittura dalla sua base, ma sono i presidenti della repubblica e della Camera che lo mettono in difficoltà.


Non è la prima volta che Napolitano interviene pesantemente sui lavori del Parlamento.
Mi riferisco al fatto che a soli 2 giorni dall’inderogabilità richiamata dal Colle dell’approvazione della legge di stabilità, il cuore stesso del governo, c’è stata la nota del Quirinale che non si poteva andare avanti con tagli lineari senza scelte precise. Una nota ambigua che attacca la linea del governo e dà voce al partito della spesa pubblica, sempre sostenuta dalla sinistra.
Sta di fatto che il presidente della repubblica critica le decisioni dell’esecutivo andando oltre le sue prerogative istituzionali.

I difensori ad oltranza della repubblica diranno che Napolitano si comporta sempre bene, ma se il presidente della repubblica "fa politica" è giusto mettere in luce gli errori presidenziali, come quelli governativi.
Nonostante quello sostenuto dalla vulgata, anche il presidente della repubblica è un soggetto politico, dato che è un politico votato dai partiti...

Come già accennato all’inizio, c’è l’altro elemento che aggrava la situazione, e cioè che il presidente della Camera è il capo del nuovo partito (FLI) che ha causato la crisi.
Da qualche tempo Fini aveva abbandonato il ruolo di garante del corretto svolgimento della Camera e ha congiurato per far cadere l’esecutivo.
Se si ricorda che Fini e Berlusconi sono i cofondatori del PdL, allora è proprio vero che la politica, oltre che dannosa per il Paese, è più spettacolare di una telenovela sudamericana...

Ho il timore che la situazione peggiorerà ulteriormente, visto che ci sono ipotesi di un governo istituzionale o di un ribaltone.
Per far nascere un governo del genere però non basta che ci sia il consenso di Napolitano (di per sé un fatto grave) ma serve che il presidente della repubblica coordini e tenga uniti i partiti (di provenienze diverse) che appoggiano questo esecutivo.

Se dovesse realizzarsi questa ipotesi Napolitano e Fini sarebbero i protagonisti di un colpo di stato mascherato, che sostituiscono il governo di Berlusconi, legittimamente eletto, con un altro.
Due delle tre più alte cariche dello stato (presidenti delle repubblica e camera) compierebbero un atto molto grave in quanto ci sarebbe un sovvertimento dell’ordine costituzionale.
Mi permetto di sottolineare il fatto curioso che un fascista, che ha ripudiato il ventennio mussoliniano, e un comunista, che mi risulta non ha mai ripudiato il comunismo, sarebbero i leader del governo istituzionale o del ribaltone.

In questa repubblica dove i problemi degli italiani sono sempre secondari alle beghe dei politici, assistiamo all’ennesimo scontro tra i partiti padroni.
La repubblica è un’oligarchia dove si sono rotti tutti gli equilibri, e in questo becero e malato bipartitismo lo scontro tra le fazioni è sempre più violento.
La fazione PD + FLI + IDV, pur di abbattere il governo berlusconiano, accetterebbe qualsiasi ipotesi, compreso quello di appoggiare la coppia Napolitano-Fini, senza accorgersi che ci si è avventurati su un terreno nel quale si assiste non solo alla caduta del governo ma della repubblica...
Attendiamo poi la risposta di Berlusconi che non si dimetterà facilmente.

In una Italia stordita dall'egemonia politica e cultura del regime repubblicano, tutti zitti e mosca di fronte ai sussulti finali della repubblica.
Intanto i problemi degli italiani rimangono irrisolti...
Fino a quando?

mercoledì, settembre 08, 2010

8 settembre regio esercito

Come ogni anno l’8 settembre continua ad essere occasione di polemiche e di divisione tra gli italiani.

Tutto nasce dal fatto che la Storia è interpretata dai politici intellettuali e giornalisti.

La forza principale che deforma la storia è la repubblica, la quale padrone delle istituzioni – scuole - TV e giornali ha insegnato la storia secondo la convenienza.

Sbagliano gli intellettuali che sostengono che l’8 settembre è stata la morte della Patria.
La Patria è stata uccisa dalla repubblica, per come è nata e per come si è sempre comportata fino ad oggi.

Per vincere il referendum (l'ha poi vinto?), la repubblica ha detto agli italiani che la monarchia e il fascismo erano quasi la stessa cosa, ma in questo modo, oltre che falsificare la realtà, ha indebolito quei valori essenziali come il Risorgimento, la Tradizione, l’Unità, la Patria.

Non si deve dimenticare che dopo la II guerra mondiale in Italia il partito più forte era il PCI e che la costituzione repubblicana è figlia della guerra e delle ideologie.
Anche per questo motivo era inevitabile che la repubblica fosse un fallimento.

Nel suo intervento Napolitano ha affermato che l’8 settembre è stato essenziale per la rinascita del nostro paese, ha reso possibile la resistenza, ed in particolare ha voluto ricordare i militari.

Peccato che napolitano dimentica che la rinascita fu resa possibile da Re Vittorio Emanuele III che, fedele allo Statuto Albertino, potè sostituire mussolini con un altro governo.
Peccato che napolitano dimentica che tutti quei militari difesero l’Italia rimanendo fedeli al Re.


Che tristezza e squallore vedere un capo di stato che ricorda solo quello che gli conviene e dimentica altro.
Che tristezza e squallore vedere un capo di stato che divide gli italiani.


Quindi l'8 settembre è stato il riscatto della Nazione ma questo avvenne grazie a Vittorio Emanuele III che arrestò mussolini e alla fedeltà del Regio Esercito al Re !!!

Purtroppo dobbiamo subire la propaganda repubblicana, la solita lezioncina del Re in fuga, dei Generali in balia e senza ordini, della morte dello Stato e dell’Italia.

Solo abbandonando questa repubblica da operetta, l'Italia potrà rinascere e si potrà riscrivere la Storia.

Link
8 settembre: Napolitano,ricordo doveroso
Il Capo dello Stato a Porta San Paolo davanti a lapidi caduti

martedì, marzo 09, 2010

Napolitano, Cavour e i Savoia

Napolitano ha confermato la sua presenza all'inaugurazione della restaurata tomba di Camillo Benso, conte di Cavour, prevista per il 6 giugno a Santena, comune in provincia di Torino.
Questa visita ufficiale testimonia l’affetto e l’attenzione dello Stato alle iniziative legate al Risorgimento.
Cavour però non fu l’unica persona essenziale nel processo dell’Unità d’Italia e quindi mi chiedo perché il Capo della Stato non possa compiere anche un passaggio importante per la riconciliazione nazionale, visitando la tomba del Padre della Patria, Re Vittorio Emanuele II di Savoia, nel Pantheon.

Infatti l’Unità d’Italia si realizzò anche grazie all’opera compiuta da Casa Savoia, non si può comprendere e celebrare compiutamente l’Unità Nazionale se non si paga il tributo dovuto alla Monarchia e a Casa Savoia.
Non si può negare che la Patria la Storia e il Risorgimento - valori essenziali per l'Italia - sono legati indissolubilmente a Casa Savoia.

Inoltre la visita di napolitano al Pantheon faciliterebbe il rientro in Italia delle salme dei Re e delle Regine d’Italia che purtroppo sono ancora sepolte all’estero.

Mi rendo conto che questo passaggio possa essere imbarazzante per la repubblica, ma visto che stiamo avvicinando al 150° anniversario dell’Unità d’Italia e che i Principi viventi di Savoia sono in Italia, non riesco a capire come mai i Sovrani d'Italia, morti anni fa, debbano rimanere sepolti in l’esilio.

Napolitano inaugurerà la tomba di Cavour

Sarà Giorgio Napolitano a inaugurare la tomba restaurata di Camillo Benso, conte di Cavour. Il presidente della Repubblica ha infatti confermato la sua presenza a Santena per il prossimo 6 giugno, quando il sepolcro del «Grande Tessitore» dell’unità d’Italia verrà restituito al pubblico dopo i lavori di conservazione.

La presenza di Napolitano è stata annunciata dalla presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, e dal presidente della Fondazione Cavour, Nerio Nesi, destinatario nei giorni scorsi di una comunicazione inviata dal Capo dello Stato.

«La lettera - osservano Bresso e Nesi - rappresenta l’ennesima testimonianza dell’affetto e dell’attenzione con cui il Presidente della Repubblica segue il Piemonte e le iniziative legate a persone come Cavour e a processi come il Risorgimento. Persone e processi che, nati nella nostra regione, hanno determinato il corso della storia italiana ed europea»

Link
la stampa

giovedì, marzo 04, 2010

napolitano, PVV, olanda, politica

Il partito della Libertà (Pvv) di Gert Wilders è il grande vincitore delle elezioni amministrative in Olanda, passerebbe dal quinto al terzo partito in Olanda su base nazionale e secondo partito della capitale.


Io non conosco questo partito e non mi preoccupo se il PVV sia xenofobo e anti islam, piuttosto mi chiedo se un capo di stato può esprimere il suo disappunto sulle elezioni politiche di un altro stato.

Infatti, dopo aver incontrato il presidente del Parlamento Europeo Buzek, Napolitano ha detto : "Attenti ai partiti che vogliono tornare indietro" “La vittoria delle forze anti europeiste in Olanda rappresenta una "illusione anacronistica e pericolosissima", nonostante si tratti di "una tendenza fuori della storia e fuori della realtà", è "impossibile ignorare quello che è cambiato nella realtà europea".

Secondo me, c'è il rischio che dichiarazioni del genere possano far nascere problemi diplomatici tra stati, e poi non bisogna dimenticare che è indice di mancanza di rispetto per le scelte di un altro popolo che democraticamente ha votato i suoi rappresentanti.

I giornalisti italiani non si pongono la domanda se è opportuno che il nostro presidente possa commentare le elezioni altrui, ma sarei tanto curioso di vedere cosa direbbe il giornalismo nostrano se fosse la Regina d'Olanda a commentare in senso negativo le elezioni italiane.....

Inoltre questa dichiarazione prettamente politica conferma quanto sia fantasiosa considerare napolitano una persona al di fuori dalla Politica.

Ah già dimenticavo, in Italia al Quirinale c’è un politico che parla di politica, ma non fa politica perchè è il superpartes...

giovedì, dicembre 03, 2009

Unità d'Italia, valore prezioso



Ha ragione napolitano ricordando che l’Unità del Paese è il bene più prezioso.

Però più che difenderla da l’impressione di utilizzarla per sostenere la repubblica e, da custode della repubblica, aggiunge che questo valore è scolpito nella Costituzione repubblicana.

Per correttezza si dovrebbe ricordare però che l’Unità è stata voluta da Casa Savoia e dal Risorgimento e realizzata dal Regno d’Italia.

Quindi la repubblica non ha nessun merito per l’Unità d’Italia, anzi direi che purtroppo la repubblica ha indebolito e screditato questo valore.

W l’Unità d’Italia
W la Monarchia

Il Presidente raccomanda agli studenti la lettura della Costituzione:
"E' il termine di riferimento fondamentale per la vita politica e civile italiana"
Napolitano, appello all'unità "E' il bene più prezioso"

ROMA - La Costituzione italiana esprime "valori e regole che devono ispirare l'attività delle istituzioni ma anche la vita e i comportamenti degli italiani". Questo il messaggio del Presidente della Repubblica nell'ambito dell'incontro con il Sindaco, il Presidente della Provincia ed alcune scolaresche di Pisa, in occasione dell'anniversario della firma della legge leopoldina contro la pena di morte. Napolitano ha sottolineato, inoltre, che "l'unità d'Italia è il bene più prezioso; un valore scolpito nella Costituzione".

Link
Napolitano, appello all'unità

domenica, ottobre 18, 2009

presidente super partes


Se un capo di stato sia davvero super partes non dovrebbe dirlo lui stesso ma piuttosto i cittadini.

Invece napolitano ha tuonato:"Tredici anni fa nell’assumere l’incarico di ministro dell’Interno, ero determinato a svolgerlo come uomo ormai delle istituzioni, e non di una parte politica".

La infelice dichiarazione del presidente della repubblica - "non sono di parte" - la considero una auto dichiarazione troppo di parte, che inoltre è una evidente stoccata al presidente del consiglio, il quale aveva invece detto esattamente il contrario:"si sa bene da che parte sta napolitano"

Le due opposte dichiarazioni di napolitano e di berlusconi dimostrano che esiste una lotta istituzionale tra le 2 più alte cariche della repubblica: napolitano, depositario della repubblica conservatrice, berlusconi, portatore della nuova repubblica presidenziale.

Ritornando alla frase di napolitano, si apprende quindi che napolitano avrebbe ufficialmente smesso di essere uomo di partito, a partire dal maggio 1996, per diventare una figura istituzionale “super partes”.

Mi sembra una mancanza di stile e di umiltà, un errore che un capo di stato non dovrebbe mai compiere.
Sarebbe stato meglio se napolitano non avesse fatto questa affermazione, anche perché compie l'errore di personalizzare e di mortificare le istituzioni.

Da wikipedia ecco la brillante carriera politica di napolitano :
- Giorgio Napolitano è un politico italiano
- deputato dal 1953 al 1996
- membro del Partito Comunista Italiano fin dal 1956, grazie all'appoggio di Togliatti
- Presidente della Camera dei Deputati 1992
- 1996 Ministro dell'Interno nel Governo Prodi I
- Nel 1999 Napolitano si candida alle elezioni europee nella lista dei Ds
- coordinatore della campagna elettorale del partito
- eletto senatore a vita nel 2005 fa tutta la legislatura nel gruppo "Democratici di Sinistra - l’Ulivo"

Insomma i dati lo smentiscono..

Inoltre non si può dimenticare che napolitano fu votato presidente della repubblica solo dalla risicata maggioranza del governo prodi che, dopo poco tempo, fu costretto a dimettersi.
E' davvero incompresibile che un uomo che ha sempre vissuto di politica e che è diventato presidente della repubblica solo dalla maggioranza alla quale ha sempre appartenuto, possa essere considerato non di parte.

"Il presidente della repubblica super partes" - raccontata della propaganda repubblicana - è solo una leggenda completamente lontana dalla realtà...
Liberiamoci di questa ipocrisia ed ammettiamo finalmente che in una repubblica non esiste il capo di stato super partes.
Tutti i presidenti della repubblica appartengono alla classe dei politici e sono votati dai partiti, anzi l'elezione del presidente della repubblica è alla stessa stregua di una qualsiasi nomina scaturente dalla lottizzazione del potere.

In realtà esiste un sistema istituzionale dove il capo di stato non appartiene alla politica ma alla Storia, alla Tradizione, alla Famiglia.
Mi riferisco alla Monarchia Costituzionale dove il capo dello stato è il garante di tutti perché non imposto dai partiti e dove lo Stato educa e protegge la Corona.

W il Re!

venerdì, luglio 17, 2009

Napolitano firma e critica la legge sulla sicurezza

Nonostante napolitano stia cercando di interpretare con prudenza ed equilibrio il suo mandato, ogni tanto, commette l'errore di andare al di là di quelle che sono le sue prerogative costituzionali, e le ultime uscite di napolitano sul pacchetto sicurezza confermano questa verità.

Questi sconfinamenti dimostrano che napolitano continua a fare politica e anche i limiti della istituzione repubblica.
Infatti con tutta la buona volontà (se davvero esiste..) il presidente non può eliminare i suoi appetiti politici che creano inevitabili conflitti tra le più alte cariche istituzionali.

Per nascondere quanto sia difficile la convivenza tra il presidente della repubblica e del consiglio - spesso due politici di schieramenti diversi - la repubblica trasforma un politico di razza (come lo è napolitano) in persona apolitica e lontano dal mondo politico al quale invece appartiene.

Inoltre non si deve dimenticare che napolitano è stato votato al parlamento solo dalla maggioranza del governo Prodi (sinistra) e che è stato un comunista convinto (ed adesso ..?) .

Si può dire che la sinistra ha raggiunto l’apice con l'elezione di napolitano al quirinale e da allora il suo potere e consenso è andato sempre più in calo, fino a diventare un partito burocratico e senza idee e programmi.

A suo tempo sul caso Englaro napolitano aveva avanzato la discutibile pretesa di un suo "no" preventivo a un decreto del governo ancora in via di scrittura per cercare di ottenere ciò che auspicava.

Adesso con una sinistra molto debole e con una destra così forte, napolitano ha capito che non può opporsi più di tanto a berlusconi, e quindi questa volta ha optato per una "promulgazione critica" del "pacchetto sicurezza".
Pur sapendo che non c'erano fondati rilievi di costituzionalità per il rinvio del testo alle Camere, per non farsi vedere dalla sinistra troppo debole con il cavaliere, ha deciso di firmare la legge criticandola.
E' assurdo promulgare una legge e contemporaneamente segnalare i rilievi. O non si firma una legge perchè va contro la costituzione oppure la si firma senza aggiungere nulla.
Che senso ha promulgare una legge e poi esprime perplessità e preoccupazione?

Ora la legge è passata e bisogna applicarla e quindi le pagine di Napolitano dovrebbero restare lettera morta. (?)

Viviamo in una repubblica dove tutto (compreso il quirinale) è nelle mani di una classe politica inadeguata ed assistiamo ad assurdi comportamenti istituzionali (anche morali).

Un Capo di Stato che promulga una legge con la sua firma e poi se ne va in giro a criticare tale legge non è una bella cosa, è un atteggiamento che fa parte del teatrino che abbonda in questa repubblica.

Anche Pera ha affermato che i comportamenti di napolitano esulano da quelli assegnatigli visto che un presidente può solo inviare un messaggio formale alla Camere, la promulgazione con dubbi e commenti non esiste.

Pera: da Napolitano comportamenti che esulano da quelli assegnatigli

Il caos repubblicano continua ....

lunedì, giugno 29, 2009

repubblica, politica, ideologia

Napolitano ovviamente svolge il suo ruolo di difendere la repubblica ma per fare questo, al contrario delle sue intenzioni, fa un pò di confusione mischiando la politica alle istituzioni ed addirittura alla democrazia.

La politica vive un periodo di grave crisi e napolitano teme che la disaffezione dei cittadini colpisca non solo la politica ma anche la repubblica e la democrazia.
Per evitare una crisi istituzionale (sempre latente) si affanna a distinguere la politica dalle istituzioni e dalla democrazia ma fa confusione.

Napolitano dice: Non bisogna confondere la crisi della politica con la crisi della democrazia e bisogna trovare un punto di riferimento nelle istituzioni

Innanzitutto la democrazia non appartiene solo ai partiti ed alla repubblica.
Se in Italia non ci fosse la repubblica (come mi auguro) non significa che non ci sarebbe più democrazia - anche la monarchia può garantire democrazia - oppure se i partiti dovesse essere sostituiti da altri la democrazia continuerebbe ad esistere.

Napolitano sostiene che solo difendendo la repubblica e questa costituzione si possa vivere in una democrazia.
Questo equivalenza tra repubblica e democrazia è il punto fondante del repubblicanesimo, cioè il pensiero politico che sostiene che solo in una repubblica si possa realizzare la democrazia.
L'equivalenza democrazia=repubblica non è assolutamente vera, è solo l'equivoco proposto dalla ideologia (repubblicanesimo) di una nazione governata col sistema politico della repubblica.

Già in altra occasione napolitano aveva sostenuto il repubblicanesimo. Sembra proprio che lui non possa vivere senza ideologia e, caduto il comunismo, ha trovato nel repubblicanesimo la sua nuova ideologia.

Il timore (di napolitano) che la crisi della politica possa coinvolgere la repubblica è un dato di fatto per il semplice motivo che anche il presidente della repubblica è un politico.
Anzi la repubblica è il trionfo della partitocrazia visto che il capo dello stato (invece di essere l'arbitro della politica e garante di tutti) appartiene alla classe politica ed in particolare alla fazione che lo ha votato.

Rimane poi il problema irrisolvibile di come sia possibile che gli italiani abbiamo rispetto della repubblica visto come si comportano le istituzioni.

crisi politica non è crisi della democrazia,
crisi politica è crisi della repubblica

Roma - Si parla molto della crisi della politica. Dai difetti del sistema rappresentativo alla crescente disaffezione dei cittadini. Da ultimo il referendum, con il record negativo di affluenza alle urne. Partendo dall'analisi della situazione si cerca di individuare le cause per giungere a qualche possibile soluzione. Ma c'è un rischio molto forte da evitare. Quello di mischiare tutto perdendo di vista le cose che funzionano e quelle che, invece, avrebbero bisogno di qualche correttivo. Proprio su questo punto arriva il monito di Giorgio Napolitano: "Non bisogna confondere la crisi della politica con la crisi della democrazia" e bisogna trovare un punto di riferimento nelle istituzioni "che hanno bisogno del necessario rispetto": lo ha detto il presidente della Repubblica durante la cerimonia di inaugurazione dell’archivio storico del Quirinale.

Si fa troppa confusione "Siamo nel momento in cui si discute molto, in Italia e fuori Italia della crisi e delle difficoltà della democrazia rappresentativa. Ho l’impressione - sottolinea il Capo dello Stato - che talvolta si discuta in modo un po' astratto per formule cercando una definizione nella fase complessa e senza dubbio difficile che stiamo attraversando, ma anche intrecciando, e un po' troppo confondendo, a mio avviso, le difficoltà e la crisi della politica con le difficoltà e la crisi della democrazia".

Le istituzioni "Proprio per non perdere il senso delle fondamentali distinzioni e giungere a giudizi più ponderati - aggiunge Napolitano - è fondamentale il riferimento alla realtà delle istituzioni e quindi alla cultura delle istituzioni nella loro storia, nella loro evoluzione e nel loro continuo travaglio di progressivo adeguamento".

Serve rispetto "Fra le istituzioni - prosegue il Capo dello Stato - c’è naturalmente la Presidenza della Repubblica e io davvero mi auguro che non sola, ma assieme alle altre autorità di garanzia, riceva sempre il necessario rispetto che è dovuto alle fondamentali istituzioni della nostra Repubblica e sappia anche farsi conoscere e farsi valere".
Napolitano: crisi politica non è crisi democrazia

mercoledì, gennaio 28, 2009

Napolitano, Di Pietro, Giustizia e Politica

In una manifestazione organizzata a Roma dall’Associazione nazionale vittime di mafia e dall’Italia dei Valori contro la riforma della giustizia, Di Pietro ha accusato Napolitano di non essere un arbitro imparziale e di tacere su alcuni temi come la giustizia e il Lodo Alfano.

La protesta dell’Idv sarebbe motivata dalla sospensione, decisa dal Csm, del procuratore capo di Salerno Luigi Apicella, un provvedimento che sarebbe segnale di grave ingerenza del potere politico nei confronti dell’autonomia della magistratura.

In piazza Farnese c'era anche un manifesto che riportava la frase "Napolitano dorme, l’Italia insorge”, una dura ed evidente critica nei confronti del presidente della repubblica.
Di Pietro ha aggiunto: “A lei che dovrebbe essere arbitro possiamo dire che a volte il suo giudizio è poco da arbitro e da terzo", inoltre ha concluso: “Il silenzio uccide, il silenzio è un comportamento mafioso per questo io voglio dire quello che penso”.

Evidentemente Di Pietro esorta il presidente ad intervenire sulle questioni della giustizia e sullo scontro attorno al caso dei magistrati di Salerno.

In Italia è da anni che assistiamo ad una aspra lotta tra la Magistratura e la Politica, una lotta che sta dissanguando la repubblica, che già per altri motivi vive un periodo di profonda crisi.
E' chiaro che qualsiasi riforma della giustizia proposta in questo contesto non può che peggiorare il difficile rapporto tra politica e magistratura.

Secondo me Di Pietro comincia a temere che il PDL ed il PD possano mettersi d'accordo per riformare la Giustizia.
Per evitare che questo possa succedere, oltre che dimostrare di essere il leader della opposizione, cerca di fare pressione su napolitano affinchè non firmi la ipotetica riforma.

Ovviamente le parole di Di Pietro hanno sollevato un polverone.

Lasciamo da parte la stupida favola del presidente della repubblica superpartes, non esiste in quanto sono tutti dei politici eletti da partiti (e quindi di parte).
Se è vero allora le loro decisioni sono scelte politiche e quindi criticabili, fattore ancor più evidente quando si tocca la giustizia essendo il presidente della repubblica anche il presidente del CSM.
Adesso napolitano si trova in una situazione molto scomoda nel senso che qualsiasi cosa farà (firmare o no la ipotetica riforma) sarà sempre criticato da qualche parte poltica.

Di Pietro ha sbagliato a dare del mafioso a napolitano, ma ha avuto il merito di scoprire una verità, e cioè che i presidenti della repubblica non possono essere arbitri o da terzi, sono politici di parte.

Ed anche per questo io preferisco la Monarchia alla repubblica.

martedì, dicembre 02, 2008

mezzogiorno e napolitano

Non posso che condividere il discorso del presidente della repubblica quando recentemente a Napoli ha affermato che Occorre reagire all'impoverimento morale della politica.

Da decenni la situazione del nostro paese continua a peggiorare, ad una crisi politica sociale - tangentopoli, partitocrazia, corruzione ... - ora si aggiunge una profonda crisi finanziaria che sta minando le basi dell'economia reale.

Rivolgendosi agli amministratori di tutto il Mezzogiorno napolitano ha detto che si deve fare autocritica e un'autoriflessione sulla amministrazione della cosa pubblica e che l'impoverimento culturale e morale della politica è sotto gli occhi di tutti

Visto che napolitano si è sempre occupato di politica, sbaglio se penso che il monito sia indirizzato anche a lui ?

Purtroppo la classe politica che ha causato la decadenza del nostro paese invece di chiedere scusa e di dimettersi continua ad occupare le poltrone che contano.
Ascoltando i politici si ha l'impressione che loro non abbiamo mai avuto responsabilità e che si trovino al parlamento quasi per caso.

Dopo più di 60 anni di repubblica l'Italia è peggiorata.
Di chi è la colpa ?



Il monito di Napolitano: «Occorre reagire all'impoverimento morale della politica»
Il Mezzogiorno deve fare «autocritica e un'autoriflessione» sulla amministrazione della cosa pubblica

NAPOLI - Bisogna assolutamente reagire a un fenomeno che si è fatto sempre più pesante di «impoverimento culturale e morale della politica che è sotto gli occhi di tutti. Si fa enorme fatica a dirlo e a reagire», ha detto Giorgio Napolitano alla Fondazione Mezzogiorno Europa a Napoli. Con queste parole il presidente della Repubblica ha spiegato, più apertamente il senso dei richiami rivolti lunedì e martedì agli amministratori di tutto il Mezzogiorno a procedere ad un profondo rinnovamento e allo stesso tempo a fare una riflessione autocritica sul modo di amministrare la cosa pubblica. «Questa e altre fondazioni - ha detto - hanno assoluta necessità di ripensare il rapporto cultura-politica e di reagire a fenomeni sempre più pesanti e niente affatto nuovi. Io lo scrissi nella conclusione provvisoria della mia autobiografia politica (nel 2005, ndr) parlando di impoverimento culturale e morale della politica, fenomeno che è sotto gli occhi di tutti. Si fa enorme fatica a dirlo e a reagire».

continua ..
ilcorrieredellasera

venerdì, novembre 14, 2008

Crisi, rigore e sacrifici

Ha ragione napolitano nel dire che in una situazione difficile, come quella attuale, si impongono politiche di rigore e anche sacrifici.

Faccio notare però che i sacrifici dovrebbero essere fatti da tutti ed in particolare dalle istituzioni, dalla classe politica ed in genere da coloro che hanno grandi responsabilità.

Se non sbaglio i costi del Quirinale continuano ad essere troppo elevati e manca trasparenza.
Gli sprechi della repubblica italiana sembrano non avere limiti, e questo a partire dal quirinale...

Purtroppo la repubblica e la classe politica fanno ben poco per diminuire gli sprechi, alle volte indecenti.

Gli italiani fanno già sacrifici. E la repubblica?

Crisi: Napolitano, si impongono rigore e sacrifici

ROMA - "Si impongono politiche di rigore e anche sacrifici", ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un discorso a braccio al Quirinale. Si impongono, ha aggiunto, di fronte "ad una situazione difficile come non si vedeva da anni", nella quale si sovrappone la questione antica del debito pubblico e l'effetto della crisi economica mondiale sempre più evidente. Tuttavia, ha concluso, non bisogna perdere di vista esigenze di spesa pubblica prioritaria in alcuni settori perché "le voci di spesa non sono tutte uguali".

ansa

sabato, novembre 08, 2008

Muro di Berlino


Il muro di Berlino è esistito dal 13 agosto 1961 fino al 9 novembre 1989, quando finalmente cadde.

La legge prevede, in occasione di questa giornata, di organizzare cerimonie ufficiali ed approfondimenti nelle scuole per illustrare il valore della democrazia e della libertà e per evidenziare gli effetti nefasti dei totalitarismi passati e presenti.
Legge 15 Aprile 2005 n° 61, ha istituito il Giorno della Libertà, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo.

Perché questo silenzio da parte delle istituzioni repubblicane?
Secondo me, la fine dell'oppressione comunista è una ricorrenza molto scomoda per la repubblica italiana.
Infatti la costituzione repubblicana è stata scritta anche dai comunisti e quindi la vulgata repubblicana cancella gli orrori compiuti dai comunisti.

A queso punto mi assilla una domanda.
Non è che si dimentica questa importante anniversario (Giorno della libertà) per togliere dall'imbarazzo la repubbica, ed in particolare napolitano che a questo punto dovrebbe parlare sul comunismo?

link
gli-ungheresi-non-vogliono-napolitano

domenica, ottobre 26, 2008

Napolitano, Al Alamein, comunismo, nazismo


Napolitano ha fatto bene ad andare in Egitto per commemorare il 66° anniversario della famosa battaglia di Al Alamein.

Condivido il discorso di napolitano quando dice : Furono combattimenti tra i più duri e tormentati della seconda guerra mondiale, in un continuo alternarsi delle sorti tra gli opposti schieramenti. E il nostro rispetto, la nostra riconoscenza sono tanto più grandi quanto più ricordiamo, sforzandoci di ripercorrerle, le condizioni in cui i combattenti furono chiamati a operare, le sofferenze e i sacrifici che essi doverono affrontare, fino al rischio estremo e quotidiano della vita.

Nel rendere omaggio alle virtù morali e alle straordinarie doti di coraggio dei soldati, tutti guidati dal sentimento nazionale e dall’amor di patria, napolitano si è però dimenticato che tutti quei soldati erano fedeli a Re Vittorio Emanuele III.
Purtroppo nella storia male narrata dalla propaganda repubblicana c'è sempre un silenzio insopportabile sulla Monarchia e sui Sovrani, e le uniche volte che si degna di ricordarle lo fa solo per screditarle. Questo non gli fa certo onore.

Nel discorso il presidente della repubblica si è rallegrato che nel disastro della seconda guerra mondiale crollarono i nazionalismi tra gli Stati europei e soprattutto il nazismo ma, per correttezza, avrebbe dovuto aggiungere che la causa della guerra fu la contrapposizione tra due ideologie - nazismo e comunismo - ambedie aberranti ed espressione di aggressione e di dominio.
Inoltre secondo me è un errore considerare il nazionalismo un fattore solamente negativo e quasi simile al nazismo.

E' davvero difficile, se non impossibile, vedere un alto esponente del partito comunista italiano abbandonare definitivamente la sua fede politica ma, secondo me è insopportabile se questa persona, diventata capo di stato, non si pente degli errori compiuti e non chiede scusa.

D'altronde l'appoggio del PCI ( ed i brogli di Togliatti/Romiti) fu decisivo per la nascita della repubblica, ma questo fatto adesso ci impedisce di guardare verso il futuro e di migliorare il nostro Paese.

sabato, settembre 06, 2008

euroscetticismo e napolitano

Invece di preoccuparsi della decadenza del nostro Paese, della povertà dilagante tra gli italiani, della mancanza di punti di riferimento, napolitano si preoccupa delle prossime elezioni europee perchè si è diffuso un certo euroscetticismo.

Secondo napolitano i governi nazionali dovrebbero spiegare ai cittadini l'importanza dell'Unione e non dovrebbero fare polemiche sulla burocrazia eccessiva.

Innanzitutto napolitano dovrebbe chiedersi perchè ci sia questo euroscetticismo e se è giusto che ci sia questa eccessiva burocrazia.
Inoltre, a parte l'eccessiva azione politica svolta dalla persone che invece non dovrebbe fare politica, mi sembra che il presidente della repubblica si dimostra lontano anni luce dalle vere necessità ed interessi degli italiani.
Agli italiani interessa che ci sia lavoro, benessere, uno stato efficente, ed una classe politica corretta e capace di svolgere il proprio mestiere.

E poi una domanda.
Come si può dire la verità ai cittadini se si nasconde la realtà e si impedisce agli italiani di esprimere, ad esempio con un referendum, la loro adesione alle decisioni prese dalla casta dei politici ?


Napolitano: "Sono preoccupato per le elezioni europee"

COMO - "Guardo anch'io alle elezioni europee con apprensione perchè nei nostri Paesi si è diffuso un certo euroscetticismo". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, collegato in video conferenza con il workshop Ambrosetti a Cernobbio. "Non c'è dubbio - ha spiegato Napolitano - che c'è il maggiore o minore scetticismo è legato alle risposte che l'unione sa dare". L'appello del capo dello Stato è chiaro: i governi nazionali spieghino ai cittadini l'importanza dell'Unione e non usino l'Ue come alibi: " Non si possono fare polemiche sull'eccesso di regolamentazione o sul carattere burocratico delle direttive europee nascondendo ai cittadini che nessuna direttiva è stata approvata senza il consenso dei governi. Bisogna saper fare un discorso di verità ai cittadini".

larepubblica

venerdì, giugno 13, 2008

Referendum irlandese boccia il trattato di lisbona

In una repubblica il capo dello stato superpartes è una leggenda metropolitana, una falsa percezione della verità propagandata dalla repubblica.

Si dice con enfasi che il presidente della repubblica è al di fuori delle parti e che non fa politica.
Ebbene Napolitano continua a fare politica non solo con la chiara intenzione di condizionare il parlamento italiano ma si permette di dare indicazioni agli altri stati.
Infatti ha chiesto di lasciare fuori chi dice no. Non si può pensare che la decisione di poco piu' della metà degli elettori di un Paese che rappresenta meno dell'1% della popolazione dell'Ue possa arrestare il processo di riforma.

Innanzitutto la percentuale detta da napolitano non ha senso in quanto ricorda solo gli irlandesi e non anche i francesi,olandesi, e danesi che precedentemente avevano bocciato i trattati europei.

Inoltre se poco più della metà di un popolo, che corrisponde all'1% degli europei, non può bloccare il cosiddetto processo di riforma allora mi permetto di ricordare che questo processo è voluto dagli euroburocrati di bruxelles (una minoranza), e che in Italia la decisione è stata presa solo dal Parlamento, cioé da circa 1000 persone, una quisquilia rispetto alla popolazione.
In Italia l'adesione alla costituzione ed ai trattati europei è stata presa dalla casta dei politici, la repubblica italiana non ha permesso agli italiani di decidere il loro futuro.
A quanto pare napolitano non rispetta la scelta democraticamente voluta dai popoli che con un referendum hanno bocciato il trattato.
Alla faccia del principio, così tanto decantato dai repubblicani, che la sovranità appartiene al popolo.

La verità è che quando i popoli sono stati consultati con un referendum, i trattati costituzionali europei sono stati rifiutati.

L'Europa è fatta dai popoli, non dagli euroburocrati

Ue: Napolitano, non partire da zero
Capo Stato, 'lasciare fuori' chi blocca costruzione europea

(ANSA) - ROMA, 13 GIU - Dopo il no irlandese al Trattato europeo 'non si puo' ripartire da zero'. Lo dice Napolitano che chiede di 'lasciare fuori' chi dice no.'Non si puo' pensare -afferma- che la decisione di poco piu' della meta' degli elettori di un Paese che rappresenta meno dell'1% della popolazione dell'Ue possa arrestare il processo di riforma'. Quindi 'l'iter delle ratifiche dovra' andare avanti' ed 'e' l'ora di una scelta coraggiosa' lasciando fuori dalla costruzione europea, 'chi minaccia di bloccarla'.

ansa

giovedì, giugno 05, 2008

napolitano divide gli italiani

Oltre che far rispettare la costituzione, il presidente della repubblica deve difendere l’Unità d’Italia e perciò dovrebbe insegnare gli italiani ad amare la Patria ed a sentirsi un popolo unito.
Invece ieri a Napoli, napolitano, dopo aver ammesso i troppi errori compiuti dai politici, non ha potuto resistere alla tentazione di difendere la parte politica alla quale appartiene e la città dove ha vissuto.
Infatti napolitano ha denunciato senza mezzi termini la complicità con la camorra napoletana di numerose industrie del nord ed ha aggiunto che i rifiuti tossici in gran parte sono arrivati dal nord, ne sia consapevole l’opinione pubblica delle regioni del nord.

Se è vero che la responsabilità non è esclusivamente colpa di bassolino & company e dei napoletani, comunque per risolvere i gravi e impellenti problemi un capo di stato dovrebbe facilitare la risoluzione dei problemi e non certo aumentare la divisione tra nord e sud, tra gli italiani.
Quindi le parole di Napolitano sono sbagliate e pericolose.
Buttare la colpa anche al Nord, significa sminuire se non nascondere le responsabilità della classe politica della Campania e del disastroso tessuto sociale campano.
Il discorso di napolitano è tipico della classe politica (alla quale lui appartiene), cioè quel giustificazionismo senza assumersi le responsabilità.
Forse la colpa maggiore che si può additare alla repubblica è la mancanza di responsabilità, e storicamente si è visto che quando la rabbia e rancore degli italiani nei confronti dello stato ha superato i livelli d’allarme, per salvare il salvabile il regime ha additato come unico responsabile del disastro il cattivo di turno (craxi, berlusconi, mastella, mafia...).
Piuttosto visto che napolitano ha fatto ben poco per sollecitare soluzioni a Napoli, non dovrebbe chiedere scusa ai napoletani?
Se non sbaglio, mesi fa aveva minimizzato l’emergenza, sostenendo che i richiami europei erano eccessivi. Ebbene, poi siamo arrivati alla procedura d’infrazione UE.
Ricordo che quando il governo Prodi tentò di aprire le prime discariche Napolitano, richiamando la popolazione ad un’assunzione di responsabilità, si affrettò a farsi garante della provvisorietà di quelle discariche, alimentando perciò le proteste.

In realtà dai vari discorsi di napolitano, dei politici ed osservatori l’unica convinzione che si ha è che lo stato repubblicano è un sistema corrotto e corruttrice, dal Nord al Sud, e quindi ben poche persone hanno il diritto ad ergersi a giudici e a fustigatori.

Inutile aggiungere che scaricando le colpe al Nord napolitano ha peggiorato la situazione ed assistiamo ad uno scontro frontale tra il presidente della repubblica e la Lega Nord.
E non basta, perché le nuove parole del capo dello Stato non hanno posto termine alla polemica, anzi l'hanno rinfocolata, tanto che il presidente leghista della commissione Ambiente della Camera ha detto : Forse è Napolitano che non ha letto abbastanza bene gli atti parlamentari della commissione sui rifiuti, se vuole gli do una mano io in commissione a leggere meglio

Non solo l'emergenza dei rifiuti sono di difficile risoluzione, ma le istituzioni repubblicane alimentano le divisioni tra gli italiani.


linko due blog.

Sembrerò un becero leghista, lo so. Ma quando sento dal Presidente della Repubblica, mio conterraneo, che i rifiuti tossici “in gran parte sono arrivati dal nord, ne sia consapevole l’opinione pubblica delle regioni del nord”, mi tocca ‘a nervatura…
Questi discorsi li sento da una vita, ed innescano meccanismi autoassolutori molto in voga dalle mie parti. Dire che il Nord ha mandato i rifiuti tossici in Campania, viene tradotto dalla degradata società campana come una sorta di “E adesso voi del Nord ci dovete risolvere il problema”. Alla fine i riflettori si spostano sui cattivi nordisti, ponendo in secondo piano il criminale traffico dei rifiuti posto in essere dalla camorra con il silenzio dei cittadini.
Togliamoci dalla testa il fatto che tutto il disastro ambientale che viviamo in Campania sia colpa delle imprese del Nord. A meno di non credere alla favola che ci narra di imprese padane che dalla sera alla mattina venivano a scaricare nell’Agro aversano, nel Litorale Domitio o nel triangolo della morte Nola-Acerra-Marigliano.
Il prodotto tossico è stato “richiesto” dalla camorra, che ha poi incrociato la domanda di “smaltimento” a basso costo delle imprese padane. Senza la camorra era ed è impossibile sversare anche un solo fustino tossico, dato lo storico “controllo” del nostro territorio da parte delle organizzazioni criminali. La camorra non viene dopo che i padani hanno deciso di sversare illegalmente ogni tipo di rifiuto. No, la camorra viene prima, cerca i padani e si offro loro per smaltire a basso costo.
E c’è di più. Le terre su cui si sversava non erano di nessuno. Erano di cittadini campani, di agricoltori e non, che quasi mai si sono opposti a tale fenomeno criminale e dannoso per la salute, anche la loro. Andate a Parete, a Trentola e chiedete in giro se sapevano che si smaltivano rifiuti tossici nelle campagne circostanti. Tanti diranno di sì (ma mai in pubblico). Sapevano e tacevano, “tanto prima o poi se ne andranno”. Cercavano di autoconvincersi.
Per questo, le parole di Napolitano sono sbagliate e pericolose. Buttare la croce sulle aziende del Nord (che devono pagare, sia chiaro), significa sminuire se non nascondere le responsabilità della classe dirigente della Campania e del disastroso tessuto sociale campano. Basta con il giustificazionismo. Assumiamoci le nostre responsabilità. Sarebbe pure ora…
blog1



Bravo Napolitano!
La camorra è responsabile di molti traffici compreso quello dei rifiuti tossici, ha ricordato Napolitano sottolineando che questi rifiuti insalubri «in gran parte sono arrivati dal nord, ne sia consapevole - ha aggiunto - l'opinione pubblica delle regioni del nord». Ai cittadini della Campania invece Napolitano fa osservare che nell'attuale situazione non è minacciata solo la salute di un quartiere ma di «milioni di cittadini». E la soluzione «consiste nell'estirpare la criminalità e nell'eliminare la piaga dei traffici camorristici riprendendo la strada per creare le condizioni per un ordinato ciclo di smaltimento con soluzioni urgenti e non più rinviabili».
blog2