Veleni e disordini nelle elezioni presidenziali in Romania
16 novembre 2014
Il presidente ci divide perché l'elezioni presidenziali si basano sullo scontro politico, strutturato sulla dicotomia amico/nemico,
Il Re unisce perché non è eletto e non fa politica, e quindi è espressione del Popolo e della Nazione.
Perché dividersi tra presidenti invece di sentirsi uniti sotto un Re ?
In Romania si sono svolte le elezioni presidenziali, dove nel secondo turno la sfida era tra il premier socialdemocratico Victor Ponta contro il candidato di centrodestra Klaus Johannis.
Secondo gli exit poll, la distanza tra i candidati era minima (Ponta 50-50,9% dei voti, Iohannis il 49,1-50,9%) ed alla fine ha vinto Klaus Johannis, di origini tedesche, che si è aggiudicato il 54,8% dei voti, contro il 45,2% di Ponta. L’affluenza nel secondo turno è stata 64%, mentre nel primo era del 53%.
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Scegli il Re o i presidenti ? |
Se si tiene conto il numero di votanti (18,281,625) il vincitore è stato votato solo dal 34.1%, cioè solo 1/3 dei rumeni lo hanno sostenuto, risultato elettorale che conferma il fatto che i presidenti della repubblica sono sempre votati da una minoranza.
La campagna elettorale si è chiusa tra veleni, con accuse tra i candidati e violenti scontri. Migliaia di romeni hanno chiesto una maggiore trasparenza del voto, dopo che al primo turno molti romeni che vivono all’estero non erano riusciti a votare nei seggi esteri.
Anche nel secondo turno ci sono stati momenti di tensione in molte città, come a Torino dove gli elettori che vivono all'estero avevano denunciato carenze organizzative e in serata la tensione è cresciuta costringendo le forze dell'ordine a disperdere i dimostranti con i lacrimogeni.
A queste polemiche sono legate anche le dimissioni di Titus Corlatean, ministro degli Esteri del governo Ponta, un grave errore che molto probabilmente ha fatto perdere molti voti a Ponta.
Inoltre il clima delle presidenziali in Romania è stato teso anche per la proposta di legge socialdemocratica, ancora in discussione in Parlamento, di concedere la grazia per i reati che prevedono una pena massima di sei anni e contemporaneamente la cancellazione - per coloro che si sono macchiati di questi reati - del divieto di candidarsi a incarichi pubblici.
Sia ben chiaro.
Tutte le elezioni presidenziali causano disordini e veleni, perché sono elezioni politiche molto delicate dove in palio c'è addirittura l'assegnazione del Capo di Stato.
Le elezione presidenziale seguono la logica dello scontro tra partiti, ed è strutturata sulla dicotomia amico/nemico, che alle volte possono sfociare in guerra civile, quando elezioni sono considerate pilotate o falsate.
In tutte le repubbliche i candidati alla carica presidenziale sono dei politici scelti dai partiti, e quindi sono espressione dei partiti che lo appoggiano.
L'elezioni presidenziali si basano sullo scontro tra candidati, e il ballottaggio è la guerra finale tra i due politici che precedentemente avevano sconfitto gli altri.
Un altro fattore negativo delle elezioni presidenziali è che costringono il popolo a dividersi, visto che devono votare un candidato o un altro. Quindi il presidente non è mai il presidente di tutti, ma solo di coloro che lo votano, che alla fine favorirà la fazione che lo ha fatto vincere.
L'unico modo per uscire da questa pericolosa logica e di parte è la Monarchia, dove il capo di stato è il Re, che proprio perché non eletto e non fa Politica, è veramente espressione di tutto il Popolo e non solo di una parte.
Il Re unisce, un presidente invece divide!
Perché dividersi tra presidenti invece di sentirsi uniti sotto un Re ?